Leggendo
i riassunti del Manga di Tsubasa Chronicle,
ho avuto questa piccola ispirazione su come si sarebbero comportati Kurogane Fay dopo la morte di Ashura…
Attenzione ci sono alcuni passaggi che per chi segue solo la serie potrebbero
non esse chiari… si stratta di spoiler belli e buoni.
Spero
che la mia piccola idea vi piaccia e vi faccia emozionare un pochettino… Adoro questa coppia (KuroFay)
li ho visto bene insieme dal primo momento, quindi era logico che dovessi
scrivere una ff su di loro.
Buona
lettura
Un legame sicuro…
A
volte, quando fuori piove forte e non si riesce a vedere altro che le gocce
scivolare sul vetro della finestra e un buio opprimente che ricopre il mondo
intero, non si può far a meno di dar voce ai propri pensieri, di mettere a nudo
ciò che realmente si pensa e che , al contrario, in un giorno di sole quando la
vita scorre frenetica, si nasconde.
Erano arrivati
nel mondo di Nihon, Kurogane
era finalmente a casa… quello era stato il suo
desiderio, quello che aveva espresso nello stesso momento insieme al mago
misterioso. Lui voleva tornare a casa, mentre Fay non
voleva tornarci affatto. Per questo, ora che pioveva e pensava a quel momento,
non poteva fare a meno di chiedersi se potesse essere lui a dargli una nuova
casa.
Certo che per un
uomo come lui era difficile pensare una cosa simile, ma era facile dare la
colpa al maltempo e all’infermità che lo costringeva a letto da giorni. Non si
rendeva bene conto da quanto tempo stesse dormendo, ma si sentiva tutti i
muscoli indolenziti dall’immobilità e quindi dovevano essere tanti. In quel
momento sentì qualcuno entrare nella stanza. Passi leggeri, ma sicuri… non era lui, non avrebbe mai avuto la faccia tosta
di entrare con quel passo deciso… lui che negli
ultimi giorni non aveva fatto altro che piangere.
Voltò lo sguardo
verso il nuovo arrivato, percepì il frusciare dei lunghi abiti mentre
camminava, il buon profumo che la precedeva.
Si inginocchiò
di fianco al futon, passando gentilmente una mano sulla fronte del povero
guerriero e spostandogli i capelli dagli occhi.
- Come ti senti?
Mi fa piacere vederti sveglio dopo tanti giorni…- la
sua voce era accorata e lui le regalò un piccolissimo e quasi impercettibile
sorriso, la rivedeva dopo tanto tempo, ma non capiva se era felice o meno, di
certo avrebbe voluto realizzare il suo desiderio in un altro modo e non dopo
aver visto tanta gente ferita.
- Tomoyo-hime… sono a casa…-
rispose lui con un filo di voce, si sentiva uno straccio, ma non voleva
darglielo a vedere. Aveva perso il braccio, quello in cui Fay
aveva riposto la sua spada, lo aveva sacrificato per quel mago dal viso falso e
che fino a quel momento non aveva fatto che mentire…
eppure non era arrabbiato con lui.
- Ben tornato Kurogane…- disse solo questo. Kurogane
si aspettava che le chiedesse se avesse capito, se grazie a quel viaggio avesse
imparato cosa volesse dire essere forte, ma non lo fece. Forse perché lei aveva
capito che il suo ninja preferito aveva imparato la lezione. – Mi sono occupata
personalmente di tutto, ho fatto in modo che le ferite di Sakura-hime
venissero curate e anche le tue, ho aiutato Shaoran e
vi ho dato un posto in cui riposare tranquilli…- fece
una pausa, Kurogane capì subito che la principessa
non voleva dilungarsi in discorsi che in quel momento a lui non interessavano
proprio. – Però io per lui… non posso fare proprio
nulla.-
A fatica,
sorretto da una forza che non sapeva neanche di avere, fece leva con il braccio
sano e si mise seduto appoggiando la schiena contro la parete alle sue spalle,
lei non si mosse, non provò neanche ad aiutarlo, sapeva bene che lui non glielo
avrebbe permesso.
