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Autore: _Crazy Sisters_    02/08/2013    6 recensioni
[Dal prologo]
Ci sono storie che premono di essere raccontate. Personaggi con la bocca piena di parole da ascoltare. Vite che entrano in collisione tra loro, come meteoriti che si scontrano contro i pianeti.
Hogwarts è scenario di storie, perché niente finisce. È vero, Voldemort è stato sconfitto, il bene ha trionfato…ma è davvero così?
Sono passati dieci anni da quel giorno in cui tutto è finito e un nuovo anno ad Hogwarts sta per cominciare.
Voi sarete i personaggi, noi semplicemente scriveremo quello che voi premete di raccontare.
Quando l’oscurità si fa tenebra, bisogna restare uniti, combattere l’uno affianco all’altro. Ma gli inganni, gli intrighi e anche gli amori creeranno la squarciatura giusta per far subentrare il male. E quando il panico viene seminato, come restare uniti se non ci si fida più di chi si ha accanto?
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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Note iniziali (?) : le foto dei personaggi sono in fondo, dopo le note finali ahaha

 

 

Capitolo 4 ‒ Bugie e scommesse

 

 

Le lezioni ad Hogwarts sono cominciate da più di due mesi e nessun professore è più magnanimo con gli studenti, visto che ormai le vacanze estive rappresentano solo un ricordo sbiadito e l’autunno ha già sfondato le porte di ingresso.

Fa freddo quella mattina di metà Novembre,  Tom cammina per i corridoi pieni di ragazzi con le mani in tasca e la tracolla troppo lunga che sbatte continuamente contro le sue gambe ad ogni passo.

È distratto, pensa a tutto e pensa a niente. Stamattina neanche ha fatto colazione, non ha fame e se continua così finirà per cadere giù dalla scopa durante gli allenamenti di Quidditch.

Sente dei passi veloci dietro di lui e un respiro affannato che lo costringono a voltarsi, sobbalzando per lo spavento quando si ritrova Pat a qualche centimetro dal viso. «Non pensavo di essere così brutta da far paura» scherza la ragazza, allontanandosi subito e affiancandosi a Tom che ride, grattandosi la barba di qualche giorno sul mento. «Mi hai colto di sorpresa» cerca di scusarsi lui, senza impegnarsi troppo a trattenere le risate per la scena di poco prima. «Ti ho chiamato quattro volte, più che altro ho urlato il tuo nome e tu non ti voltavi» dice Pat alzando le spalle a mo’ di scuse e poi abbassando lo sguardo in un gesto automatico quando un ragazzo le passa davanti.

Fruga nella sua borsa e tra i vari libri di scuola tira fuori una scatola.

«Biscotto?» chiede a Tom, mettendosene uno in bocca. Sono i suoi preferiti, quelli con le gocce di cioccolato. A colazione fa sempre la scorta e li nasconde in quella scatola di plastica. Tom annuisce e ne prende uno, non ha fame eppure mangia, forse solo perché glielo ha offerto lei con quel sorriso…

«Sono buoni» osserva il ragazzo, finendolo in due bocconi e allungando la mano per prendersene un altro senza permesso.

«Lo so» risponde semplicemente lei, allontanando la scatola non appena le sue dita sono sul punto di rubarsene uno.

Improvvisamente Tom guarda un punto indefinito dietro Pat che si volta, cercando di capire cosa avesse catturato l’attenzione del ragazzo. «Guarda! ‒ esclama il biondo, gli occhi azzurri che luccicano come un bambino ‒ quel ragazzo ha una Firebolt!» lo dice così ad alta voce e con così tanto entusiasmo da far voltare non solo Pat, ma anche alcuni studenti che gli camminano vicino.

«Dove? Io non l’ho ve…» la Grifondoro non fa in tempo a finire la frase che, voltandosi verso Tom, lo vede correre via con in bocca un biscotto e un altro tra le mani. Si da una botta in fronte «Stupida» si dice, mettendosi alla rincorsa del ragazzo. «Dove scappi?! Se ti prendo…!»

Si fanno largo a gomitate tra il mare di studenti e la loro corsa si trasforma in una risata continua, liberatoria. A Pat piace sentire Tom ridere, le mette gioia.

