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Autore: Wei    23/07/2013    0 recensioni
1989.
Miami.
Emily, Emily Widson. A soli 21 anni già gestiva il bordello più famoso della città, il RED; ma questo no, non le bastava. L’occasione di ampliare i suoi domini le si presentò proprio quel sabato, quando incrociò per la prima volta un nuovo locale: il Miami Mafia.
ATTENZIONE: Storia parallela e intrecciata a Miami Mafia di CrimsonFox. È importante seguire i capitoli di entrambi gli scrittori per capire in tutto e per tutto la storia.
Genere: Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Un tranquillo sabato pomeriggio estivo, ultimo giorno lavorativo della settimana. Stasera il bordello avrebbe chiuso un po' prima, le mie ragazze si meritavano una serata libera; anche solo per gestirsi i loro clienti preferiti senza dover dare una parte del guadagno a me. Stavo buttata sul letto a leggere un giornale molto vecchio, quasi quattro anni che lo tenevo.

Trovato morto un uomo sulla sessantina in Little Haiti. Capelli rasati, barba e baffi bianchi. Non abbiamo ancora il nome.

“Il vecchio Garrison”, pensai, “è strano che non sia stata io a farlo fuori.”
Dopo tutto, però, era solo grazie a lui che incominciai la mia fantastica carriera. Parliamo di 2 anni e mezzo prima della sua morte, quando i miei genitori vennero uccisi. Mio padre era uno spacciatore, collega e grande amico di Garry, il giorno prima dell’omicidio mi disse di andare in una casa abbandonata dietro alla Calle Ocho in Little Havana, andare nel bagno, aprire il mobiletto con la chiave che mi diede, prendere tutti i soldi che potevo e poi di correre subito a casa di Garry in Little Haiti. Avevo solo 16 anni, non capii cosa stava per accadere, feci quel che mi disse e basta.
Il primo anno e metà del secondo li passai decentemente, alla fine io vivevo per conto mio e lui per conto suo, semplicemente condividevamo la casa -anche se non mancava mai l’occasione per chiedermi di scopare-. Poi iniziai a farmi progetti per il futuro…
«Voglio aprire un bordello.»
«Non dire minchiate, ragazzina.»
«Ascoltami, Garry. Tra 5 mesi compio 18 anni, voglio iniziare a fare i soldi da sola senza dover essere dipendente da te. Facciamo così, tu mi trovi solo un posto dove aprire il locale, qualcosa per l’arredamento e mi dai un po’ di liquidi. Per il primo periodo, faremo metà e metà degli incassi. Ovviamente però più prenderà piede l’attività e meno ti darò. Se fallirò, invece, ti darò quel che hai sempre voluto.»
Accettò. Mi trovò un locale in Liberty City, non prometteva per niente bene. Avevo già il terrore di quel che sarebbe potuto succedere, mi aspettavo il fallimento in poco tempo… ma in circa 4 mesi mi ritrovai con i dollari che mi uscivano dalle orecchie. Dopo neanche 6 mesi di attività mi comprai un villino nelle vicinanze per iniziare a vivere davvero da sola, per iniziare ad essere davvero indipendente. Tagliai completamente i rapporti con Garrison. Poi, dopo quattro mesi che non lo sentivo più lessi che era morto; sinceramente non mi fece né caldo né freddo.
Guardai l’ora. 18.30, era ora di andare ad aprire il bordello.


