Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: M e g a m i    26/07/2013    2 recensioni
Esiste una leggenda, vecchia come il mondo,
Tramandata nei secoli tra le creature del Paradiso e quelle dell’Immondo.
Essa stabilisce che se un Servo dell’Inferno
Riuscisse a rubare il cuore di un Figlio del Padreterno,
Gli sarebbe data la possibilità di reincarnarsi
E verso un’altra vita incamminarsi.
Analogamente accadrebbe a uno Spirito Celeste che riuscisse nell’intento
Di donare a un Demonio Maligno un animo nobile e attento.
Ma tale leggenda è rimasta leggenda
Perché chiunque ha tentato è andato incontro a una fine orrenda.
Morte e rovina la speranza di un nuovo principio ha portato
Senza che nessuno della leggenda capisse il vero significato.
Angeli e Demoni continuarono così il loro diverso cammino
Finché dei due Eletti non si compì il destino.
Questa è la storia di una leggenda che leggenda smise di essere
A causa o per merito dell’amore che cominciò a crescere.
A voi la scelta, a voi il giudizio,
Questo della storia è l’inizio...
Genere: Dark, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Tematiche delicate
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NDA: Altro breve capitolo in cui l’obiettivo principale è presentare meglio Reien, e spiegare in che modo agiscono i Diavoli Tentatori. Se alcuni punti non vi paiono chiari, chiedete pure. Ma vedrete che col procedere della storia e col ripetersi di situazioni del genere, sia coinvolgenti Diavoli che Angeli, il tutto vi sarà più chiaro.
 
 
 
 

 
 

Capitolo 2
Il vaso di Pandora

 
 
 
 
 
 

