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Autore: nigatsu no yuki    23/07/2013    5 recensioni
Conservare quei ricordi era totalmente sbagliato ed incredibilmente doloroso.
Ma erano tutto ciò che era rimasto a Chihiro dopo il suo viaggio alla Terme degli Spiriti, insieme ad un elastico, ormai consumato, che non abbandonava mai.
Tanti ricordi e una promessa ancora da mantenere, sofferenza e speranza, insieme a quel limbo che era diventata la sua vita.
Incapace di tornare in quel mondo che l'aveva cambiata profondamente, inadeguata alla vita di tutti i giorni nella sua vera casa, nel mondo reale.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Memory is a way of holding onto the things you love,
the things you are, the things you never want to lose-

 




 

Memories

 

Chihiro respirò a pieni polmoni puntando lo sguardo sull'orizzonte incorniciato da bassi monti, illuminati dal chiarore della luna.

Non si curò del fatto che probabilmente non sarebbe dovuta sparire in quel modo, forse nessuno si era accorto della sua assenza, anzi sicuramente nessuno si era accorto della sua assenza.

Chihiro non aveva mai avuto tanti amici. Certo, otto anni prima, quando ancora non si era trasferita, aveva tante persone con cui passare le sue giornate da bambina spensierata e piena di vita. Poi aveva lasciato la sua città portandosi come unica testimonianza di quegli anni, un mazzo di fiori che era appassito velocemente, quasi come i suoi ricordi di quella vita che ora le sembrava davvero troppo lontana perché la sua mente riuscisse ancora a carpirne qualche minimo dettaglio.

All'inizio forse ne aveva sofferto, non ricordava bene; poi però qualcosa dentro lei aveva deciso che c'era altro da non dimenticare. Ricordi che aveva custodito con caparbietà, affinché il tempo non glieli strappasse via.

Socchiuse gli occhi stringendo con forza il tessuto leggero del suo vestito, stropicciandolo.

Chihiro si era da poco fatta una promessa; questa era nata da una consapevolezza che l'aveva colpita una notte di due anni prima, non ricordava da dove fosse venuta fuori, forse dalle speranze vane e dalle promesse non mantenute.

«Dannazione- parlò a bassa voce, sperando che nessuno la sentisse -smettila, non devi pensarci»

Ma che ci provasse, che tentasse con tutte le sue forze, non era facile dimenticare qualcosa come ciò che aveva vissuto; ci stava provando da otto anni.

Per ricacciare dentro di sé quei pensieri si voltò, guardando così il piccolo locale dal quale era fuggita qualche minuto prima.

I suoi compagni del liceo avevano voluto festeggiare la fine della scuola tutti insieme; Chihiro non si era chiesta perché l'avessero invitata, lei non aveva amici. Con quei ragazzi aveva passato le giornate di scuola certo, aveva perfino riso con loro all'imitazione goffa di alcuni professori, ma nulla di più. Non si era mai unita alle loro serate, forse solo qualche volta, trovando il tutto totalmente inadatto a lei.

All'inizio non era riuscita a comprendere perché quello le capitasse: non riusciva a stringere amicizia con nessuno, preferiva di gran lunga rimanere da sola.

Inadeguata per ogni genere di rapporto umano.

E perché mai? Sei una ragazza così forte e decisa!

Di solito la gente se lo chiedeva, perché Chihiro era sempre sola?

Tu hai già degli amici si diceva testardamente all'età di dodici anni, appena due anni dopo che la sua vita cambiò non hai bisogno di averne altri, questi non ti piacciono e poi solo se rimarrai da sola lui tornerà, non può certo riapparire se tu non sei da sola.

Aveva vissuto con quella convinzione per tanto tempo, si era accorta troppo tardi di quanto fosse stata stupida, di quanto fossero stati vani i suoi desideri.

La musica all'interno del locale si abbassò piano per poi ripartire, il volume al massimo; fu quello a far riscuotere Chihiro. Non voleva arrabbiarsi, non lì, non quella sera. Aveva tanto tempo a casa, voleva concedersi quelle poche ore, voleva sembrare una normale ragazza di diciotto anni.