Si fermano davanti la porta dell’aula di Trasfigurazioni, lui ha frenato di botto e la ragazza gli si è schiantata contro. Prendono fiato e non appena Pat si riprende gli da uno schiaffo in testa. «Miei biscotti» fa con una voce da bambina piccola. E Tom ride ancora finché, una volta entrati, non le chiede. «Ti siedi vicino a me?»

«Lo avevo promesso a –non riesce a finire la frase che il ragazzo mette un broncio scherzoso, ma sembra realmente dispiaciuto –perché no? Però ci sediamo in fondo eh!» accetta infine Pat, lasciandosi cadere su una sedia tra gli ultimi banchi. Con Tom sono sempre stati amici, ma in quest’ultimo periodo hanno legato parecchio, soprattutto dopo la lezione di pozioni. Le piace questa nuova amicizia, Tom è un po’ come lei, è divertente stare con lui. Certo, con i Serpeverde diventa una testa calda e tutto questo odio nei loro confronti Pat non lo capisce, forse un giorno gli parlerà anche di questo. Non ora, non ha voglia di litigare.

«Tu l’hai fatta la ricerca sugli Animagus?» chiede Tom ingenuamente, cercando di non sorridere troppo. «Si e scommetto che tu non l’hai finita» risponde pacata lei, tirandola fuori. «Invece ti sbagli, volevo solo confrontare un passaggio…» comincia lui, facendole vedere cosa intendesse. Trasfigurazione è la sua materia preferita insieme a Difesa contro le Arti Oscure, non copierebbe mai un compito. Pat si ritrova a sorridere inconsciamente, subito aveva pensato male e invece…

Gli piacciono sia Trasfigurazione che i biscotti, sono due punti a suo favore.

 

«Ragazzi per favore, sedetevi» Alex Jane, la professoressa di Trasfigurazione, entra nell’aula con le mani piene di scartoffie e la borsa che si impiglia al mantello verde e argenteo tipico della sua Casa: Serpeverde.

Posa tutto sulla cattedra, prima di voltarsi verso i suoi studenti. Raccoglie i capelli boccolosi color carota in una coda veloce, lasciando qualche ciocca libera davanti.

«Fatta la ricerca?» chiede a tutti, facendo cenno con la mano di tirarla fuori. Proprio mentre sta cominciando a fare un giro tra i banchi, la porta si spalanca.

«Mi chiedevo quando saresti arrivato, signor White. Meno due punti alla Casa dei Corvonero, magari la prossima volta eviterai di fermarti a parlare con le tue ammiratrici nei corridoi e, se te lo stessi chiedendo, ti ho visto per caso, quindi stai pur tranquillo che non ti spio.» lo accoglie in quel modo la professoressa, odia i ritardatari, quando è il momento di studiare bisogna studiare, non perdere tempo o giocare.  «Se era un Grifondoro, minimo toglieva sei punti» scherza Tom, facendo ridere Pat, una risata sommessa per non essere ripresa.

Axel rimane sorpreso dalla reazione dell’insegnante e si guarda velocemente intorno per vedere se c’è qualche posto libero. Fa finta di non notare una ragazza spingere in mal modo la sua compagna per fargli spazio e arriva davanti al banco dove Nishe siede da sola. «Posso?» le chiede, quando già ha poggiato la sua tracolla sul piccolo spazio di banco rimasto. «Ti sei già seduto» risponde lei, intenta a intingere un pennello nell’inchiostro colorato. Solo in quel momento Axel si accorge delle chiazze sul banco che vanno a formare un fiore. Sorride, osservandola nel corso del tempo ha capito quanto ami disegnare, una volta era venuta a pranzo con le mani dipinte e sul naso una piccola striscia di inchiostro verde.

«Sei brava» si complimenta lui, tentando di aprire un discorso, ma forse lei ora è troppo occupata per badare a lui, forse neanche a voglia di parlare.

«Grazie» si limita a rispondere, ma ad Axel non sfugge quel sorriso soddisfatto che le riempie le labbra anche solo per qualche secondo.

