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Autore: Akrois    28/06/2013    4 recensioni
Perché io credo, mie cari lettori, che se qualcuno può immaginare tanta dolcezza e affetto nella miseria e calore nel freddo nell'inverno, questi siete voi. Ed è per questo che oggi porto a voi questa storia, a voi e a nessun’altro.
[...]
Ma, come Billa Baggins presto scoprirà, questo mondo è fatto in modo buffo. Quando non sei tu ad andare verso l’avventura, allora l’avventura arriverà in casa tua.
Più o meno.
[always-a-girl!Bilbo, ergo Billa Baggins è come la luce dei miei occhi, la cannuccia del mio milkshake e la pantegana nel mio fosso]
[Questa storia è una commedia perché non riesco ad essere seria. No. Non ci riesco e basta. Ma è anche malinconica, perché quando sono seria sono MOLTO seria.]
Genere: Commedia, Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bilbo, Fili, Kili, Thorin Scudodiquercia
Note: Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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01

 

 

Mie cari venticinque lettori! Il vedervi ancora qui mi rende felice come il cappone che non viene portato via per partecipare al pranzo di Natale.

Ah, poveri capponi, bestie dalla vita così triste e poco avventurosa. Ma, in realtà, conosco certe storie su certi capponi che vi sembrerebbero assurde. Sapete, una volta, mio zio stava cercando di catturare un cappone per il pranzo, quando un gruppo di galline si avvicinò minaccioso e…

Oh, perdonatemi, non volevo divagare.

Dov’eravamo arrivati nel precedente capitolo? Perdonatemi miei cari, ma l’età avanza e la mia mente non è più lucida come quando avevo dieci anni in meno di quanti ne ho adesso, ma è sicuramente più lucida di come sarà quando avrò dieci anni in più.

Eravamo quindi rimasti alla nostra cara Billa Baggins che legge nel suo studio con una coperta patchwork sulle gambe, giusto, avete ragione.

Ora, quello che nessuno si sta sicuramente aspettando è che una mano bussi poco graziosamente alla porta e che la (relativamente) giovane Billa Baggins si alzasse mugugnando per aprire.

- Ma chi sarà mai- bofonchiò la hobbit cercando invano di sistemarsi la folta chioma castana che, specie in giornate umide e piovose come quella in cui si svolge la nostra storia, proprio non voleva saperne di stare al suo posto, ma si muoveva nell’etere come se fosse dotata di vita propria – a disturbare dopo cena? Cose da pazzi, assolutamente, neanche gli orchi potrebbero essere così villani!

Ma, nonostante la sua indubbia irritazione, la nostra Billa aprì la porta verde, ritrovandosi faccia a faccia con un telo bianco. Indubbiamente doveva essere uno dei lenzuoli della signora Gamgee, pensò Billa, osservando la ruvida stoffa bianca che ondeggiava sotto la pioggia.

- Billa Baggins!- esclamò una voce tonate che sembrava venire da poco sopra il lenzuolo (eliminando la supposizione che quello fosse un lenzuolo perché, da che ne sapesse Billa, i lenzuoli non parlavano) – Ti sembra cortese far stare fuori della porta un amico e il suo compagno?

Billa trasalì, alzando lo sguardo. Proprio lì, davanti alla porta, se ne stava dritto, alto e bagnato fino al midollo Gandalf il Grigio, mago exrtraordinarie , amico della Contea da tempi meno felici ma sicuramente più movimentati e grande creatore di fuochi d’artificio.

E si stava inzuppando nel suo portico.

- Oh mio- balbettò Billa zampettando all’indietro – entrate, entrate! Vado subito a prendervi degli asciugamani, degli abiti, magari un lenzuolo, delle coperte, santo cielo, non vi aspettavo, oh, insomma- Gandalf si chino sorridendole sotto la lunga barba più bianca che grigia – Non ti disturbare amica mia, sono qui solo per poco tempo.

- Quanto poco? C’è tempo per un the, magari? Una fetta di torta? Signor Gandalf, lei mi pare sempre così terribilmente denutrito…

C’è da dire che, in confronto ad un hobbit, anche un re degli uomini poteva apparire terribilmente denutrito.

Gandalf rise – Sono più che in forma, mia cara- tornò serio e la guardò – purtroppo, oggi non sono qui per il the, mia cara Billa, ma per farti una richiesta.

Billa lo guardò perplessa per qualche secondo. Ma in fondo quell’uomo era Gandalf, amico del Vecchio Took e l’uomo che tante volte aveva aiutato la Contea. Chi era lei per negargli un piccolo favore?

