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Autore: Honey Tiger    18/07/2013    7 recensioni
Notizia del giorno.
“Ci troviamo nel centro di Londra, dove la figlia del miliardario Steven Light, è stata coinvolta in un incidente. Al momento, sappiamo solo che Krystal Light, è stata miracolosamente salvata da un misterioso passante di cui non abbiamo tracce, e subito dopo i dottori l’hanno ricoverata d'urgenza. Alcuni testimoni hanno affermato che la ragazza abbia sbattuto violentemente la testa e che sia svenuta. Per il momento è tutto, vi terremo aggiornati appena avremmo delle notizie.”
La seguente notizia fece il giro di Londra mentre la piccola Krystal continuava a dormire nel bianco letto d’ospedale e quando, finalmente decise di riapre gli occhi, tutto cambiò.
Niente fu come prima. Non ci fu più niente che per lei aveva significato se non il viso di un ragazzo. Gli occhi verdi come il prato di prima mattina e un sorriso da togliere il fiato anche ad una regina.
Scoprirà Krystal di chi sono quei occhi che sogna ripetutamente durante la notte? Saprà accettare il futuro che l’aspetta? E se il passato non la volesse lasciar andare?
Cosa farà la piccola Krystal quando verrà a sapere della tragica verità? Andrà avanti o si fermerà per sempre?
Scoprite voi stessi!
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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"The Memory of the heart" by Krystal Darlend is licensed under alicenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Italia

 


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Pov Krystal Darlend:

«Kry..s.. Ho interrotto qualcosa?» mi chiede duramente Dylan, riportandomi alla realtà.
«Dylan? Che.. Che cosa sei venuto a fare qui?» Chiedo impacciata, aggiustandomi la maglietta che mi era scivolata leggermente sulle spalle. Dylan, con gli occhi fuori dalle orbite mi osserva e poi butta lo sguardo su Blake, che sta alle mie spalle. «Sono venuto a vedere come stavi, ma vedo che non hai perso tempo a riprenderti.» Risponde con voce fredda, lanciando uno sguardo accusatorio al ragazzo da lui tanto odiato. «Non ti devo nessuna spiegazione! Sei tu che hai iniziato questo gioco! Sei tu quello che m'hai lasciato per primo e quello che al posto di darmi una spiegazione mi hai fatto trovare soltanto una lettera.» Gli grido io in faccia, rievocando i ricordi più spiacevole della nostra relazione.
«Se l'ho fatto, era per proteggerti!» Si difende lui, con quel sguardo da cucciolo bastonato, quello stesso sguardo che una volta mi avrebbe colpito e mi avrebbe fatto dimenticare qualsiasi cosa, compreso il mio nome. «Non ti ho mai mentito, ti amavo e ti amo tutt'ora.» Sussurra lui avvicinandosi ulteriormente a me, poi, con la mano cerca di accarezzarmi la guancia che io, prontamente, mi scanso e sposto lo sguardo oltre la soglia della porta.
«Vai via.» Gli chiedo gentilmente, senza alzare lo sguardo e osservare quei occhi che tanto amavo. «Vattene! Ora sono io che ti chiedo di sparire!» Ripeto, mentre i ricordi dolorosi si fanno strada nella mia mente. "Che cosa ho fatto per meritarmi tutto questo dolore?" Mi chiedo mentre mi volto verso Blake.
Per un tempo a me sconosciuto, tutto tace, nessun rumore interrompe i miei pensieri fino a ché, lo sbattere della porta mi riporta alla realtà. Lui se ne è andato, di nuovo, ma questa volta a causa mia, questa volta sarò io a decidere quello che voglio, ma allora perchè queste lacrime continuano a scendere dal mio viso? Perché mi sento cosi in colpa? Sbasso leggermente la testa mentre i capelli mi ricadono davanti, coprendomi il viso bagnato. «Krys, che cosa sta succedendo? Non capisco.» Mi chiede Blake, bramoso di nuove informazioni della mia vita. Informazioni che non avrà, non oggi almeno.
«Succede che ti voglio fuori dalla mia casa!» Gli rispondo asciugandomi frettolosamente le lacrime. «Perchè? Stava andando tutto a meraviglia, chi è lui e che cosa significa per te?» Insiste lui con quella dannata voce che mi manda sempre fuori di testa. «La stessa cosa che significhi tu per me: un bel niente!»
Lui, sconcertato per un attimo dalle mie parole, si riprende in fretta e assume l'espressione da menefreghista e con una mano mi attira a sé, poi, con un ghigno divertito mi sussurra: «si, anche a me è piaciuto sbatterti contro il muro, ci sentiamo bella!» per poi scomparire dalla mia vista.
Esausta, cado a terra e le lacrime riprendono a scendere. "Sono un disastro! Non faccio altro che rovinare tutto."