 

«Chi ti ha detto di sederti vicino a me?» le chiede acida Lila, vedendo che Faye si è seduta accanto a lei e non ha alcuna intenzione di alzarsi. «Sono “contenta” quanto te, ma tutti i posti sono occupati» risponde a tono Faye, sistemandosi una ciocca dei capelli neri dietro l’orecchio. Lila si volta a guardarla per la prima volta da quando si è accorta di averla accanto e osserva curiosa la perfetta treccia in cui ha legato i capelli, una treccia di quelle che si portano di lato. Anche a lei piacerebbe potersene fare una, ma qualcuno potrebbe notare il suo orecchio malformato…

«Evidentemente nessuno vuole stare vicino a te» la stuzzica Lila, sorridendo. Faye nota in quel momento che sorride spesso, anche senza motivo. Sorride e sa che quel sorriso cela una miriade di cose che nessun uomo riuscirebbe mai ad immaginarle tutte e lei vorrebbe tanto scoprirle. Si morde la lingua dopo aver fatto quel pensiero e, lasciandosi inviperire dalle parole che Lila le ha riservato, le risponde fredda con il labbro inferiore che comincia a tremare per la rabbia «Anche tu eri da sola, a quanto pare la mia compagnia non è l’unica a non essere gradita» non guarda neanche la reazione di quelle parole sul volto di Lila, sa di aver vinto e questo le basta. Fruga nella sua borsa e tira fuori la ricerca, consegnandola alla professoressa che ci getta un’occhiata veloce, strappandole un sorriso soddisfatto che si ampia ancora di più leggendo le prime righe di quella di Lila.

«La prossima volta vedi di non arrivare all’ultimo minuto, così non rischi di sederti di nuovo accanto a me» l’avverte la piccoletta, toccandosi come sempre i capelli ricci ramati proprio davanti l’orecchio e Faye comincia ad avere il sospetto che nasconda qualcosa, il problema è cosa.

«Non ci sarà una prossima volta»

 

«Come mai così felice? Sempre se posso saperlo» fa Caroline a William, notando il suo sorriso. E lui non sorride spesso.

Il ragazzo dai capelli rossi viene riportato alla realtà dalla voce della sua amica che lo guarda curiosa.

William non è abituato a parlare dei suoi fatti personali ad altre persone, ma Caroline è diversa, lei è…Caroline.

«Mi ha scritto Kate stamattina» le rivela e solo in quel momento la ragazza bionda nota la lettera che tiene stretta tra le mani.

Non può che provare un pizzico di gelosia, Kate è l’unica in grado di farlo sorridere in quel modo. Neanche lei ci è mai riuscita e sono amici fin dal primo anno di scuola.

«Davvero? E che dice?» chiede, la curiosità mista alla gelosia che la divora dentro.

Tutti sanno che è una buona ascoltatrice, la persona perfetta con cui confidarsi.

William le rivolge uno sguardo timido, non sa se aprirsi o no. Se ci fosse stata un’altra persona al posto della bionda, non avrebbe esitato a rimanere in silenzio rileggendo quella lettera. Ma Caroline lo guarda in quel modo e come fa a non fidarsi?

«Niente di che, mi ha detto che ha provato a comporre un pezzo e che quando torno a Natale me lo vuole fare sentire, anche se crede che se….che se cantassi io sarebbe ancora più bello » William non può che non arrossire nel pronunciare l’ultima frase, nessuno sa che canta, tranne Kate e la sua famiglia.

«E questo tu lo definisci “niente di che”?» scherza Caroline per smorzare l’imbarazzo e la timidezza del rosso. «Davvero canti?» chiede, non riuscendo a frenare la sua lingua. Lo vede annuire, le orecchie che diventano rosse.

«Un giorno mi farai sentire» conclude così la conversazione Caroline, sapendo di essere andata fin troppo oltre, ma allo stesso tempo contenta che William si sia aperto con lei. Non capita spesso, anzi, quasi mai.

Le piace la loro amicizia, ora ancora di più.

È una di quelle amicizie che sicuramente non si trasformeranno in amore, anche perché William ha Kate, sicuramente stanno insieme, pensa Caroline e non sa se essere felice per lui o ancora più gelosa. Che poi perché sia gelosa resta un mistero, forse si sta legando tanto a lui e sapere che per William esiste solo Kate…ecco fa un po’ male.