- Dov’è ora?-
chiese tra un lamento e l’altro, mentre fitte di dolore alla spalla, gli
offuscavano la vista. Spostò lo sguardo verso l’entrata, che da sdraiato non
poteva vedere e scorse un’ombra accanto allo stipite, una figura minuta e
piegata leggermente su se stessa. Lo vide sussultare non appena si sentì
osservato. – Tomoyo-hime… per favore…-
Non lo fece
terminare, la principessa con sguardo gentile si alzò e iniziò ad uscire,
accanto alla porta diede una piccola spinta alla figura immobile facendola
entrare di qualche passo, poi richiuse la porta facendola scivolare lentamente.
Kurogane continuava a sorreggersi con il braccio
sano, i muscoli tremavano dallo sforzo. Si era messo in una posizione molto
scomoda e non avrebbe retto per molto, la figura era immobile, Kurogane si accorse che non lo stava neanche guardando. Il
guerriero provò a sistemarsi meglio, il kimono scuro che indossava era
slacciato sul davanti e mostrava le bende leggermente sporche di sangue.
- Aiutami!-
disse tutto d’un fiato, la sua voce era seria e fredda come lame di ghiaccio, il
piccolo uomo fermo davanti alla porta si sentì colpito da quel freddo. Avanzò
lentamente cercando di non farsi illuminare dalla luce delle lampade appese
alle parete, rimase sempre in ombra, anche quando si inginocchiò di fianco al
futon dell’uomo e gli mise le braccia sotto le ascelle per tirarlo su. Non
aveva un briciolo di forza, ogni gesto era privo di sentimento. Riuscì comunque
a sistemarlo, in qualche modo aveva obbedito all’ordine ricevuto. Kurogane lo seguì con gli occhi mentre il giovane si
spostava ancora una volta in un posto dove la luce non potesse raggiungerlo.
- Dimmi, ti
nascondi perché hai paura di me o solo perché hai vergogna di essere ancora
vivo?- La voce di Kurogane era imperiosa, lui tremò
in quel momento e il ninja lo vide, ma non cambiò espressione. Non ricevette
risposta e incalzò di nuovo. – Esigo da te una risposta adesso, non prendere
tempo per inventarti scusse senza senso.-
Lo vide solo
muovere la testa in segno negativo, ma non riuscì a capirne il vero
significato. Perché non si avvicinava a lui, perché rimaneva in ombra, cosa
voleva nascondere?
- Non avrai
fatto qualche altra sciocchezza? Guarda che se ne hai combinata un'altra delle
tue questa volta ti faccio fuori io…- Era furioso, ma
il giovane continuava imperterrito a mantenere quel silenzio e la
preoccupazione di Kurogane cresceva velocemente. – Yuui?- A sentire quel nome lo vide piegarsi in avanti, si
portò le mani al viso ed iniziò a piangere, ma era un pianto silenzioso e tanto
triste. In quel momento Kurogane capì che non avrebbe
detto neanche una parola, avrebbe potuto usare qualsiasi mezzo, ma non sarebbe
servito a nulla. Il cuore del mago era chiuso nuovamente, ma questa volta non
sarebbero bastato le bugie a sorreggerlo. Kurogane
alzò un braccio verso di lui, il mago si ritrasse istintivamente, ma lui
insistette, non sarebbe scappato per nessun motivo. Si portò in avanti e lo
afferrò delicatamente, lui era stanco e molto provato dalla degenza, ma quando
sentì il braccio del mano nella sua mano si rese conto di quanto fosse fragile,
temette che se avesse stretto la presa lo avrebbe spezzato in pochi secondi. Lo
tirò verso di se, la lampada alle spalle di Kurogane
illuminò per poco il viso del mago, che chiuse istintivamente l’occhio sano. Aveva
il viso pallido come la neve e freddo come essa, l’occhio era segnato da molte
venature rosse, non dormiva da molto evidentemente. La bocca era asciutta e riportava
alcune ferite sul labbro inferiore. Il kimono chiaro che indossava lo faceva
sembrare ancora più piccolo e fragile e per la prima volta, Kurogane,
non sapeva cosa fare con lui.
