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Autore: Caster_Gamer    16/07/2013    1 recensioni
La nostra Alice, nuova studente del Dolce Amoris, cerca il segretario delegato per tutta la scuola ma non riesce a trovarlo! Improvvisamente però lo vede con due strane orecchie da coniglio sopra la testa, un orologio da taschino ed un'aria frettolosa...così comincia a seguirlo finché non si ritrova nel Paese delle Meraviglie dove l'attenderà un'avventura abbastanza inverosimile!
Vedremo i nostri personaggi nei panni di quelli di Alice nel Paese delle Meraviglie, e chissà se sono tutti dove vi aspettavate di vederli...
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
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Alice nel Paese delle Meraviglie.

Il bruco ed il gatto.

 

Alice guardò con attenzione chi stava seduto sull'enorme fungo rosso, sembrava essere un ragazzo vestito con abiti ottocenteschi, due meravigliosi occhi bicolore, uno verde e l'altro dorato, e dei capelli lisci bianchi con delle sfumature come celesti, verdastre.

L'affascinante ragazzo la fece entrare come in uno stato di trance, o forse era anche il fumo che entrava lentamente nelle narici.

Il ragazzo la guardò serio per qualche istante, poi le porse la mano che lei afferrò ancora con l'aria sognante.

La fece salire sul fungo ed a quel punto lasciò la lunga pipa.

« Chi sei? » le domandò sedendosi, lei lo imitò.

« Mi chiamo Alice. » rispose tenendo lo sguardo basso.

« Non guardare in basso, sciocchina. » la ragazza lo guardò inarcando un sopracciglio: sciocchina!?

La magia, il fascino di quel momento svanì come una bolla che scoppia: in un istante.

« Sciocchina...? »

« Sii sicura di te, se lo sarai io potrò aiutarti. »

« Oh...davvero? »

Il ragazzo annuì.

« Beh allora avrei bisogno di un aiuto sulla mia iscrizione, ci sono dei problemi e non so se magari conosci il segretario delegato che- »

« Credo che sia in ritardo, l'ho visto correre via poco fa. » la interruppe indicando il percorso che aveva fatto il biondo segretario dalle orecchie da coniglio.

« Capisco...ma perché porta le orecchie da coniglio? »

Il ragazzo sorrise.

« Sciocchina. » ripeté facendola scuotere « La tua curiosità potrebbe farti danni un giorno, sai? » la ragazza fece per rispondere ma fu interrotta « Però la tua curiosità potrebbe anche aiutarti a conoscere meglio le persone o ad aiutarle. »

« Ah...oh... »

Lui accennò un sorriso che la fece arrossire.

« Non essere in imbarazzo, sciocchina. »

Lo guardò molto male.

« Tu non fai altro che chiamarmi sciocchina! Mi sembra il minimo...! » lo guardò per qualche istante ma non riuscì a reggerlo, quindi abbassò nuovamente il capo girando i pollici fra di loro.

« Forse perché lo sei, sciocchina. »

« Ci risiamo... » borbottò sbuffando, poi si decise a guardarlo bene negli occhi ma a quel punto non sapeva che dirgli.

Quel ragazzo fumava una lunga pipa ed indossava abiti ottocenteschi, doveva avere dei parenti molto attaccati al passato.

Chissà se aveva anche uno di quei nomi antichi ma belli...effettivamente non gliel'aveva ancora chiesto!

« Tu invece...chi sei? »

« Finalmente hai fatto la domanda corretta, che potevi anche confondere con “Come ti chiami?” ma non l'hai fatto. »

« Ma sono più o meno la stessa cosa, voglio solo sapere il tuo nome... » notò che il sorriso sulle labbra del ragazzo svanì in pochi istanti « O forse no... »

« C'è un'ampia differenza su “Chi sei” e “Come ti chiami”, il nome è soltanto un accessorio in più della propria personalità, ma se ti chiedo chi sei chiedo di volerti conoscere. » sembrava piuttosto serio, eppure lei non riusciva veramente a capire perché doveva trovare un profondo significato dietro a due semplici frasi.

Eppure a volte dietro a cinque lettere si nasconde un significato più grande della parola stessa.

« B-Beh...io ho molto da fare quindi per adesso vorrei solo sapere come ti chiami...magari possiamo conoscerci presto. » gli fece un sorriso che lui ricambiò subito.

