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Autore: Caster_Gamer    30/06/2013    1 recensioni
Rachel è una ragazza solare, un po' pazza ma allo stesso tempo lievemente perversa, in passato ha avuto problemi con varie cotte ma finalmente si è ben impostata ed è felice.
Ha deciso di partecipare ad un corso di scuola chiamato "Ospiti di esami" e presto una francesina sarebbe apparsa in casa sua...ma quando apre la porta non vede la ragazza dolce che si era aspettata di trovare...
« Oh sì...la ragazza certo...è una bellissima ragazza dai capelli rossi lunghi fin sopra le spalle, gli occhi grigi, la carnagione chiara...c'è soltanto un piccolissimo problema! Ha la fisionomia di un maschio e deve avere qualcosa là sotto che non dev'essere di sicuro quello che abbiamo noi due. »
Storia con vari intrecci basati su tutti i personaggi dove il passato ritornerà sempre e sarà anche il soggetto di certi avvenimenti!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quel francese...è ancora considerato!

 

E così, proprio come aveva consigliato Mello, Rachel cominciò ad essere più fredda con Castiel, al passare dei giorni capitava che in un intero pomeriggio non gli rivolgesse completamente la parola anche se lui provava ad attaccare bottone.

La cosa la faceva stare male, e non capiva bene perché non poteva spiegargli la situazione, in fondo non gli importava tanto di lei quindi perché avrebbe dovuto andare da Ambra a farle questioni? Proprio lui poi...però, forse era meglio seguire quel che diceva il biondo.

Dal suo canto il rosso non riusciva a capire perché tutta questa freddezza, voleva chiederglielo, ma sapeva che lei non avrebbe risposto o comunque non gli avrebbe detto la verità...anche se tentar non nuoce.

Quel giorno era particolarmente nervoso perché il meraviglioso professor Birthday gli aveva confessato di avergli messo un due senza un motivo ben preciso, diceva che lo infastidiva il suo modo di comportarsi. E come se non bastasse, quella Ambra lo aveva torturato per le tre ore intere che passava quasi ogni giorno scolastico nel club di musica (in tutto questo naturalmente Rachel non gli aveva dato il piacere di avere qualcuno con cui prendere in giro quella stupida bionda).

Arrivato a casa posò la chitarra nella stanza di Rachel, che ormai lui definiva come sua, e si sedette sul divano lasciandosi sprofondare sui cuscini.

Accanto a lui c'era la ragazza che come l'aveva visto accendere il televisore si era alzata per andarsene.

« Dove vai? » lei non rispose, cosa che lo infastidì parecchio « Sto parlando con te. » sentì la porta della camera che condividevano chiudersi, perciò spense nuovamente la televisione ed alzandosi vi entrò trovandola distesa sul letto ad ascoltare musica.

« Ehi! Scendi dal mio letto! » esclamò. Solitamente quell'affermazione la faceva sgolare come se l'avesse pesantemente insultata, ma quella volta la sua reazione fu quella di scendere sull'altro letto senza dire una sola parola.

Perché? Perché non parlava?

« Rachel. » la chiamò, ma da lei nessuna reazione « Rachel! »

Ancora niente.

Odiava essere ignorato, soprattutto senza un motivo preciso.

L'avrebbe fatta lamentare, oh sì se ci sarebbe riuscito.

Si distese di fianco a lei obbligandola a guardarlo, le sue gote sembrarono trasformarsi in due pomodori, cosa che lo fece sorridere.

La ragazza si alzò e si prese delle cose dal cassetto per poi andare in bagno, prima che potesse chiudere la porta però lui era già là davanti con le braccia incrociate.

« Se davvero stai fingendo che non esisto allora io non sono qua dentro. »

Lei fece per dire qualcosa ma si fermò sedendosi sullo sgabello a braccia conserte, non sembrava volersi muovere.

« Possiamo rimanere qua tutta la giornata. »

Si sedette per terra incrociando le gambe, poi posò il gomito su una delle due ed a sua volta poggiò il mento sulla mano.

Rimase in silenzio per un bel po', e provò sul serio ad immaginare per quale motivo era offesa con lui.

Era dal giorno in cui si erano svolte tutte le gare che si comportava in modo strano, quella mattina era andato tutto bene, tornati a casa era più fredda del solito. All'inizio sembrava sforzarsi, ma col passare dei giorni era come se si fosse abituata.

