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Autore: idrilcelebrindal    20/06/2013    4 recensioni
Seguito de "L'Erede di Durin"
Kili e Miralys stanno insieme da un mese e, dopo tante traversie e momenti difficili, tutto sembra finalmente andare per il suo verso. Ma una nube minacciosa compare all'orizzonte e minaccia i loro progetti di matrimonio: le rispettive madri. A causa di una ruggine vecchia di oltre un secolo, le due volitive signore sembrano intenzionate a creare problemi al giovane Re di Erebor ed alla sua compagna. E ancora: Ori alle prese con una nana ninfomane, Dàin che rivela doti di scrittore satirico, una truppa di cortigiani indolenti, un nano molto raffinato, una spia poco fedele... anche dopo la Riconquista, la Montagna Solitaria è un posto molto interessante!
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dìs, Kili, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Erede di Durin'
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1. ELDRIS
Ciao! Rieccomi. Come vi avevo ventilato, non sono ancora pronta ad archiviare questi due a cui mi sono affezionata. E visto che sto ancora sperimentando, questa volta li troviamo alle prese con problemi meno drammatici… le rispettive madri!
L’inizio di questo capitolo è un po’ piccantino, ma insomma questi due stanno insieme da un mese, quindi.. che si divertano!
Buona lettura


1 ELDRIS

Kili si attardava davanti ai resti della colazione, e con il mento appoggiato alla mano contemplava la sua fidanzata davanti a lui dall’altra parte del tavolo. Miralys sorseggiava l’ultima tazza di tè, e contemporaneamente prendeva appunti  su una pergamena appoggiata accanto al piattino.
Kili adorava l’espressione concentrata che  lei assumeva mentre lavorava, e la punta della lingua che sporgeva tra le labbra rosse; un ricciolo biondo le ricadeva spesso su un occhio e la proprietaria lo soffiava via con uno sbuffo esasperato, mentre quello insisteva nel riprendere la sua posizione.
Era passato un mese e da allora Miralys si era insediata tranquillamente nelle stanze e nella vita di Kili, tanto che il giovane Re non riusciva a ricordare come gli fosse stato possibile vivere senza di lei. Adorava il suo profumo che aleggiava nelle stanze; adorava che gli portasse una tazza di tè nello studio  quando era impegnato fino a tardi con Balin; adorava perfino le mille forcine per capelli che gli finivano sotto i piedi quando girava scalzo; adorava allungare la mano di notte e trovarla accanto a sé. Con lei vicina si sentiva completo, e forte abbastanza da sfidare il mondo intero… e mandare avanti un regno di nani cocciuti, irascibili ed imprevedibili, nonché spesso permalosi, impegnati in uno sforzo colossale, era tutt’altro che una passeggiata.
Con la stessa naturalezza Miralys si era inserita al suo fianco nella vita del regno; in attesa di chiamarla Regina, i Nani la chiamavano ‘la Signora’ e l’adoravano quanto il loro  Re, anche perché lei aveva continuato a lavorare in mezzo a loro ed a prestare la sua opera esattamente come faceva quando era solo Miralys la guaritrice.  
E la notte… il cuore di Kili accelerò i battiti, ricordando ogni meravigliosa notte che avevano trascorso l’una nelle braccia dell’altro, scoprendo i loro più intimi desideri ed infiniti modi di  darsi piacere e di perdersi in un universo d’amore dove esistevano loro due soltanto.

Quella stessa notte si era lasciato trascinare in una maliziosissima discussione del tutto priva di senso, in esito alla quale aveva scommesso che sarebbe riuscito a rimanere immobile qualsiasi cosa la sua compagna facesse. Dopo tre minuti si era accorto di essersi ficcato in una trappola con entrambi i piedi, come si dice; ma anche che si trattava di una scommessa che sarebbe stato ben lieto di perdere.  Ma non subito, no: ne andava della sua dignità.
Così si ritrovò disteso, con addosso solo l’intimo, con le dita aggrovigliate al lenzuolo sotto di lui , mentre lei percorreva il suo corpo con le labbra e con la lingua. Era partita dal polso, poi l’interno delle braccia, l’ascella, il collo… qui aveva indugiato soffiando piccoli baci e morsi delicati dall’orecchio alla spalla, poi ancora su… una leccatina ed un morso al lobo dell’orecchio… poi lei aveva cominciato a sussurrare, con una voca roca che gli provocava mille brividi.
“Sei bellissimo… sei mio, tutto mio… voglio baciarti…”  Kili si sentiva girare la testa e non riuscì a non risponderle.
“P-per Durin, non ci posso credere… mi fai… ah! .. impazz…nnnh! … T-ti voglio, non r- res…” E lei, subito:
“Ti arrendi?”  Kili sentì che la sua volontà stava rapidamente svanendo, ma il suo orgoglio fece resistenza.
“No, per Mahal! Non  …. mmmh…a-ancora..!!” reagì, artigliando con più decisione il lenzuolo.

