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Autore: Caillean    08/01/2008    9 recensioni
Andromeda si alzò stancamente dal divano e puntò la bacchetta verso la serratura. Era ancora una bella donna, ma troppo era successo perchè il suo volto non ne portasse i segni indelebili. Oltre il vetro leggermente colorato, Harry e Ginny tremavano desiderando di affondare nelle loro sciarpe. SPOILERS " HP e i DONI DELLA MORTE "!
Genere: Commedia, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Andromeda Tonks, Harry Potter | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Inverno 2010 - Casa Tonks

Inverno 2008 - Casa Tonks

Andromeda si alzò stancamente dal divano e puntò la bacchetta verso la serratura.

Era ancora una bella donna, ma troppo era successo perchè il suo volto non ne portasse i segni indelebili.

Oltre il vetro leggermente colorato, Harry e Ginny tremavano desiderando di affondare nelle loro sciarpe.

" Entrate, ragazzi. "

Non potè fare a meno di veder scorrere in un lampo immagini non troppo lontane, e comunque sempre vivide nella sua mente. Lo sarebbero sempre state...

Cupe figure che piombavano nel suo giardino, lei e Ted che correvano a soccorrere Harry e il mezzogigante Hagrid...La severità con cui si erano guardati per qualche istante, in allarme. Lui stravolto, trovatosi a fissare una figura che doveva essergli sembrata così simile a quella di una dei peggiori nemici...Lei che non riusciva a togliersi di mente il pensiero che Dora stesse rischiando così tanto...per lui. Quanto era stato ingiusto e colpevole, quel pensiero!

...Forse le accadeva di riviverlo in pieno proprio perchè stava rivivendo quel primo incontro anche Harry, in questo momento.

" Grazie, signora Tonks. Siamo venuti appena possibile. "

Harry aiutò a togliersi il cappotto Ginevra, che all'ottavo mese aveva raggiunto dimensioni di pancia ragguardevoli.

" Sono io che ringrazio voi. Oggi...proprio non mi riesce di aiutarlo. "

Ginevra le circondò le spalle - quei gesti di affetto le riuscivano incredibilmente spontanei, e scaldavano il cuore in un modo difficile da spiegare a parole - mentre il marito si toglieva il cappotto guardando verso le scale.

" Preparo qualcosa di caldo? " si offrì la rossa.

Andromeda riuscì solo ad annuire.

Con una piccola fitta dovuta al senso di colpa ricordò tutte le volte in cui i giovani, soprattutto Harry, avevano dovuto scontrarsi con la sua poca tristezza, che spesso era diventata chiusura. Sensazione della quale si rendeva perfettamente conto, ma che era difficile ignorare, controllare.

Non si sarebbe stupita se molti dei sopravvissuti dell'Ordine l'avessero progressivamente lasciata sola...per la freddezza di cui era stata capace.

Loro avevano capito quando...sapeva di non poterlo chiedere a nessuno, quando anche loro avevano subito così tante perdite.

Sapeva che prima o poi una certa vena della famiglia Black avrebbe fatto capolino più pressante nel suo carattere, nei suoi modi di fare. Senza Ted - che aveva saputo farla riflettere senza giudicarla, anche quando lei aveva inveito contro Lupin, anche quando aveva visto nel matrimonio di Dora solo un male...Senza di lui si era sentita così persa, e già continuare in quel maledetto 1998 insanguinato dalla breve ma spietata dittatura di Voldemort era stato difficile.

Si era impegnata in quel rapporto con la figlia che sentiva di dover ricostruire. Ma si sarebbe chiesta se era riuscita a farle sentire tutto il sostegno che Dora meritava, tutta la stima per quelle scelte difficili...che rispecchiavano quelle fatte da lei anni prima ancora...

Dora...le mancava in una maniera totale, straziante.

Il dolore della perdita la portava spesso a temere che fosse morta senza immaginare quanto lei la amasse, quanto fosse fiera di lei.

Dovevate essere tu e Remus a entrare nella stanza di Ted come ho fatto io poco fa...Voi sareste riusciti a farlo aprire...a farlo sorridere, alla fine.

" Signora Tonks..."

Si riscosse dai propri pensieri, trovandosi davanti ad una tazza dove Harry stava versando l'acqua del bollitore.

" Scusatemi...Harry, comincerai mai a chiamarmi per nome? " sorrise mestamente.

Lui rise. " Temo di no..."