 

«Ei ciao» Selene, in quel preciso momento, vorrebbe puntarsi una pistola in bocca e sparare, invece di rispondere. Perché Christian la perseguita? Non si sono mai parlati in questi anni, nonostante si vedessero ogni santissimo giorno, e da quando hanno fatto coppia per quella stupidissima pozione d’amore la saluta sempre, in ogni momento. Se non camminasse velocemente, sicuramente lui si fermerebbe a parlare di cose stupide.

Stupide come lui, d’altronde.

«Ciao» risponde, senza voltarsi. Christian è seduto esattamente dietro di lei, accanto a Peter, pare sia il fratello di Lila dalle voci che circolano…

«Fatta la ricerca?» le chiede, tentando di attaccare un discorso. Selene a quel punto è costretta a voltarsi e alzando le sopracciglia gli risponde «No, guarda, sono venuta a lezione senza aver svolto il compito e non mi sono neanche premurata di copiarlo» detto ciò si volta, chiudendo la loro breve conversazione neanche iniziata e già finita.

Peter trattiene una risata e sussurrando a voce così bassa che a stento Christian riesce a sentire, gli dice «Sarà difficile vincere la scommessa, è un tipetto duro questa Selene» ma Christian scuote la testa, sorridendogli «Ce la farò»

E non è solo per scommessa.

 

Mezz’ora prima:

 

Timothy si sta dirigendo a lezione, si passa una mano tra i capelli corvini mentre supera un gruppetto di Grifondoro intento a parlare e a lodare Christian per le sue conquiste. Li ha sempre odiati i tipi come lui, sempre amati solo perché belli e popolari.

«Allora, Chris, chi scegli tra le pollastre che ti vanno dietro?» scherza Peter, ridendo insieme a Tom.  «Mm… sai potrei averle tutte» ribatte Christian, sistemandosi con una mano i capelli mori in un gesto che tutte le ragazze trovano sensuale.

La verità è che Christian però si sta stancando di recitare sempre il solito copione, ignorare e allo stesso tempo corteggiare tutte le ragazze che gli vanno dietro, ma gli piace troppo stare al centro dell’attenzione per rinunciarvici. In questo modo si sente amato, loro sono la sua vera famiglia, non quei genitori che si ritrova…

«Tutte?»

Improvvisamente il gruppetto di Grifondoro si volta verso Timothy che lo guarda con sguardo indifferente. Alza le sopracciglia, ripete la sua domanda con un tono di sfida

«Tutte?»

Qualcuno ride, spingono Christian verso il Corvonero.

«Di sicuro più di te» ancora risate. Non lo sa neanche Timothy perché si è immischiato in una situazione che non lo riguardava minimamente, ma è voluto entrare nel gioco, quindi adesso gioca.

«Vuoi scommettere?» C’è una voce dentro Christian che dice di lasciare perdere, che non può mettere una ragazza come premio di una scommessa, ma poi ci sono i suoi amici che guardano la scena divertiti, che aspettano che questa scommessa si faccia.

E loro sono la sua famiglia, non può deluderli proprio come ha fatto con i suoi genitori quando è stato smistato tra i Grifondoro, quando non ha provato mai odio contro i Mezzosangue.

«Scommetto che Selene non uscirà mai con te»

Timothy è sicuro delle sue parole e non ci vuole un grande osservatore per capire che Selene la pensa al suo stesso modo riguardo ai tipi come Christian.

«Accetto» risponde fintamente divertito il Grifondoro, stringendo la mano a Timothy che si volta, dirigendosi verso la sua aula.

 

«Bene, come avrete intuito dalla ricerca che vi ho fatto fare per la lezione di oggi, in quest’ora parleremo degli Animagus» comincia la lezione Alex.

«Aprite il libro 'Trasfigurazione: vantaggi ed effetti collaterali' a pagina 234» incita i ragazzi ad accelerare l’azione dello sfogliare le pagine, poi con un gesto della bacchetta chiude tutte le finestre e accende il proiettore in fondo all’aula.