- Io so che non
sei Fay in realtà… ma un
nome è sempre un nome… comunque io ti chiami rimani
sempre tu, per questo non piangere adesso…- Kurogane si rese conto di aver catturato l’attenzione del
mago con quelle parole e continuò a parlare, fissandolo continuamente, come per
impedirgli di scappare da lui. – Io ho visto il tuo passato, so chi se e chi
non sei, ma non ti ho forse sempre detto che a me questo non interessa? …- Lo sguardo del guerriero era estremamente dolce, mai Fay lo aveva visto così e non capiva se si stesse sforzando
o gli veniva naturale, ma in fondo in quei giorni in cui aveva dormito non era
riuscito a capire poi molto, non riusciva a parlare, ne a bere o a mangiare.
Era rimasto chiuso nella piccola stanza che Tomoyo
gli aveva dato. La principessa era andata più volte a trovarlo, gli raccontava dei
compagni, del fatto che Kurogane non fosse in
pericolo di vita, poi gli chiedeva come stava e lui non riusciva a dire nulla.
Aveva provato a farlo mangiare, ma quelle poche volte che la principessa riusciva
a mettergli in bocca qualche chicco di riso, lui rimetteva tutto dopo pochi
minuti. Il pensiero di quel momento fu interrotto dalla voce di Kurogane. Fay sentì la mano del
compagno accarezzargli la testa dolcemente, non lo aveva mai fatto se non per
picchiarlo. – Nel paese di Outo ti ho detto una cosa
importante di me. Ti ho detto che avrei ucciso chiunque avesse minacciato me e
le persone che avevo deciso di proteggere… per questo
ho ucciso quel re al tuo posto… Certo ho detto anche
che ti odiavo perché non tenevi alla tua vita, ma quando ho capito che tenevo a
quella vita che tu volevi buttar vita e quando ho capito i motivo per cui lo
facevi, mi sono detto che un prezzo come quello che ho pagato per salvarti non
era nulla.- Fay alzò lo sguardo verso il compagno
incredulo, non riuscendo a credere di sentire quelle parole proprio da colui
che credeva la persona più indifferente del mondo intero e proprio dalla stessa
che lui voleva tenere lontano in tutti i modi. – Io l’ho fatto perché dentro di
me volevo vedere ancora sul tuo stupido viso quel sorriso stupido, perché mi ha
dato fastidio quando mi hai chiamato solo Kurogane e perché
non sopportavo l’idea di lasciarti da solo. –
- M… ma i… io…-
Stava provando a parlare e Kurogane si rese conto che
lo sforzo per lui era troppo grande, lo sentì tossire forte e sbiancare di
colpo. Stava perdendo i sensi e ricadde in avanti senza forze, lui lo sostenne
dolcemente facendogli appoggiare la testa sul suo petto, l’orecchio accanto al
suo cuore che batteva regolare come un orologio.
- Da quanto
tempo non mangi? -
Fay mosse la mano segnando quattro
giorni con le dita e lasciando sbalordito Kurogane,
evidentemente quello era il tempo in cui lui aveva inconsciamente dormito. Lo
spostò leggermente da se e gli porse il braccio con il polso rivolto in su, era
un’offerta, il modo più veloce per farlo tornare in forze. Fay
dipendeva dal suo sangue, questo era il patto che aveva stipulato con la strega
delle dimensioni per salvarlo nel paese di Tokyo. Fay
era una specie di vampiro che poteva bere solo il suo sangue. Il mago iniziò a
negare con tutte le sue forze, il suo piccolo occhio stanco cercava di dirgli
di non farlo, perché era ancora debole a causa del combattimento, perché la
ferita al braccio lo aveva spossato e perché, infondo, sapeva di non
meritarselo.
