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Autore: Nocturnia    06/07/2013    2 recensioni
Un serpente gli ha dato i natali, un pipistrello spietato gli insegnato a vivere.
Ha alzato lo sguardo il pettirosso ed è caduto troppo in fretta per poter essere afferrato: per poter essere salvato.
A chi è rimasto, solo un pugno di piume e ricordi.
Genere: Angst, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bat Family, Batman, Selina Kyle aka Catwoman
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Bruce Wayne, Damian Wayne, Selina Kyle e tutti gli altri personaggi appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.


"Ci sono persone a cui la morte dona un'esistenza."

- Louis Scutenaire -

Requiem


#1 stele

È una pioggia silenziosa quella che copre Gotham, un singulto trattenuto e abortito dall'orgoglio d'una madre guerriera.
Selina si delinea tra i viticci d'ombra della stanza, un figura irrealmente pallida e morbida: bellissima.
Non ha parole da regalarti la gatta e accoglie le tue labbra con la gentilezza struggente della consapevolezza.
"Mi dispiace..." mormora sul tuo collo "mi dispiace tanto, Bruce."
Ha il sapore della notte la lingua di Selina, il riflesso sfuggente di Gotham e dei suoi paradossi.
"Anche a me."
E cerchi ancora la sua bocca.

#2 stele

Il tempo ti ha graffiato la pelle e delle tue ossa sono ormai rimaste solo schegge e polvere.
Il tempo - un lancetta spezzata, un grano fuori dalla clessidra, una dimensione assente - ti ha vomitato addosso tutto ciò che gli avevi sottratto, lasciandoti solo e svuotato: distrutto.
Ti guardi allo specchio, ingoiando l'ennesima pastiglia dell'ennesimo giorno.

"Da oggi sarò vegetariano, prendi nota, Alfred! E questa mucca si chiamerà batcow!"

Serri le palpebre, cercando i solchi d'una vita che il tuo viso non aveva mai dimenticato.

"E questa mossa dove l'hai imparata? Al circolo dei maggiordomi?"

La partita è ancora ferma, i pezzi in posizione: del figlio del re, solo una casella vuota.

#3 stele

È dolce il caffè che ti porge Barbara, ma la sconfitta avvelena ogni altro sapore.
Ti massaggia la schiena con le dita affusolate, cercando i nodi d'un rapporto finito nelle fauci d'un Leviatano spietato.
"Non doveva andare così."
Oracle sospira contro la tua nuca e lascia scorrervi le labbra in un bacio leggero.
"No, non doveva."
"Era solo un bambino."
Ha occhi implacabili la figlia di Gordon e mostrano tutta la durezza d'una combattente.
"Era un falco vorace quell'uccellino, Dick. Era come noi - uno di noi."
Chini il capo, portandoti una mano sulla fronte.
"Avrebbe compiuto undici anni il mese prossimo."
E Oracle capisce che non c'è ragione alcuna al dolore, perché è sempre il cuore a sanguinare.
Alla mente restano solo le memorie corrosive d'un appuntamento mancato: d'un futuro annientato.

#4 stele

Fissa il nulla Talia, cavalcando il dorso di un serpente infernale.
Fissa ciò che è stata e nel mezzo trova una donnetta patetica e invidiosa, la cui bellezza si è trasfigurata in un delirio di conquista.
Appoggia le mani sul tavolo e cola una bava rossastra dai denti socchiusi, il filo d'una debolezza che aveva chiamato figlio.
"Mia Signora, tutto bene?"

Perché te ne sei andato, Bruce?

Apre gli occhi Talia e le risponde una bocca di drago e la pupilla uncinata della bestia.

Leviatano.

Arretra di colpo, inciampando nei suoi stessi piedi.

Damian.

La prima lacrima cade senza che abbia nemmeno il tempo di accorgersene.