“Kili…?” Miralys, alzando gli occhi dalla pergamena su cui aveva appena terminato di scrivere, aveva sorpreso il suo amato  con uno strano sguardo perso.
Nessuna risposta.

Quando la bocca di Miralys trovò il capezzolo, Kili ansimò forte: lei succhiava, e leccava, ma quando cominciò a mordicchiare, sussultò..  e non è ancora arrivata a…
Come se gli avesse letto nel  pensiero, quella lingua perversa cominciò a percorrere lentamente la linea sottile di soffice peluria che scendeva verso l’ombelico; qui indugiò, giocando con alcuni peli, mentre le mani arrivavano vagando ad accarezzare i fianchi, poi più giù, sotto l’ombelico… le dita curiose seguivano la piega dell’inguine, infilandosi sotto l’indumento… Kili stava per perdere completamente la testa. Un rumore sospetto lo avvertì che le  sue dita avevano strappato il lenzuolo, ma non avrebbe potuto farci niente nemmeno se ne fosse andato della sua vita.  
Le dita  perverse sciolsero l’ultimo laccio e lui fui gloriosamente nudo. Dopo alcuni secondi si levò una serie di gridolini meravigliati ed alle orecchie incredule di un giovane re esterrefatto giunsero valanghe di complimenti e di commenti assolutamente espliciti. Ma cosa sta… dicendo…   
La serie successiva di baci, carezze e leccatine rese chiaro a chi… cosa… i complimenti ed i commenti fossero diretti. Il tutto andrò dritto alla testa di Kili, togliendogli qualsiasi idea coerente.
“Non ne p-posso più … ah… fino a quando…oh! devo stare f-fermo per vincere…  mmmh … la sc-sommes… ah! …sa?” farfugliò.
Kili, senza fiato, ormai al limite, vide gli occhi di Miralys   percorrere  lentamente, con insistenza, tutto il suo  corpo, fino a catturare i suoi; e quello che vi lesse pose  fine  a qualsiasi  resistenza.
“Quale scommessa..?” chiese lei con un’espressione innocente.
Cinque secondi dopo lui l’aveva inchiodata sotto di sé con il suo peso.
“Maledetta,” sussurrò con le labbra sulle sue. “Me la pagherai. Questa notte ti prenderò così tante volte che chiederai pietà…”
Lei gli morse un labbro. “Cosa stai aspettando?” rispose, con voce arrochita, infilandogli la lingua in bocca.
Nessuno disse più una parola per molto, molto tempo.


“Kili?.. Kili!!!”
“Eh? Cosa?” il giovane re sussultò, incontrando lo sguardo interrogativo di due occhi verdi oltre la tavola.
“A cosa stavi pensando?”
“A questa notte… “ Miralys arrossì ed abbassò gli occhi.  Incredibile! Pensò Kili. Come fa ad essere così… così ‘perversa’ di notte ed arrossire di  giorno?
“Ti amo. Non riesco ancora a credere a questo miracolo.” Kili tese la mano attraverso la tavola e Miralys allungò la sua; lui la prese e baciò le dita. Gli occhi verdi lo guardarono così pieni d’amore che il cuore di Kili fece una capriola.
“Io ho paura a crederci…”