Ore 00.30, mancava mezz'ora alla chiusura.
«Dai, solo una botta e via…»
Quell’odore di alcool mi dava su i nervi, il profumo del mio sigaro non riusciva a coprirlo nemmeno parzialmente. Gli tirai un cazzotto dritto sul naso.
«PUTTANA!» urlò, cercando di tamponare il rivolo di sangue con la manica della maglia. «Tu dovresti stare con le altre a ciucciar cazzi, non a comandare; è un lavoro da uomo!»
Ci vidi rosso, mi alzai di scatto e sfilai il Revolver dalla fondina.
«Vuoi svuotarti i coglioni? Bene. Scegli una delle mie ragazze, paghi e non scassi il cazzo. In alternativa, te ne vai dal mio bordello…» aspettai un secondo prima di finire la frase, mi piace vedere il terrore negli occhi della gente «…o preferisci una pallottola piantata in mezzo agli occhi?»
Si alzò e se ne filò via correndo con la coda tra le gambe. Finalmente.
Iniziai ad intimare i clienti di sbrigarsi, anche io per una volta volevo passare una serata per fatti miei. Chiuso il bordello, decisi che mi sarei fatta un giro per Liberty City. Anche se ci abitavo ormai quasi quattro anni ancora non lo conoscevo bene come quartiere. Iniziai ad entrare nelle viottole più piccole, più buie, e alla fine scorsi un’insegna luminosa. “Miami Mafia”, così c’era scritto. Sembrava interessante, molto interessante. Entrai, la prima cosa che notai fu un ragazzo biondo indaffarato a spostare delle casse -di liquori, probabilmente-. Sembrava quasi ci fossimo messi d’accordo sul come vestirci; pantaloni neri a sigaretta, camicia bianca con qualche bottone aperto e scarpe lucide di cuoio nero. L’unica differenza sostanziale tra me e lui era che da sotto la sua camicia non si poteva scorgere una quarta di seno. E forse anche i tacchi; sì, direi di sì.
«Avete aperto da poco, eh?» i miei capelli nero corvino facevano da cornice ai miei occhi color smeraldo. Li ho sempre sfruttati per ammaliare le persone.
«Sì, da una settimana o poco più. Contiamo di iniziare ad avere un po’ di clienti tra un mesetto.»
Mi guardai intorno, era un locale davvero grande. Scorsi altre sale in fondo e la domanda uscì fuori dalla mia bocca da sola.
«Cosa pensate di fare nelle altre stanze?»
«Quali, quelle laggiù? Mah, per ora niente. Probabilmente le useremo come magazzino. Sono sprecate, lo so, ma non abbiamo altre idee.»
Mi si stampò un sorriso sul viso quasi inquietante. Finalmente avevo nuovo pane per i miei denti.
Intanto, il ragazzo biondo mi si avvicinò.
«Avete mai sentito parlare del RED?»
Si levò una voce dall’altra parte della sala «Certo! A quanto dicono i miei amici è il bordello migliore di tutta Miami. Tony, ti ricordi? Ce ne parlò anche Garrison!»
«Conoscevate anche voi Garry? Interessante, ma ora parliamo di cose serie. Il RED, modestamente, è mio. Detto francamente sarei interessata a una collaborazione. Trasferirei con piacere il mio bordello nelle stanze che voi non sapete come utilizzare; e questo sarebbe un vantaggio per tutti e due.» poi, rivolta al biondino, «Tu sei Tony, giusto?»
«Tony De Vito. E lei?»
«Emily, Emily Widson. E non darmi del lei, a 21 anni non si è poi così vecchi.»
«21 e già così tanta fama? Mi complimento. Allora, Emily, posso offrirti qualcosa? Con un bicchiere in mano si parla meglio di affari.»
«E anche con un buon sigaro! Un Whisky liscio, grazie.» Tirai fuori l’astuccio portasigari dalla mia borsa, ne presi  uno per me. «Vuoi?»
«Con piacere.»
Uscimmo fuori, si stava più che bene. Di certo due tipi loschi come noi non si potevano considerare schizzinosi, ci sedemmo tranquillamente per terra.
«Spiegami un po’ i vantaggi, sarei molto interessato. A 23 anni, a differenza tua, non sono riuscito ad andare molto avanti.»
«Semplice. Prima di tutto, come ha detto il tuo amico, il RED è il bordello più importante di Miami. Questo per voi significa tanti clienti e subito. Conoscendoli so che, dopo le mignotte, adorano sperperare i loro soldi in alcolici. Oltre a loro, poi, verrebbero anche i loro amici, quelli che di solito si fanno tanti problemi per concedersi un po’ di piacere. Parlando di soldi, ovviamente una percentuale di quel che guadagnerei andrebbe a voi.»
Ci guardammo, sorridemmo, scoppiammo a ridere senza un motivo. Agli occhi di un estraneo saremmo potuti sembrare amici di vecchia data. Alla fine passai lì la serata, a parlare con Tony di questo progetto, di Garrison -anche se sembrava spaventato, non so perché-, di come siamo finiti in questi giri. Scoprimmo che molte cose ci accomunavano, come per esempio la morte dei nostri genitori. Verso le 04.00 ci salutammo; io per andare a dormire e lui per continuare a mettere apposto il locale. Arrivata a casa mi buttai sul letto con un sorriso stampato in faccia. “Finalmente”, pensai, “una nuova avventura sta per iniziare. Finalmente interromperò la monotonia di questo periodo. Finalmente, poi, un ragazzo con i contro coglioni.”.
  
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