#5 stele

Continua a piovere su Gotham City e ti soffermi a guardarne le simmetrie liquide, le luci appannate dall'acqua e le geometrie nauseanti.
"Selina..."
La voce di Bruce è un sibilo nell'oscurità, un monito e un invito.
Ti sfiora le linea sottile dell'inguine, cercandoti tra le gambe dischiuse.
Sospiri, raggomitolandoti contro la sua mano e soffocando un gemito indecente.
Fa l'amore con te con un'urgenza disperata, ma nei suoi gesti, nei suoi affondi, rimane il predatore implacabile che è sempre stato.
Ti morde, e lasci che sia la tua carne a sfamare una brama di sangue che troverà pace solo nella testa del Leviatano.  
Gli artigli i capelli della nuca, costringendolo a guardarti.
"Verrò con te, Bruce, mi hai capito bene? Questa volta, non combatterai da solo."
C'è un moto di rabbia sul fondo di quegli occhi artici, ma l'orgasmo spazza via ogni altra replica, ogni altra domanda.
Fuori ha appena smesso di piovere.

#6 stele

È una strana sensazione quella che provi.
Dopo uno strappo del genere, il ritorno all'alcova famigliare è sempre un atipico coacervo di sentimenti contrastanti.

Sollievo. Amarezza. Calore. Imbarazzo. Ansia.

Ti sfili il casco, scrollandoti i capelli e passandoti il dorso della mano sulla fronte sudata.
Gotham ha ingoiato le sue lacrime e ora ruggisce al centro del tuo petto, una crepa rovente che erutta ricordi di speranza e messaggi di vendetta.

Che brutta puttana che sei stata, Talia.

Te la ricordi bene quella femmina d'ambra, fosse solo per l'inquietante sguardo con cui ti fissava ogni volta.

Bruce, vecchio mio, ma che gli farai mai alle donne?

Una copia, ecco cos'eri: l'orribile copia d'uomo che aveva tanto amato quanto odiato.
"Jason..."

Uccellino.

"Tim." replichi " È un piacere vederti."
Sorride Drake e ti porge la mano, incerto.
La stringi, percependone il tepore persino da sotto il guanto.
"Ci sei mancato... fratello."

Affetto.

È bello essere a casa.

#7 stele

Volare tra i nembi sfibrati di Gotham ti aveva sempre donato una sensazione di pace.
Là, dove il puzzo di decadenza e piscio non riusciva ad arrivare, potevi ancora credere in un domani migliore.
Là, dove spiegavi le tue ali di pettirosso, c'era tutto un orizzonte, un futuro.

"Tu non sei suo figlio."

Sorridi, scoprendo i denti in una smorfia da lupo.

"Ti sfido!"

Era un ipocrita Bruce.
Raccoglieva fragili piumini e ne faceva rapaci spietati, bestie dal becco affilato e dai rostri possenti.

"Non sei degno di portare quel simbolo!"

Storni lo sguardo, poggiandolo sul cielo che va schiarendosi.
Chi sei davvero, Tim Drake?
Non puoi essere il suo figlio prediletto e nemmeno quello di sangue.
Non puoi essere il suo più grande rimpianto, la sua più grande sconfitta.
Allora cosa sei davvero, Tim Drake?

"Se non posso più essere Robin, allora sarò Red Robin, cosicché tutti sappiano il pegno da me pagato."

E quella libbra di carne era solo un cuore troppo sciocco - troppo giovane - per poter smettere di credere davvero.

#8 stele

Non sai come è successo e non sei nemmeno certo di voler conoscere i particolari.
Il pipistrello si è alzato in volo e al suo fianco la gatta, liberando un urlo agghiacciante.
Ha sussultato Gotham, svegliandosi dal torpore in cui era caduta.
Ha schiuso le palpebre e ti ha guardato, porgendoti una silente domanda: perché?

"Batman... ho saputo dai notiziari che..."

Sfreghi le mani nelle tasche del cappotto, prendendo il pacchetto di sigarette e accendendotene una.

"Io... mi dispiace."
"Sono in troppi a dirmelo, Jim."

Il fumo ti pizzica la gola e se Alvarez decidesse di salire le scale per il tetto proprio in questo momento, potresti sempre dirle che è stato quello a farti lacrimare gli occhi.

"Era così giovane..."
"È la guerra, Jim. Solo la guerra."

Ma il tremore nella sua voce l'aveva tradito, rendendolo un uomo tra gli uomini: un dio che aveva imparato a sanguinare.