Era l'unica che ci aveva rimesso in quegli anni, l'unica. Aveva accettato di uscire quella sera proprio per dare una dimostrazione a se stessa: era così stanca di aspettare, di rimanere sola.

Si sistemò i capelli stringendo la coda che si era fatta prima di uscire, poi cercando una sicurezza che in quel momento sembrava essere sparita, rientrò nel locale.

Individuò i suoi compagni di scuola: stavano ballando tutti quanti, lei però decise di tornare al tavolo che quella sera li aveva visti parlare e scherzare, ricordando gli anni passati.

Ma Chihiro non si era presa il disturbo di integrarsi nella conversazione, sembrava quasi che non trovasse le parole per spiegare i suoi pensieri.

Una volta seduta riprese il suo bicchiere vuoto nel quale il ghiaccio continuava a sciogliersi, si mise a fissarlo, quasi rapita dalle goccioline che si raggruppavano sul fondo.

Tutti i suoi buoni propositi per la serata stavano svanendo pian piano: come pensava di riuscire a creare un legame con quei ragazzi? Avevano condiviso quattro anni di scuola, eppure non c'era nulla, neanche la curiosità, che attirava Chihiro verso di loro.

Forse aveva ancora un brutto ricordo di cosa potesse comportare la curiosità: lei aveva quasi perso i suoi genitori. Ma, la stessa curiosità, le aveva anche fatto conoscere Kamaji, Senza Volto, Rin, Bō, Zeniba, poteva forse addirittura considerarsi fortunata ad aver incontrato Yubaba.

E Haku.

Stinse il bicchiere per poi poggiarlo sul tavolo, facendo traballare al suo interno il poco ghiaccio rimasto e si alzò in piedi frustrata.

Dannazione smettila! si disse, ma poi, prima di riuscire a formulare qualche altro pensiero, nel suo campo visivo apparve un ragazzo con corti capelli scuri e un'espressione raggiante.

«Ciao!» disse con un sorriso.

«Ciao» rispose Chihiro automaticamente.

Perché parli con uno sconosciuto? le chiese una vocina nella sua testa, che però lei non ascoltò intravedendo un'opportunità: conoscere gente nuova era tutto quello che voleva, ritornare al mondo reale. Smettere di essere rilegata in quella sua piccola bolla di ricordi e malinconia che la portavano, inevitabilmente, ogni volta, verso le Terme degli Spiriti.

«Come ti chiami?» continuò il ragazzo infilandosi le mani in tasca.

«Chihiro» rispose lei.

«Come mai sei qui da sola, Chihiro? E' una bella festa dovresti ballare e divertirti» riprese lui ammiccando.

Chihiro indicò con la testa i suoi compagni di classe «I miei...- si bloccò per un secondo -amici hanno cominciato a ballare senza aspettarmi»

Lui annuì poi tirò fuori una delle mani che aveva in tasca «Allora potrei invitarti io a ballare, sempre che tu voglia»

Ritornare alla realtà.

Era quello il suo unico obbiettivo, era la seconda cosa che desiderava di più al mondo. Ironico come invece la prima fosse qualcosa che la legasse ancora di più a quella strana costruzione nel bosco, alla magia che permeava quel mondo, a quella ferrovia che attraversava il mare.

«Certo» rispose Chihiro prendendogli al mano e seguendolo, impedendo al suo cervello di pensare e passando il successivo quarto d'ora a ballare e parlare con un perfetto sconosciuto, di cui non sapeva neanche il nome.

Ma quella doveva essere la sua vita: uscire la sera con gli amici, ridere, scherzare, concedersi un ballo con un ragazzo.

Non era affatto rimanere a casa ad aspettare qualcosa che non sarebbe arrivato, immergendosi in ricordi lontani e, talvolta, troppo dolorosi; ricordando come, nonostante tutto, quell'esperienza l'avesse cambiata nel profondo.

