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Autore: SilVerphoenix    01/07/2013    18 recensioni
"E' vero quello che ha detto Malfoy? O era ubriaco?" Quegli occhi verde smeraldo la passarono da parte a parte. Non riuscì a dire niente di sprezzante. "E' vero." Harry fece per dire qualcos’altro ma lei lo bloccò. "Zitto Potter. Stanotte ho fatto già troppe cazzate, magari quella di raccontarti tutto la lasciamo per la prossima notte…" Il ragazzo sorrise. "E chi ti dice che ci sarà una prossima notte Parkinson?" Lei sbuffò. "Ma dai… Se non mi avessi voluto fra i piedi, non mi avresti fatto dormire qui stanotte, quindi ho le mie buone ragioni per credere che lo farai ancora!"
La storia si svolge dopo il sesto libro, come se si trattasse del settimo. Ho cercato di restare IC quanto più possibile, il tag OOC è dovuto alle coppie.
Ringrazio tantissimo tutti quelli che anche con una sola recensione mi aiutano ad andare avanti!!Buona lettura!..
[La storia è attualmente in revisione, non so quanto durerà l'operazione ma conto di riprenderla non appena terminate le long in corso. Grazie di tutti i bellissimi messaggi che mi avete mandato... continuerà, lo prometto!]
Genere: Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Il trio protagonista, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Pansy
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VII libro alternativo
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Capitolo Trentotto


 
“I Mangiamorte sono allo sbaraglio, in assenza di Voldemort.” Esalò Hermione con un filo di voce. Non per la paura. Per lo sforzo.
Draco osservò quello spettacolo pietoso ancora per un istante, quindi si decise a prendere il suo posto sotto il braccio di Potter.
Weasley, dall’altro lato del celebre Prescelto, faceva fatica a stare chinato per sorreggere l’amico, essendo più alto di almeno una spanna.
“Non c’è bisogno, davvero… Faccio da solo…”
“Già, e invecchiamo prima di arrivare alla Torre. Non capisco quest’urgenza di uscire dall’Infermeria.” Soffiò Pansy, arrabbiata.
Yasmin annuì con vigore. “Per camminare davanti a Madama Chips, Hermione ti ha dovuto praticamente fare levitare.”
“Non posso stare a marcire lì dentro.” Borbottò Harry, rosso in viso per lo sforzo di reggersi con le braccia alle spalle degli altri ragazzi.
“Io lo capisco.” Convenne Ron. “Mia madre e Madama Chips insieme sono decisamente pesanti. Anche Ginny è esausta delle loro premure, ma lei non potrà uscire prima di sabato.”
“Meno male che si sta riprendendo velocemente.” Sospirò Hermione. “E’ stata davvero una brutta caduta.”
Harry non rispose. Si sentiva tremendamente in colpa per quanto successo all’ex ragazza.
Erano nel bel mezzo di un corridoio del sesto piano, nel loro viaggio verso la Torre di Grifondoro, che in mezzo agli studenti videro farsi largo Zabini, un’espressione truce sul volto.
Blaise puntò direttamente contro Draco, e lo spintonò indietro con forza, rischiando di far cadere il barcollante terzetto.
“Ma cosa..” Fece per reagire Hermione, turbata. Tra tutti i Serpeverde, proprio dal tranquillo moretto non si sarebbe mai aspettata un azione del genere.
“Bastardo traditore!” Sibilò questo, puntando la bacchetta contro il Caposcuola. “Non ti è bastato fare arrestare mio fratello, eh?! Adesso hanno pure espulso Theo! Sarai contento immagino!”
“Dacci un taglio.” Sibilò arrabbiato il biondo.
“No, sei tu a dover tagliare qualcosa: la corda. Vattene. Tu e la tua combriccola di supereroi non siete più benvoluti a scuola… Vattene prima che sia troppo tardi.” Minacciò l’altro.
Le ragazze si guardarono nervosamente, mentre Ron, impotente nel compito di reggere il migliore amico, scalpitava per intervenire.
Draco estrasse la propria bacchetta. “Non costringermi a levare alla mia stessa Casa più punti di quanti saremmo mai in grado di recuperare.”
“Sei uno sciocco!” Sbottò Blaise. “Come se questa fosse una storia di punti, o di Coppa delle Case! Non ti rendi conto che stiamo parlando di questioni di vita o di morte? Vattene, Malfoy. Prima che la colomba pasquale ti venga infilata dove non vorresti.”
Con un ultimo sguardo furente, Zabini se ne andò.
Ron fece per corrergli dietro, ma il Caposcuola lo fermò serrandogli il braccio in una presa di ferro. Draco riprese posto accanto ad Harry, sorreggendolo.
“Andiamo. Non qui.”
“Ma l’hai sentito, quell’idiota?!” Esplose il rosso. “E a me stava perfino quasi simpatico, fino all’anno scorso!”
“Era una pagliacciata.” Soffiò il biondo, a mezza voce, quando fu certo che nessuno degli altri studenti potesse sentirlo. “Blaise ci stava mettendo in guardia.”
“Che intendi dire?” Si allarmò Yasmin.
“Tutta quella sceneggiata aveva un chiaro messaggio. Ci vogliono fare qualcosa di male, ci stava suggerendo di andare via…” Ragionò Pansy, che aveva capito quasi subito la recita del compagno di Casa. “Non poteva dirlo più chiaramente, o se la sarebbero presa con lui.”
“Ma ci hanno già provato!” Disse Hermione, il tono leggermente troppo alto a causa dell’ansia. “Nemmeno una settimana fa! E guarda com’è finita… Sei arresti e un espulso da Hogwarts. Oltre ai controlli aumentati, s’intende.”
“Credo che abbiano in mente qualcosa per Pasqua.” Mormorò Draco, sovrappensiero. “Non capisco che altro avrebbe potuto significare il riferimento alla colomba.”
Si fermarono. Erano arrivati davanti al ritratto della Signora Grassa.
“Bene, da qui in avanti sbrigatevela da soli.” Decretò il Serpeverde. “Granger, dalla McGrannitt. Subito.”
Lei alzò un sopracciglio.
“Va bene, Hermione.” Sbuffò lui, ancora a disagio a chiamarla per nome. “Muoviamoci, però. E voi due,” si indirizzò alla sorella e a Yasmin “fate attenzione se andate in giro da sole. Bacchette sempre alla mano.”
“Sembra Moody, eh?” Scherzò Ron, prima di attraversare il ritratto con Harry.
 
