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Autore: Ginny Lily Potter    02/02/2008    17 recensioni
PostDH - Dopo Harry, Ron, Ginny ed Hermione, Hogwarts ospiterà altri giovani talenti: i figli dei Weasley.
Mille avventure per una vita da passare in serenità, senza sentire l'ombra di Voldemort gravare sul mondo magico, perchè ora si è liberi... e questa volta per sempre.
OTTAVO CAPITOLO:
“Scusate il ritardo, ecco qua gli appunti per tutti… Prego, distribuiscili pure Emmeline” disse Potter, porgendoli ad una ragazza, “direi che potremmo discutere di due problemi che potenzialmente potrebbero diventare gravi. Credo che Pix si diverta molto a rubare i libri dei Corvonero, e ciò non mi garba moltissimo, dato che le lamentele me le devo sorbire io, per cui direi che dovremmo metterlo in riga. In secondo luogo, i Serpeverde iniziano a diventare maneschi, di nuovo, e i Grifondoro li seguono a ruota… dato che di risse nei corridoi non ne voglio vedere, come credo anche lei, Professoressa, la prossima volta che sorprenderemo studenti a commettere atti di maleducazione o altro, oltre agli abituali punti, li manderemo anche da lei o altri professori” concluse Albus, continuando a sfogliare un blocco.
***
James si girò scocciato.
“Cosa vuoi ora?” sbuffò, roteando gli occhi.
“No, niente, solo informarti che stai andando ad allenarti a torso nudo” esplicò Albus, passandogli davanti.
James si ficcò una mano in bocca per non prendere a pugni il fratello e s’infilò la casacca della divisa.
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Famiglia Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nuova generazione
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The Tales of Hogwarts’ Houses
– New Generation’s Real Adventures-
1. Break up! He’s like a pain in the ass!




Il sole era appena tramontato, le colline venivano tinte d’arancione dagli ultimi raggi morenti.
Il castello di Hogwarts era immerso nella sua maestosa tranquillità e molti studenti stavano approfittando delle ultime giornate di autunno per godersi il tepore settembrino.
Le foglie si poggiavano delicatamente a terra, una coltre rossa ricopriva il terreno del grande Parco.
Schiamazzanti ragazzini delle prime classi si rincorrevano giocondi per sentieri inesplorati, beati nel dolce far niente.
Due ragazze stavano percorrendo il viottolo che portava alla capanna di Hagrid, il Guardiacaccia.
“… e quindi l’ho lasciato lì, impalato, solo, a riflettere sulle sue azioni”
“Hai fatto bene! Una volta pensa, prima di fare le cose!” esclamò la rossa, scuotendo indietro i capelli e afferrando un libro che le era caduto di mano.
“Veramente! La prossima volta vede, sono stufa del suo comportamento”
“Ma ti piace ancora? Cioè, non mi sembrate molto in armonia, ultimamente…”
“Hidalg? Mah… non mi attira come prima… è diventato un stronzo e io non ne posso più”
“Mollalo, Dominique!”
La bionda sorrise storta e scosse la testa.
“Non posso. Non capisci? Se lo mollassi nessuno mi vorrebbe più, pensano che io sia una ‘facile’”
“Sciocchezze! E tu non ascoltarli, no? Mi sembra che quel Tassorosso abbia fatto ben intendere che gli interessi”
“Aramis? È molto carino, simpatico, ma mi sa che mi prenderebbe per ‘Donna Scarlatta’ anche lui…”
“Ma va! Basta Domdom, sono stufa! Non puoi farti trattare così da un deficiente! Vado io da ‘Hiddie’… è un Corvonero, no?… e gli lancio un bel pugno in faccia!” dichiarò la rossa, con gli occhi che già fiammeggiavano.
“Lily! Non provare a fare una cosa del genere! Sai quanti punti ci toglierebbe la McGrannitt?” esclamò allarmata Dominique.
