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Autore: Deb    18/07/2013    3 recensioni
C’era un detto, se non errava, e diceva: “non tutto il male viene per nuocere” ed effettivamente era così.
Probabilmente se non avessero partecipato agli Hunger Games, Peeta non avrebbe mai trovato il coraggio di parlare alla ragazza che amava, ma che osservava da lontano.

{Katniss/Peeta}
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Feelings After-war ~ Katniss/Peeta'
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Non tutto il male viene per nuocere

Ne avevano passate di tutti i colori, loro, ma erano ancora lì ed avevano deciso di tornare al loro distretto.
O almeno, Peeta aveva deciso di tornare al Villaggio dei Vincitori, Katniss era stata costretta a farvi ritorno, ma era certo che, se avesse potuto avere una scelta, avrebbe deciso di vivere la sua vita nel luogo dove era nata.
Peeta diede un’ultima occhiata al suo nuovo quadro. Ritraeva la donna che amava, che non aveva potuto fare a meno di amare.
Probabilmente Katniss non avrebbe mai capito quanto fosse innamorato di lei, ma non era importante quello.
Durante quegli ultimi anni avevano combattuto, avevano sofferto ed avevano amato.
C’era un detto, se non errava, e diceva: “non tutto il male viene per nuocere” ed effettivamente era così.
Probabilmente se non avessero partecipato agli Hunger Games, Peeta non avrebbe mai trovato il coraggio di parlare alla ragazza che amava, ma che osservava da lontano.
Credeva che lei non avrebbe mai potuto ricambiare i suoi sentimenti, invece erano insieme e lo sarebbero rimasti per sempre.
Peeta non poteva immaginare la sua vita senza Katniss, come lei non poteva più immaginarla senza di lui, di questo era certo.
Quando Peeta tornò nel Distretto 12, il loro distretto, ebbe un sussulto passando davanti alla sua vecchia casa, dove la sua famiglia aveva perso la vita durante il bombardamento. Avrebbe voluto andarsene via, scappare lontano.
Com’era possibile che lui fosse sopravvissuto a due Hunger Games, anche se non era stato facile, e loro se ne fossero andati? La sua famiglia non avrebbe dovuto essere al sicuro?
Peeta scrollò quel pensiero dalla testa. Lui e Katniss avevano dato il via alla rivoluzione, fondamentalmente era colpa sua, di Peeta, se il Distretto 12 era stato attaccato. Si sarebbe dovuto uccidere cosicché Katniss tornasse a casa come unica vincitrice, allora non sarebbe accaduto nulla e non avrebbero perso le persone a loro care.
Allo stesso tempo, però, uccidersi non era la soluzione migliore. In fondo, grazie a Katniss, non esistevano più gli Hunger Games ed ora avevano un buon governo, non esisteva più la paura di parlare.
Erano tutti più felici. C’erano state delle perdite, era vero, ma in ogni guerra ve ne erano. Avevano combattuto per poter essere finalmente liberi, e lo erano. Erano liberi. Liberi di poter dire quello che pensavano, liberi di viaggiare da un Distretto all’altro.
Katniss, però, non aveva mai voluto allontanarsi. Ogni tanto andava nella sua vecchia casa, ormai distrutta, e probabilmente ripensava a sua sorella. Un’altra perdita della guerra, ma Prim era morta per il potere, per poter distruggere la Ghiandaia Imitatrice. Katniss era così forte che era riuscita a seguire il suo cuore ed a porre fine, prima ancora che iniziasse, un altro periodo dettato dal terrore.
Peeta ne era certo. Katniss aveva il merito di aver salvato tutto Panem e non se ne rendeva nemmeno conto.
Come si poteva non amare una donna così?
Peeta tornò indietro con la memoria, a quando la sentì cantare per la prima volta. Non c’era stata via di fuga per lui da quel momento, non poteva scappare da quel sentimento di calore che Katniss gli donava.
Quand’era bambino, ovviamente, non comprendeva ciò che provava, ma gli fu tutto chiaro quando la vide, raggomitolata vicino quell'albero. Immediatamente sentì la sua voglia di proteggerla, di farla stare bene, di renderla felice.
Non era mai stato un tipo coraggioso, però, Peeta, e non ebbe mai il coraggio di parlarle. Non ne sapeva il motivo, forse la paura di essere rifiutato?
Ora, invece, vivevano insieme ed erano una coppia. Katniss aveva scelto lui e non Gale. Anche se non poteva fare a meno di provare un moto di gelosia ogni volta che pensava che anche lui l’aveva baciata, che anche lui aveva lottato per conquistarla.
Peeta l’abbracciò da dietro e le depositò un bacio nell’incavo del collo. Katniss sorrise finendo di lavare i piatti e si lasciò coccolare con la scia di baci che lui le depositava.
Non aveva più paura di lui. Era passato così tanto tempo ed era riuscito a rendere solo un ricordo lontano il depistaggio al quale lo avevano sottoposto.
Il suo amore per Katniss era comunque così grande, così puro, che anche se l’odiava e voleva ucciderla la sua parte innamorata – quella vera – aveva sempre cercato di proteggerla.
Sempre e per sempre.
Non l'avrebbe mai lasciata sola, sarebbe rimasto con lei per l’eternità. Lui viveva per lei, per Katniss, e nulla poteva annullare la sua ragione di vita.
Strinse la mani in quelle di lei e si riperse nuovamente nei pensieri.
La sua Katniss era la donna più forte e più insicura che potesse mai incontrare, ma c’era lui a tenerla a galla, a non farla cadere in depressione perché lei era amata, follemente amata, e per Peeta era l’unica persona per la quale si potesse vivere.
A volte si era sfogata con lui, gli diceva che colui che doveva essere la vera voce della rivoluzione era Peeta perché lei non era nessuno. Nel sentire quelle parole, Peeta sorrideva sempre e le spiegava che solo lei potesse essere la Ghiandaia, la ragazza di fuoco, perché soltanto lei, con la sua determinazione e le sue azioni, aveva portato Panem a mettersi in moto per un nuovo futuro.
Lui era solo la spalla destra, niente di più.
Katniss si voltò verso di lui e, senza asciugarsi le mani, lo strinse in un abbraccio.
Con il tempo si era sciolta.
Inizialmente credeva che non meritasse nulla, voleva rimanere da sola con i suoi incubi perché per colpa sua erano morte tante persone innocenti.
«Mi hai salvato la vita».
«Tu hai salvato me», rispose Peeta stringendola più forte per trasmetterle il suo calore, il suo amore.
Ed insieme avevano salvato Panem.
Non poteva finire in altro modo, se non con loro due insieme, uniti per sempre, innamorati l'un dell'altro.

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Nel momento in cui scrissi la mia prima fanfiction su Hunger Games: “A modo mio”, non ho potuto fare altro che pensare di dover scrivere su Peeta. Insomma, ho scritto su Katniss e non è nemmeno il mio personaggio preferito, dovevo scrivere di Peeta!
Così, la sera stessa, ho cominciato a pensare e pensare… e, prima di addormentarmi, ho visto questa scena.
A me piace molto l’introspezione – credo che lo si capisca – e mi è dispiaciuto davvero che il libro fosse scritto in prima persona. Volevo tanto addentrarmi nei pensieri di Peeta durante la lettura.
Grazie a Ili91 che ha betato la fic!
Spero che la fanfiction vi sia piaciuta! :)
E che Peeta possa essere sempre felice ♥
Baci
Deb
   
 
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