- Qualunque cosa sia, parli pure signor Gandalf e io l’ascolterò.

L’uomo la sorrise – Allora lascia che ti presenti il mio amico- disse spostandosi leggermente verso destra (e dando una testata al candelabro dell’ingresso), mostrando a Billa una figura incappucciata che sgocciolava acqua davanti alla porta e reggeva in mano quelli che a prima vista erano due grossi mucchi di panni sporchi (ma chi andrebbe mai in giro trascinandosi dietro dei mucchi di panni sporchi?) – questo, Billa, è Thorin Scudo di Quercia ed assieme a lui ci sono i suoi due nipoti.

Billa sbiancò. Non perché c’era un tizio di nome Thorin che le stava inzaccherano casa, ma per il fatto che quelli che lei aveva scambiato per panni sporchi erano i suoi nipoti. Quindi dei bambini. Bambini molto grossi, ma pur sempre bambini.

- Per l’amor di Aulё!- esclamò la hobbit, avvicinandosi cautamente alla figura incappucciata – Lei ghiaccerà! I suoi nipoti ghiacceranno! La prego, venga con me, li portiamo subito davanti al fuoco- si voltò e guardò storto Gandalf, intimandogli silenziosamente di non muoversi mentre indicava freneticamente la via per la fumeria al suo nuovo ospite – tolga loro quegli abiti bagnati, nel frattempo io preparo un bagno caldo e- si guardò attorno – avete dei vestiti asciutti con voi? Tuniche? Mantelli? Qualcosa?

L’uomo si sedette sul tappeto davanti al camino, apprestandosi ad estrarre gli infanti dai bozzoli di stoffa che li nascondevano. Comunque, secondo Billa quelli non erano bambini, dovevano essere adulti molto piccoli. Non era possibile che quelli fossero dei bambini, suvvia!

Ma Billa presto si accorgerà che il mondo ha la preoccupante tendenza a sbugiardarla.

Il tal Thorin alzò il viso verso di lei e Billa poté vedere la barba rada che ricopriva la mascella forte e appena un accenno di naso, oltreché qualche ciocca di capelli neri – No. - disse questi molto semplicemente, prima di tornare a preoccuparsi per i suoi nipoti.

Billa sospirò – Vedrò cosa posso procurarvi, allora. Preparo il bagno.

Quando Billa riapparse all’ingresso trovò Gandalf occupato a fumare come se non ci fosse alcun motivo d’angoscia al mondo, cosa che la riempì di una rabbia molto poco raffinata e molto poco Baggins.

- Mago della malora- sibilò tirandolo per una manica verso il bagno – potevate avvertirmi che c’erano dei bambini, no? Bambini! E io non ho neanche nulla da fargli indossare!- lasciò Gandalf sulla porta del bagno ed iniziò ad armeggiare con i rubinetti d’ottone, cercando di riempire la vasca il più in fretta possibile – Erbe, mi servono delle erbe. Menta, sì, eucalipto, questo bagno puzzerà di sicuro ma è per il loro bene.- mormorò fra se e se Billa, cominciando a frugare fra gli oggetti che ingombravano gli armadietti e le ceste sparse qua e là.

- Credo che ciò che cerchi sia nella cesta sotto la finestra, amica mia- disse Gandalf lasciando che una farfalla di fumo svolazzasse allegra e felice per la stanza – sono nel sacchetto rosa e in quello verde.

- Rosa e verde, giusto.- annuì Billa, che ormai conosceva abbastanza bene (per quanto qualcuno può conoscere abbastanza bene Gandalf il Grigio) l’uomo da non sentirsi offesa dal fatto che lui conosceva la sua casa meglio di lei. – Suppongo che tu voglia sapere perché ho portato qui Thorin e i suoi nipoti.

- Come si chiamano?

- I bambini? Sono Fili e Kili. Non lasciarti traviare dalle apparenze, amica mia, sono più giovani di quanto può sembrare. I nani si sviluppano piuttosto in fretta, ma restano mentalmente giovani molto a lungo.

- Nani!- esclamò Billa perdendo ogni singola sfumatura di colore tutto d’un colpo e sembrando ancora più palliduccia del solito nel suo vestito verde smeraldo – Avete portato dei nani a casa mia!

- Esattamente.

- Gandalf, odio dirlo, ma credete che sia una cosa saggia? Io sono pur sempre una hobbit non maritata che vive sola e i nani, per Nienna signora della pietà, i nani hanno davvero una pessima reputazione, capite Gandalf? Pessima.