Aveva provato ad immaginare che fosse arrabbiata per il confronto che aveva fatto tra lei e la modella, ma se non sbagliava doveva essersi fatto perdonare facendole un complimento abbastanza piacevole...o magari era proprio quello che aveva rovinato tutto?

La guardò e la trovò imbarazzata con gli occhi puntati sul pavimento, sembrava anche abbastanza triste per chissà cosa. Decise che avrebbe provato a rimediare.

« Quando ti ho detto che “con te non devo avvicinarmi per controllare come sei messa di taglia”... » la ragazza trasalì « Non intendevo né dire che le avessi eccessivamente grosse, né che io faccia sempre il maniaco... »

Che voleva rimediare alla sua battuta abbastanza pungente non glielo avrebbe detto.

Lei lo guardava con occhi e bocca spalancati, divenne più rossa di prima e si voltò dall'altra parte posandosi le mani sul viso, come se volesse evitare di farsi vedere in quello stato.

Castiel sorrise, anche se era rimasto col dubbio di non aver rimediato correttamente.

« Adesso tornerai a parlarmi? »

Vide che aveva ancora sobbalzato, poi si accorse che si stava trattenendo dal dire qualcosa. Da quel che aveva capito stava stringendo i pugni.

« Rachel? »

« Scusa...scusa... » il suo tono di voce faceva intuire che cercava di sorridere anche se doveva sforzarsi, il rosso si alzò ed andò da lei.

Finalmente gli aveva rivolto la parola.

« Rachel cosa- »

« A te...darebbe fastidio se a casa ti parlassi ed a scuola ti ignorassi? » gli chiese guardandolo dritto negli occhi.

Sembrava sul punto di piangere, eppure riusciva ancora a trattenersi.

« E perché dovresti farlo? » la interrogò lui inarcando un sopracciglio.

« B-Beh...non so. » fu l'unica risposta, e naturalmente non gli bastava.

« Che significa “non so”!? Non fai certe cose senza un motivo preciso! »

« Non è niente di che...tutto qui. »

Rachel si girò dall'altra parte e si mise velocemente in piedi. Il rosso fece per ribattere ma fu interrotto.

« Sai...mi viene da piangere perché sono felice. » gli fece un sorriso gentile « Felice che ti da sui nervi il fatto che non ti parli...allora un po' mi vuoi bene. »

Lui arrossì di colpo per poi guardare altrove.

« Smettila con questi discorsi infantili...mi da fastidio soltanto perché mi sento invisibile...non c'è un altro motivo. »

« Io ti voglio bene sul serio Castiel. »

La guardò storcendo le labbra, avrebbe voluto sparire in quel momento, gli mancava sul serio l'istante precedente in cui non gli rivolgeva la parola.

Però...quelle parole l'avevano reso felice in un certo senso. Anche se sembrava una bambina idiota e sentimentale, come del resto era, a lui aveva fatto bene sentirsi dire quelle cose.

Anche se, non molto tempo prima, qualcuno gli aveva ripetuto tante volte di amarlo...ed a forza di questo era rimasto con la sola compagnia di quel sentimento che subito dopo aveva cercato di sopprimere. Ed ancora non era sparito.

Di certo lui non si aiutava molto, ricordava quella persona con tanta nostalgia, probabilmente perché non aveva mai avuto il coraggio di guardare in faccia la realtà.

Rachel non lo sapeva, e Castiel non glielo avrebbe detto...ma non credeva di potersi più fidare di altre persone ormai. L'unico che era riuscito ad aiutarlo era stato Lysandre.

Ma Rachel non sapeva nemmeno che il sorriso che gli aveva appena mostrato, Castiel non l'avrebbe mai dimenticato, e ripensandoci avrebbe avuto nostalgia anche di quello.

Andò verso di lei e le afferrò il braccio, lei provò a strattonarsi più forte ma venne comunque trascinata nell'altra stanza e gettata sul divano. Capì che voleva parlarle, perciò si mise seduta con i piedi sul cuscino e posò le braccia conserte sulle ginocchia.

« Si può sapere perché a scuola non dovresti parlarmi? » le domandò sedendosi al suo fianco, lei fece spallucce.

« Non è che qualche ragazzina ti ha intimidita? »

Sussultò, era ad un pelo dal centrare il punto.

« Io mi farei intimidire da una ragazzina? » ridacchiò, lui sorrise.

