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Autore: redeagle86    25/06/2013    1 recensioni
Nona classificata al contest "242"
La mente di Magnus era tornata a quell'epoca lontana, a quella vecchia Inghilterra vittoriana avvolta dal fumo, afflitta dalla nebbia e perennemente vessata dalla pioggia insistente. E in mezzo a tutto questo c'era William Herondale, tanto splendido quanto cupo, nascosto dietro mille maschere e altrettante sofferenze.
Una caratteristica che pareva scritta nella famiglia degli Herondale, incisa insieme agli aironi in volo del loro marchio.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ese Titolo: E se il mondo finisse tra un'ora?
Serie: Shadowhunters (The Mortal Instruments)
Prompt: 11 – Se; 25 – Matrimonio; 190 – Speranza; 242 – Liberato
Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note dell'Autore: La fanfic si colloca all'incirca dopo Città degli Angeli Caduti.

Nona classificata al contest “242” di Audrey_24th

E se il mondo finisse tra un'ora?

Quindi... Will era uno Shadowhunter come me...”
Magnus Bane volse gli occhi al soffitto e sospirò, malgrado l'insistenza del suo fidanzato su quell'argomento stesse mettendo a dura prova la sua capacità di sopportazione. Ma ottocento anni, se non altro, insegnavano la preziosa arte della pazienza e ben poche cose distruggevano la sua.
Sì, Alexander. Te l'ho già detto, mi sembra.”
Alec annuì, lasciando scorrere lo sguardo sui titoli dei volumi presenti nello scaffale della biblioteca: Jace li ricordava a memoria, ne era certo. Lui in fondo sapeva tutto sul suo parabatai: conosceva ogni sua debolezza, ogni suo punto di forza, ogni sfumatura della sua voce.
Peccato non potesse dire lo stesso della persona che amava. A conti fatti, Magnus era e restava un mistero per il giovane Lightwood.
Quasi avesse potuto leggergli nel pensiero, l'alto stregone di Brooklyn riunì le mani di fronte a sé e chiese tranquillamente:
Cosa vuoi sapere?”
Il Cacciatore sussultò, colto di sorpresa da quella domanda: l'ultima volta che ne avevano discusso, avevano anche litigato. E non gli andava di arrabbiarsi di nuovo.
Non ora che aveva realizzato quanto fosse importante ogni minuto, ogni istante, ogni secondo trascorso con lui perché prima o poi sarebbe arrivata la fine. Non era immortale, non apparteneva alla fortunata elitè di coloro che vivevano in eterno.
Niente” rispose. Che senso aveva parlare del passato? Per il figlio di Lilith ogni storia non era stata che un soffio nella sua eternità, mentre per Alec quel soffio era un'intera vita che iniziava, passava e finiva.
Come sarebbe successo alla sua.
Magnus ridusse i suoi occhi da gatto a due fessure sottili: nonostante la risposta, poteva avvertire la verità bruciare sotto la pelle chiara del Nephilim.
"Non c'è stato nulla tra me e Will. Sempre che tu non voglia definire relazione un semplice scambio di favori.”
Che favori?” si ritrovò a domandare Alec, incapace di trattenersi.
È stato a Londra, centotrenta anni fa o giù di lì. Non vorrai la data precisa, spero” replicò con una nota di divertimento che faceva brillare le sue iridi verdi.
Poi il suo sguardo si fece lontano, uno sguardo da cui il Cacciatore si sentì irrimediabilmente escluso. Succedeva spesso: a volte fissava cose che lui non poteva vedere, che non condivideva con il suo compagno.
La mente di Magnus era tornata a quell'epoca lontana, a quella vecchia Inghilterra vittoriana avvolta dal fumo, afflitta dalla nebbia e perennemente vessata dalla pioggia insistente. E in mezzo a tutto questo c'era William Herondale, tanto splendido quanto cupo, nascosto dietro mille maschere e altrettante sofferenze.
Una caratteristica che pareva scritta nella famiglia degli Herondale, incisa insieme agli aironi in volo del loro marchio.
Mentre raccontava ad Alec quella storia fatta di amori brucianti, tradimenti e sangue, si rese conto che la sua vita non era mutata poi molto da allora: c'erano ancora Shadowhunters, Herondale e Lightwood, a muoversi attorno a lui. Lui che era l'unica costante in un mondo dove tutto era destinato ad abbandonarlo.
Saremo tutto ciò che resta aveva detto a quel vampiro, quel... Simon. Anche il Daylighter avrebbe visto storie nascere e concludersi, come Magnus. Entrambi sarebbero stati i muti osservatori del mondo che cambiava.
Quindi non è mai stato tuo... ”
La voce del Nephilim dissolse la nebbia inglese e riportò lo stregone a quel momentaneo presente.
Amante? No, non è mai stato nel mio letto. Nonostante i miei seicento anni, ricordo bene certi dettagli.”
Non erano ottocento?”
Sì, ma li porto talmente bene che non importa se ne tolgo alcuni” ribatté con un'alzata di spalle ed il tono di chi affermava una cosa ovvia. “Quando sei immortale, devi per forza imparare a mentire sulla tua età. Sfortunatamente ho sempre dei problemi a ricordare quale bugia ho detto a chi.”
In fondo, vivere per sempre vuol dire non dare troppo significato a niente” mormorò Alec in un sussurro. “Nemmeno ai propri anni.”
Non è così, Alexander: non del tutto. Sono uno stregone, non un blocco di marmo: ci sono cose a cui bisogna per forza dare un significato; persone che non si possono dimenticare, perché in qualche modo hanno lasciato un segno dentro di me. E non perché sono stati miei amanti: anche alcuni di questi sono stati importanti, ma non molti.”