La professoressa comincia a spiegare e mentre buona parte degli alunni prendono appunti, un piccolo aeroplano fatto di carta distrae Selene. Volteggia dalla porta fino a lei, nessuno sembra averlo notato, complice anche il buio dell’aula. Lo afferra con un gesto rapido e subito lo nasconde tra le pagine del libro, aprendolo.

Aggrotta le sopracciglia, mentre legge. È una grafia obliqua, disordinata, rapida.

 

Ei Selene, attenta a Christian, pare abbia fatto una scommessa che consiste con il chiederti di uscire.

T.

Selene si volta automaticamente verso Christian che le sorride calorosamente.

Se prima lo odiava solo per la fama, ora lo detesta anche per lo schifo di persona che è. Come si può scommettere su una ragazza?

E chi è questo –T ?

Però decide di fargliela pagare, perché con lei non si può giocare in questo modo, così ricambia il sorriso, fingendosi timida e rivolgendo nuovamente l’attenzione verso la professoressa. Accartoccia il foglio e se lo infila nella tasca della veste, non lo vuole vedere più.

«Visto, sta funzionando» sussurra Christian a Peter che si limita a sorridergli e a dargli una piccola pacca.

Qualcosa, dentro Christian, si è smosso nel vederla sorridere in quel modo per lui.

 

Lila e Faye non hanno più parlato, sono rimaste in silenzio ognuna con la testa china sul foglio a prendere appunti.

Lila non ha mai prestato così tanta attenzione ad una lezione e non ha mai svolto una ricerca in un modo così accurato, ma gli Animagus l’hanno da sempre affascinata, un giorno vorrebbe diventarne uno.

Che bello potersi trasformare in un animale, fuggire anche se per poco dalla vita che ti soffoca, pensa sorridendo tra sé e sé.

A Faye non sfugge quel sorriso e vorrebbe capire cose le succede, perché è così affascinata e allo stesso tempo irritata da quella ragazzina.

«Perché mi stai fissando?» le chiede Lila infastidita, senza alzare gli occhi dai suoi appunti.

«Non ti sto guardando» risponde freddamente Faye, voltandosi verso lo schermo dove le immagini vengono proiettate.

 

Tom non può non pensare che Pat sia bella e illuminata dalla fioca luce del proiettore lo è ancora di più.

«La lezione è interessante» le dice, sorridendole. Lei annuisce «Tra le più interessanti fino ad ora»

«Ma sei ti dicessi che sei bellissima, che ti amo e che ti voglio sposare…» comincia Tom, un sorriso furbo che maschera il battere furioso del suo cuore «Tu mi daresti un altro biscotto?» chiede infine, facendo scuotere la testa divertita a Pat che ringrazia il fatto che siano al buio e che questo nasconda il rossore delle sue guance.

«Ci penserò» risponde, facendogli la linguaccia.

Tom si volta verso Christian che li sta guardando con uno sguardo buffo.

Muove le labbra, dice Ti sei preso una bella cotta eh?

E Tom si sente morire dentro.

Non è vero, non mi sono preso nessuna cotta!

Scuote leggermente la testa e, muovendo solo le labbra anche lui, gli risponde

“Ti pare!”

E sgrana gli occhi per rendere la cosa ovvia e la frase di lui prima ridicola.

Pat non gli piace e lo dimostrerà.

 

William non presta attenzione alla lezione, legge e rilegge la lettera scritta da Kate e gli sembra quasi di sentire la sua voce.

Dio, quanto mi manca, pensa, un sorriso nostalgico sulle labbra.

Caroline si morde un labbro nel vederlo così preso da Kate. Non vuole sostituirla, non potrebbe mai, ma sente qualcosa dentro che si rompe, perché lui non sorriderà mai così nel caso lei gli scrivesse, non rileggerebbe cento volte le sue parole.

«Le vacanze di Natale si avvicinano» tenta di cominciare una conversazione Caroline, visto che sia lei che lui non stanno seguendo la lezione.

Si mette una ciocca dei capelli biondi dietro l’orecchio per ingannare l’attesa in cui William dica qualcosa. Ma lui resta zitto, la guarda come ad aspettare che continui.

«Tu che farai?» gli chiede infine Caroline. Lui è ancora troppo timido per cominciare da sé un discorso e questo significa che il suo essersi aperto prima non conti più di tanto, che in fondo in fondo lui non si fidi del tutto di lei, non si trovi ancora a casa con lei.