« Beh, tu la trovi tanto affascinante in fondo... »

Si guardarono negli occhi per poi sbottare a ridere all'uniscono, la ragazza dovette prendere aria più volte per poter parlare.

« Intendi sul serio...Mello? » gli chiese ricevendo per risposta un “E chi se no?” accompagnato da un sorriso provocatorio. Rachel affondò la faccia sulle ginocchia mentre abbracciava le gambe.

« Allora...qual è il motivo? »

Avrebbe dovuto rispondere sul serio che Matt era geloso? In fondo, “la ragazzina affascinante” aveva proposto questo e se fino a quel momento l'aveva ascoltata...avrebbe dovuto continuare a farlo.

Fece per rispondere, ma in quel momento pensò che era solo colpa di quella ragazzina se per un bel po' di giorni era stata fredda con Castiel, alcuni addirittura non parlandogli, ed era pur sempre a causa di quella ragazzina che aveva capito di non essere poi così indifferente al rosso.

« Allora? »

« Ehm...beh...Matt... »

« No...quell'idiota è geloso!? »

« Non è un idiota! Penso sia normale...in fondo, se non fosse geloso vorrebbe dire che non ci tiene a me. »

Perché l'aveva detto? Non lo pensava sul serio, magari era solo una scusa...sì era proprio così.

Odiava i dubbi che le venivano quando si trattava di Matt...ed ultimamente gliene venivano troppi.

« Ma non può essere geloso! Non ha visto con che occhi lo guardi? Lo ami...che dubbi può avere ancora!? » esclamò Castiel come sul punto di andare su tutte le furie. Lei si lasciò scappare un sorrisetto compiaciuto.

« Perché...con che occhi lo guardo? » domandò curiosa.

Il rosso sussultò per poi voltarsi dall'altra parte.

« Non sta a me dirtelo. » borbottò prendendo in mano il telecomando, quindi cominciò a cercare un programma decente.

Rachel sorrise più dolcemente, era ovvio che non conoscesse Matt...lui non le direbbe mai di essere geloso.

***

E così il giorno dopo a scuola Rachel continuò a comportarsi come aveva fatto dalla giornata dedicata allo sport fino ad allora, e sembrava tutto andare bene.

Mentre camminava per i corridoi con l'amica però, vide un ragazzo biondo venire verso di loro, così le dette delle gomitate ridacchiando.

« Sembra carino... » mormorò « Ma se ci prova ti va bene se lo lascio a te? » le chiese guardandola come se non riuscisse a mostrarle uno sguardo malizioso.

Nikole però conosceva quel ragazzo, era lo stesso della giornata dello sport che aveva incontrato un'altra volta dopo di quella.

Ma prima che lui potesse raggiungerla lei si era nascosta nella folla. A volte amava la confusione in corridoio proprio come spesso la odiava.

Anche quella volta avrebbe voluto nascondersi, o meglio scappare, perché in quel momento c'erano poche persone...come avrebbe fatto?

« Ehi! » quando la raggiunse le fece un sorriso per poi farlo anche a Rachel « Lei è una tua amica? » le domandò mangiandosela con gli occhi.

« S-sì...si chiama Rachel. »

Non avrebbe voluto creare altri problemi alla castana, ma non voleva avere niente a che fare con quel biondino.

« Piacere, io sono Dakota...ma chiamami Dake. » le porse la mano che lei prese e sventolò.

« È un piacere conoscerti...però adesso devo andare, scusami! » esclamò guardando l'amica con un'espressione offesa per un millesimo di secondo, Nikole la vide andare via ma quando il ragazzo la chiamò con un gentile “Nikole” fu obbligata a girarsi per guardarlo.

« E così...ti chiami Dakota? » lo interrogò fingendosi interessata, in fondo si era presentato a Rachel ed a lei no...non che la cosa le interessasse più di tanto, ma non ne capiva il motivo.

« Sì, scusa...non c'è mai stata l'occasione di dirti il mio nome...anche se credevo lo conoscessi. »

« Ah...e perché? » fece un sorriso spontaneo, anche se la sua presenza la infastidiva voleva essere gentile.

« Beh...le ragazze stravedono per me. » curvò le labbra all'insù e per qualche istante addirittura le socchiuse come se non riuscisse a trattenere una risata, la mora storse le labbra.

« Allora scusa...è che spesso non guardo altro che il pavimento! » cercò di giustificarsi massaggiandosi la nuca, lui posò una mano sul fianco.

