Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
Ricorda la storia  |      
Autore: FinnAndTera    03/08/2013    4 recensioni
0.1 Aveva sempre sognato una spada in acciaio di Valyria.
0.2 Nella Battaglia del Tridente aveva tifato per Rhaegar Targaryen.
0.3 Quando da giovane baciava Cersei le sue labbra erano piegate in un sorriso.
0.4 Si divertiva un mondo a giocare con Tyrion.
0.5 Recitò a mente tutte le regole del buon cavaliere reale mentre guardava bruciare Rickard Stark.
0.6 Una volta scompigliò i capelli di Joffrey provocando la sua ira.
0.7 Alcune volte non riusciva a ricordare il volto di sua madre.
0.8 Myrcella gli regalava sempre dei fiori.
0.9 Inizialmente non voleva ammetterlo, ma Brienne l’aveva salvato.
10 Il suo nome era Jaime.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jaime Lannister
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Dieci cose su Jaime Lannister: Jaime e solo Jaime.



1) Aveva sempre sognato una spada in acciaio di Valyria.
(Ne aveva sentito parlare fin da quando era bambino nei libri di storia letti sotto costrizione del maestro, dai cantastorie che venivano ad intrattenere la sua famiglia e, più tardi, anche dalla voce assennata ma condita sempre da una punta di meraviglia di suo fratello Tyrion; ognuno aveva una vena poetica diversa nel descrivere quella rarità, ma tutti concordavano sul fatto che l’acciaio di Valyria fosse letale, così tagliente che solo al pensiero di toccarlo avresti potuto sanguinare. Jaime ne era semplicemente affascinato e, mentre si allenava nel cortile con le spade di legno, sognava di poterne brandire una in acciaio di Valyria, impugnandola saldamente con la sua mano destra).

2) Nella Battaglia del Tridente aveva tifato per Rhaegar Targaryen.
(Gli aveva chiesto di poter andare con lui, il suo corpo bramava l’adrenalina e le sue mani agognavano una spada insanguinata, tuttavia Rhaegar non accettò il suo aiuto. “Mio padre ha bisogno di protezione”, gli disse. “Lo affido a te, giovane Lannister”. Jaime aveva sempre ammirato il maggiore dei Targaryen e trovava nella malinconia del suo stile di combattimento qualcosa che credeva indistruttibile. Sperò fino all’ultimo che Rhaegar vincesse e che la guerra finisse, perché Robert Baratheon non sarebbe mai stato all’altezza del Principe del Drago, non meritava di essere un sovrano e avere una regina al suo fianco. Ma, purtroppo, Robert vinse e le mani di Jaime trovarono quello che cercavano, anche se in un modo del tutto diverso da quello desiderato).

3) Quando da giovane baciava Cersei le sue labbra erano piegate in un sorriso.
(Non aveva mai avuto paura di quel che provava per sua sorella, quell’amore era il sentimento più naturale che il suo cuore avesse mai sentito; se qualcuno gli avesse chiesto da quando o come era iniziato, lui avrebbe scrollato le spalle dicendo che era più o meno da sempre. Il mondo, però, non lo accettava e loro dovevano farsi accettare dal mondo per poter continuare il percorso in salita progettato da loro padre. Eppure quell’angolo nascosto fra i lunghi e tortuosi corridoi di Castel Granito sembrava essere fatto apposta per loro e Jaime, contento di quella scoperta, non ci metteva nulla a unire le sue labbra piegate all’insù con quelle di sua sorella, tirate per nascondere l’emozione in uno dei suoi continui tentativi di dimostrarsi più forte di quel che appariva.
Sapevano dei rischi, ma i leoni sono difficili da domare).

4) Si divertiva un mondo a giocare con Tyrion.
(Jaime aveva sempre adorato il modo di fare di suo fratello; già appena nato aveva dimostrato di essere diverso dai soliti bambini piagnoni e, al posto di agitare i pugnetti lamentandosi continuamente, per perdere il tempo Tyrion rotolava da una parte all’altra della culla, scatenando le risate di Jaime. Crescendo, come tutti i bambini, aveva imparato a trotterellare e, vivace com'era, inseguiva e si faceva inseguire da Jaime che fra una cavalcata e uno sguardo di disapprovazione del padre riusciva sempre a trovare un po’ di tempo per quel piccoletto).