“Pfui! Una partitina di Quidditch e le rialziamo subito il morale” ribattè, con noncuranza.
La cugina rise e bussò alla porta.
“Chi è?” si udì dall’interno.
“Siamo noi, Hagrid”
“Oh!Entrate, entrate” rispose il mezzogigante, aprendo la porta.
“Grazie” dissero le cugine, sgusciando dentro e sedendosi sulle sedie di legno.
Hagrid le seguì e versò il tea in tre tazze sbeccate.
“Allora, come va?”
“Normale… mamma e papà stanno bene, ma li hai visti qualche tempo fa, no? Sono venuti a scuola per dare lezioni di Volo e Difesa, a giugno, quelli del quinto dovevamo imparare a evocare i Patroni e quelli del Sesto qualche cosa contro la magia oscura… Mamma ha fatto l’arbitro nella partita di fine anno”
“Sì, sì, Lily… gran bello scontro, i Tassorosso ci erano vicini alla vittoria!”
“Hagrid, erano molto lontani invece! Per loro sfortuna siamo una delle migliori squadre Grifondoro di tutti i tempi, insieme a quella del ’76 e a quella del papà e di zio Ron, ed essere capitati contro di noi non è stato di sicuro un bene, per loro” rise Lily, mangiucchiando un biscotto roccioso.
“Ce l’ho dimenticato, piccola peste…”
Dominique sorrise e guardò fuori dalla finestra
Impallidì.
Lasciò cadere la tazza, che si frantumò a terra e Lily sobbalzò.
“Dom? Cosa c’è?” chiese preoccupata.
La cugina non le rispose, ma guardò allibita il parco fuori dalla capanna.
Lily le si avvicinò e, appena capì cosa aveva sconcertato la Weasley, uscì dalla casa di Hagrid in fretta e furia.
Un turbine di fiammeggianti capelli rossi passò davanti a Dominique, che non potè fare nulla, immobile davanti a quella scena.
Lily corse fuori e si piantò di fronte a due studenti, con i pugni serrati sui fianchi.
“Demente! Sei un insensibile! Mia cugina è lì da Hagrid e tu sei qua fuori che ti sbaciucchi una Tassorosso? E poi sarebbe lei quella facile? Boot, mi fai schifo!” gridò, facendo una smorfia.
Il ragazzo si girò, stranito e vide Lily, con gli occhi ridotti a fessure e i capelli scossi dal vento.
“Ecco… Potter, vedi, è molto più complicato… io e… lei… non eravamo più in sintonia, capisci?” biascicò il Corvonero, torturandosi le mani.
“Mi sembra molto più facile di quanto sembri, Boot. Sei uno schifosissimo Don Giovanni e Dominique non ti merita… e non spararmi cavolate sulla sintonia!” esclamò Lily, indignata.
“Non parlare così, ragazzina! Anche quello stronzo di tuo fratello è un…”
“James non è un Don Giovanni e tu sei solo invidioso di lui! Smettila di far soffrire gli altri solo perché sei arrabbiato con mio fratello!” si infervorò Lily, avvicinandosi a Hidalg Boot “… e non chiamarmi ragazzina!” concluse, sferrandogli un pugno sul naso.
Boot gemette e si tastò il viso con le mani, mentre la Tassorosso squittiva schifata alla vista del sangue che sgorgava dalle narici.
Lily scosse la testa e ritornò nella capanna di Hagrid, dove c’erano un Guardiacaccia che non si era accorto della sua scomparsa, troppo attento a dar da mangiare a Thor ed una cugina dal volto cereo.
Lily entrò e riparò la tazza caduta, porgendola a Dominique.
“Grazie Lee, ma ora sarai nei guai…”
La ragazza fece finta di non capire e scosse la testa vermiglia.
“E perché mai? Da quando ammirare delle inesistnti zucche in un campo è considerato reato?”