«Vado dai miei genitori, nella periferia di Londra. Vivo lì e finalmente rivedrò Kate» sorride di nuovo ed è un sorriso così bello che riscalderebbe quest’autunno gelido.

«Tu?» le chiede William, sorprendo Caroline: evidentemente vuole continuare il discorso, non vuole farlo cadere nel dimenticatoi. Forse si sbagliava prima…

«Sai, io vivo a Londra con mia madre, è una babbana… potremo vederci…» ipotizza, sorridendogli incoraggiante. William aggrotta le sopracciglia, di nuovo sente le orecchie diventare rosse.

«Perché no… ‒ dice, la voce che trema un poco, le mani che giocano con il bordo della lettera, rovinandolo leggermente ‒ e tuo padre?» chiede, cercando di cambiare discorso. Mossa sbagliata.

Caroline sente il cuore fermarsi, pensa a suo padre, a tutte le volte che lo è andato a trovare in prigione…

«Ci conviene seguire la lezione» dice bruscamente lei, fissando di scatto la professoressa.

William sa di aver toccato un tasto che non doveva toccare e se ne dispiace, ma non sa come chiederle scusa, come farsi perdonare.

Non è abituato a questo genere di cose.

 

Nishe sembra essere scollegata con il mondo. È solo lei e la pittura.

Axel la guarda ammaliato, riuscendo comunque a seguire la lezione.

Tra un po’ ad Hogwarts organizzeranno la gita invernale ad Hogsmeade ed ecco…lui vuole andarci con lei. Al diavolo i suoi amici, le sue ex fidanzate che in queste occasioni più romantiche si fanno di nuovo vive, non sapendo che lui non si ricorda nemmeno il loro nome.

«Con chi vada ad Hogsmeade?» decide di buttarsi, ora o mai più. È la sua occasione, deve coglierla al volo.

Lei alza finalmente lo sguardo dalle sue mani dipinte e punta i suoi occhi azzurri in quelli grigi di lui. Lo guarda con il suo tipico sguardo indagatore, prima di rispondere

«Con nessuno, credo» e quella è la risposta che aspettava.

Prende un bel respiro, prima di buttarsi del tutto. «Sai, pensavo… potevamo andarci insieme, sì, insomma come compagni di squadra di Quidditch, per legare meglio e così fare più squadra unita in campo…»

Idiota, si dice da solo.

Nishe pare cogliere il suo imbarazzo, ma resta ugualmente in silenzio, curiosa per come continuerà «Ah e poi conosco un posto che ti piacerà, ti ci porto se vuoi»

Ecco, ha ribaltato la situazione. Per questo è così popolare, riesce a cavarsela sempre e comunque e inoltre incuriosisce, attirando l’attenzione su di sé.

«Che posto?» chiede curiosa Nishe, una nuova luce che le scintilla negli occhi.

«Sorpresa» fa lui, alzando le spalle e sorridendole con fare ammaliante.

«Accettare per scoprire» continua, facendole l’occhiolino.

Nishe sospira, alzando gli occhi al cielo divertita dalla situazione.

«E va bene, verrò» non si gode neanche il sorriso da bambino sul volto di Axel che subito ritorna a intingere il piccolo pennello nell’inchiostro, dipingendo una pianta dai tentacoli che Axel non riconosce.

 

«Bene, la lezione è finita. Per la prossima volta voglio una ricerca sui lupi mannari» dice Alex, sistemando tutte le sue scartoffie e i suoi libri.

«Lila, puoi venire qui un secondo?» la chiama la professoressa, sorridendole amichevolmente. La Serpeverde le si avvicina, non sapendo che Faye si è appostata accanto alla porta per origliare la conversazione.

«Volevo complimentarmi con te per la tua ricerca sugli Animagus. Ho avuto modo di leggerne solo due, tre pagine mentre voi copiavate degli appunti dalle diapositive e sono rimasta sbalordita dalla passione che hai messo e dalla bravura con cui ti sei applicata»

Lila si sente soddisfatta di quei complimenti, ma l’unica cosa che fa è sbuffare.

