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Autore: millyray    25/06/2013    1 recensioni
Kelly, insieme al figlio diciassettenne Tyler, decide di trasferirsi a Miami, lasciandosi alle spalle la loro vecchia casa nell'Indiana, tutto ciò che avevano costruito e, soprattutto, le loro vecchie vite.
Hanno bisogno di ricominciare da capo, da un nuovo punto di partenza dopo che le loro vite si sono improvvisamente incrinate, specialmente quella di Tyler a cui la vita ha deciso di togliere molte cose e che, per questo, non riesce più a trovare un motivo per sorridere.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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YOU ARE MY SUNSHINE

CAPITOLO TREDICI

“Adesso che sta succedendo?”

“Si stanno sparando a vicenda”.

“Oddio, perché?”

“E che ne so! Sono nemici!”

Tyler e Blake  non si poterono impedire di scoppiare a ridere, così si portarono una mano alla bocca per cercare di non fare troppo rumore. Erano chiusi in una sala del cinema da quasi due ore a guardare un film. O meglio, Blake guardava e Tyler seguiva i suoni chiedendo ogni due minuti al suo ragazzo che cosa stesse succedendo.

“Oh no! Hanno sparato al cane!” esclamò Blake ad un certo punto, smettendo di ridere.

“Quale cane? C’era un cane?”

“Sì, era il cane di Hugh. No, non voglio più guardare. Povero cane. Oh, adesso Hugh si è incazzato”.

“Perché gli hanno ucciso il cane?”

“Sì. Oh, l’altro è morto”.

“E’ morto?”

“Sì be’, sta per morire”.

I due ragazzi si zittirono quando i due attori nel film presero a parlare, al che poi seguirono i titoli di coda e una dolce musica che segnarono il termine del film.
Gli spettatori cominciarono pian piano ad alzarsi e ad andarsene, ma Tyler e Blake rimasero seduti ancora un po’, sprofondati nelle poltrone.

“Che film assurdo”, commentò il rossino.

“L’unica cosa che ho sentito sono stati i colpi di pistola”.

“Non hanno fatto altro che spararsi per tutto il tempo, effettivamente”.

“Dai, usciamo”.

Alla fine anche i due ragazzi decisero di abbandonare la sala, ridacchiando ad ogni commento del film che facevano.

***

“Certo che il film era proprio pessimo”. Blake bevve un sorso della sua Coca Cola e si guardò attorno. La pizzeria nella quale erano venuti per cenare era piuttosto affollata quella sera e non avevano potuto avere un tavolo più appartato, così si trovavano quasi nel mezzo della sala. “Non andrò più a vedere un film d’azione”.

“Forse è meglio evitare del tutto il cinema”, aggiunse Tyler.

“Hai ragione. Tutte le volte che ti raccontavo le scene la signora accanto mi guardava male”.

“Davvero? Non mi sono accorto di nulla”, scherzò il moro. Blake gli prese delicatamente una mano e intrecciò le loro dita.

“Vorrei che quest’estate non finisse mai”, sospirò il rossino, tornato improvvisamente serio.

“Come mai?”

“Perché sto così bene. Siamo solo tu e io, senza altri pensieri”.

“Be’, continuerà ad essere così”.

Blake alzò lo sguardo negli occhi azzurri del compagno e rimase ad osservarlo intensamente.

“Sì, ma poi ci sarà la scuola. E ciò implica che… che ci saranno dei problemi”.

“Ti riferisci a qualcosa in particolare?” Tyler inarcò le sopracciglia, curioso e attento.

“No… però, ho paura che magari certi eventi possano allontanarci”.

“Intendi per quello che penseranno i nostri compagni o gli insegnanti se sanno che stiamo insieme?”

Il rossino sospirò e attese un po’ prima di rispondere. “Anche. Per me in realtà non è mai stato un problema quello che pensano gli altri. Lo sa tutta la scuola che sono gay. Però tu…”.

“Neanche a me importa…”, lo interruppe il moro. “Ho smesso di interessarmi a ciò che pensa la gente. Se avrò voglia di baciarti nel corridoio o vicino all’armadietto lo farò”.

Blake sorrise felice, ma poi si ricordò che l’altro non poteva vederlo. Così esclamò: “Davvero?!”

“Certo!”

“Ti amo”.

“Anch’io ti amo”.

Si allungarono sul tavolo per potersi baciare, ma in quel momento arrivarono le loro pizze.

***

Blake parcheggiò la moto di fronte al cancello della casa del suo ragazzo, poi lo prese per mano e lo accompagnò fino alla porta.
Lì si fermarono, uno di fronte all’altro, il moro appoggiato al muro e il rossino di fronte a lui, con lo sguardo fisso nei suoi occhi. Poi prese a giocherellare con un bottone della sua camicia bianca.

“Vuoi… vuoi entrare?” gli chiese Tyler.