Ora era intraprendente, era forte: era riuscita a costruire un rapporto profondo con i suoi genitori, a scuola era riuscita in tutto ciò che si era prefissata, l'anno dopo sarebbe andata nell'università da lei scelta, aveva imparato a cavarsela da sola in situazioni difficili; nonostante questo era rimasta sola.

E nulla, neanche la sua nuova volontà di riuscire, di mettercela tutta, aveva cambiato quella realtà.

Ma non si era arresa subito. Lei aveva spettato come le era stato detto di fare, tornata dal mondo magico governato da Yubaba, aveva aspettato e aveva ricordato per non dimenticare.

Ma dopo due anni non era più riuscita a resistere: era tornata in quella strada sterrata, imboccata dall'auto di suo padre per sbaglio, l'aveva percorsa tutta, ma non era giunta da nessuna parte. Aveva cercato per mesi l'entrata in quell'antica costruzione, ma invano.

Allora era arrivata l'incertezza e un senso di vuoto profondo: era successo davvero? Aveva davvero visto i suoi genitori trasformarsi in maiali? Aveva davvero lavorato nelle Terme con Rin? Aveva davvero volato con Haku sopra quel mare infinito?

Si, era successo davvero, perché aveva ancora con sé quell'elastico tessuto dai suoi amici a casa di Zeniba, in una notte scura, mentre lei cercava di riportare alla mente ricordi preziosi.

Quell'elastico era vero, era la testimonianza che non si era immaginata tutto, non poteva essersi immaginata tutto.

Stava ancora ballando con quel ragazzo, parlando di qualcosa che non richiedeva del tutto la sua attenzione quando, facendo una giravolta, andò a scontrarsi con una ragazza.

Chihiro chiese subito scusa e così fece l'altra, quando però si voltò di nuovo verso il ragazzo con cui ormai stava ballando da un po' sentì che i capelli le ricadevano sulle spalle.

Si portò istintivamente le mani alla nuca: la sua coda non c'era più.

Un momento... pensò, poi spostando lo sguardo a terra lo vide.

Si abbassò quasi a rallentatore prendendo l'elastico rotto tra le mani.

No... quello era il suo unico ricordo di quella avventura, l'unico ricordo dei suoi amici, di Haku. Perché si era rotto? Perché in quel momento? Lei aveva aspettato, ma nessuno era venuta a prenderla, Haku non aveva mantenuto la sua promessa. E lei doveva andare avanti, non poteva continuare a vivere quel miraggio che le lasciava addosso solo una smisurata tristezza.

«Tutto bene?» le chiese il ragazzo.

No, non andava per niente bene. Chihiro era andata avanti in quegli anni, aveva ottenuto vittorie, ma non aveva avuto nessuno accanto con cui condividerne la felicità. Solo perché una parte di lei era rimasta in quel posto magico, in quel posto non adatto agli umani, che lei desiderava ardentemente rivedere.

Dov'è il mio posto, qui nel mondo reale o nei miei ricordi?

«Scusa- disse Chihiro -ma io devo andare»

Senza un'altra spiegazione, superò il ragazzo ed uscì dal locale; l'aria fresca sembro ridestare i suoi sensi. In otto anni quell'elastico era sempre stato accanto a lei, era la dimostrazione che non era impazzita; certo si era un po' deteriorato, ma ora era rotto.

Significava forse che tutto quel tempo ad aspettare era stato inutile?

Strinse il sottile filo tra le mani: questo lo sapeva già, aveva perso la sua adolescenza aspettando che una promessa fosse mantenuta. Non aveva legato con nessuno, era sola e così sarebbe rimasta. Aveva fatto tutto quello per Haku, lui le aveva assicurato che si sarebbero rivisti, ma non era mai tornato.

Era colpa sua e lei era rimasta così ossessivamente attaccata al suo ricordo, alla sua promessa.

Chihiro sentì gli occhi pizzicarle, la rabbia verso se stessa e verso Haku stava pian piano venendo a galla: era stato tutto vano, quegli otto anni non erano serviti a nulla.