Pov Blake Wellthon:

«Non ci posso credere!» Continuo a ripetermi mentre stringo con forza il volante della mia macchina. «Dannata ragazzina e i suoi vizi!»
Mi porto la mano sulle labbra, sento ancora il suo dolce sapore. "Le sue labbra, e quel corpo." Ripenso mentre la stringevo a me e potevo permettermi di toccarla, di poterla assaggiare. «Quel dannato di un vecchio! Che cosa avrà che io non ho?»
"Sembro una ragazzina innamorata..." Penso mentre appoggio la testa contro il finestrino. "Lei era solo la mia preda, la mia possibilità di guarire lei, la mia piccola e indifesa sorellina e proprio adesso che ero cosi vicino al mio obbiettivo mi succede tutto questo." Chiudo gli occhi e ripenso alla scena appena vissuta: alle sue lacrime, alla sua voce spezzata e il corpo tremante. "Quanto avrei voluto rimanerle accanto, almeno per alleviarle quel dolore insopportabile che nasconde dentro di sé. Avrei dato qualsiasi cosa in cambio per poter rivedere ancora una volta il suo sorriso sincero. Sono uno stupido, perché le ho detto quella frase? Perché me ne sono andato, lasciandola sola con le sue paure?" Un sorriso triste mi compare sulle labbra.
"La verità è che sono troppo orgoglioso per ammettere la realtà dei fatti, troppo concentrato sul mio obiettivo da perdere di vista quello che mi stava accadendo intorno, ma ormai è troppo tardi. Il guaio è stato fatto e non si torna indietro." Accendo la macchina e inserisco la marcia, ma i miei piedi non si muovono, non vogliono premere i pedali e darmi la possibilità di andarmene. "Questa volta credo che tornerò indietro." Spengo tutto e apro la portiera.
"Ma cosa le dirò?" Mi chiedo, mentre mi nascondo dentro le mie stesse paure. "E' stata lei a cacciarmi, ha detto chiaro e tondo che non sono nulla per lei, quindi perchè continuo a pensarla? Ai suoi occhi tristi e al viso sfregiato dalle lacrime?" Indeciso, faccio per risalire in macchina ma qualcosa, un rumore preoccupante dall'interno della casa, mi fa completamente dimenticare tutte le mie paure e solo una domanda mi comincia a girare nella testa: "Krystal sta bene?"

Pov Krystal Darlend:

"Che cosa sto facendo?" Mi chiedo mentre sono davanti allo specchio e osservo il mio viso distrutto dal dolore. "Come ho potuto rispondere in quel modo? Proprio a lui che negli ultimi giorni mi è stato vicino e ha cercato di aiutarmi."
"Sto diventando un mostro." Porto le mani a coprirmi il volto, mentre mi accuccio contro il muro per il giramento di testa. Cerco di avviarmi verso il bagno ma non riesco a vedere nulla, ho la vista annebbiata e il senso di orientamento è pari a zero, infatti vado a sbattere contro il tavolo dove il vaso di cristallo vacilla per un secondo e poi si frantuma in mille pezzi. «Al diavolo!» Alzo leggermente la voce, mentre il respiro si regolarizza e mi torna la vista, ma il rumore del campanello mi fa sobbalzare dalla paura.
Questa volta senza chiedere niente, apro la porta e rimango sorpresa alla vista di Blake con il volto preoccupato. «Che cosa vuoi?» Gli chiedo, mascherando dietro al tono freddo, la mia felicità di rivederlo. «Ho sentito un rumore, stai bene?» Mi chiede osservandomi attentamente, senza tralasciare un minimo particolare.
«Si, era solo un vaso.» Mi sposto leggermente e gli permetto di rientrare nella sala. "Avrò abbastanza coraggio da chiedere scusa?"
«Ti posso aiutare?» Mi chiede tranquillo con un dolce sorriso sulle labbra, non sembra arrabbiato, ma soltanto, preoccupato. "Possibile?"
Faccio di si con la testa, mentre lui va a raccogliere i pezzi più grandi del vaso frantumato, io cerco una paletta e le parole adatta per chiedere il perdono per parole dette, ma non veritiere.
«Senti, io, ti chiedo scusa per quello che ho detto. Ho esagerato, mi dispiace.» La voce di Blake, leggermente distante, mi arriva dritta al cuore. Le parole, anche se poco romantiche, riescono a sciogliermi e farmi sorridere come una stupida ragazzina innamorata. "Ma io non lo sono, è solo attrazione fisica" mi rispondo immediatamente. «Sono io che devo chiedere scusa, non volevo dire che non sei niente per me.» Ribatto, avvicinandomi a lui per raccogliere il resto dei cristalli. «E allora che cosa sono?» La domanda che mi pone, mi lascia senza parole.
"Che cos'è lui per me?" Mi chiedo, osservando i suoi occhi, verdi come lo smeraldo più prezioso del mondo. «Rispondimi» Sussurrò lui, avvicinandosi al mio viso. «Niente, amico, amante, ragazzo o tutto? Quale di questi?» Fece lui, scandendo a perfezione ogni parola pronunciata, mentre mi accarezzava la guancia con un gesto delicato.
«E a te cosa spinge ad avvicinarti a me?» Chiesi io a quel punto, guardandolo dritto negli occhi e accarezzandogli la guancia con movimenti delicati. "La sua pelle è cosi morbida" penso, mentre continuo ad accarezzare il suo viso e con lenti movimenti, scendo sulle braccia e seguo le linee delle vene come se fossi in trance.
«Non farlo...» Sussurra lui, piegato sulle ginocchia e con gli occhi chiusi. Il respiro è accelerato, riesco a sentire il suo cuore che batte forte mentre gli passo la mano sul petto. «Mi stai facendo impazzire, smettila se non vuoi continuare, sei ancora in tempo.» Mi avvisa lui con voce roca, eccitata, ma trattiene il respiro, per poi, con un gesto delicato si avvicina al mio orecchio e mi sussurra: «Krys, ho voglia di te.» Sospira, per poi portare le mani sui miei fianchi e stringermi forte. «Ripetilo» sussurro contro le labbra di Blake.