Dopo qualche minuto si riscossero, avevano entrambi da fare.
“A proposito, amore, Irridis  mi ha detto di protestare con il fornitore di tessuti: dice che le nuove lenzuola sono del tutto scadenti, si strappano solo a dormirci…” Prima che Kili potesse formulare una risposta adeguata, entrò  Balin con un fascio di lettere.
“Buongiorno a voi!” esordì. “Ieri sera è arrivato un drappello dal Colli Ferrosi, con una serie di dispacci ufficiali ed alcuni non ufficiali. Il capo del gruppo ha ordine di consegnarli  direttamente a te, Miralys; l’ho fatto aspettare nella prima sala di ricevimento.” Miralys sollevò le sopracciglia.
“Cosa avrà mio padre da dirmi di così riservato? Sono curiosa!” si alzò ed uscì.
A loro  volta Kili e Balin si trasferirono nello studio del re. Come si erano aspettati, con molte circonlocuzioni ed un fiorito linguaggio ufficiale Dàìn si dichiarava “compiaciuto” che “Sua Maestà il Re sotto la Montagna” si fosse a sua volta “compiaciuto” di chiedere in sposa la sua “umile” ( Umile  a chi? pensò Kili) figlia e di unire così i due rami principali dell’illustre casato di Durin e bla-bla-bla… chiedendo tuttavia che il matrimonio fosse rimandato all’autunno e nel frattempo la figlia tornasse a casa per i preparativi adeguati al rango degli sposi.
Balin era molto stupito.
“Non capisco quale motivazione politica vi possa essere dietro questa richiesta. Il matrimonio è un vantaggio per entrambe le parti..”
“Non che me ne importi un fico secco dei vantaggi politici,” interloquì Kili.
“… anzi, avrebbe dovuto insistere perché venga celebrato al più presto. Anche perché sono quasi sicuro che sa benissimo come stanno le cose tra voi…” e così dicendo Balin alzò un sopracciglio con espressione eloquente. Kili sbuffò.
“Zio, ne ho passate di tutti i colori in questi ultimi mesi, non sono disposto a rinunciare alla cosa più bella della mia vita per motivi di convenienza! E di certo non ho alcuna intenzione di aspettare l’autunno! Miralys ed io ci sposeremo a Calendimaggio, lo stesso giorno dell’incoronazione ufficiale.  Abbiamo un regno da ricostruire, non possiamo perdere tempo in cerimonie! E con questo il discorso è chiuso!”
“E, di grazia, come pensi che si possa esprimere questo concetto in linguaggio diplomatico?” lo apostrofò il vecchio nano.
“A me, lo chiedi? Trova una scusa, che ne so… posso dire che Miralys è incinta?”
“Perché, lo è?”
“Non so, ma potrebbe!” In quel momento nella stanza entrò come un turbine una furibonda Miralys.
“Kili! Scrivi a mio padre che dobbiamo sposarci subito perché sono incinta!”
“Lo sei?” il cuore di Kili perse un battito.
“Non lo so,” ammise lei, “ ma potrei, non ti pare?”
“Ragazzi,” intervenne Balin, “ smettetela di dire sciocchezze, calmatevi e cerchiamo di capire perché Dàin ci sta chiedendo queste cose..”
“Non è lui!” lo interruppe Miralys. “E’ mia madre! La solita arrogante, vanitosa, velenosa…lei! Lei! Leggi!” così dicendo, sbattè  sul    tavolo una pergamena aperta, e scoppiò in lacrime.
Kili si alzò di scatto e la prese tra le braccia. Era allibito; non l’aveva mai vista tanto sconvolta.
“Mira, Mira, tesoro, non fare così…” lei continuava a singhiozzare disperatamente, il viso nascosto nella spalla di lui, aggrappata alla sua camicia che stava, tra l’altro, inondando di lacrime.
“Di-dice che sono una p-poco di buono! C-che si v-vergogna di m-me! Che s-se non torno a casa t-tutta la m-maledetta stirpe di D-Durin saprà che s-sono la t-tua amante! C-che getto discredito s-su  di lei e  s-sulla famiglia! C-che lei vuole che s-sua f-figlia abbia il p-più grande m-matrimonio della st-st-storia! E c-che io  le r-rovino sempre t-tutto! E m-mi augura di avere una f-figlia sc-sc-sciagurata come me!”
Tutto questo rotolò fuori dalla bocca della giovane nana insieme a molti singhiozzi. Kili la strinse più forte. maledicendo la sconosciuta futura suocera. Aveva capito che Miralys non andava d’accordo con la madre, ma non si era reso conto di quanto profonda fosse la ferita che la sua fidanzata si portava dentro. Come può essere così perfidamente egoista? Ma la cosa importante, in quel momento, era arginare il fiume di lacrime che si stava riversando sulla sua camicia.
“Cara, non ho nessuna intenzione di accontentarla. I nostri programmi non cambiano, si tratterà solo di trovare una scusa che non provochi una guerra.. anche se devo dire che la tentazione è forte!” Poi il Re sotto la Montagna abbassò la voce.
“Mira,  pensi davvero che rinuncerei ad un solo minuto con te? Ti ho trovata e non ti lascio certo andare via… “ Kili affondò il viso nella chioma bionda, coprendola di piccoli baci. “ Cara, sono tutte sciocchezze. Forse un gruppo di vecchie acide carampane dei Colli Ferrosi potrà criticarti, ma ormai la tua casa è qui, e  qui tutti ti adorano e nessuno si sogna di biasimarti… visto che rendi tanto felice il loro re! Ed io ti amo…”
Miralys trasse un lungo sospiro tremante, staccò le dita dalla camicia di Kili e lo abbracciò. Lui le sollevò il viso e le asciugò le lacrime con la punta delle dita.
“Guardami… così. Noi ci amiamo, tesoro,” le disse accarezzandole la guancia e scostandole dal viso i riccioli ribelli che vi si affollavano, “ e siamo insieme. Tutto il resto non conta.” La baciò sulla punta del naso. “E se dovessi avere una figlia come te” piccolo bacio sulle labbra, “ giuro che sarò suo schiavo per tutta la vita!” E quando Miralys iniziò ad obiettare, Kili trovò un rapido sistema per impedirle di parlare.
Balin cominciò a sentirsi – e non era la prima volta – decisamente di troppo.

