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Autore: alpha_omega    22/07/2013    4 recensioni
In quel momento Ludwig si rese conto di tre cose:
la prima era che quel ragazzo non era umano
la seconda era il fatto che gli aveva appena salvato la vita
mentre la terza, ma non meno importante
non riusciva a smettere di guardarlo.
Possono due mondi diversi come i loro imparare ad amare?
entrambi avevano paura di scoprirlo.
Genere: Erotico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il minuscolo porticciolo che dava sulla spiaggia era affollato di turisti: Ludwig Beillshimt non aveva mai visto tanta gente ammassata in un posto così ridotto: ma il tramonto sulla “Baia delle sirene” era un evento raro quanto imperdibile: succedeva solo una volta l'anno, e si diceva che se si ascoltava con attenzione si potesse sentire il mitico canto delle sirene; gli abitanti se ne stavano lontano da quel posto a causa di alcune superstizioni legate all'acqua, ma per i turisti non c'era il benche minimo problema visto che erano li solo per quello.
Prese la macchina fotografica e scattò qualche foto; nei giorni precedenti si era fermato in vari ostelli lungo la costa dell'italia fino ad arrivare in quello sperduto villaggio di pescatori: il motivo del suo viaggio entrò come una furia nel suo campo visivo sbracciandosi come un pazzo dall'altra parte del  molo.
-Hey, Lud!- Suo fratello Gilbert aveva appena azzerato la distanza che li separava, aveva il fiatone -Da quanto tempo non ci si vede: tre anni?- Gli diede una pacca sulla spalla e l'abbracciò. -Lo sapevo che non potevi fare a meno del magnifico me: non è vero, fratellino?-.
Ludwig non poteva negare il fatto che suo fratello gli fosse mancato, così ricambiò l'abbraccio, concedendogli uno dei suoi rari sorrisi: tuttavia c'era qualcosa che ci teneva a puntualizzare.
-Sono passati solo due mesi Gilbert, non tre anni.
L'altro gli sorrise sornione -Il fatto è che il tempo non passa mai quando non ci sei.
-Si, come no; come va con Elizaveta?-
L'espressione dell'albino passò da strafottente a incantata, ripensando al viso della fidanzata. -E' la ragazza più bella dell'intera spiaggia: sai, credo che le mie avventure romantiche finiscano qui: è quella giusta, sono sicuro.
-Gilbert?-
-Si?- lo sguardo era ancora perso tra le nuvole.
-Che cosa ti sei fumato?- 
Lui non avrebbe mai detto quelle parole; non era mai riuscito a mantenere una relazione stabile in tutta la sua vita, massimo un mese o due. Ma con quella ragazza ungherese era stato amore a prima vista; non l'aveva mai visto così felice.
Gilbert emise una sonora risata -Secondo me sei solo invidioso; da quanto tempo è che non stai con qualcuno? Quarta superiore?- Gli diede una pacca sulla spalla -Ma vedrai che qui troverai qualcuno; guarda quante belle ragazze ci sono in giro; domani ce la spasseremo!
-Ma domani è anche il mio primo giorno di lavoro ; non posso mancare.
Il fratello ci pensò su -Vuol dire che ce la spasseremo durante la pausa: ma dimmi un po'; come ci si sente a far parte di una squadra di ricerca biomarina? 
La baia delle sirene era un'ottimo punto d'osservazione per la scienza sottomarina; Gilbert era partito con il primo gruppo di ricerche, e Ludwig lo aveva seguito un paio di mesi dopo da solo: avrebbero lavorato insieme  sulla florae la fauna marina: erano solo agli inizi; ma gli scienziati che ci avevano lavorato erano certi che ci fosse qualcosa di davvero straordinario in quelle acque.
Ludwig si schiarì la voce -Ecco, io...
Ma non finì la frase: ogni particella del suo essere era stata attirata dal centro della baia: il tramonto stupendo sul mare lo rendeva un posto mozzafiato e meraviglioso; alcune persone in barca stavano raggiungendo velocemente il centro: l'aria vibrava dei canti e delle risate dei turisti.
Poi ci furono le urla.


 
Sul fondo del mare Natalya sorrise: la caccia era appena cominciata: come ogni anno c'erano almeno due o tre nuove sirene a cui imparare a cacciare; quell'anno le avevano affidato un ragazzo appena diciottenne. Gli rivolse una strizzatina d'occhio -Stammi dietro-. Poi si fiondò a capofitto verso la superficie dell'oceano fino a infrangere la sua apparente compattezza; inspirò aria e si guardò intorno in cerca di prede. Individuò una barca a poche centinaia di metri da lei che si trovava al centro della baia. Cominciò a cantare.
Quello delle sirene non era un vero e proprio canto: la ragazza emetteva un suono impossibile da percepire o registrare; come un'aspecie di ultrasuoni.
Il primo pescatore si girò verso di lei: gli occhi erano vitrei, la bocca piegata in un sorriso ebete.
Natalia si avvicinò all'uomo che si piegò verso di lei: gli rivolse il sorriso più dolce che conosceva: un'angelo caduto che aveva trovato dimora tra le stelle del mare.
-Ciao bellissimo!- allungò una mano e gli sfiorò una guancia -che c'è; perchè non parli? Non vuoi darmi un bacio? Sono tutta per te. Suvvia, non essere timido, non mi vuoi?-
Quello parve risvegliarsi da un sogno -Ma certo che ti voglio, tu sei stupenda- poi si abbassò per baciarla dal bordo della vasca, senza che nessuno dei suoi compagni si accorgesse di quello che stava succedendo.
Fu un attimo; un secondo prima erano a pochi millimetri l'uno dall'altra e quello dopo lui era completamente circondato dal mare; sopra di lui c'era la creatura più bella e spaventosa che avesse mai visto:il corpo della ragazza sembrava brillare di luce propria, le gambe erano strane: incredibilmente lunghe e flessuose, si muovevano leggere nell'acqua.
Era come se lei ci avesse sempre vissuto in acqua; un'aspecie di sirena.
Sirena... quella parola fu il suo ultimo pensiero.
Natalya lo baciò con foga; succhiando via tutti gli anni che rimanevano da vivere al malcapitato: sarebbe stata a posto per un paio di mesi, poi sarebbe tornata di nuovo a caccia.
Si girò verso il suo allievo -Hai capito tutto? Domani toccherà anche a te, devi essere preparato-
Feliciano guardò prima il corpo senza vita dell'uomo e poi il volto della sua insegnante. -Si- disse con voce flebile. -Ti ringrazio Natalya. Cercò di sorridere ma non ci riuscì; l'indomani avrebbe ucciso un uomo: non riusciva a capacitarsene: era un bisogno, il suo, e non avrebbe mai criticato le altre sirene per ciò che facevano per sopravvivere: ma il pensiero di fare lui stesso quelle cose gli faceva venire la nausea; suo fratello Lovino gli aveva detto che il senso di colpa sarebbe passato subito dopo essersi nutrito, ma lui non ci credeva. 
Non ci aveva mai creduto.
 
 
Angolo autrice
spero che vi sia piaciuta; dedico questa fic alla mia amica A.G. è la mia prima long su hetalia, spero sia venuta bene. Ho preso l'idea dal film “pirati dei caraibi 4” e il libro “sirene”.
Cercherò di aggiornare il più presto possibile.
A presto
alpha_omega.
  
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