*
 
La McGranitt prese in seria considerazione le parole di Blaise.
“Quel ragazzo ci sta aiutando.” Disse, riflettendo. “Ci ha dato una mano a prendere suo fratello, e anche adesso, sono d’accordo sul fatto che il suo fosse un avvertimento.”
“Sta rischiando grosso.” Mormorò Draco, pensando a quanto il suo amico stesse esponendosi per salvargli la pelle.
“Appena sarà possibile, cercheremo di convincerlo a passare dalla nostra parte.” Decise la Preside. “Almeno potremo proteggerlo.”
“Ma intanto, noi cosa faremo?” Sussurrò Hermione, spaventata. “Se è vero, quello che ha detto, i Mangiamorte potrebbero tentare un nuovo assalto per Pasqua…”
“Sparire.” Ragionò il Serpeverde, preoccupato. “Pasqua è questa domenica. Mancano tre giorni. Dobbiamo sparire.”
“Tutti e sei?” Inarcò le sopracciglia la McGranitt.
“Tutti e sei. Siamo sempre insieme, è risaputo. Se si nascondesse solo qualcuno di noi, gli altri sarebbero in pericolo.” Spiegò lui.
“Potremmo andare di nuovo a casa di Bill e Fleur…” Propose speranzosa Hermione.
“Temo di no. Shell Cottage è stato raso al suolo in un recente attacco.” Si incupì la Preside, lasciandoli turbati e sorpresi. Sospirò, poi tirò fuori una copia della Gazzetta del Profeta di quel giorno dal cassetto e gliela porse. “E’ comprensibile che non l’abbiate ancora saputo. I ragazzi erano al quartier generale, fortunatamente, e stanno bene. Ma la casa è completamente distrutta."
La ragazza prese il giornale e lesse l’articolo d’un fiato, gli occhi sempre più lucidi. “Come faranno, adesso?”
“Staranno a casa di Bob ancora per un po’, Molly è molto felice di poterli tenere sott’occhio. Nel frattempo, daremo loro una mano a ricostruire Shell Cottage.”
“Potremmo tornare al problema principale? Che faremo noi, adesso?” Insistette Draco.
“Voi resterete qui.” Decretò la Preside. “Stiamo approntando protezioni sulla scuola come non ce ne sono state mai. Il consiglio degli insegnanti si riunisce ogni giorno per valutare la situazione e decidere cos’altro poter fare. Non c’è luogo più sicuro di Hogwarts, al momento.” La donna fece un respiro profondo, poi riprese. “Non voglio dover impegnare le difese su due fronti. Dover già proteggere tutti gli alunni, e sapervi da qualche parte, e pensare alla difesa anche di quel luogo, potrebbe solo indebolirci.”
Hermione assentì. “Va bene, professoressa. Possiamo essere utili in qualche modo?”
“Sì. Non cacciatevi nei pasticci.” La McGranitt li fulminò con il suo miglior sguardo made-in-Mc, quindi si alzò. “Cercate, almeno.”
Draco, nient’affatto contento della soluzione trovata, avrebbe voluto provare a discutere ancora, ma la Grifondoro gli strinse un braccio, guidandolo di malo modo fuori dall’ufficio della Preside, che salutò calorosamente. Solo quando furono scesi dalle scale e i gargoyle si furono richiusi alle loro spalle, riprese l’argomento.
“Hai sentito cos’ha detto? Non c’è luogo più sicuro di questo, al momento.”
“Lo pensavano anche prima della partita.” Sbuffò lui, poco convinto.
“Senza la loro guida, non riusciranno a trovare un buon modo per entrare, ne sono certa. Finché Voldemort è in giro per il mondo a fare non sappiamo cosa,  possiamo stare tranquilli. Credo.” Cercò di placarlo lei.
“Sarà.”
Inaspettatamente, il Serpeverde le prese la mano e fece per andare verso la Sala Grande. Era quasi ora di cena.
Con un leggero movimento del polso, la ragazza oppose resistenza.
“Cosa c’è, adesso?” S’indispose Draco.