- Non fare il
testone, io ti ho salvato la vita o sbaglio? Ora tu ti stai lasciando andare di
proposito, vuoi morire per caso? Vuoi sprecare quello che ho fatto fino ad ora
per te?- Stava per piangere di nuovo e Kurogane sapeva
di non poterlo sopportare ancora, lo schiaffeggiò sulla guancia, non fu un
colpo forte, non voleva fargli del male, ma solo svegliarlo da quel torpore. Il
colpo si trasformò in una carezza senza che lui se ne rese conto. Non riuscì a
rifiutarsi oltre, allungò a fatica le unghie e incise il polso del compagno
leggermente. Il sangue iniziò a sgorgare velocemente, Fay
si bagnò le dita con il liquido scarlatto e il suo odore lo inebriò per un po’.
Poggiò le labbra sulla ferita lambendola con la lingua e poi iniziò a bere. Il
viso di Kurogane si fece leggermente rosso, quel
gesto lo aveva imbarazzato e lo sforzo di sorreggere non solo la sua vita, ma
anche quella del ragazzo era grande e lui ancora stanco. Durò ancora per
qualche minuto, di proposito Fay non lo aveva ferito
in profondità e presto il sangue smise di uscire. Il viso del giovane riprese
colore lentamente e anche l’occhio sano sembrava più vivo. Kurogane
si appoggiò senza forze al muro osservando il cambiamento nel viso del mago.
- Come ti senti
ora?- Fay non rispose subito, si pulì le labbra con
un pezzo di stoffa accanto al futon del compagno, poi si avvicinò a lui, poggiò
le mani sul letto del guerriero, che al contrario del suo era forte e robusto,
poi avvicinò il viso a quello di lui accennando un sorriso. Infine, con estrema
lentezza poggiò le sue labbra su quelle di lui lasciandolo per un attimo senza
fiato. Kurogane spalancò gli occhi sorpreso, ma per
qualche ragione non si ritrasse. Fay mosse le labbra
cercando di schiudere quelle di lui, fino a che il contatto non divenne più
forte e intimo. Anche se debole e timida il mago percepì una risposta da lui e
si accontentò staccandosi da lui dopo qualche minuto.
- Questo perché?-
chiese esterrefatto Kurogane, ma non arrabbiato o
inorridito e che altro, solo leggermente stupito perché infondo quel gesto a
lui era piaciuto.
- Perché dirti grazie… mi era sembrato poco…- La
sua voce era flebile come la fiamma di una candela agli sgoccioli, però quelle parole lo resero felice. Poi Fay lo abbracciò cercando di trattenere le lacrime.
- Perché non
dici mai il mio nome?-
Fay si spostò da lui ancora una
volta e lo guardò negli occhi, sorrise infine… forse
il primo sorriso vero di tutta la sua vita.
- Arigatou Kuro-sama!- Kuro gane gi sorrise e gli chiese
di aiutarlo a farlo stendere, si sentiva leggermente stanco e avrebbe voluto
riposare ancora un po’. – Kuro-rin… posso rimanere a
vegliare su di te mentre dormi?-
La richiesta lo
fece ridere e gli rispose che infondo anche lui doveva dormire e riposarsi,
altrimenti si sarebbe stancato inutilmente.
- Ma sono giorni
che non riesco a dormire, quindi va bene… e poi se
chiudo gli occhi non vedo altro che il viso di mio fratello e mi sento tanto
male.-
Fay sembrava un bambino, in
qualche modo non voleva stare da solo, ma non sapeva come avrebbe reagito se lo
avesse chiesto liberamente.
- Se vuoi
dormire con me lo devi solo chiedere… altrimenti non
se ne fa niente.- Osservò il viso del mago diventare rosso come gli occhi del
ninja. La reazione lo fece sorridere e attese la richiesta.
- Kuro-tan… posso rimanere con te stanotte?-
- Basta che mi
fai riposare e che non ti vengano strane idee mentre dormi.- Mentre parlava fece
spazio nel futon invitandolo a mettersi sotto le coperte. Fay
si accoccolò come un bambino tra la spalla del guerriero e il suo petto, si
sentiva tanto piccolo in quel momento, e il copro di Kurogane
era estremamente caldo, mentre lui tanto freddo. Kurogane
gli passò il braccio dietro la schiena arrivando a stringergli la mano tra la
sua e portandolo ancora più vicino. Fece arrivare la mano gelata del mago
vicino alla sua bocca e vi soffiò sopra per riscaldarla.