«Ti desidero, ti voglio.» Sospira lui sulle mie labbra, mentre venivo investita dal calore del suo fiato. Percepì il suo naso che sfiorava il mio, finché mille brividi mi attraversarono il corpo e istintivamente schiusi le labbra, rilasciando un sospiro di piacere. Fu a quel punto che Blake fece incontrare le sue labbra con le mie, che s'incastrarono a perfezione, come se fossimo stati creati uno per l’altro. Percepì la sua mano che si insinuava fra i miei capelli e mi attirava ulteriormente a lui. Percepì la sua mano che si insinuava fra i miei capelli e mi attirava ulteriormente a lui. Piano, schiusi le labbra, permettendogli di entrarmi dentro, e invasa completamente dal suo sapore, persi il controllo delle mie azioni, ritrovandomi stesa a terra con lui che mi baciava con foga.
Sentivo le sue lievi carezze sopra la mia schiena, percepivo le dita che piano mi accarezzavano la spina dorsale, causandomi mille brividi di piacere. «Blake» infilai la mano dentro i suoi capelli e li tirai leggermente. "Sto diventando dipendente da questi baci."
Si stacca dalle mie labbra e comincia a baciarmi il collo, scendendo sempre di più, soffermandosi sul mio seno semiscoperto. Un altro gemito mi esce dalle labbra. Sono totalmente e incondizionatamente dipendente da lui. Alzo leggermente le mani e gli permetto di sfilarmi la maglietta. «Sono dragato dal tuo corpo.» Sussurra lui, mentre riprende a torturarmi, succhiando e mordendo il mio labbro inferiore.
Un'altro gemito, ma questa volta dalle labbra di lui. Lentamente, gli sfilo la maglietta e mi perdo per qualche secondo ad ammirare la meraviglia che ho a disposizione. Blake sorride, per poi afferrarmi per la vita e trascinarmi a cavalcioni sopra di lui. «Aspettavo da una vita questo momento» porta le mani dietro la schiena e mi apre il gancetto del reggiseno che poi butta da qualche parte della stanza. «Piano, è di Victoria's Secret!» Mi lamento divertita, ma anche terribilmente eccitata dalla situazione, dal momento e dal modo in cui la bocca di Blake bacia i miei seni. Sento la sua lingua che gioca, che stuzzica, mentre il piacere continua a crescere a dismisura nel mio ventre.
«Sei bellissima» sussurra lui ritornando a baciarmi il collo, mordicchiando il lobo e poi succhiare le labbra come se avesse sempre più bisogno.
Le mie mani circondano bramose di nuove scoperte sul suo corpo perfetto: le spalle leggermente larghe, addominali da far girare la testa e un sedere da stupro. Sorrido per l’ultimo pensiero e maliziosamente passo la mano dove qualcosa preme contro il mio linguine. Noto che sussulta, mentre dalle labbra escono grandi respiri. «Qui qualcuno sta stretto» lo prende in giro, intanto che lui continua a mordicchiarmi il seno. «Sei tu l'unica che può far qualcosa» risponde lui, divertito dalla mia osservazione, scendendo poi con i baci sempre più giù, fino a raggiungere l'ombelico dove si sofferma particolarmente a baciare quella parte cosi sensibile.
«Non fermarmi.»
«Mai pensato.» Rispondo immediatamente, osservando i suoi occhi, eccitati e impazienti, mentre mi sfila i pantaloni che vanno a finire chissà dove.
"Sta per succede..." Penso, mentre mille farfalle nello stomaco mi stanno facendo mancare il respiro ed è proprio in un momento del genere che vorrei che tutto si fermasse, che nessuno mi disturbasse in nessun modo.
«Non ci credo!» Esclamiamo contemporaneamente, mentre guardiamo la porta. «Questa volta resti qui.» Sussurra lui mentre riprende a baciarmi l'incavo del collo. «Non credo sia possibile, deve essere Josh.» Non appena pronuncio il suo nome vedo Blake che si stacca immediatamente e mi guarda con espressione accigliata, arrabbiato. «Che cosa ci fa qui?» Chiede con voce fredda mentre si rialza e mi butta addosso la maglietta. «Ho una cena di lavoro con il suo padre, devo discutere di alcuni progetti. Aspetta lì.» Mi copro al meglio che posso e vado ad aprire.