“Lo so che il momento non sembra il più adatto, ma… Le cose a metà non mi piacciono. O sono bianche, o nere.” Iniziò lei, non sapendo come arrivare al punto.
Il ragazzo, perplesso, rispose alzando un sopracciglio.
“Ecco… Cosa siamo?” Chiese Hermione, arrossendo.
“Intendi naturalisticamente? Due esseri umani, suppongo.” La prese in giro il biondino. Aveva capito perfettamente adesso, dove lei volesse arrivare, ma non le avrebbe certo reso più semplice il compito.
“Che stronzo…” Soffiò lei, avendo capito perfettamente il suo gioco. “Sai benissimo cosa voglio dire.”
Draco valutò un momento la situazione. “Possiamo fare un patto.”
Stavolta fu il turno di Hermione di trovarsi spiazzata. “Un patto?”
“Un patto. Io ti dico cosa siamo, e tu mi dici quello che voglio sentire.”
Un sorriso divertito le illuminò il volto. “Sei proprio una serpe. Bene. E quindi?”
“E quindi, suppongo che siamo una schifosamente banale squallida e smielata coppietta, tra le tante di questa scuola.” Fece lui, una smorfia disgustata in viso, palesemente finta. “E’ così, Granger? Sei la mia ragazza?”
“Sì.” Il sorriso le si aprì ancora di più. “Adesso possiamo andare a mangiare.”
“Aspetta. La tua parte del patto è ancora in aria.” La bloccò il Serpeverde.
La ragazza sorrise serafica. “Chi ha mai detto che avrei accettato, Malfoy?” Rispose ridendo, prima di precederlo nella Sala Grande.
Lui rimase un momento interdetto, poi sbuffò scocciato, scuotendo il capo. Quella ragazza sapeva sempre come fregarlo, dannazione…
La raggiunse al tavolo ormai d’obbligo, quello rosso-oro, e prese posto tra lei e Pansy.
“Potter ha tirato le cuoia?” Chiese beffardo.
“Non se la sentiva di scendere a cena.” Gli rispose la sorella con un sibilo. “Sai che sabato sera c’è un festino alla Torre? Bisogna ancora festeggiare la loro vittoria. Non l’hanno fatto, con Capitano e Cacciatrice fuori gioco.”
“Fatemi capire.” Spalancò gli occhi il ragazzo. “Mi state invitando ad una festa per celebrare la vittoria di questi rompipalle? E’ uno scherzo o cosa?”
“Malfoy, non sei nemmeno credibile, ormai.” Lo prese in giro Ron, schiaffandogli due mestoli di zuppa nel piatto. “Mangia, così non dici stronzate.”
“Comunque questo è l’ultimo festino dell’anno.” Decretò secca Hermione. Alle facce stupite dei suoi amici e compagni, rispose “Mancano due mesi ai M.A.G.O., ve lo siete forse scordato?”
“Scusa se ho avuto un paio di Maghi Oscuri da tenere a bada, pezzi di Voldemort da cercare, e qualche amico a cui fare psico terapia perché non uscisse di testa, ‘Mione.” Sbuffò il rosso infastidito.
“Beh, il nostro compito non influenzerà in alcun modo il voto agli esami, quindi dalla prossima settimana cominceremo il ripasso.” Fece lei, saccente. “E fate presto a mangiare. Devo ancora finire il tema di Studio della Mente.”
“Io l’ho fatto, vuoi copiare?” La punzecchiò il suo ragazzo, beffardo.
Lei assunse un’aria oltraggiata. “Neanche morta.”
In quel momento, Tiger e Goyle si alzarono dal tavolo verde argento. Draco non ci fece caso più di tanto, finché non vide, con la coda dell’occhio, che si stavano dirigendo proprio dalla loro parte.
“Qualche altro avvertimento?” Soffiò Pansy ironica, avendoli notati anche lei. Lui si strinse nelle spalle, e si voltò sulla panca pronto a fronteggiarli.
I due ex amici però gli passarono davanti con un sorriso stolido, andando invece ad appoggiare le mani sulle spalle di Pansy. Il fratello ebbe la tentazione di ringhiare, ma cercò di trattenersi.