“No, è tardi ed è meglio se torno a casa”. Fece scivolare il bottone nell’asola e gli allargò la camicia sul petto, scoprendo i suoi pettorali. Con due dita glieli accarezzò. Poi si alzò in punta di piedi e lo baciò. L’altro ricambiò il bacio e cominciarono a giocherellare con le lingue, pieni di passione e desiderio.
Tyler con una mano avvicinò il ragazzo a sé premendogli sulla schiena, mentre l’altra affondava tra i suoi folti capelli. Blake, invece, teneva ancora una mano sul suo petto, ma con l’altra aveva circondato il collo del moro.
Erano talmente presi che non si accorsero nemmeno della porta di casa che si apriva.

Soltanto quando si furono staccati per riprendere fiato, Blake si voltò trovando la madre di Tyler sulla soglia che li guardava come se avesse di fronte due alieni.

“Ehm… salve, signora”, borbottò con l’espressione di un bambino colto con le mani nella Nutella prima di cena.

Anche Tyler si voltò verso la madre, di colpo diventato bianco come un cadavere.

“Mamma?!” esclamò, ingurgitando la saliva.

La donna, però, non disse niente e il figlio in quel momento avrebbe dato qualsiasi cosa per poter vedere la sua espressione. E sprofondare nel terreno, anche.
Dopo un po’, però, sentì la porta richiudersi e capì che era rientrata in casa.

“Ty…”, iniziò Blake con tono basso. “Mi dispiace. Veramente, io…”.

“Non importa”, lo interruppe Tyler. “Prima o poi gliel’avrei dovuto dire. Così almeno mi facilito le cose”.

“Ora è meglio che vada. Vorrei poterti aiutare, ma non saprei che dire”. Il rossino si staccò e mise  un piede giù dallo scalino.
L’altro avrebbe voluto che rimanesse, almeno per dargli il sostegno morale. Ma sapeva anche lui che era meglio così, se Blake restava forse la situazione sarebbe peggiorata.

Si diedero un ultimo bacio veloce e poi Blake si allontanò verso la sua moto.

Tyler raccolse il coraggio nel cuore che gli batteva fortissimo e aprì la porta. Oltrepassò la soglia e richiuse l’uscio subito dietro di sé, appoggiandosi di schiena alla porta, il capo chino.

“Mamma?” chiamò, cercando di mantenere la voce il più ferma possibile.

“Sono qui”, rispose la donna. Il ragazzo rialzò immediatamente la testa senza puntare lo sguardo da nessuna parte in particolare. Nemmeno dal suo tono riusciva a capire di che umore fosse la madre e non sapeva come comportarsi, né che dire. Così rimase lì fermo, in silenzio, il cuore che gli batteva fortissimo.

“Siediti!” sbottò allora sua madre con voce ferma. Tyler obbedì subito e si staccò dalla porta, andando verso il divano. Si sedette e incrociò le gambe. Poco dopo anche Kelly lo raggiunse e gli si sedette accanto, sospirando. “Quando avevi pensato di dirmelo?”

“Ecco io…”, borbottò il figlio, lo sguardo puntato di fronte a sé. “Io… te l’avrei detto. Cercavo solo… solo il momento giusto”.

“Da quanto tempo… da quanto tempo va avanti questa storia?” Ancora Tyler non riusciva a capire se la madre era triste, arrabbiata o altro. La sua voce era ferma, impassibile. Sembrava quasi che gli stesse facendo un interrogatorio.

“Da quasi un mese”.

“E perché non me l’hai detto subito?”

Il ragazzo attese un attimo prima di rispondere, come se stesse cercando le parole giuste. “Perché… perché avevo paura, credo”.

“Di cosa?” Finalmente nel tono della donna era cambiato qualcosa, sembrava celare curiosità e questo era un buon segno.

“Non lo so… paura che tu non volessi, che ti arrabbiassi o…”.

Kelly capì immediatamente che cosa il figlio intendesse dire e immediatamente si protese verso di lui per abbracciarlo. Tyler, che non se lo era minimamente aspettato, sobbalzò, ma si ritrovò a sorridere un poco più sollevato.

“Tesoro, tu sei mio figlio e puoi dirmi qualsiasi cosa, non devi avere paura. Non potrei mai cacciarti di casa o cose simili, tantomeno per una stupidaggine come questa”.

“Davvero?” Voltò il capo verso di lei, quasi commosso.

“Certo. Non mi importa di chi sei innamorato. Mi basta solo che tu sia felice”, disse guardandolo dritto negli occhi.

Tyler, allora, sentendo come se un grosso macigno gli fosse appena scivolato di dosso, l’abbracciò e affondò il viso nell’incavo del suo collo. La madre ricambiò la stretta, massaggiandogli la schiena delicatamente.

“Ti voglio così tanto bene”.

“Anch’io mamma”.