Pov Blake Wellthon:

"Mandalo via." Continuo a pensare mentre ascolto attentamente la loro conversazione: «Krystal, mi dispiace se mi sono presentato qui, ma volevo avvisarti che stasera mio padre ha avuto un contrattempo e mi ha chiesto se per te andasse bene discute con me, in quanto sto per prendere le redini dell'azienda.» Vedo Krystal che riflette, sta giocando con una ciocca di capelli mentre sensualmente continua a mordersi il labbro inferiore. "Dio, quanto è sexy!"
«Si, nessun problema, tu o lui non fa alcuna differenza visto quello che ho da proporre, sono sicura che il risultato sarà uguale.» Risponde portandosi la mano al mento.
«Ti stavi vestendo? Ti aspetto sul divano allora» Si autoinvita dentro casa ma non finisco di pensare che Krystal gli blocca la strada e con un ghigno divertito risponde: «Scordatelo, puoi anche avviarti al ristorante, ci vediamo direttamente lì!»
«Ti posso aspettare, perché devi guidare di notte quando sono già qui?.» Ribatte lui, prendendola per il polso. "Ma quanto è rompicoglioni?" Apro del tutto la porta e libero Krystal dalla sua presa, afferrandola stretta per la vita. «Credo che la signorina abbia detto chiaro e tondo di non volerti fra i piedi!»
«Non devo guidare di notte a quanto vedi, quindi, puoi anche andartene!» L'espressione le pesce lesso che assume mi fa sorridere come un bambino. "Lei è mia." Il mio unico pensiero fisso.
«Ci vediamo a cena, ma vedremmo come andrà a finire!»
«Bamboccio insopportabile.» Sputò lei con voce fredda una volta che chiusa la porta.
La tengo stretta a me, poi con movimenti delicati la giro e riprendo a baciarla, dolcemente. Assaggio le sue labbra, le accarezzo i capelli cosi morbidi e soffici, sento il suo respiro accelerato contro le mie labbra. "Com'è sensuale" continuo con la mia lenta tortura, finché lei non posa un dito sopra le mie labbra. «Come tu ben sai, ho una cena di lavoro.» Sculettando, con addosso soltanto una maglietta e un perizzomino bellissimo - una vera visione per i miei occhi-, raggiunge la sua stanza, lasciandomi completamente solo e terribilmente eccitato.
«Krystal! Che cosa mi combini?»
Ed ecco che dopo una decina di minuti esce, indossando un vestito bianco, corto e terribilmente sexy. “Possibile che a lei stia tutto bene?” Lentamente si avvicina al mobile in fondo la stanza e cerca di prendere qualcosa in alto, scoprendo in questo modo, le reggicalze bianche. "Oddio, questa mi farà andare in paradiso."
«E questo è per te, il resto l’ho lasciato al bagno, dove devi farti un bagno visto che non puoi venire a cena vestito in questo modo.» Mi passa una camicia bianca di Versace, ancora impacchetta. Senza dubbio costosa, ma non avrei mai accettato un regalo del genere. «Non cominciare a cercare delle scuse per non venire. Se ti fai una doccia, puoi andare bene anche vestito in quel modo, basta che la situazione nei tuoi pantaloni si calmi.» Sorride, divertita dalla situazione.

Pov Krystal Darlend:

«Spiegami ancora una volta che cosa sto facendo?» Mi chiede Blake quando a braccetto, entriamo nel ristorante più vistoso di Londra: Cipriani. «Mi stai accompagnando a una cena di lavoro, semplice» Rispondo, mentre un cameriere ci mostra la strada per il nostro tavolo.
«Ora te lo porti anche dietro?» La voce fredda di Josh mi fece saltare completamente i nervi. Stava esagerando e dovevo fare qualcosa per fargli capire che doveva tacere. «A quanto vedo la sciacquetta che ti sbattevi di nascosto è la tua segretaria! Ti facevo più un tipo da ragazzine.» Tiro una frecciatina, sorridendo compiaciuta della reazione della donna. Dovrebbe aveva intorno trent'anni, occhi scuri nascosti dietro a un paio di occhiali, acconciatura semplice, ma nel complesso bella.
«Sono Penelope, signorina Darlend e sono la segretaria dell'industria Spii & Co.» Parlò lei, ma non gli diedi minimamente ascolto, mi sedetti solo quando Blake mi spostò leggermente la sedia e con un dolce sorriso si accomodò al mio fianco.
«Non ho tempo e non mi va di mangiare, spero che per voi non sia un problema passare direttamente alla parte che vi interessa.»
«Certo che no. Cominci pure, che cosa vuole proporre?» Chiede la donna mentre con la penna si stava preparando a prendere appunti. «I titoli della mia azienda sono a un buon punto, sia quelli obbligazionari che quelli azionari, non hanno alcun calo, anzi, nell'ultima settimana le cose sono migliorate ulteriormente, inoltre sono state acquistate alcune azioni di varie aziende nell'Europa e come ben sapete, il 62% della Spii & Co è stata acquistata dalla Light company. Conosco il patto fatto tra tuo padre e il mio, ovvero, l'azienda non deve essere spostata, ma in cambio può offrire tutto l'aiuto che serve, nel caso in cui venga richiesto.» Prendo un bicchiere d'acqua e ne bevo un sorso. "Ho la gola secca. Mi preparavo per questo discorso da giorni"
«Voglio usare il denaro ricavato dalle azioni per costruire delle nuove strutture.» Rivelo la parte importante del mio piano. «Cosa? Ma in questo modo non farà andare la sua azienda in bancarotta?» Chiede la segretaria, stupita dalla proposta. «Infatti ho detto che avrei usato il guadagno delle azioni comprate e non i soldi del ricavo dell'azienda.» La zittisco immediatamente.
«Che genere di strutture? Vuoi espandere la Light company?» Mi chiede a quel punto Josh, assorto nei suoi pensieri. «Per il momento pensavo a una scuola e un ospedale privato. Più avanti, se andrà come dovrebbe andare si potrà riparlare di altre costruzioni.»
«Ne riparlerò con mio padre, ma devo dire come idea è geniale. Certo, le strutture per la costruzione verranno usate della Spii & Co, ma non dovrebbero esserci problemi, mentre il legno sarà messo a disposizione dalla tua azienda. In questo modo le strutture saranno fatte in pochissimi tempo.»
La sedia al mio fianco si sposta di getto e quando incontro gli occhi di Blake riesco a leggerci solo la delusione.
«Vado a prendere una boccata d'aria.»
«Il guadagno che fine farà poi?» Chiede lui, senza curarsi minimamente del mio sguardo che segue Blake. Un sorriso felice mi si dipinge sulle labbra. «Mi dispiace, ma non ci sarà nessun guadagno.»