- Sei un pezzo
di ghiaccio…-
- Mi dispiace… posso rimanere lo stesso?-
Kurogane corrucciò un po’ la fronte, ma
alla fine sorrise stringendolo ancora di più per riscaldarlo. – Si puoi, ma non
toccarmi con quei piedi freddi.-
Fay rise, il suo viso si era
rilassato ed era tornato quello che Kurogane
conosceva bene…
- Kuro-pi posso chiederti una cosa?- Kurogane
fece un segno positivo con la testa e aspettò la richiesta. – A me spaventa il
fatto che domani, quando ci alzeremo tutto sarà come era prima e quello che
succederà stanotte sarà una cosa che nessuno dovrà mai sapere…
dovrò ancora mentire, ma questa volta sarà diverso perché…-
- Fermò li…- lo interruppe Kurogane,
sembrava alquanto irritato da quelle parole, si spostò dal giovane mago di
qualche centimetro cercando di capire se quello che stava dicendo fosse solo
una presa in giro, ma il viso del mago era serio come mai lo aveva visto. –
Ascoltami bene… fino ad ora tu sei quello che ha
dovuto mentire… io sono sempre stato così, di giorno
o di notte non cambia che io sono Kurogane e tu sei Fay. Non so cosa tu voglia tenere segreto di questa notte,
ma io così sono e così sarò domani e per sempre.-
- Vuoi dire che
non ti vergogni? Che non ha paura di essere giudicato male per…-
- Dovrei aver
paura di essere giudicato perché voglio bene ad una persona…
a mio parere l’amore non ha forma… si può voler bene
ad un uomo o ad una donna a prescindere da ciò che sono e se è sbagliato voler
bene ad un compagno… allora voglio sbagliare.-
Questa volta fu Fay ad essere preso alla sprovvista, Kurogane
lo tirò a se e lo baciò di nuovo, facendolo stendere sul futon. Fay pianse di nuovo, ma per quelle lacrime era felice di
piangere.
Quella notte sembrava
non dover mai passare… finalmente per Fay era arrivato qualcuno che era riuscito a farlo uscire
da quella prigione gelida, qualcuno che era riuscito a scaldare quelle piccole
mani infreddolite.
Quella notte Kurogane fece una nuova promessa, un desiderio che avrebbe
realizzato senza l’aiuto della strega… Promise che
avrebbe continuato quella strana avventura, che avrebbe esaudito il desiderio
dei suoi compagni e che non li avrebbe lasciati.
- A cosa pensi Kuro-pon?-
- Penso che… finalmente ho trovato una ragione per diventare sempre
più forte e tu a cosa pensi invece?-
- Che finalmente
ho anche io qualcosa da proteggere. Ho dei legami ora che non voglio che
vengano spezzati a causa delle mie bugie.-
“ I legami del corpo non possono essere spezzati, finalmente in questa
storia, finalmente qualcuno ha trovato il posto che deve occupare…
si sono feriti, hanno mentito, ma non si fermeranno per così poco… perché ci sono cose che neanche un Dio può recidere…”
- Yuuko tu sapevi che sarebbe andata così vero?-
- Hei Mokona… non sta bene spiare gli altri…- La strega nell’ologramma creato dal piccolo manjuu bianco sorrideva, ma la sua espressione non era di felicità. – Io lo sapevo e non lo sapevo allo stesso tempo… era inevitabile che succedesse, come era inevitabile che soffrissero tanto.-
- Ma non è finita qui vero Yuuko?-
- No Mokona, ma chi lo sa cosa ci riserva il futuro…-
Yuuko sparì dagli occhi di Mokona, la piccolina però sapeva che Yuuko aveva mentito… lei sapeva come sarebbe andata a finire, ma forse era giusto anche dare piccoli momenti di felicità ai poveri viaggiatori dimensionali per fino a quel momento avevano solo sofferto.
Quella sera Mokona dormì da sola…