Incominciò a camminare, la meta ben prefissata nella mente: doveva dimostrare a se stessa di non essere completamente pazza, anche a costo di avere la vera prova di aver sprecato tutti quegli anni.

Arrivò al limitare del bosco e della strada sterrata in dieci minuti, neanche pensava quanto fosse pericoloso girovagare da sola di notte, ma senza esitare un attimo si immerse tra gli alberi.

Doveva trovare quell'ingresso, doveva sapere; l'elastico rotto attorcigliato tra le dita sembrava averle dato quella scossa che le serviva per mettere la parola fine su tutta la storia. Non sapeva in realtà se quella fosse una vera fine, o magari un nuovo inizio, ma non poteva continuare a sopravvivere in quel limbo di incertezze.

Perché era rimasta legata così avidamente a quei ricordi? Perché Haku non era mai tornato? Perché sentiva come se la sua anima fosse contesa da due parti contrastanti ed opposte?

Da un lato cercavano di riportarla indietro nel locale, dai suoi compagni di classe, verso una vita più facile che prevedeva che lei dimenticasse ogni cosa. Mentre dall'altra la facevano avanzare nel bosco buio e freddo, verso le risposte che tanto bramava, verso quegli amici che l'avevano cambiata profondamente, ma che nonostante tutto, non l'avevano preparata al ritorno alla sua vera casa.

Si fece largo tra i rami bassi, scostandoli con una mano; voleva sapere e, nel profondo del suo cuore, voleva rivedere Haku, per sbattergli in faccia la verità, che in tutti quegli anni lei si era allontanata dalle altre persone solo per aspettare lui, ma anche per riabbracciarlo.

Ormai però stava avanzando alla cieca: sotto i suoi piedi c'erano ancora le tracce di qualche terreno battuto molto vecchio, mentre gli alberi si facevano più intricati sentì un gufo in lontananza. Con ogni probabilità si era persa.

Avanzò ancora finché non arrivò in un sentiero più ampio, un sentiero abbastanza largo per far passare un'auto e, in quel momento, illuminato da qualche lucciola, che impaurita era volata via al suo arrivo.

Chihiro trattenne il fiato quando davanti ai suoi occhi, rischiarata debolmente dalla luna, capì che era apparsa all'improvviso quella strana costruzione che aveva popolato i suoi sogni per troppo tempo. Rimase immobile lì davanti: ci era tornata tante volte, perché aveva ritrovato la strada solo ora?

Tutta la sua rabbia sembrò passare in secondo piano, quando un vento impetuoso sembrò quasi spingerla verso l'ampia entrata oscura, fu sostituita da un'inquietudine che aveva già incontrato, ma che non rivedeva da anni.

Non doveva avere paura, era finalmente riuscita a tornare, finalmente avrebbe avuto le sue risposte, finalmente i suoi ricordi non sarebbero più stati solo ricordi.

Fece qualche passo avanti spiando verso la galleria: sembrava esserci una luce rilassante alla sua fine. Chihiro prese un bel respiro poi cominciò a percorrere il tunnel con passo deciso.

Era una scena già vista, ma era lei ad essere completamente cambiata, doveva solo capire quale fosse il vero fine del suo cambiamento, se la sua avventura aveva avuto davvero senso.

Perché Chihiro non riusciva a credere che tutto quello fosse accaduto per caso, e non riusciva a credere che quella fosse la fine. Le era stato promesso troppo, dato tanto, ma anche tolto.

Camminò per un tempo che le sembrò infinito poi la luce aumentò finché non arrivò in quella grande sala, che le faceva venire in mente tanto una stazione. Si guardò intorno: si ricordava qualche vago dettagli di quella strana stanza, ma fu subito qualcosa di sbagliato ad attirare la sua attenzione.

L'ampio portone che dava sul prato, il vero accesso delle Terme degli Spiriti, era sbarrato da grandi massi, sembravano quasi il risultato di una qualche frana, come se quell'ingresso fosse stato costruito sulla parete instabile di una montagna.