«Che cosa ti è preso?»
«Nulla, chiamati un taxi se vuoi tornare a casa!» Risponde lui arrabbiato, con le mani serrate a pugno. Lo osservo, i suoi occhi sono iniettati di dolore, delusione e odio. "Sono per me?" Mi chiedo prima di avvicinarmi e prenderlo per la mano. «Dimmi che cosa ti è preso? Andava tutto bene finché non ho tirato fuori il discorso della scuola e l'ospedale.»
«Ecco, appunto! Scuole private? Non ti bastano quelle che ci sono già? Non ti basta vedere le persone che vengono buttate fuori dai ospedali perchè non hanno soldi per le cure?» Mi urla lui in faccia, ma io non riesco a trattenermi e scoppio a ridere. «Che diavolo hai da ridere!» Mi riprende lui, mentre con gli occhi fuori dalle orbite mi osserva.
«Il fatto è che non sei rimasto fino alla fine, dovevi ascoltare prima di saltare alle conclusioni.»
«Che stai dicendo?»
«Le scuole e ospedali private, io intendevo che saranno a disposizione prima di tutto a coloro che non hanno i soldi. Sarà tutto gratis, ma prima devo ottenere alcuni agganci, parlare con persone giuste. Non è niente di sicuro ma sto cercando di fare qualcosa di buono. Però, vedo che tu hai un’altra idea di me. Mi dispiace.» Sussurro mentre chiamo un taxi e lo lasco lì, fermo e stupito delle mie parole.

 Spazio per la piccola autrice:
Per prima cosa voglio aggiungere che sto scrivendo una nuova storia.. è intitolata PASSIONE & AMORE
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1979327&i=1
mi piacerebbe sapere che ne pensate.. 
Riprendendo.. 
Sono un disastro!!..*.*
anche se gli esami sono finiti, io, ancora una volta ho fatto tardi a pubblicare il nuovo capitolo.. scusateeee.. ma il fatto è che ho avuto, diciamo un blocco da scrittrice.. U.U 
Avevo tutte le idee chiare su cosa scrive, anche il modo in cui dovevano andare i fatti, ma quando mi mettevo, non riuscivo a concludere niente.. O.O Vi è mai successo una cosa del genere??
Come sempre, chiedo scusa se ci sono errori in grammatica, avrò detto mille e mille volte, ma sono proprio un casino..U.u
Ringrazio di nuovo tutti quelli che hanno letto e mi hanno lasciato
un loro pensiero.. ringrazio coloro che mi hanno inserita fra le
storie seguite/preferite/ricordate..
e infini rigrazio anche i lettori silenziosi..
Un bacione a tutti

Krystal

   
 
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