***

Kelly, Tyler e Amanda avevano deciso di andare sulla spiaggia quella mattina, a rilassarsi un po’ e godersi il sole.
Si trovavano seduti su un paio di asciugamani, proprio davanti al mare, in costume da bagno, a parlare del più e del meno sgranocchiando patatine.

“Dai, Ty, raccontami di te e Blake”, sbottò ad un tratto la zia, mollando una leggera gomitata al nipote e facendo un occhiolino alla sorella.

“Ahem… che vuoi sapere?” Il ragazzo si passò una mano tra i capelli, sicurissimo che gli avrebbe chiesto qualcosa di imbarazzante.

“Dai, non fare il finto tono. L’avete già fatto?”

Ecco, come non detto.

“Mandy!” esclamò lui avvampando, ma divertito. “Questi non sono affari tuoi”. Pure Kelly era scoppiata a ridere.

“Uff, sono tua zia”.

“Appunto!”

Amanda aprì bocca per aggiungere qualcos’altro, ma improvvisamente vide il nipote cadere sulla sabbia sotto la spinta di un altro ragazzo che gli si era lanciato addosso come per abbracciarlo. Tyler lanciò un grido completamente colto alla sprovvista e si trovò a rotolare sulla spiaggia.

“Ciao, tesoro!”

“Blake, cazzo! Mi hai appena sfracellato un paio di costole e perforato un polmone”.

“Eh, esagerato”. Il rossino premette le labbra contro quelle dell’altro che le dischiuse leggermente, ricambiando il bacio.
Qualcuno dietro di loro tossicchiò e i due si staccarono.

“Ciao, Blake”, salutò la madre di Tyler divertita.

“Ehm… signore”, ricambiò lui con un sorriso a trentadue denti, un po’ imbarazzato. Le sue lentiggini spiccavano molto sotto il sole.

In quel momento anche Lucy e Ken li raggiusero, lei con la tavola da surf sotto il braccio e lui con indosso una maglietta dei Rolling Stones.

“Così lo soffochi, Blake!” rise la ragazza.

Blake si voltò di nuovo verso Tyler che si era messo seduto, il sole a illuminargli il viso.

“Toglili, questi non ti servono”, gli disse il rossino, portandogli gli occhiali da sole sopra la testa.

“Sì che mi servono!” si lamentò l’altro, riposizionandoli davanti agli occhi.

“No!”

“Sì!”

“No!” E per non farglieli rimettere, Blake lo baciò sugli occhi e lo spinse di nuovo con la schiena sulla sabbia, dandogli un altro bacio sulla bocca.

“Andiamo a nuotare?” gli chiese poi.

“Va bene”.

Gli altri rimasti sulla spiaggia guardarono i due allontanarsi nel mare, illuminati dal sole che splendeva alto, rendendo calda quella giornata.

“Comunque piacere, io sono Lucy e lui è Ken”, disse allora Lucy, presentandosi alla madre e alla zia di Tyler.

“Piacere, ragazzi. Siete amici di Blake?” chiese Kelly.

“Sì, purtroppo”, scherzò il ragazzo.

“Sedetevi pure qui, teneteci compagnia”, li invitò Amanda. I due ragazzi non fecero complimenti e accettarono pure le patatine che li vennero offerte.

“Sono proprio una bella coppia”, disse Lucy dopo un po’, indicando con un cenno del capo Tyler e Blake.

“Sì, decisamente”, concordò Mandy.

“Che fortuna che ha avuto Blake”, iniziò Ken. “Anche io lo voglio un ragazzo come Tyler. Cioè, guardate che culo, che corpo…”.

“Ehi, non farti fantasie su mio figlio!” lo redarguì Kelly, ma aveva un sorrisetto divertito dipinto in volto per cui non venne presa sul serio da nessuno.
Lucy scoppiò a ridere e diede uno scherzoso spintone all’amico.

 

 

MILLY’S SPACE

Ebbene, signori e signore, eccomi qua ad aggiornare questa fanfiction : )
Credo che il prossimo capitolo sarà l’ultimo…
Be’, che mi dite? Spero vi sia piaciuto. Finalmente Tyler è riuscito a fare coming out con la madre.

Fatemi sapere con una recensione e venitemi anche a trovare sul sito di Milly’s  Space. I commenti me li potete anche lasciare lì o darmi qualche suggerimento o dirmi se c’è qualcosa in particolare che vorreste leggere su questa fanfic. Inoltre ho pubblicato un paio di nuove foto con Ty e Blake e alcune citazioni.

Dai dai, non fate i preziosi : )

Baci,

Milly.

FEDE15498: eh, la fine della scuola è una benedizione per tutti ^^ Ebbene, a quanto pare Kelly non ci ha delusi e ha accettato l’amore fantastico dei nostri due eroi. Ehehe, Mandy l’adoro anche io. Be’, c’è ancora da attendere un po’ prima di dire addio a questa storia, ma sappi che di Millyray non ti libererai mai xD muahah.
Ok, la smetto di blaterare. Spero di risentirti, un bacione.

  
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