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Autore: Himeros    01/07/2013    1 recensioni
"C'era da chiedersi il perchè, in quello strano e inquietante paesino, gli omicidi accadessero solo di domenica. Il Commissario Pinzoni non l'aveva ancora capito, tuttavia, quando regolarmente il suo telefono di casa squillava verso le otto della domenica mattina, ancora prima di rispondere si metteva gli scarponcini da fango e cercava la sua pistola d'ordinanza, perchè c'era da star sicuri che si trattasse di omicidio."
Genere: Commedia, Dark, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'omicidio della Domenica.



C'era da chiedersi il perchè, in quello strano e inquietante paesino, gli omicidi accadessero solo di domenica. Il Commissario Pinzoni non l'aveva ancora capito, tuttavia, quando regolarmente il suo telefono di casa squillava verso le otto della domenica mattina, ancora prima di rispondere si metteva gli scarponcini da fango e cercava la sua pistola d'ordinanza, perchè c'era da star sicuri che si trattasse di omicidio.
Lui odiava la domenica. Non tanto per il fatto degli omicidi in sè -faceva il poliziotto da troppo tempo, perchè gliene fregasse davvero qualcosa delle vittime- ma per il fastidio di dover uscire in quell'aria umida e lenta, calpestare il terreno fangoso pure d'estate, e dover sopportare il ciarlare del medico legale a quell'ora. Inoltre, sua madre finiva per rimproverarlo continuamente perchè, a causa di quell'insolita abitudine dei serial killer, finiva per saltare la messa.
"Andrai all'inferno!" gli urlava dietro, quando usciva di casa.
"Ho quasi quarant'anni e vivo sotto casa di mia madre, lo conosco già l'inferno!" si riprometteva di risponderle sempre, e prima o poi l'avrebbe fatto davvero.
Quella domenica mattina in particolare, c'era un tale freddo fuori che pur di riscaldarsi le mani si era acceso una sigaretta, di quelle lunghe, giusto per sentirsi per la milionesima volta un discorsetto su tutti i rischi e le controindicazioni del fumo da uno dei suoi appuntati più giovani. Si diresse verso il commissariato, nella strada principale della sua piccola città, ed entrò facendo il solito accenno al portiere, che gli rivolse dal canto suo uno sguardo leggermente stranito. 
"Buongiorno" disse, la voce priva di entusiasmo ma non per questo meno tonante, entrando nell'ufficio. L'appuntato Orsini si voltò per salutarlo, ma invece di proferir parola si limitò a sbiancare, neanche avesse visto un fantasma. Pinzoni non ci fece troppo caso, lanciandogli uno sguardo tagliente "Orsini, le buone maniere? Il mio caffè?"
Il giovane appuntato annuì, scattando in piedi, continuando a fissarlo mentre andava alla sua scrivania. Ora che ci faceva caso, Pinzoni, anche il maresciallo Dandolo lo stava guardando stranito, la bocca semiaperta dal cui lato pendeva uno stuzzicadenti.
"Dandolo, che le succede? Ha visto un fantasma?"
"In realtà sì, signore."
Pinzoni alzò un sopracciglio, guardandolo.
"Ma che diavolo stai dicendo?"
L'appuntato si avvicinò tremante, posando il caffè nell'angolo più vicino a lui della scrivania, per poi fare qualche passo indietro come un cane spaventato.
"Beh, signore, non so cosa lei creda di fare qui, ma di certo..."
"E' domenica, no? Tutte le domeniche c'è sempre un omicidio, e quindi sono tranquillamente venuto al lavoro, come sempre." ripetè, chiedendosi perchè dava tante inutili spiegazioni "Allora? Dov'è il morto?"
"E' lei, signore."
Ci fu silenzio per un istante. Persino fuori dalla caserma sembrò che tutto si fosse fermato, solo per un momento.
"Io?"
"Sì. La domenica scorsa, non ricorda?"
Pinzoni corrugò le sopracciglia, abbandonandosi sulla sedia, mentre come il ricordo di un sogno i dettagli del suo assassinio gli tornavano alla mente. Era stato un regolamento di conti, senza dubbio, appena fuori città. Era andato a pescare nel laghetto, e uno scagnozzo di un qualche Capo Mafia lì vicino a cui aveva dato fastidio gli aveva sparato un bel colpo in testa. Se faceva un piccolo sforzo di memoria, riusciva a ricordare il calore che si era diffuso nei suoi pantaloni pochi istanti dopo la morte –i cadaveri non erano mai un bello spettacolo- e il sangue che, lentamente, scendeva dalla sua fronte fino a bagnargli le iridi aperte in uno sguardo gelido e fisso, che infondo era quello della morte. Non c’era stata né una luce bianca, né altro. Solo un assordante fischio nelle orecchie.
Vuoi vedere che c’era finito davvero all’inferno, come diceva sua madre? D’istinto si portò una mano alla fronte, notando che in effetti c'era proprio un bel buco. Col cappello in testa non se n'era nemmeno accorto.
"Beh, almeno non è nulla di troppo vistoso." Concluse.
Il Maresciallo annuì, sfilandosi lo stuzzicadenti dalle labbra.
"E poi infondo, nemmeno si vede tanto." aggiunse Pinzoni, rimirandosi nel riflesso della piccola cornice d'argento sulla sua scrivania "Domenica prossima sarò già in servizio completo."
"Ma signore, lei è morto" disse Orsini, che lo osservava guardingo dalla sua postazione, qualche scrivania più in là.
"Sì, Orsini." Aggiunse, spostandosi i capelli della frangia per coprire il buco "...e da quando in qua la morte è una buona ragione per non lavorare?"
Si riappoggiò alla sua sedia, che come quando era vivo minacciò di cedere sotto il suo peso. Sospirò, quando l’ironia nera dei fatti lo travolse, quasi divertendolo.
Dopo anni e anni a interrogarsi sul perché di quella curiosa abitudine del suo paesino, era diventato lui stesso l’omicidio della domenica.

Fin.





note dell'autrice

che dire? Ecco un'altro parto della mia insonnia :) 
Spero che vi sia piaciuto, e non dimenticate di lasciare una recensione!

Pace e prosperità,
Himeros

  
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