« Il mio nome è Lysandre, e comunque se hai bisogno di cercare il Bianconiglio ti conviene andare dalla Duchessa, è diretto lì prima di andare dalla Regina Rossa, credo. » le consigliò, la ragazza fece un sospiro di sollievo.

« Grazie tante! Ma non è che sai dove abita la Duchessa? » decise di stare al gioco, magari si trattava dei soliti soprannomi che si usano nelle scuole.

« Girando a destra lungo la via continui ad andare dritto, o forse svolti a sinistra...oppure lungo la via devi continuare per quella sinistra e poi girare o andare dritto...non ricordo bene, ma se non sbaglio c'è anche la via diritta che ha tanti svincoli...o forse era quella destra... » assunse un'aria perplessa, Alice non aveva capito nulla su dove si trovava il segretario delegato da lui chiamato “Bianconiglio”.

« Mi sembra di averlo scritto sul mio quaderno, l'hai visto per caso? » si alzò e lei si accorse che la coda dell'abito ottocentesco era piuttosto lunga.

« Magari sarà sotto la lunga coda, capita a volte. » provò ad ipotizzare, lui controllò ma non lo trovò.

« Il dì e la notte non trovo mai nulla...chissà se nei sogni dimentico ciò che accade. » fece un profondo sospiro e la ragazza si alzò.

« Io vado allora, se lo trovo lo prendo e te lo riporto. »

« Grazie, Alice. » rispose distrattamente mentre continuava a cercare il quaderno, la ragazza fece un lieve inchino con la testa e scivolò giù dal fungo sospirando.

Quel ragazzo era davvero strano, parlava in un modo estremamente complicato e non sembrava avere proprio una buona memoria...

Però era affascinante, poi i lineamenti dolci del suo viso ispiravano fiducia.

Alice continuò a camminare lungo la via, decise di andare dritto, da qualche parte doveva pur spuntare e se avesse incontrato il segretario delegato allora la fortuna era proprio dalla sua parte!

Mentre avanzava alla ricerca anche di un solo cartello o qualche indicazione, vide una scia muoversi tra i rami di un grande albero.

« Mh? » si avvicinò ad esso, era il più grande che avesse mai visto anche fra quegli alberi enormi.

Del resto era lei quella rimpicciolita.

Sentì come un fruscio dietro di lei, si voltò dall'altra parte e vide scappare nuovamente la scia.

« C'è nessuno? » chiese alzando maggiormente la voce, all'improvviso su un sasso si sedette un ragazzo.

Era bello, dai capelli castani arruffati e delle orecchie da gatto. Inoltre alle mani indossava come dei guanti a forma di zampa di felino.

Anche lui faceva parte dello spettacolo?

Ora che ci pensava anche quel Lysandre doveva farne parte...

« Ehilà. » la salutò posando il gomito sul ginocchio, subito dopo la gota sul palmo della mano.

« Ci conosciamo? »

« Sì...o forse no. Io conosco bene te, ma tu... »

« Ma io...? »

Il ragazzo ridacchiò e sparendo dalla sua vista provocando una scia apparì dietro di lei.

« Sembri stordita. » si voltò da lui e si grattò la nuca.

« Non so dove andare...cerco Nathaniel, il segretario delegato, un certo Lysandre mi ha detto che è andato a casa della Duchessa ma io non so dove sia! » spiegò confusa

« Hai parlato col Brucaliffo? »

« Brucache!? »

« In ogni caso io so dove abita la Duchessa, tante me ne ha fatto passare, e per dispetto io l'ho disturbata...vado giornalmente a casa sua per divertirmi. » sul suo viso apparse un ghigno che fu l'unica cosa che rimase finché non sparì anch'esso.

« Puoi condurmi da lei? »

Alice si voltò nuovamente dall'altra parte guardandosi attorno, lui apparì poco più un alto sospeso in aria.

« Povero Bianconiglio, lui ne passerà tante a causa di quella Duchessa. Ma anche tu Alice insomma...con la tua curiosità. »

« Ma ce l'avete tutti con la mia curiosità? » la ragazza si mise a braccia conserte mentre il viso di lui le si avvicinava.

Fu all'improvviso talmente vicino da spaventarla, ma non ebbe il tempo di allontanarsi che era nuovamente sparito.