“Ma tu hai dato un pugno ad un altro studente!”
“Ma cosa dici, Dominique! Non mi permetterei mai! Sai quanto punti perderemmo, con la McGrannitt?” rispose sbalordita Lily.
“Lily! Non prendermi in giro!” si accigliò la Weasley.
La cugina rise e salutò Hagrid, prima di uscire dalla capanna, diretta alla Sala Comune dei Leoni.
*°*
“Al! Al! Albus!”
Un ragazzo alto, dai capelli neri e gli occhi scuri stava scuotendo un Grifondoro che si era addormentato sul divano.
“… Eh?… gne…”
James alzò gli occhi al cielo, mormorò una formula e dalla sua bacchetta zampillò un gettò d’acqua che colpì in faccia il fratello.
Albus si alzò di scatto, tutto bagnato, e si guardò intorno, frastornato.
“Era ora! Al, Ephram mi ha detto di dirti che Minnie McGrannie ti vuole nel suo ufficio”
“Perchè?” domandò subito, asciugandosi il viso con la maglietta.
“E che ne so io!” disse James, scrollando le spalle.
Albus si alzò di malavoglia e si avviò verso l’ufficio della Professoressa.
Cosa aveva fatto? Nulla, gli sembrava. Niente ammonizioni, l’anno era appena cominciato, nemmeno punizioni.
Incerto, bussò alla porta dell’ufficio della Professoressa.
“Avanti” lo invitò ad entrare.
Albus aprì e vide la McGrannitt seduta alla scrivania, intenta a correggere compiti di Trasfigurazione.
“Buongiorno Professoressa”
“Buongiorno… ah, Potter, benissimo, volevo dirle che la ronda di Domenica prossima verrà riinviata, lai e la Signorina Weasley la farete Lunedì”
Il ragazzo annui e salutò la McGrannitt, uscendo dalla stanza.
“Mamma mia! Farmi convocare qui solo per dirmi tre parole!” bisbigliò, attraversando il corridoio gremito di studenti.
Un ragazzino del secondo anno stava discutendo animatamente con un suo compagno di casa e non si accorse di Albus, andandogli contro.
“Ouch!”
“Scusami! Scusami veramente! N-non l’ho fatto apposta…”
Il ragazzo si alzò, spolverandosi la divisa e raccogliendo da terra i libri caduti al Corvonero.
“Non ti preoccupare, non mi sono arrabbiato” sorrise, porgendogli i libri.
Il ragazzino li afferò, guardando Albus con occhi spalancati.
“G-grazie…” biascicò, prima di correre via.
Il Grifondoro rise e si avviò verso la Sala Comune.
“Potter!” lo chiamò una voce, “Potter… aspetta un attimo!”
Albus si girò. Una Corvonero dai capelli neri ansimava, piegata in due e con la sacca dei libri poggiata a terra.
“Mi hai chiamato?”
Lei alzò lo sguardo, corrugando le sopracciglia.
“Non è Potter il tuo cognome? Non cerdo ci siano molti altri ragazzi con un nome così importante” rispose.
Albus fece una smorfia e aiutò la ragazza a caricarsi in spalla la tracolla.
“Io sono Dea, Dea Macmillan”
Il giovane Potter trattenne a stento una risata. Dea?
La ragazza lo guardò scettica, ghiacciandolo con gli occhi azzurro glauco.
“Albus Potter” le rispose, stringendole la mano.
Dea sorrise, mulinando i lunghi capelli neri e avviandosi verso le scale.
“Però, bisogna ammetterlo, quella ragazza è bella, vero Potter?” gli sussurrò qualcuno, all’orecchio.
“Oh, Malfoy, mi mancava la tua celestiale visione…” disse sarcastico, Albus.
Un ragazzo alto, dagli occhi grigio ghiaccio e i capelli biondo platino, dai lineamenti delicati ma ben definiti, gli diede un pugno sul braccio, prima di avviarsi verso i Sotterranei.