“Parkinson, ci manchi dalle nostre parti.” Attaccò Tiger.
“Già. Theo avrebbe apprezzato che fossi carina con noi, sai?” Aggiunse Goyle.
“Non approfittate dell’assenza di Harry.” Borbottò Ron. “Bastiamo noi a tenervi a bada.”
“Basto da sola, a tenerli a bada.” Sottolineò la Serpeverde acida.
Goyle si allungò sul tavolo, oscurandolo con la sua mole, per prenderle il calice e vuotarlo. “Andiamocene, Vincent. Sento troppa puzza di buonismo inutile.”
“Addirittura conosci la parola buonismo?” Rise Draco. “Questa sì che è una sorpresa, te l’ho insegnata io?”
Ignorato da entrambi i due compagni, non ottenne risposta, e li scrutò attentamente mentre se ne andavano. Che diamine di senso aveva tutto ciò?
Draco spostò lo sguardo sul tavolo. I suoi nuovi amici erano tornati a chiacchierare come nulla fosse.
Però… Tiger e Goyle erano due bestioni, ma innocui. Erano troppo stupidi per poter pensare a come fregare qualcuno… o anche a prendersene gioco. E dato che quella scenetta non aveva alcun senso, era probabile che qualcuno li avesse spediti. Ma a fare cosa?
Ripassò mentalmente i gesti dei due Serpeverde, analizzandoli uno per uno, e scattò in piedi, nell’istante in cui realizzò cosa avevano fatto. Si lanciò sul Portiere di Grifondoro e gli fece volare il calice di mano.
“Che caz…”
“Non bevete!”
Pansy spalancò gli occhi. Afferrò la caraffa che aveva accanto e ci guardò dentro. Aveva capito perfettamente.
“Che ti prende, Draco?” Lo interrogò Hermione, mentre lui strappava la caraffa di mano alla sorella.
“E’ avvelenato. Non so con cosa, ma ci hanno messo dentro qualcosa. Vedi che è più torbido? Quando Greg si è sporto sul tavolo, ha coperto i movimenti di Vincent.” Rispose lui brevemente, dirigendosi verso il tavolo dei professori. Puntò direttamente da Lumacorno, con l’altra Caposcuola ancora dietro.
“Professore,” cominciò, “potrebbe analizzare il contenuto di questo succo di zucca? Sono certo che ci troverà qualcosa di alquanto sgradevole.”
“Oh, signor Malfoy!” Sussultò il docente di Pozioni, con la bocca piena di bistecca allo Stroganoff. “Cosa glielo fa pensare?”
“Non ho le prove per accusare nessuno, purtroppo, ma la prego, potrebbe farmi sapere cosa ci troverà di strano?”
“Senza dubbio, certo ragazzo mio.” Assentì Lumacorno, guardando la caraffa come se si trattasse di uno scorpione velenoso pronto ad attaccarlo. Fece ai ragazzi un gesto di saluto, e loro ne approfittarono per tornare dagli amici.
“E’ assurdo.” Sussurrò Hermione. “Non si pongono più alcuno scrupolo. I figli dei Mangiamorte stanno diventando pericolosi tanto quanto loro.”
 “Sai Malfoy,” disse Ron, quando gli fu accanto, “non che fosse difficile, visti i precedenti, ma non mi hai mai fatto simpatia come oggi.”
 
 
 
 

*
 
 
 
 
 E anche questa è aggiornata!!! Che fatica... Ma in una sera, tre aggiornamenti, sono decisamente un record... :)
Lo so che il capitolo è breve, e chiedo perdono, ma sono tornata a scrivere a tempo (quasi) pieno e prestissimo posterò il 39 ;)
Grazie a tutti voi che non avete smesso di seguirmi, la nuova Drabble è dedicata anche e soprattutto a voi!!!!
In particolare a Nutelfrog, Justsay, BlablaBliss, Hermione, Marianne, Gyugyka, Cate, SalicePiangente, Sookie, ChocolatePudding... perdonatemi se vi ho fatto attendere così tanto: domani rispondo a tutte le bellissime recensioni... SIETE UNA FORZA! la mia <3
baci baci,
Silver
  
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