«Me la sono fatta fare da uno di sesto, bravo vero?» risponde stizzita, mentendo spudoratamente.

Faye sgrana gli occhi, incredula. Perché si comporta così?

Perché è solo una stupida ragazzina, si ripete, ma più si dice quella frase, meno ci crede.

Alex Jane scuote la testa delusa. Sa che l’ha scritta lei, lo capisce dal modo in cui suoi occhi hanno brillato quando le ha rivolto i complimenti, dal modo in cui segue ogni sua lezione.

«Credo proprio che ti dovrò punire…» ma dovrà metterla in punizione, anche se non crede a una parola di quelle dette da Lila.

«Faccia come crede» risponde semplicemente la ragazza. «Posso andare?» chiede poi, sbuffando nuovamente.

«Sabato mattina alle otto qui e si, puoi andare» la congeda l’insegnante, guardandola andare via con uno strano sorriso soddisfatto.

«Perché le hai detto quelle cose?» subito l’attacca Faye, prendendole un braccio e strattonandoglielo per intimarla a fermarsi.

«Ti ho visto io lavorare giorno e notte per questa ricerca!» sembra esterrefatta, non capisce il suo comportamento e vorrebbe tanto capirlo. Vorrebbe capire lei.

«Si può sapere che vuoi?» sbotta improvvisamente Lila, guardandola con occhi di fuoco. «A quanto mi risulta non sei né mia madre né tantomeno la mia fidanzata. Quindi fammi un favore, esci fuori dalla mia vita che mi irriti soltanto!» le grida addosso, spingendola via. Qualcosa dentro Faye si rompe a quelle parole, perché se la odia le fa male sentirsi dire tutto questo?

«Bene, ma notizia dell’ultimo minuto: non ho bisogno di uscire dalla tua vita visto che non ci sono mai entrata!» le urla a sua volta lei, il labbro che trema di rabbia.

Le volta le spalle, furiosa, confusa, arrabbiata e dispiaciuta. Perché si sente così…così spezzata?

Non fa in tempo a fare qualche metro che una voce la chiama, una voce nuova che già ha sentito e a cui non ha mai fatto attenzione.

«Ei bellezza»

Un ragazzo alto dai capelli biondo scuro corti e gli occhi chiari la guarda con un sorriso accattivante sulle labbra. Non può non notare un graffio sulla guancia e un occhio un po’ gonfio dove evidentemente ha incassato un pugno.

«Ci conosciamo?» Faye l’ha incontrato qualche volta nella Sala Comune, si dicono brutte voci su di lui, ma non ci ha mai badato.

«No, ma non vedo perché non dovremmo. Sono Richard» le dice, allungando la mano che la ragazza stringe titubante.

«Faye… perché il mio sesto senso mi dice che devo stare attenta?»

«Sono un cattivo ragazzo» ride lui, una risata folle, contagiosa.

«Bene, perché ho voglia di fare cose…cattive»

Non lo sa neanche Faye perché sta al suo gioco, forse perché la diverte o forse perché è sicura che due occhi grigi la stiano fissando, perforandole la schiena.

Solo che non sa che anche un paio marrone li sta guardando.

 

«Ei, Selene, aspetta un attimo!» esclama Christian, correndo dietro la ragazza che già si è incamminata per i corridoi pieni di studenti che spingono per non far tardi alle altre lezioni.

«Dimmi» fa lei, tentando di celare il nervosismo e la rabbia che prova.

«Senti, pensavo che sarebbe carino… si, dai, uscire insieme. Anche a prendere qualcosa da bere, una Burrobirra per esempio, magari quando andiamo ad Hogsmeade. Ci stai?» le dice tutto d’un fiato, come se temesse che lo bloccasse.

È vero, è una scommessa, ma lui ci spera che le dica di sì, perché quella ragazza lo intriga e più lo ignora e più lo invoglia a provare.

«Se dicessi di sì, tu vinceresti non è vero?» eccola, la sua vendetta.

Christian aggrotta la fronte, confuso.

Che lei sappia…impossibile!

«Perché non lo diciamo a tutti?» alza la voce per farsi sentire e Christian le fa cenno di abbassarla.

Ma che fa? È matta?

