Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: Angelo Osaki    14/07/2013    0 recensioni
Io vorrei odiarti, tesoro, sarebbe tutto più facile così, ma la verità è che ti voglio troppo bene, abbastanza per morire in ogni istante durante il quale penso a te, e troppo poco per un atto di coraggio.Avvolto dalle tenebre, urlo il tuo nome, ma tu non mi senti e io continuo a precipitare. Continuo a inseguire un’alba inesistente in un mondo nel quale sono l’estraneo
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 Ti ricordi di me, tesoro?


 
Sai, non avrei mai immaginato che potesse accadere questo. Si, sapevo che sicuramente avrei dovuto recuperare i debiti di matematica e latino, ma il giorno in cui sono andato a vedere i voti appesi nelle porte delle scuola, quando ho dato un’occhiata a quelli della tua classe e ho visto che anche a te è toccata la sospensione del giudizio, il mio cuore ha fatto una capriola. Non di felicità.  Conoscendoti, sapevo che ti avrei trovato ai corsi di recupero- perché, tesoro, tu sei penoso in queste materie- ma il mio cuore ha ripreso a sanguinare e ancora non smette.
So che ti ricordi di me, di quello che abbiamo passato insieme due anni fa, del fatto che sei stato la mia cotta più importante.  Quasi il primo amore, se tu avessi voluto avermi accanto. O forse sono io che immagino troppe cose.
Eppure gli indizi c’erano,  come c’erano il tuo comportamento chiuso e diffidente, il tuo silenzio, il tuo sguardo, il tuo dolore impronunciabile e i miei sentimenti presi a pugnalate.  Sono ancora convinto  che tu vivi fingendo di essere quello che non sei, ma penso ancora che insieme avremmo potuto essere noi stessi e smettere di soffrire. Nonostante questo, abbiamo entrambi deciso di prendere la strada più lunga: io impotente, allontanato da te e deciso a evitare di soffrire ancora. Tu, chiuso in te stesso, intrappolato in quel passato di cui non hai mai voluto parlarmi e deciso a non soffrire più. Siamo più simili di quanto credi, tesoro.
Per nove mesi sono riuscito a non vederti, sebbene ogni tanto ricomparissi nei miei sogni, e credevo di averti dimenticato. Mi sbagliavo, come sempre.  Appena ti ho visto, il mio cuore ha ripreso a sanguinare e tutte le emozioni, i ricordi, il dolore degli ultimi due anni mi sono piombati addosso e non riuscivo a respirare. Tu hai sempre avuto il potere di distruggermi e rendermi felice nello stesso tempo.
Ti ricordi? Ti ho salutato, tu mi hai chiamato “Salvo”. Mi chiamavi sempre così, perché “tu hai la faccia da Salvo” come dicevi sempre. Eppure io non sono riuscito a salvarti. Non ho salvato nessuno di noi due.
I tuoi occhi sono tornati a tormentare i miei sogni, tesoro, e tutto quello che ho ignorato con tanta difficoltà è tornato a tormentarmi con estrema facilità.  Sto addirittura pensando di riprovare a tornare da te, per cercare di capire se ci potrà mai essere amore tra noi, tesoro. L’ultima volta, mi dico, e se non va, vuol dire che doveva andare così. Certo, ma sai come sono fatto: significa soffrire ancora di più e io sono debole.  Due anni fa non so neanche io come sono sopravvissuto, ma non voglio ripetere l’esperienza. Eppure questo significa rinunciare a tentare di trasformare quel “forse” in realtà.
Io vorrei odiarti, tesoro, sarebbe tutto più facile così, ma la verità è che ti voglio troppo bene, abbastanza per morire in ogni istante durante il quale penso a te, e troppo poco per un atto di coraggio.
No, tesoro, io ho promesso a me stesso, il giorno in cui ti ho rivisto, che ci avrei riprovato. Sicuramente mi rifiuterai, mi rinnegherai e mi farai morire di nuovo, ma non mi importa, devo tentare di riaverti. Perché le nostre vite sono intrecciate  già da due anni e io vorrei tanto poterti abbracciare, anche solo per un attimo, e sentire il tuo calore su di me.
Avvolto dalle tenebre, urlo il tuo nome, ma tu non mi senti e io continuo a precipitare. Continuo a inseguire un’alba inesistente in un mondo nel quale sono l’estraneo. Con te mi sentivo a casa, tesoro.
Mi sento solo, eppure quand’ero in tua compagnia, anche se eri chiuso nel tuo silenzio, questa solitudine si trasformava in gioia. Adesso è solo un ombra che tenta di invadere ogni parte di me.
I tuoi occhi, tesoro, sono sempre nel mio cuore, che sanguina più che mai, e so…so che anche tu pensi a me. Magari odiandomi, amandomi o schifandomi e rinnegandomi, ma so che mi pensi.
Perché morirei se fosse il contrario, amore mio.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Angelo Osaki