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Autore: Nocturnia    28/07/2013    6 recensioni
Lo amavi perché era come te: era parte di te.
Lo amavi e non potevi pentirtene, perché è troppo raro un sentimento autentico tra due reietti come voi, un fiore nato dal fango e cresciuto tra le miserie di Gotham.
Lo amavi, ma, in questo preciso momento, l'avresti preso a calci nel suo regale deretano.
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Batman aka Bruce Wayne, Catwoman aka Selina Kyle
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Di gatte testarde e topi volanti'
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Disclaimer: Bruce Wayne, Selina Kyle e tutti gli altri personaggi appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.


"L'amore dispone di due palcoscenici su cui si recita il grande duetto, e sono entrambi infiniti: il letto e il mondo."

- Sándor Márai -


Guerra di lenzuola


Ci sono cose che impari solo con il tempo.
Il gusto d'una caramella preferita, oppure il libro che più ti ha coinvolto.
Alcune ti vengono raccontate, tra una nevicata improvvisa e una tazza di caffè caldo, altre ti scivolano sotto la pelle, entrando a far parte del tuo vivere quotidiano.
A Bruce piaceva la cioccolata bianca e detestava quella fondente, mentre non rinunciava mai a ingoiare porzioni bibliche di torrone, un episodio a cui avevi potuto assistere durante il vostro primo Natale assieme.
Si alzava sempre dopo di te e ripeteva sessioni estenuanti di flessioni, fissandosi allo specchio e contando - ricordando - le cicatrici che lo percorrevano come una mappa.
Aveva tanti difetti Bruce Wayne, in primis un carattere asimmetrico e durissimo, linee aspre e spigolose che ferivano più che lenire.
Ti abbandonavi tra le sue braccia e stillavi sangue, raccolto poi in punta di lingua dai suoi baci esigenti.
Facevi l'amore con un uomo di bruma e notte, ma ti lasciavi bruciare da tutto quel ghiaccio, da quella pietra insondabile che erano i suoi occhi, perché eri nata predatore ancor prima che donna e non rinunciavi ad elargire qualche graffio ben assestato.
La verità, Selina?
Lo amavi perché era come te: era parte di te.
Lo amavi e non potevi pentirtene, perché è troppo raro un sentimento autentico tra due reietti come voi, un fiore nato dal fango e cresciuto tra le miserie di Gotham.
Lo amavi, ma, in questo preciso momento, l'avresti preso a calci nel suo regale deretano.

"Bruce?"
Nessuna risposta.
Amleto si rotola inquieto sul fondo del letto, emettendo uno sbuffo che pare più un rutto.
Sospiri.
"Bruce?"
Niente.
Alzi gli occhi al cielo, poggiando i piedi nudi sul pavimento e fissandolo con astio.
Afferri il bordo della coperta in cui il-tuo-adorabile-pipistrello si è completamente arrotolato, lasciando a malapena un triangolo di stoffa per il felino domestico e nulla - nulla! - per te.
Dai un primo strattone, sentendo Amleto grugnire contrariato.
Inamovibile.
Espiri in silenzio, dando un secondo strattone.
Nulla.
Artigli il bordo del lenzuolo con tutte le tue forze, piantando i talloni al suolo e tirando.
È troppo tardi quando vedi - percepisci - le dita di Bruce mollare il tutto con uno scatto improvviso, lasciandoti cadere sull'impiantito.
Amleto si sveglia di soprassalto, scrollandosi e rivolgendoti uno sguardo di puro compatimento.
Ti scosti una ciocca di capelli dalla fronte, ignorando il gatto e masticando una bestemmia a mezza bocca.
Gli occhi di Bruce sono uno scintillio ilare tra le ombre della stanza, una mano tesa e un sorriso ancora un po' assonnato.
"Ma quanto sei divertente, Bruce, davvero."
Wayne ridacchia, evitando lo schiaffo risentito con cui stavi per colpirgli il viso.
"Vieni a letto, Selina." ti mormora, alzando le coperte e invitandoti a raggiungerlo.
Amleto è più furbo di te o forse semplicemente meno orgoglioso, perché accetta la proposta di Bruce molto - troppo - rapidamente perché tu possa anche solo dire 'ah'.
Per alcuni istanti vi squadrate interdetti, tu e la palla di grasso felina, poi quel piccolo ruffiano comincia a fare le fusa e occupa il tuo cuscino.
"Selina..." tenta di replicare Bruce conciliante.
"Oh, al diavolo." borbotti irritata, sottraendo il guanciale ad Amleto e dirigendoti verso il salone "Vado a dormire sul divano. Con tutto quello che è costato, sarà comodo uguale."
Amleto miagola soddisfatto, Bruce invece emette un gemito frustrato: si preannuncia una lunga notte.

Quanto è stupido questo film? ti ritrovi a pensare, mentre un idiota in calzamaglia verde e nera sfreccia attraverso il cielo con un ridicolo anello al dito.
"Lanterne... che razza di nome." berci con la bocca piena di gelato "Abbiamo già il nostro pazzoide vestito come un pipistrello."
"Oh, grazie del pensiero, Selina." Bruce ti sorprende alle spalle, rubandoti la vaschetta e fregandoti pure i biscotti. "Non dovevi."
"Ehi!"
Si siede al tuo fianco, studiando lo schermo del televisore.
"Come si chiama?"
"Green Lantern."
"Di cosa parla?"
Scrolli le spalle con fare noncurante.
"Di un cretino che può creare tutto quello che pensa con un anello datogli dal corpo intergalattico della Lanterne, uno squadrone a difesa dei mondi."
Bruce quasi si affoga con un blocco di pistacchio e tu non puoi fare a meno di goderci un pochino: solo quel tanto che basta per squittire come un criceto a cui hanno appena dato doppia razione di granaglie.
"E poi ero io quello da far ricoverare, eh?"
Annuisci convinta, raggomitolandoti contro il bracciolo del divano e stringendoti la camicia sotto al seno.
Per un po' cala un silenzio rassicurante, ovattato e intimo, interrotto solo dal brusio di sottofondo della televisione.
Bruce continua a mangiare il tuo gelato, alzando, di tanto in tanto, un sopracciglio come segno di profondo sdegno per le inesattezze del film.
Gli tiri una pedata sulle costole, attirando la sua attenzione.
Ti rivolge un'occhiata in tralice, poggiando il contenitore e stirando le labbra in una piega gentile.
"Mi dispiace."
Assottigli gli occhi, lasciando trasparire solo uno spiraglio di giada purissima.
Si avvicina, intrecciando le sue dita tra i tuoi capelli, carezzandoti poi la nuca e sdraiandosi al tuo fianco.
"Smettila di fregarmi le coperte." sibili nel suo orecchio, socchiudendo le palpebre e sentendo le maglie del sonno costringerti alla resa. "Smettila."
Bruce ridacchia, allacciandoti una mano alla vita.
"Non sono io il ladro di casa, da quel che mi ricordo."
"No, ma sei uno scroccone terribile."
"Disse la gatta al pipistrello." replica sardonico, circondandoti la coscia con la gamba libera.
Fai per rispondergli piccata, ma sono le sue labbra a coprire ogni altra reazione, soffocando una risata: l'ennesima da quando Firenze ha scacciato le ombre di Gotham.
Sorridi, addormentandoti avvolta solo dal calore della sua pelle.
Sorridi e pensi che, in fondo, il letto può anche tenerselo tutto Amleto: tu hai già un pipistrello bellissimo e feroce tra le braccia.
Un pipistrello che era sopravvissuto all'inverno. 
   
 
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