«Cos’è? Non vuoi far sapere alle tue ammiratrici che chiedi alle ragazze di uscire solo per scommessa? Solo per farti più “figo” tra i tuoi stupidi amichetti?»

Ora tutti si sono voltati verso loro due e a Christian la situazione è sfuggita di mano, sente delle voci schifate e arrabbiate verso i suoi confronti, soprattutto femminili.

«Non dici nulla? Bè, parlo io per te allora. Vuoi uscire con me? La risposta è no» gli dice, dandogli un sonoro schiaffo e lasciandolo solo in mezzo alla folla di studenti che li avevano accerchiati per scoprire il motivo di quella breve conversazione ad alta voce.

Christian è in imbarazzo e si volta anche lui per andarsene, quando incrocia gli occhi soddisfatti di Timothy.

E l’imbarazzo diventa rabbia.

 

«Ti ha tirato un brutto tiro eh?» gli è subito affianco Tom che ha lasciato Pat poco distante da loro. «Non ne voglio parlare » dice a denti stretti Christian, tentando di controllarsi. «Parliamo di te, con Pat? Si vede lontano un miglio che sei cotto» lo prende in giro, tenta di spostare l’attenzione su di lui.

Tom si irrigidisce, non ha mai avuto una cotta per una ragazza, solo storie superficiali e stupide e gli è sempre andata bene così.

«Non è vero e te lo dimostrerò» gli dice, puntandogli un dito contro.

«Ah si?» lo prende ancora in giro Christian, sforzandosi di ridere.

In quel momento accanto a loro passa Layla a passo rapido, come se stesse scappando da qualcosa o da qualcuno, e Tom non perde occasione, non conoscendo però neanche il suo nome. La trova carina e deve dimostrare a Christian (e a se stesso) che Pat è solo un’amica, che lui non ha bisogno di cotte e robe varie.

«Ei, sei molto bella sai? Ti va di farti un giro con me a pranzo?» le chiede di botto, fermandola. Layla lo guarda fredda, senza mostrare emozioni.

«Va bene» risponde, un tono cinico e se ne va, neanche si presentano, evidentemente a nessuno dei due importa davvero di uscire, di conoscere l’uno il nome dell’altro.

«Visto?» fa a Christian, andandosene a sua volta e superando una Pat delusa.

Che ti aspettavi, è pur sempre lo stesso Tom, si dice.

E si da della stupida perché si era illusa, aveva creduto in qualcosa che semplicemente non esiste e non è mai esistito.

 

Nishe è l’ultima ad uscire dall’aula, sistema il suo banco raccogliendo le sue cose e, una volta infilato tutto nella sua borsa, esce dalla stanza.

Sul banco ancora i resti del suo dipinto: il Tranello del Diavolo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note:

Visto? Ce l’ho fatta ad aggiornare ahahah

Ad agosto non so proprio se avrò il tempo di scrivere qualsiasi cosa, sarà un mese molto confusionario e dovrò fare 24567 mila cose tutte di corsa (sorvolando sul fatto che ho una montagna di compiti e non ho manco comprato tutti i libri D: )

Che dire, quando ho scritto questo capitolo ero ispirata e penso si veda sia dalla lunghezza sia perché mi piace come è venuto fuori. UN bel modo per scusarsi del capitolo precedente che era orrendo!

Grazie per le 6 persone che hanno recensito questa storia, sono contento che continuate a seguirla, senza di voi non sarei qui =D

Grazie per le 13 persone che hanno inserito questa storia tra le preferite, grazie per la persona che la ricorda e per le 14 persone che la seguono!

Al prossimo capitolo che spero arrivi presto :*

Baci baci

 

Ps: ho scritto una one-shot su Hunger Games, so che in molti amano la trilogia perché sono arrivati qui da una ff interattiva in quel fandom, quindi se volete darci un’occhiata e se vi va anche un parere mi rendereste molto contenta =D

Ecco il link:

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2026543&i=1

 

 

 

 

 



FOTO PERSONAGGI:

Tom:
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Pat:
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Lila:
Image and video hosting by TinyPic
Faye: Image and video hosting by TinyPic

Nishe:
Image and video hosting by TinyPic

Axel:
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William:
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Caroline:
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Selene: ??

Christian:
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