5) Recitò a mente tutte le regole del buon cavaliere reale mentre guardava bruciare Rickard Stark.
(Le urla di lord Stark rimbombavano nella Salla del Trono e si univano alla risata incontrollata di re Aerys Targaryen, mentre i cavalieri della Guardia Reale restavano immobili a guardare lo spettacolo. Jaime non poteva abbassare la testa, sarebbe parso come un segno di debolezza e nessun cavaliere poteva dimostrarsi debole; per farsi forza cominciò a recitare fra sé tutte le regole che gli avevano insegnato i suoi confratelli più grandi, sperando che tutto finisse al più presto. “Proteggere i più deboli”. “Essere sempre coraggiosi”. “Cercare di salvare qualcuno in difficoltà”. “Rispettare sempre il nemico”. “Comportarsi in modo altruista”. “Non tradire i propri ideali”. “Servire ma non soccombere”.
E lui? Lui era davvero un buon cavaliere?)

6) Una volta scompigliò i capelli di Joffrey provocando la sua ira.
(A cinque anni Joffrey era una cascata di riccioli biondi animata dalla forza di un demone; saltellava e correva dovunque, giocava ad essere un re e impartiva ordini a destra e a manca – mai che avesse fatto una semplice richiesta in tutta la sua vita.
Spesso Jaime rivedeva se stesso in quella piccola peste e una volta, preso da un moto di follia, allungò la mano sulla sua testa e gli scompigliò quei riccioli così simili ai suoi. Joffrey lo guardò dapprima divertito, poi, come ricordandosi di una cosa, si scostò bruscamente. “Non toccarmi!” urlò. “Papà mi ha detto che sei un codardo ed io non voglio codardi nella mia corte!”)

7) Alcune volte non riusciva a ricordare il volto di sua madre.
(Ricordava le sue mani e il suo profumo, i vestiti lunghi ma aderenti, e ricordava che il suo colore preferito era il rosso e che adorava vederlo addosso a suo marito e ai suoi figli. Nonostante questo, Jaime spesso non riusciva a ricordare il volto di Johanna, il sorriso largo e gli occhi lucenti, oppure, ancora peggio, ricordava solo e soltanto quell’espressione incredula e arrabbiata che aveva sul viso quando scoprì il suoi “giochi” con Cersei. Dopo un po’ di tempo aveva iniziato a farci l’abitudine ma, in quei momenti, capiva il motivo dell’odio smisurato che Cersei provava verso Tyrion).

8) Myrcella gli regalava sempre dei fiori.
(A volte si chiedeva se Myrcella fosse davvero uscita dal grembo di Cersei; aveva indubbiamente i loro suoi stessi capelli e i suoi lineamenti, ma il carattere dolce e accomodante non sapeva proprio da chi l’avesse ereditato. Myrcella camminava lentamente e adorava raccogliere i fiori, soprattutto quelli rari che crescevano nel grande parco una paio di volte ogni estate. “Tieni, zio Jaime” gli diceva, porgendogli un fiore quasi ogni giorno. Lui le sorrideva ringraziandola, pensando che Myrcella dovesse essere proprio una leonessa per avere il coraggio di discostarsi così tanto dal carattere di sua madre).

9) Inizialmente non voleva ammetterlo, ma Brienne l’aveva salvato.
(Che lui le avesse evitato uno stupro e di diventare un prelibato pasto per un orso bruno non bastava a ripagare il debito che Jaime aveva nei suoi confronti; se non ci fosse stata Brienne non avrebbe mai reagito alla perdita della sua mano – anche se probabilmente se non ci fosse stata lei non l’avrebbe neanche persa. Quando però si ritrovò a confessarle tutto, nudo e senza più la sua ragione di vita, lo Sterminatore di Re aveva ritrovato Jaime Lannister.
Senza Brienne, Jaime non avrebbe mai recuperato se stesso).

10) Il suo nome era Jaime.
(Non Jaime lo Sterminatore di Re, non Jaime figlio di Tywin, non Jaime cavaliere della Guardia Reale.
Solo Jaime).
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones / Vai alla pagina dell'autore: FinnAndTera