« Dove devo andare!? » urlò perdendo la pazienza, sentì un cigolio provenire da dietro di lei e vide nuovamente il castano stare appollaiato su due cartelli, su uno c'era scritto “Di là” sull'altro “Di lì”.

« Una porta dalla Duchessa, l'altra potrebbe portare ovunque. »

« E non potresti dirmi dov'è? » cominciò a sbattere agitata il piede a terra, il ghigno del ragazzo si capovolse insieme a lui.

« C'è il cinquanta percento di possibilità che sia di là e l'altro cinquanta che sia di lì. Come potrei saperlo io? »

« Tu vieni qui ogni giorno! »

« Ma sono stato lontano per quasi un anno. » per un attimo il suo sguardo divenne vuoto, nel frattempo lei gli si avvicinò.

« In ogni caso dovresti ricordarlo, no? »

« Dovrei. » ritornò a sorridere malignamente « Ma basta girare questi cartelli per far confondere la gente. »

Con un veloce gesto delle mani ricoperte da guanti a forma di zampa di gatto, scambiò i cartelli.

« Sì ma- »

« Io ricordo che era dì là, ma chi mi dice che di là sia veramente di là oppure di lì? »

« Eh? » inarcò un sopracciglio, perché dovevano parlare tutti in modo così strano?

« Intendo- »

« Va bene senti lascia perdere! Non ho intenzione di farmi venire il mal di testa! » esclamò mettendosi dritta e guardando le due strade, sulla sua visuale però apparse nuovamente il ragazzo che le si appoggiò addosso facendola cadere.

« Ma che fai!? » chiese ritrovandosi con i volti distanti pochi centimetri l'uno dall'altro.

Per un attimo le parve di vedere il viso del suo amico Ken, forse era la memoria che le faceva brutti scherzi.

Strabuzzò gli occhi per poi fargli segno di lasciarla alzare, il ragazzo fece un ultimo ghigno che fu l'ultima cosa a rimanere.

« Ci si vede. » la salutò sparendo del tutto.

La ragazza rimase qualche istante a fissare il punto dove lui era sparito, alla fine si decise a scegliere una strada ed andò per quella che era segnata come “Di là”; per qualche strano motivo le ispirava fiducia.

Camminò a lungo tanto che le parvero trascorse ore ed ore, non si era nemmeno accorta che il cielo diventava sempre più scuro.

« Mi sa che non arriverò da nessuna parte...ho sbagliato strada. » costatò perdendo del tutto la pazienza, ma prima di girarsi scorse una casa in lontananza e fece un sorriso a trentadue denti, che per somigliare a quello del ragazzo dalle orecchie da gatto aveva bisogno solo di un po' più di malignità.

Affrettò il passo sempre più fino a correre, avvicinandosi poteva sentire rumori di vetri che vanno in frantumi, si guardò attorno ma ad attirare la sua attenzione fu un alta finestra.

Sul muro cresceva un rampicante, quindi decise di salirci sopra fino ad arrivare all'apertura.

All'interno di quella stanza poteva vedere una donna cullare un bambino in fasce su una sedia a dondolo e dei piatti che andavano a finire contro il muro; per poco ne scansò uno che si schiantò a terra.

Lo guardò per qualche istante per poi voltarsi nuovamente all'interno della camera e vedere la donna (che poi aveva la sua età) guardarla male.

Aveva dei folti boccoli biondi e due grandi occhi verdi che la guardavano molto male, come se provassero astio nei suoi confronti per chissà quale strano motivo.

Riflettendoci un po' su doveva essere strano vedere una ragazza sporgersi dalla sua finestra come se la stesse spiando.

Il rumore dei piatti era cessato, in compenso dopo un po' sentì il cigolio di una porta più in basso e scivolando giù dal rampicante vide una ragazza vestita da cuoca.

« Presto entra! Non ho mica tempo da perdere io! » esclamò dandole un colpo di padella dietro la schiena, lei balzò all'interno della casa e subito dopo dietro di lei la porta si chiuse.

Vide la ragazza correre velocemente per salire delle scale, si avvicinò ad esse e si accorse che erano molto confusionarie.

A chiocciola si innalzavano verso l'alto tetto della casa, da fuori sembrava molto più bassa.

Sbuffò, doveva darsi ancora un po' da fare.

Quindi cominciò a salire tutte quelle scale sentendo avvicinarsi sempre di più il pianto di un bambino, doveva essere quello che la bella ragazza bionda teneva in fasce tra le braccia.