Come Camille?”
Ho amato Camille ed è stato un errore che ho imparato a non ripetere.”
L'hai amata perché è immortale?” chiese ancora. “È inutile che non parli della mia mortalità. So che ci pensi. Come ci penso io. Penso al giorno in cui la mia mano tremerà nell'impugnare un'arma, al giorno in cui non potrò più scendere in battaglia, al giorno in cui vedrò morire i miei genitori... al giorno in cui dovrò dirti addio. Possiamo anche fingere che il nostro amore sarà per sempre, ma la verità è che per noi non c'è speranza.”
Magnus rimase in silenzio: frequentava da secoli gli Shadowhunters e nel loro mondo erano cambiate solo le divise e le armi. E nemmeno quelle, ad essere onesti.
Ciò che davvero non sarebbe mai variato, era il loro rapporto con la morte: convivevano con lei dal giorno in cui venivano alla luce, era un eterno respiro freddo sul collo che li accompagnava ogni giorno. Uscivano di casa già sapendo che avrebbero potuto non farvi ritorno. La conoscevano e la temevano, almeno la maggior parte di loro.
C'erano anche dei casi degenerati per cui la morte non era una possibile conseguenza del loro lavoro, ma appariva più come lo scopo finale. Per fortuna non tutti erano folli come Jace o i Cacciatori si sarebbero estinti da secoli.
Ho paura di quel giorno” proseguì Alec. “E dirmi che ho ancora tempo, che se sarò fortunato avrò davanti cinquanta o sessant'anni insieme a te, non mi è di alcun aiuto. Quel giorno arriverà comunque, quel futuro diventerà presente e tu sarai solo, senza di me. Quindi... ” Si fermò e nei suoi occhi azzurri -troppo chiari e sinceri per celare qualsiasi emozione- passò qualcosa che lo stregone non seppe definire. “Quindi se è vero ciò che hai detto, se è vero che anche per te sarà atroce, allora forse... ”
Alec, certo che è vero, ma cosa... ” Magnus Bane lasciò trasparire una leggera preoccupazione nei suoi modi sempre eleganti e studiati. Viveva da troppo tempo, e aveva visto decisamente troppe soap-opera come Laguna Beach, per non sapere che Alec avrebbe detto qualcosa di incredibilmente stupido. Ma lui non era il personaggio di una soap, né una ragazzetta alla sua prima cotta o un'adolescente isterica.
Forse non è più il caso di stare insieme. Dopotutto il mondo è pieno di bei ragazzi.”
Le labbra dell'immortale si incurvarono verso l'alto in un'espressione che poteva essere sia di divertimento che il segnale di un imminente eccesso di rabbia: era difficile da capire quando si trattava di lui.
Clary ha superato sé stessa, devo ammetterlo. Non avevo mai visto nulla del genere in tutta la mia lunga vita.”
Alec lo fissò a bocca aperta.
Che c'entra Clary? Io stavo parlando di noi e... ”
Ha sperimentato su di te una nuova runa, no? La runa della stupidità totale. Di certo è una creazione originale anche se dubito possa avere qualche utilità in battaglia” continuò imperterrito. “Però potrebbe sempre essere una divertente vendetta contro uno Shadowhunter nemico.”
Il giovane Lightwood era allibito: aveva fatto ricorso a tutto il suo coraggio per pronunciare quella frase, si era sforzato di mantenere salda la voce che pure si incrinava... e Magnus non trovava niente di meglio da fare che prenderlo in giro.
Mi fa piacere che la prospettiva di lasciarci ti diverta” commentò stizzito. “Se l'avessi saputo, ti avrei liberato prima della mia presenza.”
Alexander... Alec... ” sospirò lo stregone con benevolenza. “Credi che la tua morte mi sarebbe meno insopportabile se fossi lontano da me?”
Non lo verresti nemmeno a sapere. Avresti altro da fare.”
Se io non tenessi a te, se non ti amassi come non ho mai amato nessun altro, credi che avrei sopportato il tuo continuo tira e molla, il tuo sbavare dietro a Jace? Credi che mi sarebbe interessato conoscere i tuoi genitori o essere presentato loro come il tuo fidanzato?” ribatté calmo. “Se tu non fossi tanto importante, non starei in ansia ogni volta che ti allontani di un passo per svolgere il tuo lavoro. E, soprattutto, non starei qui a cercare di mettere un po' di buon senso in quella tua bella testa” concluse con un sorriso malizioso. “Risparmia le paranoie per il matrimonio.”
Alec arrossì violentemente: la sua carnagione chiara divenne cremisi per l'imbarazzo, ma anche questo faceva parte delle cose che Magnus amava di lui.
Accetterò queste crisi solo ad un passo dall'altare, Alexander Lightwood” decretò con il suo ghigno da ragazzino birbante prima di posargli le mani sulle spalle e specchiarsi nei suoi occhi azzurri. “È vero, forse un giorno arriverà un presente in cui tu non ci sarai più, in cui sarò di nuovo solo. Ma non è questo presente e non possiamo sapere cosa accadrà domani, tra un anno o tra dieci anni. Il mondo potrebbe anche finire tra un'ora ed entrambi spariremmo per sempre. Ma qualsiasi cosa accada, io voglio stare con te fino alla fine. E sperare.”
Il Cacciatore avrebbe voluto replicare, ma le labbra dello stregone glielo impedirono, posandosi improvvisamente sulle sue; poi non ci fu più niente oltre quel bacio che valeva più di mille promesse.
Un bacio che non terminò neppure quando entrambi sentirono la porta aprirsi ed Isabelle esclamò esasperata:
Ma si può sapere cosa diavolo c'è che non va nelle camere da letto ultimamente?!”

FINE
  
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