- Ti posso assicurare che questi nani sono onesti così come me e te- Billa lo guardò leggermente storto e Gandalf rise – insomma, per lo meno sono onesti quanto te, mia cara amica. Inoltre, confido in te e nel potere della tua rabbia unita alla solidità delle tue ottime padelle.

La hobbit sbuffò, dedicandosi per qualche minuto al bagno – Quindi, cosa volete che faccia, Gandalf?

- Dovresti, mia cara amica, ospitare Thorin e i suoi nipoti per qualche tempo, mentre io svolgo alcune ricerche.

- Quanto tempo, Gandalf?

- Il tempo necessario per svolgere alcune ricerche, amica mia. – ripeté pazientemente Gandalf.

- Tempo che può essere compreso fra pochi giorni e molti anni, immagino.

- Immagini bene, amica mia.

Billa emise un verso affranto, mescolando le erbe nell’acqua calda – Non posso dirti di no, non è vero?

- Certo che puoi dirmi di no, amica mia, se vuoi avere sulla coscienza la vita di due bambini che difficilmente sopravvivranno senza una casa e del cibo caldo.

La hobbit si voltò di scatto, guardandolo con pura ira negli occhi (oh, miei lettori, quelli erano gli occhi di Billa Baggins, occhi fantastici, in grado di essere dolci come miele e freddi come spade nel tempo d’un battito di ciglia) – Non voglio avere altri bambini sulla coscienza Gandalf, credo che voi lo sappiate meglio di tanti altri.

- Certo che lo so, amica mia, ed è per questo che sono venuto da te per questa richiesta e non da altre persone. So che tratterai questi nani con l’affetto e l’attenzione di cui hanno bisogno per guarire dalle loro ferite, sia i bambini che il loro zio.

Billa uscì dal bagno pieno di vapore, avviandosi lungo il corridoio, con Gandalf che le camminava dietro, piegato in due nel tentativo (non sempre riuscito) di non prendere a testate tutti i candelieri di casa Baggins – Non hanno nulla con loro. Come mai?

- Questo temo che lo dovrai chiedere a loro, Billa cara.

- E la madre dei bambini? Lei dov’è?

- Anche questo, temo che dovrai chiederlo a loro.

Billa alzò gli occhi al cielo – Maghi e i loro segreti. – entrò nella fumeria e sorrise – Il bagno è pronto.- disse osservando il disastro di abiti bagnati e stivali coperti di fango che ricopriva suo precedentemente pulitissimo tappeto – Potete andare a lavarvi, se volete.

Seduto a terra, in mezzo al disastro (che avrebbe indubbiamente fatto svenire una o due generazioni di Baggins) stava quello che era indubbiamente un nano. Un beh, sì, muscoloso nano. Billa aprì e chiuse la bocca osservando con malcelata attenzione il tatuaggio sul petto del nano, i lunghi capelli che gli ricadevano sulle spalle, le braccia muscolose, le mani callose, le gambe robuste e…

Orrore. Ma che piedi piccoli. Ecco come distruggere i sogni di una (relativamente) giovane hobbit. Bellissima creatura con piedi minuscoli. Santi Maiar. Che piedi piccoli. Piccolissimi.

Troppo piccoli. Ma come poteva camminare con quei piedi minuscoli?

I bambini dormivano con la testa contro le sue gambe. Erano contemporaneamente troppo grandi e troppo piccoli per essere dei bambini e c’era qualcosa che il cervello di Billa non riusciva bene ad afferrare della loro anatomia, ma i suoi piedi erano piccoli esattamente come quelli dello zio (zio che aveva almeno qualche pelo sui piedi, cosa che li rendeva meno strambi e rivoltanti).

Billa aprì che chiuse la bocca un paio di volte, ritrovandosi comunque ammirata per il modo in cui la luce rossastra del fuoco danzava sul corpo del nano, rendendolo ancora più esotico (ma che non faceva nulla per coprire quei piedi piccolissimi) – Insomma, volevo dire, insomma, che il bagno è, insomma, pronto.

L’uomo annuì, si caricò i nipoti addormentati in spalla e si diresse fuori dalla fumeria, dando a Billa Baggins, rispettabile hobbit di casa Baggins, una splendida visione panoramica del suo fondoschiena, coperto solo da un capo di biancheria che sembrava rozzamente composto da un pezzo di stoffa bianca piegato innumerevoli volte per contenere, diciamo, la virilità del nano e coprire in minima parte le sue terga.

Billa Baggins pensò che, indipendentemente da quanto tempo avrebbe dovuto passare con il nano, sarebbe stato comunque troppo.

   
 
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