   Reien sbadigliò stirandosi le braccia sopra la testa, e poggiò tranquillamente i piedi sopra la cattedra.
   L’aula in cui si era intrufolato era in realtà un piccolo auditorium, in cui un nutrito gruppo di studenti si era riunito per fare lezione di recitazione. In realtà tutto quello che stavano facendo al momento era stare in piedi, disposti a cerchio, e pronunciare una serie di suoni senza senso. A quanto pareva, stavano facendo degli esercizi per “scaldarsi la voce”.
   Ovviamente, nessuno di quegli stupidi adolescenti in piena fase ormonale aveva notato la sua presenza, così come il professore di recitazione, che vagava come un’anima in pena per la sala. Divertito, osservò come l’idea di sedersi non lo sfiorò minimamente, nonostante l’evidente dolore alla schiena che continuava a massaggiarsi. Reien si sistemò più comodamente sulla sedia, intrecciando le dita dietro la testa. Era fantastico essere un Diavolo.
   Si guardò intorno. Semplicemente posando i suoi occhi rossi sul viso degli studenti, poteva percepire chiaramente i sentimenti che aleggiavano nell’aria. Invidia, attrazione, simpatia, irritazione. Per alcuni era una bella giornata, per altri pessima. Li studiò attentamente. Chi sarebbe stato il suo prossimo obiettivo?
   Il professore batté le mani, annunciando cinque minuti di pausa. Reien colse la palla al balzo, e scattò in piedi.
   « Ciao. »
   Con fare casuale, si era avvicinato a una ragazza di origine asiatica trattenutasi in disparte quando tutti gli altri studenti si erano riuniti in gruppetti per chiacchierare. Teneva lo sguardo basso, perso nel vuoto, e l’aria particolarmente stanca. Una preda facile, insomma. Le sorrise con fare amichevole.
   La ragazza parve stupita, come se si fosse accorta solo in quel momento della sua presenza nella sala, cosa che per altro era vera. Poi la sua espressione si ammorbidì, probabilmente nel notare qualcosa nell’aspetto del Diavolo che corrispondeva ai suoi gusti. Bingo, pensò Reien.
   « Ciao. », lei rispose al suo sorriso, sistemandosi i capelli corti dietro un orecchio.
   « Delia, giusto? », il Diavolo le si avvicinò. Oltre alla spiccata empatia, come ogni Tentatore, Reien era dotato della capacità di carpire il nome di chiunque senza bisogno di chiederlo. La cosa migliore era che nessun umano sembrava trovarlo strano, anzi. Gli occhi di Delia brillarono di apprezzamento.
   « Credo di non aver mai partecipato a una lezione più noiosa. », Reien aggiunse. « Mezz’ora per scaldare la voce, ma siamo seri? Io sono venuto qui per recitare, non per starnazzare come un’oca. », si lamentò, scherzando con lei. Giocare con l’ingenuità umana era uno dei suoi passatempi preferiti, secondo solo allo scatenare risse tirando un pugno che non sarebbe mai stato collegato a lui, bensì a qualcun altro che le avrebbe prese.
   La ragazza rise.
   « Stavo pensando esattamente la stessa cosa. Cos’è, mi hai letto nel pensiero? »
   « No, sono semplicemente piuttosto bravo a capire le persone. » Le si avvicinò. « Infatti mi pare di aver capito che abbiamo un caso di fidanzato geloso ad ore dodici. »
   « Ex fidanzato geloso, per favore. »
   « Mi fa piacere sentirlo. », lui ammiccò.
   La ragazza si morse le labbra con fare esaltato.
   « E a me fa piacere che ti faccia piacere. »
   È fatta, pensò Reien con una punta di soddisfazione. Si chinò su di lei.
   « Lascia che ti aiuti. », le sussurrò a un orecchio con voce suadente.
   Sugli occhi di Delia passò un velo di confusione.
   « Come? »
   « Tutto quello che devi fare è liberarti del dolore che senti. So che stai cercando di trattenerlo, però così finisci solo per farti del male. » Le sfiorò una ciocca di capelli. « E invece quello che si meriterebbe di soffrire veramente, se ne sta lì a tenerti d’occhio come se fossi di sua proprietà e a dire chissà cosa su di te ai suoi amici. »
   Delia fissò per diversi secondi quello che era stato il suo fidanzato. Poi tornò a guardare Reien, totalmente rapita. Aveva gli occhi lucidi.
   « Come posso fare per smettere di stare così male? »
   « Sai già cosa fare. Desideri farlo fin da quando l’hai beccato con quella stronza. »
   Lei parve esitare.
   « Ma ora stiamo facendo lezione. Potrei finire nei guai se─... »
   « Guardalo. », Reien si scostò di lato, passandole un braccio attorno alle spalle. «Ti sta mangiando con gli occhi, come se fossi solo un oggetto che ha messo da parte ma che si sente in diritto di riprendere quando vuole. Per lui sei solo un giocattolo. Lui non ti rispetta. »
   Le lacrime presero a scorrere sulle guance della ragazza.
   « Non mi ha mai rispettata, neanche quando mi aveva. E ora che mi ha persa osa guardarmi in quel modo?! »
   Le labbra di Delia tremarono di rabbia e frustrazione represse da chissà quanto tempo, mentre si scostava bruscamente e si incamminava a passo deciso verso l’altro lato dell’aula. Il Diavolo si ritirò nell’ombra, incrociando le braccia, compiaciuto. Quello che si era limitato a fare era semplicemente stato togliere il coperchio che frenava le emozioni di Delia. E quello che uscì dal vaso di Pandora invase il mondo, oscurando il sole.
   Lo schiaffo risuonò per tutto l’auditorium, in cui calò un silenzio di tomba. Solo la voce acuta e stridula di Delia si udiva, mentre spingeva il suo ex a terra e lo ricopriva di insulti. Se degli studenti non fossero intervenuti e l’avessero fermata prima, Reien aveva il presentimento che la ragazza avrebbe iniziato a prenderlo a calci fino a fargli vomitare le budella. Guastafeste, pensò il Diavolo con una smorfia seccata.
   Ma il suo lavoro ormai era fatto, la sua cattiva azione mattiniera era compiuta, e lui si sentiva più soddisfatto che mai. Delia probabilmente sarebbe stata sospesa, e una sospensione a inizio anno non era esattamente un fiore all’occhiello del proprio curriculum scolastico. Ma la cosa migliore era che non si sarebbe mai ricordata di aver parlato con lui.
   Reien sorrise tra sé e sé, mentre usciva dall’aula. Gli umani erano incredibilmente facili da manipolare.

  
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