Chihiro si avvicinò piano, strisciando i piedi e protendendo una mano, questa arrivò a sfiorare i massi freddi. Si sentì schiacciare, come se tutte quelle pietre la ricoprissero, impedendole di respirare; scivolò a terra.

Quindi tutto finiva lì? Una strada sbarrata, era quella la risposta?

«No» sussurrò piano.

Otto anni passati ad aspettare a perdere il contatto con la realtà, sperando di poter tornare in quel mondo fantastico. Otto anni in cui Chihiro aveva perso la sua adolescenza e aveva perso anche se stessa. Erano passati otto anni ed Haku non era tornato.

«Perché?- sussurrò piano -perché non sei tornato Haku?»

Era sicura che non avrebbe ricevuto nessuna risposta.

«Dannazione, non può essere stato un muro a fermarti- continuò Chihiro -me l'avevi promesso e io ti ho creduto, ora so quanto ho sbagliato»

Chiuse gli occhi cercando di cancellare dalla mente tutti i ricordi legati a lui. Si era lasciata influenzare, aveva creduto per troppo tempo alle parole del ragazzo, e ora gli dava la colpa della sua solitudine.

«Sono rimasta da sola per aspettarti, non ho avuto più amici, il mondo reale non mi apparteneva più- riprese piano -è colpa tua!»

Gli occhi pizzicavano con insistenza, cominciò a piangere quando li riaprì, sperando di non vedere più i massi davanti a lei. Ma quelli erano rimasti, della figura del ragazzo che Chihiro aveva sognato anche per troppe notti, nemmeno l'ombra.

Le luci soffuse sembrarono tremare, poi si affievolirono piano, tra gli spiragli nelle rocce passava aria che profumava di umidità e fumo.

Il treno pensò Chihiro e i locali...

«E' tutto vero allora- disse -è tutto vero...»

Se si fosse convinta di quello allora Haku si era davvero dimenticato di lei, non aveva più voluto vederla, e quindi non era andato a cercarla, non mantenendo la sua promessa.

Al contrario invece, forse si stava immaginando tutto, così come quel viaggio era tutto frutto della sua fantasia, poteva allora considerarsi completamente pazza.

Quale delle due alternative scegliere? Qual era la meno dolorosa?

«Ti prego Haku, ho bisogno di te- sussurrò piano Chihiro singhiozzando -ho bisogno di te adesso...»

Continuò a piangere appoggiata a quei massi, mentre la luce soffusa illuminava la strana stazione, mentre gli odori forti dei locali per gli Spiriti permeavano l'aria. Piangeva inzuppando quel che rimaneva dell'elastico filato dai suoi amici, aggrappandosi disperatamente ai ricordi di Haku.

 

 

§ § §

 

 

Era una serata come le altre, era iniziata con il solito scalpore destato dai ristoranti che si illuminavano e cominciavano a cucinare i più diversi cibi, e culminata con gli ultimi arrivi, via acqua o via rotaia, degli Spiriti.

Era la scena che si ripeteva ogni notte, era diventata abituale, forse noiosa, almeno per Haku.

Il ragazzo fissava il via vai sul grande ponte che conduceva all'entrata delle Terme: affollato, caotico e colorato, uguale, sera dopo sera.

Alzando lo sguardo si soffermò a fissare l'orizzonte lontano, dove le rotaie della ferrovia sparivano dirette agli angoli più remoti di quel mondo. Angoli che lui aveva visitato spesso, non per suo volere, solo per il dovere.

Quel dovere che, nonostante la consapevolezza di aver riacquistato la conoscenza del suo nome, lo legava ancora a Yubaba e a quel mondo.

Forse anche uno strano senso di appartenenza: aveva passato tanto tempo lì, forse non per sua volontà, ma sentiva che quel posto ora era la sua casa. Non come lo era stata il letto del suo fiume, ma era meglio di niente.

Alla fine il giovane lavorava ancora per la vecchia maga, quindi anche se avesse voluto non sarebbe potuto andare da nessuna parte; a legarlo a Yubaba non era più il vincolo del suo nome, ma non poteva lasciare quel mondo.