#9 stele

Si è coperto d'una schiuma rossastra il cielo e Selina ti fissa senza cedimento alcuno.
"Non posso permettertelo."
Si infila la tuta e poi gli stivali, tra di voi la nuda confidenza di due vecchi guerrieri che hanno anche saputo far l'amore assieme.
"Non puoi nemmeno impedirmelo, Bruce."
Cerca un guanto e lo trova ai piedi del letto.
"È troppo...."
"Pericoloso?" sbotta frustrata "Complicato? Difficile? Cosa, Bruce, cosa?"
"Non posso e basta."
È al tuo fianco in una frazione d'istanti, sfiorandoti il collo con il suo respiro.
"Io vengo con te."
Ti allunga il mantello, in una domanda sospesa e pregna di significato.
Non crolla Selina, ma nell'ombra dei suoi occhi scorgi l'abisso della delusione e dell'abbandono.

La guerra, come l'amore, non si fa mai da soli, Bruce.

Esali un sospiro tremulo, divorato dall'interno.
"'È... Damian è..."
"Morto, Bruce, morto. E nulla cambierà questa situazione, nulla." ti stringe il braccio, conficcandovi le unghie "Ma io sono qui: ci sono sempre stata."

Rialzi lo sguardo e mormori sulle sue labbra la risposta, dando pace a un'esistenza fatta di rocambolesche fughe per i tetti e disastrosi tentativi di vittoria l'uno sull'altro.
"Alla baia, tra due ore. E porta un po' delle tue nove vite, gatta."

E Selina aveva sorriso.

#10 stele

Si erge il Leviatano su Gotham, città senza paura e senza vergogna.
Ne cogli la bellezza drammatica, la lorica cosparsa di sangue rappreso e i suoi migliori guerrieri al fianco.
È il rictus del folle quello di Jason Todd, il corpo teso nella frenesia del combattimento.
È un pugno implacabile Dick Grayson, fratello e padre, bellator senza pietà alcuna per quella che, un tempo, avevi chiamato madre.
Ti sfiora la tempia Tim e vola sempre più in alto l'uccellino rosso, proteggendo una puttana che sa mordere e sbranare a morte.
"È questo il prezzo che vale la tua sudicia città, eh Bruce? È la vita di tuo figlio?"
Inclini il capo alla tua sinistra ed è allora li vedi: il pipistrello e il serpente, Bruce Wayne e Talia al Ghul.
Stiri gli angoli della bocca in un sorriso amaro, rispondendo al suo posto: no madre sussurri nel vento è questo il prezzo che io valevo per te, non per lui.
Selina si arrotola attorno al pipistrello e pare cogliere le tue parole, sputandole contro Talia e frustando rabbiosa l'aria.
Ridi e catturi tutti i loro sguardi, cogliendo la forza d'un esercito - di una famiglia - inarrestabile.

Forse la mia morte non è stata vana, vero padre?

Si dimena tra le acque della baia il Leviatano e Gotham batte sei volte sul suo scudo d'ossa e sale.

Una, per il primo morso con cui gli staccherà la coda.

Alzati, Jason.

Due, per le orbite che gli lascerà vuote, senza rispetto, senza pietà.

Non arrenderti, Dick.

Tre, per quando gorgoglierà nel proprio sangue.

Colpisci, Tim.

Quattro, per la pelle che gli strapperà pezzo per pezzo.

Resisti, Selina.

Cinque, per quando ne mangerà le carni ancora calde.

Addio, madre.

Sei, per il cozzo implacabile con cui il pipistrello svellerà cuore e coraggio al serpente maledetto.

Vinci per me, padre.
Vinci e alza il tuo trofeo al cielo, cosicché anche gli dei abbiano paura del tuo nome, del tuo simbolo.

Silenzio.  

La battaglia per l'anima di Gotham era appena cominciata; la tua, al contrario, era finita da tempo.

Grazie.

Nell'aere, il canto struggente d'un pettirosso che aveva scelto cosa essere: chi essere.

Un fantasma.



Nota dell'autrice: "Requiem" nasce come omaggio alla figura di Damian Wayne, il figlio naturale di Bruce Wayne.  La sua morte, avvenuta nel numero otto del volume "Batman Incorporated",  è stato uno dei momenti peggiori per il pipistrello, proprio perché causata dalla madre stessa, ovvero Talia al Ghul. Una dedica a questo vigilante bambino - un soldato, un figlio, la vittima consapevole d'un divorzio etico e morale,  era dovuta.
   
 
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