All'improvviso, mentre continuava a salire, si accorse di una porta socchiusa dalla quale proveniva il lamento, quindi la aprì ed entrando rivide la scena di poco prima solo che il bimbo stava davvero piangendo.

« Oh sei qui finalmente! Cerca il ciuccio altrimenti quell'essere non la smetterà più di piangere! » esclamò la ragazza vestita da cuoca, Alice la vide correre giù per le scale, di nuovo, e posò subito dopo lo sguardo sulla ragazza sulla sedia a dondolo.

« Capucine! Capucine! Quando si ha bisogno di lei non è mai utile! » cullava stancamente il bambino, mentre lo faceva ad un certo punto guardò la bionda che si sentì un po' a disagio, magari anche intimorita.

« Tu sei Alice, non è così? » le chiese, la ragazza annuì « Io sono la Duchessa, il mio nome è Ambra. »

« Duchessa finalmente l'ho trovata allora! Mi scusi ma per caso il segretario delegato è venuto da lei? »

Per qualche strano motivo le venne spontaneo darle del lei anche se avevano praticamente la stessa età.

« Segretario Delegato? Intendi quello sbadato del Bianconiglio? »

« Sì proprio lui! »

« Era venuto a portarmi la lettera inviata dalla Regina Rossa, cioè dal tribunale, a quanto pare ho fatto qualcosa di sbagliato, ancora. » spiegò guardando verso la finestra, Alice le si avvicinò.

« La Regina Rossa? »

« Sì, sono sicura che presto manderà una lettera anche a te dato che sei entrata nel Paese delle Meraviglie senza il suo consenso. »

« Mh? Che significa? »

Il Paese delle Meraviglie? Regina Rossa? Ma di che stava parlando!? E soprattutto, dove voleva arrivare con quei discorsi?

« La Regina Rossa controlla tutto, è lei che ci governa, è una persona orribile e ripugnante. Tutti pensano che sia buona ma non è così. » si guardò attorno come per assicurarsi che nessuno la vedesse e le fece segno di farla avvicinare « Si racconta che è stata lei a far impazzire il Cappellaio, sì sì. » annuì sicura cullando con calma il suo bambino, la ragazza sospirò.

« Il cappellaio? »

« Già. Oh a proposito, mi sembrava che il Bianconiglio fosse diretto da lui. »

« Davvero!? Può dirmi dov'è!? »

« Sciocca! Prima mi spii dalla finestra, poi entri in casa mia come se nulla fosse a chiedermi del Bianconiglio e poi pretendi che ti aiuti? Tu trova il ciuccio del mio bambino e poi ne riparliamo. »

Alice sporse la testa per vedere il viso di quel famoso bimbo che tanto continuava a lamentarsi, gli occhi color smeraldo furono accompagnati da un ghigno che trasformò il bambino in un ragazzo dalle orecchie da gatto...

Quel tizio!? Ancora!
« STREGATTO! Dov'è il mio bambino allora?! » la Duchessa balzò in piedi mettendo le mani sui fianchi agitata, dalla porta spuntò la cuoca.

« Eccomi Duchessa, qui c'è il ciuccio. »

« Non me ne faccio niente di quell'aggeggio stolta! Il mio bambino...cosa gli è accaduto!? »

« Temo che la Regina Rossa se ne sia appropriata, questa volta vorrà farvela pagare cara. » ridacchiò e prese la mano di Alice trascinandola fuori dalla finestra.

« Che cosa stai facendo!? » gli domandò sentendo un tuono in lontananza, il cielo era sempre più scuro.

« Ti porto con me...non cerchi il Bianconiglio? »

Le strizzò l'occhio, e per qualche strano motivo Alice non poté fare a meno di fidarsi di lui.

 

 

 

 

Nota dell'autrice: Ciao! Devo dire che ci ho messo un bel po' per pubblicare questo capitolo, il fatto è che ne avevo così tante altre da scrivere e da leggere che non trovavo mai il tempo e la voglia di correggere questa e continuare a pubblicarla. Adesso credo di essere abbastanza ispirata, perciò vi chiedo di recensire per farmi sapere quello che pensate! Mi scuso ancora per il ritardo e spero di essere riuscita ad incuriosirvi!
A presto! Caster_Gamer

  
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