Il vento era piacevolmente caldo quella notte, Haku aveva svolto tutti i suoi compiti quindi decise di allontanarsi dalle Terme e dai suoi schiamazzi pieni di colori e odori diversi.

Percorse le scale della torre arrivando sul ponte, che attraversò velocemente. Quando si fu lasciato alla spalle anche i ristoranti decise di voltarsi: le Terme brillavano e fumavano nella notte rischiarata da uno spicchio di luna.

La sua casa, che considerava tale forse solo per convenienza, cominciava ad asfissiarlo. Perché se prima faceva tutto ciò che gli veniva ordinato, senza mai lamentarsi, ora non ci riusciva più. Immaginava che riaver avuto il suo nome avesse contribuito, ma non si trattava solo di quello.

Girandosi distinse alla base della collina la vecchia stazione del treno e la sua entrata principale sbarrata da enormi massi.

E' meglio così si diceva se quelle pietre non bloccassero il passaggio te ne saresti già andato da tempo.

Era stata la stessa Yubaba a metterli, combinandoli con una delle sue magie: non voleva più nessun umano nel suo regno, e se niente poteva entrare, allora niente poteva uscire.

Haku era sicuro che qualche modo per scavalcare quell'ostacolo ci fosse, la sua magia poteva contrastare quella di Yubaba forse, ma dopo?

C'è ancora una promessa che devi mantenere.

I pugni del ragazzo di strinsero forte, mentre scendeva verso l'antica costruzione. Arrivato davanti a quello che una volta era l'ingresso si sedette per terra, fissando i massi.

Mi dispiace Chihiro, ma è meglio così pensò, lei aveva la sua vita nel mondo umano da vivere, e di quel mondo Haku non aveva mai fatto parte. Trascinarla di nuovo lì, ripresentarsi da lei era sbagliato, com'era stato sbagliato far si che lei mantenesse i ricordi di quell'avventura di otto anni prima. Avrebbe dovuto dimenticare tutto, ma così non era stato, Haku aveva pensato che se lei avesse conservato quei ricordi sarebbe stato come se lui le fosse ancora accanto.

Dopo si era reso conto che forse era stato solo egoista, Chihiro avrebbe solo mantenuto il ricordo della sua promessa infranta, ma ormai era tardi per cambiare le cose.

Mi dispiace.

Haku chiuse gli occhi ritornando ad otto anni prima, a quanto sarebbe stato egoista se avesse avuto il coraggio di non farla andare via, di farla rimanere lì con lui. Ma era sbagliato, lo sapeva troppo bene.

Ora tutto quello che gli rimaneva erano quei ricordi che avrebbe conservato per sempre, forse pieni d'amarezza e rimpianto, ma che lo avrebbero accompagnato, forse così gli sarebbe sembrato di avere ancora Chihiro accanto.







 

La storia ha partecipato al contest "Le situazioni di X e Y" indetto da Marge86 sul forum di efp.










Angolo Autrice

Salve bella gente, rieccomi con una os, scritta appositamente per un Contest.
Ci sarebbe da chiedersi come mai, con due long in corso che non aggiorno da secoli, io abbia il tempo di mettermi a scrivere altre storie... probabilmente gli ultimi mesi di scuola mi hanno fuso completamente il cervello, ma se qualcuno dei presenti seguisse le mie long, non disperate, tornerò al più presto ^^
Ok, sto divagando!
Allora l'idea per questa storia è nata un po' per caso, forse anche per il mio immenso amore per il grande il regista Myiazaki e per le meraviglie che la sua mente riesce a creare. Ho visto quasi tutti i suoi film e molti altri dello Studio Ghibli, ma di sicuro La città incantata è quello che mi ha rapito di più il cuore; insomma non so se mi piace di più lo Spirito del Ravanello, i nerini/spiriti della Fuliggine o Haku... beh probabilmente Haku *--*
La finisco qui u.u grazie a chi è arrivato fin qui a leggere e un grazie ancora più grande a chi mi farà sapere cosa ne pensa di queste poche pagine :3
Alla prossima ^__^

   
 
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