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Autore: giulia_guidi    20/07/2013    4 recensioni
Una ragazza rimasta orfana viene rapita da un malvagio seguace di Satana, che cerca di aggiungerla alla sua schiera personale di servi. Nel frattempo Ezra, un ragazzo che ha appena concluso una brutta relazione, cerca di tirare avanti, inconsapevole di ciò che gli accadrà. I due infatti stanno per incontrarsi e Ezra non può neanche immaginare cosa lo aspetta. Non può neanche immaginare che debito dovrà pagare per tornare a vivere.
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Gli sembrò di scendere per ore nel silenzio più totale. Quella strana presenza non si era più fatta sentire.
Guardò l'orologio; erano passati solo 10 minuti da quando aveva aperto col suo sangue quel passaggio segreto.
Dopo altri diversi minuti arrivò in uno spiazzo piuttosto ristretto, illuminato da due torce sulle pareti. A destra e a sinistra vi era un corridoio, buio, ampio, silenzioso, fin troppo silenzioso. Intravide una porta mimetizzata con le pareti di ferro, che non osò aprire: la maniglia era macchiata di sangue ancora fresco.
E se lì dentro c'è.. qualcuno?
No. Vai avanti.
Destra o sinistra?
Destra, caro mio. Destra.
Eccola, di nuovo, quella voce diabolica e beffarda. 
 
Proseguiva nel corridoio da un tempo che gli parve indefinito, là sotto era impossibile stabilirne la cognizione. Le torce si accendevano davanti a lui e si spegnevano dietro quando passava, facendolo rabbrividire. Era ovvio che non era solo. 
"Cosa devo aspettarmi, ancora?"
Qual è la tua più grande paura?
 
Tanij sentì un rombo riempire il suo campo uditivo; si era tappata le orecchie, pensando che fosse una stupida radio alzata al massimo da qualche ubriaco. Poi si rialzò, era chinata  sul passaggio.
Una donna gigantesca con un vestito scarlatto e lungo fino ai piedi era sollevata da terra, davanti all'edificio e stava gridando come un'ossessa. Inizialmente Tanij non capì cosa stesse succedendo. Poi ebbe un flash back.
 
Vide Ezra che era sceso dalle scale, vide il Suo sigillo d'armistizio rotto. Rotto da un sacrificio di un innocente.
"No!"
Cavolo. E ora?
Venne presa dal panico, cominciò ad urlare, poi qualcuno le tappò la bocca, cosa che le impedì di gridare ancora più forte quando l'edificio divenne bersaglio dei lampi infuocati che la donna lanciava.
"Non ti ha ascoltata, il tuo amico."
Una vampata di calore la raggiunse, il ferro caldo cominciava a surriscaldarsi e a diventare rovente. 
Una ragazza fu lanciata a tutta velocità verso quella scala ormai infuocata. Non ci fu niente da fare, la donna cominciò a mietere vittime, ragazzi innocenti che volevano solo spassarsela un pò.
"Vedi cosa succede a chi sostiene di non avere bisogno di Lui?"
"Non sapete quello che state facendo!"
La nonna gliel'aveva detto. Il sigillo è l'equilibrio, Tanij. Se l'equilibrio si rompe, è guerra.
Un ragazzo stava bruciando voracemente, mentre cercava di raggiungere il bagno, o almeno un luogo dove trovare acqua per salvarsi. Un raggio infuocato partì dalle dita della donna, incenerendolo in un secondo.
Tanij assistette a tutto quanto. Vide in quanti pochi erano riusciti a scappare prima che tutto diventasse di fuoco. Capì che sarebbero morti tutti e che lei avrebbe ASSISTITO allo spegnersi delle loro giovani vite, senza potersi muovere, a causa di un povero patito di sangue che credeva solo in Lui.
Voleva gridare. Voleva UCCIDERE Ezra. Voleva fargli vedere cosa lei era costretta ad assistere. Voleva che vedesse quanto la curiosità a volte può uccidere.
Le lacrime bagnarono le mani dell'uomo che la teneva.
"Piangere è da perdenti, mia cara."
Cominciò a scalciare, a graffiare quell'uomo, lo strattonò, ma niente. Rimaneva impassibile anche al dolore.
La casa, intanto, bruciava. Le fiamme lambivano le belle pareti dipinte dalla mamma di Sonia, lambirono i quadri con le loro foto, lambirono ogni traccia di felicità presente in quella casa.
"Siete soddisfatti, ora?"
Quell'uomo orribile sghignazzò.
"Lui ha appena cominciato. Lascia che si sgranchisca le gambe, ha dormito per così tanto tempo!"
 
Ezra notò una luce diversa da quella delle torce, poco più in là. Cominciò a correre, la sua mente catturò l'immagine di un tavolo con sopra qualcosa. Una persona? Impossibile, era così ricoperta di.. 
No, era davvero una persona, allacciata a quel tavolo da dei legacci che sembravano le radici di un albero. 
Arrivato vicino a quella cosa, notò che era una ragazza. E non una qualunque. Era la ragazza scomparsa. 
Emma, si chiamava. 
"Oddio... sei.. viva?"
Cos'altro poteva dire?
Si mosse.
"Pensavo che Lui avesse scherzato quando mi aveva detto che sarebbe venuto qualcuno."
Ezra era sorpreso, basito.
"Tu.. sei.. Emma?"
"Io? Non lo so. Forse un tempo, quando i miei genitori erano vivi sì, il mio corpo si chiamava Emma. Ora non ha più importanza, non vedi? Sono una di loro."
"Loro..?"
"I servi di quel malato di mente che cerca di mettere su un esercito. Non guardarmi così. Credi che Lui sia felice a vivere là sotto, in mezzo alle fiamme?"
Ezra cominciava a capire cosa stesse succedendo. Vide che le radici di quell'albero si illuminavano ogni volta che la ragazza respirava.
"Per essere una di loro devo essere senz'anima. Vedi? Me la stanno succhiando via."
Ezra allungò una mano per tentare di liberarla.
"Non farlo, ormai non c'è più niente da fare. Non sono più Emma. Emma ero prima. Ormai è troppo tardi, diventerò spietata come loro. Sarò come uno zombie, capisci? Un corpo. Un corpo comandato dai bisogni di qualcun'altro."
Ezra non potè fare altro che guardare la fine di quella ragazza innocente, vittima di un diabolico piano che avrebbe contrastato tutto e tutti.
"Mi hanno iniziata. Hanno detto che il sangue che era dentro me era sporco, mi hanno detto che la verginità è una maledizione di Dio. Solo loro possono credere a delle balle simili, Ezra, ma erano così in tanti. Scappa, finchè puoi. Organizza una resistenza, dovete salvare ciò che rimarrà dopo oggi di questo mondo."
  
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