« Forse perché hai occhi solo per il professor Yagami? » Nikole sussultò e lo guardò dritto negli occhi mentre i suoi tremavano.

« N-non...non è vero... » guardò altrove arrossendo, lui con il dito le sollevò il capo dal mento.

« Ah per fortuna! Quella modella non faceva altro che urlarlo alle sue amichette! »

« Quella...modella? »

L'unica modella che poteva fare una cosa del genere era Misa Amane, dato che anche lei sembrava stravedere per il professore.

« Già...e invece quel ragazzo? Lysandre mi sembra... »

« Eh!? »

Non aveva nemmeno avuto il tempo di formulare un pensiero cattivo sulla bionda che già lui l'aveva sorpresa di nuovo.

« C-cosa te lo fa pensare!? »

« Per la corsa hai addirittura fatto il percorso con lui...non penso che l'avresti fatto per un semplice amico. » spiegò Dake con un tono di voce lievemente offeso « Quindi...ti piace? »

« B-beh...n-no... »

Lysandre...le piaceva?

« Oh ne sono contento! Allora potremo frequentarci! » esclamò contento cominciando ad esultare, lei riusciva a capire soltanto le parole “mia”, “baci” e “sarai felice”.

« Senti Dake- » provò ad interromperlo ma lui non l'ascoltava minimamente, ad un certo punto le afferrò il polso sicuro e prima che lei potesse ribattere la precedette.

« Vieni con me! »

Cominciò a correre più o meno veloce, Nikole tentò di fermarsi più volte ma lui tirava e tirava.

« Dake! Dake! » lo chiamava continuamente mentre i ragazzi e le ragazze attorno li guardavano, all'improvviso riuscì a liberarsi dalla sua presa.

« DAKE! » urlò, lui la guardò con occhi innocenti « M-mi dispiace m-ma...non...beh io non so come dirtelo... » sospirò mentre il biondo continuava a fissarla con un'espressione sempre più triste « Tu...ehm, sì! Ci conosciamo da poco, e non mi sembra il caso di- »

« O se questo è il problema non preoccuparti, avremo modo di conoscerci... » le prese il mento e con l'altro braccio che si posò sul busto la tirò verso di sé.

La mora posò le mani sul suo petto per cercare di tenere le distanze, in quel momento tutti gli occhi erano posati su di loro ed il silenzio sembrò più fastidioso delle risate tra amici.

Cominciò a balbettare il suo nome, odiava essere al centro dell'attenzione e la situazione si fece critica quando tutti cominciarono a bisbigliare.

« Scott...! » esclamò qualcuno, il biondo la lasciò subito e lei si voltò a guardarlo: era il professor Yagami.

« P-p-p-professore! » disse ridacchiando « T-tutto b-b-bene? »

Lui la guardò perplesso con un'aria lievemente delusa.

« Sì, cercavo la tua compagna: Amane. L'hai vista per caso? »

Con quelle parole Nikole sentì un tonfo al cuore...cercava Misa Amane?

Perché?

« No. » fu la sua risposta, secca e sicura.

« Grazie comunque. » le passò accanto continuando a guardarla con la coda dell'occhio, lei fissava in avanti il vuoto ma si sentiva comunque osservata.

« Andiamo da qualche parte? Magari siamo più appartati... »

La mano di Dake sfiorò appena il suo braccio perché la ragazza si voltò verso di lui guardandolo torvo.

« Sei così idiota da non capire nemmeno che non voglio avere niente a che fare con un elemento simile? Stammi lontano, deficiente. » disse con voce sprezzante, subito dopo tornò a rivolgere lo sguardo dall'altra parte seguendo la strada.

Nel corridoio tutti la guardavano probabilmente sorpresi, chi si aspettava che Nikole Scott avrebbe mai detto quelle parole a qualcuno?

Ambra l'aveva guardata con un'aria interessata.

Era sempre più curiosa di sapere cos'era capace di fare.

 

 


 

 

 

 

Nota dell'autrice: Ciao a tutti! Scusate per il ritardo, ma giovedì non avevo il capitolo pronto e sia venerdì che ieri non sono stata a casa.
In cambio però vi ho accennato lievemente un altro lato di un personaggio importante, ed ho risolto qualcosa! Spero di essermi fatta perdonare!
Colgo l'occasione per ringraziare chi legge, chi recensisce e chi mi sostiene (:
Alla prossima! ^^
Matt_Kun

  
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