Libri > Hunger Games
Ricorda la storia  |      
Autore: workinprogress    12/06/2013    4 recensioni
Durante gli Hunger Games, la buona sorte è stata raramente a favore di qualcuno. Questa è solo una delle tante storie di coloro che hanno vissuto in quel periodo, che non sono stati baciati dalla fortuna e che tuttavia, in mezzo all'odio, hanno avuto il coraggio di amare.
Perchè per dirsi certe cose, la voce non serve.
"La ragazza sciolse la presa delle loro mani e aprì il quadernino. Tirò fuori dalla tasca una matita rovinata e cominciò a scrivere."
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Darius, Lavinia
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Never in our favor


Il rumore di una porta che si chiudeva risuonò ovattato in un angolo del Centro di Addestramento.
All'estremità sud del decimo piano, in un polveroso sottoscala, un ragazzo accese una vecchia torcia nel buio pesto. Restò seduto su una cassa di legno, in silenzio, ad aspettare. Poi, senza il minimo rumore, la porta si aprì e una figura snella sgusciò nel sottoscala, furtiva. Il raggio di luce le illuminò il volto giovane, femminile. Aveva i capelli lucidi e delle lentiggini sul naso. In mano teneva quello che sembrava un blocchetto per appunti.
Il ragazzo sorrise in silenzio e le fece spazio sulla cassa. Lei si sedette e raggiunse subito la sua mano, stringendogliela forte. I due appoggiarono le loro fronti una contro l'altra, alla luce della torcia. Non c'erano molti motivi per sorridere, ma avevano comunque le labbra un po' piegate verso l'alto.
La ragazza sciolse la presa delle loro mani e aprì il quadernino. Tirò fuori dalla tasca una matita rovinata e cominciò a scrivere.
Scusa il ritardo... è bello vederti.
Lui sorrise. Meglio tardi che mai. Ci sono stati sviluppi?
Niente di nuovo. Non se la passano bene, ma sono ancora vivi. Sono in gamba.
Anche noi lo siamo.
Vivi o in gamba?
Il sorriso sparì dai loro volti.
Entrambi. Ce la faremo, vedrai.
Lei non scrisse nient'altro. Era una bugia, lo sapevano tutti e due. Non c'era uno scenario da cui sarebbero usciti vincitori. Non c'era un'occasione in cui avrebbero potuto veramente dire di avercela fatta.
La ragazza prese la torcia e la puntò verso il volto del giovane. I suoi occhi la scrutavano mentre esaminava ogni dettaglio del suo viso, come se si aspettasse di non vederlo mai più. E se non fossero stati attenti sarebbe andata così.
Poi la giovane spense la luce e la posò sulla cassa, di fianco a sé. Allungò le mani fino a sfiorargli il volto con le dita. Trovò le sue palpebre abbassate, i suoi zigomi, il suo naso. Per ultime trovò le sue labbra, e le baciò con delicatezza, come il tocco di una piuma. Lui le strinse le spalle tra le mani, poi la spinse nel suo abbraccio. Rimasero fermi, al buio, nel silenzio.
Quando fu ora di andare, lui riaccese la torcia.
Devi avere un po' di fiducia. La buona sorte potrebbe anche essere a nostro favore, questa volta.
La buona sorte non è mai stata a nostro favore.
Un motivo in più per restituirci gli arretrati, non ti sembra?
Lei lo baciò di nuovo sulle labbra, per un secondo, e poi scivolò fuori da quel sottoscala insieme al suo quadernino.

Darius e Lavinia morirono qualche settimana dopo, nei sotterranei di Capitol City. In modo sadicamente perverso, la fortuna fu a favore di Lavinia, in quelle celle fredde. Il voltaggio del suo elettroshock le fermò subito il cuore. Darius fu torturato per giorni, sotto gli occhi impotenti di Peeta Mellark. Fino alla sua morte, in testa gli rimbombarono le parole di Lavinia.
La buona sorte non è mai stata a nostro favore.
Darius non l'aveva mai sentita, ma la voce di Lavinia lo accompagnò verso la sua morte.
Il loro quadernino fu ritrovato nascosto in un angolo del dodicesimo piano del Centro di Addestramento. I ribelli speravano di ritrovare un diario di guerra, appunti di rivoluzionari, qualcosa da pubblicare come manifesto della lotta che avevano appena vinto, ma non trovarono nulla. Nel quadernino c'erano solo pagine bianche, e i resti di quelle che erano state strappate.
Quando anche quello fu distrutto, tutto ciò che rimase di Darius e Lavinia fu un sottoscala al decimo piano di un palazzo di Capitol City. C'era una cassa di legno, ed una vecchia torcia.
Qualcuno, in un angolo, aveva scritto una frase a matita sul muro.
La buona sorte non è mai stata a nostro favore.

_____________


Benvenuti ^^
Spero che questa mia delirante creazione vi sia piaciuta, o che almeno vi abbia trasmesso qualcosa. La storia si è scritta da sola, quindi se la cosa vi puzza non prendetevela con me. Davvero, non doveva essere una Darius/Lavinia, era prevista l'entrata di un nuovo, misterioso senza-voce, ma Darius si è sentito messo da parte ed ha voluto per forza fare la primadonna. Magari quel mio povero OC comparirà in una storia tutta sua.

Non c'è molto da dire, forse solo una puntualizzazione sul titolo. L'ho preso dalla frase che compare nel trailer di Catching Fire, quindi se ci sono dei puristi della lingua inglese tra i lettori di questa storia, sappiate che vi capisco. Ma è American English, e favour ve lo dovete cuccare scritto favor.
Bene, direi che questo è tutto. Le recensioni sono ben accette, in tutte le salse!
A presto,
wip
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: workinprogress