Albus scosse la testa e fece un sorriso storto, come quello che suo fratello gli aveva insegnato, un sorriso da ‘Malandrino’.
Scese velocemente le scale, schivò orde di studenti urlanti ed eccitati per l’avvicinarsi rapido dell’inverno ad Hogwarts e si decise ad andare in Sala Comune.
“Parola d’ordine?” strillò la Signora Grassa, cercando di farsi sentire.
Quem vidistis pastores dicite
Il ritratto si spalancò e Albus rientrò nel covo dei Leoni.
James stava giocando a Sparaschiocco con il suo amico storico, Ephram Thomas, mentre il fratello Jude leggeva il Profeta.
“Ehi, Al, cosa voleva Minnie?” domandò James, senza staccare gli occhi dal gioco.
“Nulla, ronde e cavolate varie” rispose, con noncuranza.
“Lo sapevo… odio fare quelle maledettissime ronde, spero con tutto il cuore che tu non diventi Caposcuola come me e la Baston, non ne posso più di stare con una bacchettona come lei…”
“Potter! Ti ho sentito, razza di fannullone!” esclamò una ragazza, da dietro una poltrona.
Albus sobbalzò e vide Emily Baston guardare in cagnesco James, prima di salire le scale dei dormitori.
Suo fratello rise sommessamente e continuò a giocare.
“Io non ho capito perché continui ad infastidirla… cosa ti ha fatto? È un ottima studentessa e Giocatrice, non capisco…”
“Al, lascia stare, sarebbe troppo difficile da spiegare per il cervello di James…” intervenì Ephram, distraendo il maggiore dei Potter e aggiudicandosi la vittoria.
“Non vale! Voglio la rivincita!” protestò il vinto, incrociando le braccia al petto.
I due Thomas risero e predisposero il tavolo per una nuova partita.
Albus li lasciò giocare, sedendosi su uns poltrona e guardando fuori l’autunno che scappava via dalle mura di Hogwarts, cedendo il posto al gelato inverno.
Dopo pochi secondi, o forse minuti, dal buco del ritratto comparì una figurina dai capelli rossi, ridente.
“Lily! Ma…?” esclamò James, alzandosi di scatto e rovesciando il tavolino, “Pensavo fossi già in Dormitorio! Cosa ci fai fuori a quest’ora?”
La ragazza si avvicinò al fratello e incrociò le braccia al petto, proprio come aveva fatto lui qualche attimo prima.
“James, io non vado a dormire alle otto di sera. E poi ero solo nel Parco, era pieno di studenti e ti giuro che nessuno mi ha rapita” rispose Lily, sbuffando.
“Cosa stavi facendo?” si intromise sospettoso, Albus, alzatosi dalla poltrona.
“Ohh!! Una menage à trois con due Tassorosso, va bene?”
I due fratelli Potter sgranarono gli occhi, spalancando la bocca, increduli.
“Dementi! Ero da Hagrid!” esclamò, mentre Ephram e Jude ridevano senza ritegno.
James e Albus sospirarono di sollievo e si lasciarono cadere sul divano.
“Bene, ora che siete più calmi posso pure dirvi che ho picchiato un Corvonero...” dichiarò Lily, arrestando il battito dei cuori dei fratelli, che sembravano troppo basiti per parlare.
La ragazza sorrise, salutò i due Thomas, e salì la scale.
“Ah, Jim, non l’avrei mai fatto con dei Tassorosso… i Serpeverde sono senza dubbio più audaci”
I due fratelli svenirono all’istante.



Ecco la prima Long-fic che scrivo post-DH.
Spero vi piaccia,inoltre ringrazio tutte le persone che hanno recensito 'One Big Happy Family Weasley', non pensavo di arrivare a 39 recensioni in un solo capitolo! Grazie veramente

Bacioni

-Ginny Lily Potter-
  
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