" Anche perchè forse non lo merito...Non mi son dimostrata poi così diversa dalle altre due sorelle Black...sotto certi aspetti. E' un miracolo che Ted sia di carattere così aperto. "

Vide entrambi scuotere la testa.

" Direi proprio di no..." disse Ginevra. " Il carattere di Tonks dove lo mettiamo? " strinse l'occhio, ringraziando Harry e tuffando il cucchiaino nel thè bollente.

" Hai ragione..." convenne la donna.

" Cosa è successo? " domandò Harry. " Cosa lo ha intristito? "

" Non lo so di preciso. Questa volta nulla è servito a farlo aprire...E' qualcosa che...un po' di giochi tra bambini non risolverebbe...Qualcosa di cui non riesce a parlare facilmente...nemmeno con la nonna. Ho pensato di lasciarlo un po' solo...ma non scendeva da ore dalla stanza...Quando ho capito che era su in soffitta..." non terminò la frase.

Ginevra scambiò un'occhiata con il marito.

Harry aveva già lasciato il suo posto e stava salendo le scale.

" E' solo questione di poche ore, allora. Ted non vi escluderebbe mai, Signora " sussurrò la rossa.

Passò un breve attimo di silenzio, poi riprese. " Siamo tutti vulnerabili...in questo periodo, ogni anno... " la voce che si incrinava, la testa china sulla tazza.

" Ted..."

Harry seguì a orecchie tese il borbottìo di risposta.

Proveniva dall'angolo della soffitta dove il bambino giocava sempre con James.

" Posso salire? "

" Sì..." mugugnò Ted.

Harry fece gli ultimi scalini e si ritrovò su un pavimento sommerso di vestiti e di pergamene.

Assomigliava tanto alla sua stanza di Privet Drive dopo una delle sue esplosion idi rabbia...

" Cosa è successo? " gli chiese sedendosi accanto a lui, senza volergli imporre un abbraccio. Le reazioni di un figlio che cresceva gli stavano dando un certo bagaglio di esperienza.

Sul copriletto patchwork c'erano due lettere. Non impiegò più di un istante nel vedere il timbro in ceralacca di Hogwarts.

Nel comprendere tutto - anche se non poteva essere certo che quello fosse il motivo - provò una fitta di inadeguatezza.

" E' arrivata la lettera? " chiese al figlioccio.

Ed ebbe la conferma di quello che aveva temuto.

Il bambino si fiondò tra le sue braccia.

Non lo avrebbe mai fatto se fosse venuto anche con James.

" Li voglio...Li voglio qui "

I suoi capelli si andavano colorando di un tiepido nero, molto meno luminoso di quello che li caratterizzava.

" Lo so..." disse Harry, " lo so. " Piangi...Piangi pure.

Il tempo si dilatò in quella malinconia finalmente sfogata.

Sembrò esser passato molto più tempo dei reali cinque minuti - un tempo che anche per Harry fu denso di nostalgia - quando Ted si scostò da lui per guardarlo negli occhi, sfregandosi i suoi con la manica del maglione.

" Ci ho...ci ho provato, a non piangere. Non volevo che nonna..."

" Che ti vedesse piangere? Magari lei ti avrebbe consolato volentieri..." disse senza aria di rimproveri. " Ha visto la lettera? "

" N-no...mi è arrivata che ero già salito..."

" Ted...sai che lei vuole starti vicino. "

" Ma io...so nstato cattivo. Ho pensato...ho pensato che volevo mamma...e papà, al suo posto. "

" Questi non sono cattivi pensieri...Non immagini quante volte l'ho pensato io...anche se avevo nonna Molly, che mi trattava come un figlio..."

" Non...sono cose cattive, da pensare? "

" Sono pensieri normali, Ted. Tutti sanno che le vuoi un bene enorme, e lo sa anche lei. E sta male per te, adesso...perchè vorrebbe consolarti...Non può essere mamma e papà, ma ti vuole bene da morire. "

Ted annuì. " L'ho fatta piangere..."

" Niente che un abbracciatona come hai dato a me non possa risolvere..."

" Ora vengo...vengo a dargliela. Harry..."

" Dimmi..."

" In che Casa erano...loro? "

" Tuo papà era un Grifondoro...un Grifondoro malandrino come te. Mamma era una Tassorosso. Sembra che abbia rischiato di distruggere mezza sala comune...inciampando un po' dappertutto, sai? "

Ted rise tra le lacrime. I suoi occhioni castani luccicavano.

" Di sicuro nonna ha tante storie da raccontarti su di lei, a Hogwarts."

" E su papà...? "

" A quelle posso pensarci io. "

   
 
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