Fu solo nel pomeriggio che Kili si accorse che, insieme alla lettera della madre di Miralys, ce n’era un’altra.  Stava infatti per gettarla  disgustato nel camino quando vide il secondo biglietto.
“E’ di mio padre,”disse Miralys aprendolo. La ragazza era ancora scossa,  ma la tempesta era passata.
“Senti cosa scrive: ‘Mi dispiace di tutto questo, ma tua madre Eldris non si è ancora ripresa dallo choc di  non essere diventata Regina di Erebor e mi sta rendendo la vita impossibile. Quando è arrivata la domanda ufficiale di matrimonio, ti dirò, figlia mia, ho avuto tre splendidi giorni di pace. Le dame hanno iniziato a litigare tra loro per stabilire  chi sono le tue migliori amiche …’  Amiche di chi? Mi hanno sempre guardata arricciando il naso come se mandassi cattivo odore!”  ‘..che dovranno diventare le tue dame d’onore…’ starà scherzando!..  ‘i gentiluomini hanno discusso tra loro per chi dovrà essere il tuo consigliere capo; non ho avuto cuore di dissuaderli, anche perché mi sono stati fuori dai piedi per un bel po’. Immagino che ci penserà il tuo giovanotto a trovare un’occupazione a tutti quanti, se  mai dovessero presentarsi; ma sappia che non hanno mai fatto un giorno di lavoro utile in vita loro.’
“Non è difficile imparare a maneggiare un badile o un piccone,” commentò Kili. “Immagino che Glòin possa impiegarli in qualche sgombero. Ci sono ancor stanze invase dalle macerie…”
“Non ne saranno contenti… “ ridacchiò Miralys.
“Vedrai che Dwalin saprà convincerli che il badile è meglio che finire nelle segrete… anche se mi dicono che l’odore del drago  si sta attenuando, sono sempre mooolto umide.”
 “Ascolta!.. ‘Quanto a tua madre, ha rimuginato sulla questione per qualche giorno: doveva decidersi se sentirsi offesa perché avrai un rango superiore al suo oppure se sfruttare la situazione. Alla fine ha optato per quest’ultima soluzione : vuole almeno un po’ di gloria riflessa ed è decisa a trasformare il tuo matrimonio in una baraonda epocale. Credo che voglia invitare tutta la Casa di Durin compresi i cugini di quattordicesimo grado di Gabilgathor!’ Oh no..!” gemette Miralys. Quanto a Kili, brontolò:
“Non si aspetterà mica che paghi il conto! Quanto pensa sia grande il tesoro di Smaug?”
“Cosa faremo, amore?..’Figlia mia, lo so che non vuoi nessuna baraonda,  che non vuoi aspettare  e soprattutto che non intendi tornare a casa ( in effetti mi dicono che ti sei sistemata benissimo… e definitivamente). Per me va più che bene; solo, ragazzi, trovate una scusa decente per Eldris o sarò costretto a liberarmene una volta per tutte , e sappiate che c’è il rischio che si presenti alla vostra porta.”   Che Mahal ci salvi!”
“Deve solo provarci…” mugugnò Kili. “Potrei sempre attirarla in qualche sotterraneo e far crollare l’ingresso…”
“Ma senti qua! Possibile che nessuno abbia un’idea originale?  ‘Puoi sempre dire che sei incinta, figlia mia… non mi dispiacerebbe diventare nonno.’ Sto cominciando a pensare che si potrebbe prendere in considerazione l’idea…” Miralys lanciò a Kili uno sguardo obliquo.
“Preferirei abituarmi ad un cambiamento alla volta; non ho ancora capito come si fa il re, sto cercando di capire come si fa il marito…” commentò lui.
“Non è che te la cavi male, caro… almeno nelle cose essenziali..”
“Tu credi…? Mi fa piacere, ma potrei aspettare almeno qualche mese per iniziare a  fare il padre? Ho il sospetto che sarà la più faticosa delle tre attività… ”
“Uhm! Vedremo. Comunque c’è ancora qualcosa. ‘Ti mando un paio di carri  con le tue carabattole: non sia mai che mia figlia non abbia niente da mettersi!’
“Due carri di carabattole??” Kili si guardò intorno esageratamente allarmato. “E dove li mettiamo?”
“Potremmo sistemarli nella tradizionale camera da letto della regina…” disse Miralys scoccando al suo amato un’occhiata assolutamente maliziosa, “… tanto non credo che verrà mai usata.” 
  
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