Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
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Autore: Friedrike    04/08/2013    1 recensioni
I personaggi di Hetalia, le nazioni senza più questo titolo, questo peso, sono catapultate in un mondo fatto di violenze indicibili: quello degli Hunger Games.
Chi sopravviverà per ultimo? I legami di sangue saranno abbastanza forti?
Genere: Avventura, Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Hunger Games.  -Hetalia. 
Hetalia World Games. 

 
 
La pioggia si fa strada tra i rami degli alberi bagnando ogni cosa. 
E' sporco di fango. E della stessa pioggia.
Una lacrima di Dio gli bagna ancora la fronte, cade giù con una graziosa piroetta arrivando sul mento, poi arriva giù sul collo scomparendo sullo scollo della maglietta. 
Alza lo sguardo. 
Un rumore alle sue spalle lo fa sussultare. Un colpo di cannone. Un altra vittima. 
Qualcos'altro alle sue spalle. Si volta di scatto, in mano ha un coltello, la lama affilata rispecchia al buio della notte, illuminata forse dalla luna, forse dalla stessa paura. 
Stringe più forte l'elsa, le nocche diventano bianche. Lui è bravo con i coltelli. Gli occhi verdi si specchiano nell'oscurità della foresta, saettano veloci da un albero all'altro, decide in una frazione di secondo di arrampicarsi, goffamente, su una quercia. Si acquatta dunque su uno dei rami a metà altezza, il respira affannato. Stringe i denti. La ferita alla gamba gli fa male. Vi appoggia la mano, ma il dolore non accenna a diminuire. 
Sotto di lui, due fratelli. Uno biondo, l'altra albina.
Il più piccolo si china con un ginocchio per terra, tastando l'erba. Le tracce sono nascoste dalla pioggia, distrutte, umiliate. Lui si porta le dita sotto il naso. Le sfrega fra loro e le osserva.
-E' sangue- dice alla sorella. La guarda negli occhi.
L'altra annuisce, sogghigna, con una mano sul fianco. Nell'altra, una pistola nera piuttosto grezza. -C'è qualcuno qui intorno.-
Punta l'arma sui rami degli alberi, assottigliando gli occhi vermigli. Rimane ferma qualche secondo dove il ragazzo è nascosto. 
Il cuore di Romano inizia a battere all'impazzata, ma ben presto i due scompaiono dalla sua visuale. Sospira sollevato. Non lo hanno visto. E' lento. Non può andare molto avanti così. "Felicia... dove sei finita, idiota?" pensa tra sé con un sospiro. 
 
 
Dopo un'esitazione iniziale, le punta addosso il fucile. 
Chiude un occhio; per mirare meglio. Accosta quello aperto al mirino. 
Trattiene un sospiro. La canna della doppietta è dritta in direzione della spina dorsale. Ma perché farla soffrire? La alza un po'; adesso è alla testa. 
Preme il grilletto, prima che l'altra inizia a correre. 
Una ragazza con capelli lunghi biondi legati in una crocchia elegante alla base della nuca, adesso sciolta, una coccarda a tre colori sul petto, blu bianco e rosso, occhi azzurri adesso sgranati, cade per terra. Ha un lieve sorriso sardonico. 
Alfred abbassa l'arma e riprende a correre. Nel cielo, a breve, il risultato della giornata. Un altro colpo di cannone.
Purtroppo le armi da fuoco fanno rumore e non ha che qualche istante per prendere dal corpo esanime del concorrente qualcosa di utile. Trova del cibo, ma pare ammuffito, per cui lo distrugge tra le mani, nervoso, e lo butta per terra. "I'm the Hero!" continua a ripetersi per darsi coraggio. 
Prosegue la corsa. 
 
 
La sciarpa lo ripara dal freddo. Lunga, morbida, calda, sembra costituire comunque un ottimo riparo. 
Ha in mano un tubo di metallo. Sembra quasi un rubinetto. "Curioso" si dice tra sé. "Li ammazzerò tutti."
Circospetto si guarda alle spalle, quando sente un rumore. Sorride, in modo infantile. Una ragazza. Lei sogghigna. Ha lunghi capelli biondi chiarissimi, sembrano quasi bianchi, ed occhi azzurri. Ha in mano un coltello. Sono dello stesso distretto. 
-Natalia- la saluta. -Ci rincontriamo.- 
Lei gli passa accanto e lo sorpassa. -Ti muovi o no?- gli domanda, guardandolo con la coda dell'occhio.
Proseguono la corsa. 
 
 
Ha perso il suo compagno. 
Se ne sta rannicchiato contro una collinetta. Sembra un riparo. 
Ha una pistola, grigia, lucida, e la tiene con mano tremante. Quando sente un ramo spezzarsi dietro di sé, sussulta e quasi l'arma gli cade di mano.
Adesso c'è una ragazzina di fronte a sé. Anche lei sembra spaventata. 
E' disarmata. Lo guarda negli occhi e fa qualche passo indietro, piccole lacrime calde le rigano le guance, scappando dagli occhi nocciola. 
L'altro si sistema gli occhiali sul naso, i capelli biondi sono attaccati al viso per via della pioggia. 
-N..n...- non riesce a parlare. Abbassa la pistola. 
L'altra scappa via. 
Prosegue la corsa. 
 
 
Si passa una mano sul viso. 
Sospira lievemente. Le sue mani coperte da guanti neri, scostano una serie di rametti all'altezza del viso chiaro, caratterizzato da folte sopracciglie nere, per riuscire a passare. Fa un passo indietro. Sente un rumore. Un ragazzo abbronzato, occhi verdi anche questi, capelli scuri, sorriso smagliante, le passa davanti correndo. 
Si fa coraggio. Gli corre dietro con tutta la forza che ha e picchia sulla sua testa con un bastone fatto di rami uniti. Continua a colpirlo. 
Quel ragazzo cade per terra sporcandola di sangue. Gli occhi adesso sono chiusi. Il sorriso è sparito. 
Colpo di cannone.
Lei prosegue la corsa. 
 
 
La ragazza ha trovato solo una padella. 
Non la userà per cucinare. Ha una scorta di cibo nella borsa a tracolla che ha indosso. Cammina guardandosi intorno. 
-Elizabeta- la chiama qualcuno alle sue spalle. La voce è familiare.
Si volta di scatto impugnando l' "arma." Sospira sollevata portando una mano sul proprio petto. -Roderich!- lo chiama a sua volta, con un piccolo sorriso. 
Lui è sporco di sangue. Si avvicina, si sfila gli occhiali e li ripulisce da qualche schizzo rosso sulla camicia bianca un po' larga, un po' strappata.
Alza una gamba per scavalcare un rame, poi l'altra, e le si avvicina. 
-Sei ferita?- le domanda, osservando il sangue ricoprirle il viso. 
Lei scuote la testa. 
Proseguono la corsa.
 
 
Romano balza giù dal ramo. Per fortuna, senza farsi male. 
Inizia a correre, con l'arma in mano, guardandosi attorno. Rallenta. Ha sentito un rumore. Gli occhi vagano prima a destra e poi a sinistra. 
Una figura. E' un ragazzo. Lo preferisce. 
Quello ha un'arma in mano ma è del tutto incapace di usarla. Gli si avvicina, da destra, e lo sente urlare. Non se ne cura; gli si lanca addosso. Lo atterra. Lo pugnala al cuore. Guarda la via fluire via dai suoi occhi...
Toglie i suoi occhiali, abbassa con due dita le palpebre e li ri-sistema. Gli prende la pistola grigia. Nasconde il coltello nei pantaloni, impugnando adesso l'arma. 
E' scesa la notte. L'ultimo colpo di cannone. Su nel cielo, le morti del giorno. 
Tra di esse però non c'è la sua sorellina. Sospira sollevato. 
Deve trovarla. Non ha tempo di riposare. Annusa l'aria, tocca i rami degli alberi, cerca indizi; non ne trova.
"Merda, merda, merda!" sbotta tra sé, pestando i piedi per terra.
Sente un urlo. Spalanca gli occhi nella direzione da cui esso proviene. 
-Felicia!- esclama. 
Lei continua ad urlare. Strani esseri deformi, animali simili ad ape giganti, la seguono. Lei non sa come difendersi.
-Fratellone!!- lo chiama, in lacrime. 
Romano le afferra il polso ed corre, sputando fatica. Significa solo una cosa: lei non ha fatto nulla. Solo un altra strategia perché lei ravvivasse un po' le cose. 
Si allontanano da quei mostri, ma si avvicinano al confine della foresta. Un incendio improvviso li costringe a cambiare strada ancora una  volta. Non hanno più forze. 
Proseguono la corsa. 
 
Loro due si accampano per la sera. 
Monteranno un turno di guardia. Sono soldati. Sono addestrati.
-E' una fortuna venire da un distretto ricco, eh, Bruder?- chiede Julchen guardando il cielo. Riconosce le foto dei morti di giornata illuminare quella parte di tenebre, i tributi si conoscono tutti, infondo. 
Loro sono andati volontariamente. Da quel che ricordano, si sono sempre addestrati. Adesso sono pronti. Sono andati senza paura, sicuri di vincere. Quando li hanno addestrati, prima degli inizi del gioco, hanno mostrato le loro migliori capacità. Hanno già ucciso senza problemi sette tributi.
Il fratellino si riscalda un po' con le flebili fiamme di fuoco che hanno creato con dei rami. Poca luce, quello è l'importante. Annuisce.
-Dobbiamo essere grati per l'addestramento che ci è stato dato- risponde lui. Socchiude gli occhi e si concede un sospiro. 
-Cos'hai?- domanda lei, le braccia dietro la nuca. 
-Riposa. E' il tuo turno- risponde Ludwig. Si alza e con la pistola si guarda intorno. Non un rumore. E questo non è un bene. 
 
 
-Potrei ucciderti nel sonno- commenta distrattamente lei. 
Affila la sua lama. Piccole scintille non servono ad illuminare il buio.
-Non ne avresti il coraggio- ribatte lui, giocherellando distratto col suo "rubinetto." -Oggi ne sono morti soltanto due. Dello stesso distratto. Non hai fatto nulla di utile.-
-Neppure tu, mi sembra.-
Ivan sta per aprire la bocca per ribattere, ma qualcosa cade come dal cielo. Un pacchetto. 
-Cos'è?- chiede la ragazza corrugando la fronte. Allontana una ciocca di capelli dagli occhi e lo prende tra le mani. Apre il pacchetto. Sogghigna. 
-Cibo- le fa notare l'altro. 
Lo dividono equamente e ne conservano una parte. 
 
 
Il sole sorge ancora. 
Roderich è sfinito. Non è la sua vita, quella. E' un miracolo che sia ancora in vita. Non ancora per molto. 
Stanno per rimettersi in marcia, lui e l'altra, quando qualcosa li costringe a fermarsi. Lei stringe i denti e distoglie lo sguardo.
C'è un corpo, dinnanzi a loro. O meglio: quel che ne rimane. Non ha più organi interni, essi sono adesso ridotti in poltiglia. E' irriconoscibile, eccetto per quello strano ciuffetto sul capo. 
Strano che non abbiano sentito lo sparo del cannone, eppure!, è stato comunque lanciato. 
Accanto a quel corpo maciullato, un altro. E' come se questo fosse stato ucciso da un'altra persona, la quale, non si è per nulla accanita come nel primo caso. Questo corpo, un corpo di ragazzo, ha la gola tagliata, con un taglio preciso, profondo abbastanza da uccidere, non troppo da staccare la testa dal corpo. Sono vicini, i due cadaveri. 
Roderich ed Elizabeta proseguono il percorso. 
 
Con tutta quell'adrenalina in corpo, non se ne accorto. Ma lei è morta.
Ha il viso devastato dai colpi di doppietta, pezzetti di materia celebrale sono sparsi qua e là, presto forse verranno mangiati da qualche creature demoniaca, quelle deformi che abitano la foresta.
"Anche un eroe può sbagliare!" si giustifica. 
Si allontana quasi terrorizzato dal corpo della ragazza. Le folte sopracciglia non sono altro che un pezzo ci carne sporca. Non si capisce più nulla. Alfred si rialza. Che stia impazzendo? 
Scappa via. 
 
 
-Sei troppo violenta- 
-Mi ha dato sui nervi- sbotta quella. Poi prende a fare il verso ad una delle sue prede storpiando un poco il dialogo che avevano origliato prima dell'azione. -"Fratellone, fratellone, ti ringrazio di essere venuto qui con me, volontario, sebbene siamo usciti da un distretto di morti fame e siamo due buoni a nulla! Ti vorrò per sempre bene, caro fratellone!"- 
Continua a camminare, facendo volteggiare distrattamente il coltello sulla punta delle dita. Ha familiarità con le armi. Anche loro provengono da un distretto ricco. Si sono addestrati duramente, prima di giungere lì.
Ivan ride, in modo forse un po' infantile. 
-Era irriconoscibile. Hai fatto un lavoro da dilettanti. Ed ora silenzio, ho sentito un rumore.-
Natalia lo fulmina con lo sguardo. Ubbidisce soltanto perché quel rumore si fa più vicino. Si voltano ed attendono. 
 
 
Rimangono in pochi in gara e loro lo sanno.
-Ohi, fratellino.-
-Mh?-
-Non ci scaldiamo da un po'. Troviamo qualcuno con cui giocare, o ci manderanno contro qualche diavoleria.-
L'albina sogghigna. Ludwig ubbidisce. E' di poche parole, lui. Tocca ancora il pavimento, stavolta ha fortuna, la terra è ormai asciutta e non nasconde più le impronte. Trovano qualcosa. Le impronte le trovano, sì, e sono due paia di piedi. 
Si lanciano un'occhiata. 
Si sporgono dal loro nascondiglio, adesso escono le loro armi. Un fucile calibro tattico ed una pistola. Basteranno. Mirano alle loro teste della ragazza con lunghi capelli castani ed del ragazzo con gli occhiali sul naso. 
Due colpi di cannone. 
Lasciano lì la padella.
 
 
Alfred è rimasto da solo.
Sono cinque in gara, ma lui ha perso il conto già da un pezzo. Non sa chi rimane. Sa per certo che Ivan e Natalia sono ancora in gara. Quello è sicuro. 
Ricarica il fucile per ogni evenienza, sistemando gli occhiali sul naso. 
Non trova nessuno. 
Cammina. 
 
 
Sono gli uni di fronte agli altri. 
Da una parte Julchen e Ludwig, dall'altra Ivan e Natalia. 
Le ragazze si scambiano dei sogghigni poco rassicuranti, i ragazzi si lanciano un'occhiata mortale. 
Colpi di arma da fuoco. Il biondo e l'albina dovrebbero essere in vantaggio con le armi a lunga gittata -di certo non hanno armi bianche. Ed aprendo il fuoco li colpiscono entrambi. Ivan viene ferito al fianco, lei alla spalla. 
Julchen si lascia prendere dal potere. Si avvicina e spara ancora qualche colpo all'altra ragazza. Lei le conficca il coltello sulla coscia e la fa cadere. striscia su di lei e tenta di pugnalarla alla gola. L'albina si difende bene, ma perde la pistola. Si feriscono entrambe mortalmente.
-Schwester!- grida il biondo. Gli occhi azzurri si iniettano di sangue. 
Si avvicina svelto all'altro ragazzo in gara e gli spara ancora, ma la rabbia gli fa sbagliare mira. "Devo essere più razionale" si rimprovera. 
Punta al cuore. Preme il grilletto. Non ha più colpi. Guarda l'arma spalancando gli occhi. 
Ivan gli si avvicina e sbatte violento il rubinetto sulle sue gengive, costringendolo a sputare sangue. Da un altro colpo alle sue ginocchia, per farlo cascare per terra, quindi si siede a cavalcioni su di lui e continua a colpirlo sul volto. 
Quando l'ultimo respiro di vita esce da quel corpo, infierisce per le ultime due volte e si alza. Non gli rimane che vincere. 
Non degna di uno sguardo l'altro tributo del suo distretto. 
 
 
Lui sospira, sconsolato ed affamato. 
Gli arrivano delle medicine, può finalmente curarsi. Ritornato al pieno della sua forma fisica, imbraccia la doppietta.
L'accarezza, come fosse una sua creatura e sussurra: -Ho sentito tre colpi di cannone. Chi rimane, a questo punto?..-
Continua a camminare. Pesta qualcosa, un ramo, non se ne cura, prosegue. 
Un boato lo costringe a tapparsi le orecchie. Non ci sente più molto bene, esse sembrano fischiare. 
Camminare, a passo svelto, ma non corre, per non fare rumore. Trova la pistola di Roderich, ne calpesta il corpo, noncurante. Ha più proiettili anche se è meno precisa. La prende con sé. 
Intravede un vasto spazio aperto. Si avvicina. Al centro non c'è nulla, sembra pericoloso, ma lui si sente forte, ha buone armi e non ha paura. 
Fa qualche passo lì al centro.
Dalla parte opposta, esce Ivan. Sorride, infantile come sempre. -Siamo rimasti solo noi, eh?-
Alfred ridacchia. -Ne rimarrà uno solo!- esclama facendosi un poco più serio. Gli lancia un'occhiata di sfida. Hanno entrambi delle armi da fuoco, ora. 
Una pistola ed una doppietta per il biondo, per l'altro una pistola ed un rubinetto che tiene nascosto dietro la schiena. 
Si avvicinano. C'è silenzio ora.
Nella mente di Al, come sottofondo alla scena, c'è una musica dolce, cantata da una donna, più parole che melodia. Una di quelle canzoni corali, colonna sonore dei film. Immagina il vento accarezzargli i capelli, un fiore cadere da un albero. Ma nulla si muove intorno a loro. 
Ivan immagina il gelo della sua terra avvolgerlo con una coperta morbida. Nei suoi occhi brilla già la vittoria. 
Il biondo vuole dire solo una frase, prima di iniziare. Un frase da film. -Che vinca il migliore.- 
-Banale- lo rimprovera l'altro. 
Inizia la lotta. 
I proiettili come a rallentatore per entrambi sfiorano i loro corpi. Già sanguinano. Continua ad esserci un'esplosione di spari, una dietro l'altra. 
Sono ancora distanti. 
Ivan si avvicina, l'altro cerca di mantenere le distanze, così, lui, scarica il suo caricatore sulle sue gambe. Vuole vederlo strisciare. Vuole avere il piacere di toglierli la vita con le proprie mani.
Alfred viene colpito al ginocchio, ma non si perde d'animo. Ha un occhio spalancato ed uno aperto. 
Ivan corre verso di lui, il rubinetto ben saldo tra le mani. 
Alfred spara. Lo centra. Due volte, tre volte, alla spalla. Ha l'ultimo proiettile.
L'altro arranca, ringhia, gli si avvicina, acquattato. "Non sarò io a perdere" dice tra sé. 
Alfred sorride. -Sì. Sarò io a vincere. 'Cuz I'm the fucking hero!-
E, ghignando, apre il fuoco. Lo colpisce alla fronte. 
Ivan spalanca gli occhi. Cade a terra. Il naso sfiora l'erba, finché il corpo non diventa un tutt'uno con essa. 
Il biondo butta via le armi. 
Non sentirà mai la gioia di chi lo festeggia. Non sentirà chi lo acclama. Né si godrà a pieno i festeggiamenti. Ma lui in cuor suo, si crederà per sempre un eroe.
 
Fine. 
 
 
 
 
 
 
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Salve! 
Innanzitutto, vi ringrazio di essere giunti sino alla fine.
Spero di non aver fatto troppi errori da battitura, ma, ahime!, a volte mi trovo a farne e non riesco a beccarli quando rileggo. Ne sono desolata.
Se li trovate, fatemeli notare, correggero immediatamente.
Se avete qualcosa da dire, recensite. Si accetta tutto, anche le critiche! 

Spiegazioni. 

1.L'ordine della morte dei personaggi era del tutto casuale. Ma il fatto che alla fine siano rimasti Alfred ed Ivan è programmato. Riporta alla Guerra Fredda, alla fine della quale, l'URSS viene dissolta ( Decaduto il patto di Varsavia, nel 1991, Russia, Ucraina e Bielorussia firmano a Belacezha la dissoluzione dello Stato Sovietico. Pochi giorni dopo il Soviet Russo dichiara lo scioglimento dell'URSS.)
Ecco spiegata la sconfitta di Ivan. 

2. Per far chiarezza, i distretti erano composti da:
-Matthew e Fem!France. (Jaquiline.)
-Alfred e Fem!England. (Alice.)
-Ludwig e Fem!Prussia. (Julchen.)
-Romano e Fem!NorthItaly. (Felicia.
-Roderich ed Elizabeta. 
-Ivan e Natalia. 
-Antonio e l'altro tributo che non ho citato.


3. Il fatto che Romano fosse bravo con i coltelli dipende dal fatto che Sud Italia ne porta sempre uno con sé. Allo stesso modo, immagino molto bene Natalia con uno di questi. 


Spero di non aver fatto un cattivo lavoro. 
E' la prima volta che muovo personaggi come Natalia, Ivan, Alfred, Alice. Spero di non averli descritti proprio malissimo! