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Autore: Deb    17/01/2008    0 recensioni
Come avrei fatto se non ci fossi stato tu?
Sarei sprofondata in un buco nero.
Ma tu, tu sei la mia ancora di salvezza, colui che riesce a non farmi cadere.
Grazie a te, riesco a pensare meno a lui
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La Mia Nuova Vita – [EPILOGO]

Il mio cuore batteva a mille, avrei, forse, instaurato una nuova relazione con una persona diversa da Roberto e questo mi metteva un po’ di timore, ma dovevo farlo.

«Sai, io sono stupida, e non capisco come io ti possa piacere. In questo periodo poi sono ancora più stupida di come davvero sono e…» cominciai a parlare a raffica, ero nervosa, tremendamente e maledettamente agitata, anche se sapevo ciò che lui provava per me avevo ugualmente paura che lui mi potesse rifiutare. Non capivo il perché e mi metteva ancora più in confusione.

«Francy, non devi dire niente. Lo so, alla fine avrei dovuto immaginarlo, tu non vuoi stare con me ed è normale è che io sono ossessionato da te. Voglio te e non ci posso fare niente.» mi interruppe lasciandomi interdetta.

«Cosa? No, no, lasciami parlare.» gli dissi tappandogli la bocca per un momento «Perché pensi questo?» chiesi infine guardandolo dubbiosa.

«Perché te sarai sempre legata a Roberto ed io non posso rompere il legame che hai ed avrai con lui.» spiegò lui cupo.

«E’ vero.» Annuii a ciò che aveva detto «Ma è anche vero che io sono gelosa di te, tu mi sei sempre stato vicino, nel bene e nel male, con i miei difetti, con la mia depressione. Tu che mi hai fatto soffrire quando notavo che i tuoi sguardi non erano per me, ed io che ero gelosa al solo pensiero che quei tuoi dolci sguardi fossero rivolti a qualcun’altra.» ammisi guardandolo negli occhi, non ero mai stata più sincera, le parole uscivano dalla mia bocca come un fiume che non riuscivo a fermare perché seguiva il suo corso. Non pensavo a ciò che dicevo, parlava il cuore per me.

Simone mi stava guardando in modo strano, come se stesse sognando. «Ci sei?» gli domandai scuotendolo.

«Umh… sì.» guardò fuori alla finestra «Non credevo che riuscissi a capire ciò che provi per me. Sono sbalordito.»

«Stai dicendo che sono stupida?»

«Non l’hai detto tu stesso? Cito testualmente: Io sono stupida ed in questo periodo sono ancora più stupida di come lo sono davvero.» scherzò lui come se fossimo tornati gli amici di un tempo, probabilmente noi ci stavamo già frequentando anche prima di dichiararci.

«Sì, ma io me lo posso dire tu non ti devi neanche permettere!»

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Quel giorno la scuola durò meno di come durerà da oggi fino alla fine dell’anno scolastico, però mi ero divertita, avevo chiarito sia con Sabrina, che ormai non ce l’aveva più con me, sia con Simone che era diventato ufficialmente il mio ragazzo.

Ancora però non avevamo potuto scambiarci nemmeno un effusione, ma sinceramente speravo arrivasse il più lontano possibile. Ero nervosa. Avrei dato il mio primo vero bacio dopo quello che era successo la scorsa primavera. Oppure ero nervosa perché, forse, avrei dato il mio primo bacio alla mia anima gemella, al mio vero amore.

Lo guardai e sorrisi, forse il mondo d’ora in avanti avrebbe potuto sorridermi e sarei potuta tornare ad essere felice come lo ero un tempo.

«Eh Simo, devi ringraziare la sottoscritta, se non ci fossi stata io ti saresti soltanto sognato di stare con questa stupida!» esclamò Sabrina portandosi le mani sopra la testa.

Io le feci la linguaccia e mentre Simone si era messo a ridere come uno scemo a quell’affermazione.

«Ve la volete far finita di ridere alle mie spalle? E tu Simo perché mi devi prendere così in giro? Almeno prima eri dolce e gentile!»

«Che ci vuoi fare? Sono pur sempre un ragazzo. Sono stato gentile solo per conquistarti.» mi bloccai a quell’affermazione, era per caso serio? Davvero era stato così gentile con me solo per mettersi con me?

«Davvero?» gli domandai seria.

«Ma ti pare?! Non avrei mai potuto fare una cosa così.» replicò lui seccato, forse aveva pensato che io non mi fidassi di lui ma per me era difficile farlo. Mi fidavo di lui, sapevo che era un ragazzo d’oro ma allo stesso tempo avevo paura di qualche sue prese in giro come faceva ai tempi delle medie, eppure, quando lo guardavo negli occhi tutte le mie paure scomparivano.

Gli sorrisi sedendomi nella panchina della fermata dell’autobus.

«Va bene ragazzi, io vi saluto. Mi raccomando, non fate troppo i porcellini!» Sabrina mi fece la linguaccia per poi dileguarsi in una via.

«Scema…» sussurrai.

Simone si mise seduto vicino a me e rimase in silenzio, parlava di più quando eravamo in compagnia che ora che era da solo con me. Forse anche lui era nervoso come me.

Io avevo il cuore in gola, non sapevo cosa fare, era così strana come situazione.

«Bello questo silenzio.» dissi sarcastica sperando che potesse dire qualcosa.

«Mi conosci… Non parlo poi molto.»

«Umh… quante ragazze hai avuto prima di me?» domandai strattonandolo dalla maglia.

«Un centinaio.»

«Dai, sono seria!»

Simone rise «Ok, ok… ne ho avuto… mh…» ci pensò un po’ su «Cinque.»

«Non sono poche eh?!» gli sorrisi «E… quando ti sei accorto che ti piacevo?»

«Ma che razza di domande fai?»

«E’ una domanda normalissima!» gli sorrisi «Dai rispondimi!!»

«Ma non lo so, non mi ricordo! Mi sei cominciata a piacere e basta.» rispose lui scocciato ed anche un po’ imbarazzato.

«E come? Sognandomi in tutta la mia bellezza?» scherzai io, lui si fece lievemente rosso «Lo sai che sei proprio carino quanto ti imbarazzi?»

«E sta zitta scema!!» urlò lui guardandomi sottocchio. «Forse era meglio se non mi piacessi! Come farò a sopportarti?»

Mi imbronciai «Ma se mi hai sopportato per più di cinque mesi!»

«Sì, ma almeno eri silenziosa!»

Gli diedi un piccolo pugno sul braccio «Sei cattivo, cattivo, cattivo, cattivo!»

«Stai zitta, per favore!»

«Ahahah, non riuscirai mai a farmi stare zitta!!» urlai cominciando a prenderlo in giro urlando ancora di più. Ero davvero felice in quel momento e niente mi avrebbe potuto strappare quella felicità, non fino a che Simone fosse rimasto vicino a me e mi avesse accettato per la stupida che ero. Continuavo ad urlare che non sarebbe mai riuscito a farmi stare in silenzio quando sentì le sue braccia cingermi le spalle e farmi slanciare verso di lui.

«Vedrai, riuscirò a farti stare zitta!» mi sussurrò a due centimetri dal mio viso. Io mi azzittì subito arrossendo per quella vicinanza, non avevo mai guardato i suoi occhi così da vicino e mi venne il batticuore per quante sfumature riuscivo a vedere in quella pupilla così chiara.

La sua bocca si posò sulla mia, lui chiuse gli occhi e quando capii ciò che stava accadendo feci lo stesso, schiudendo le labbra per farvi entrare la sua lingua e per sentirmela massaggiare per riuscire ad assaporare meglio ogni sensazione che il suo corpo mi potesse dare.

Sì, lui era proprio la mia ancora di salvezza e per sempre sarebbe stato così.

FINE

   
 
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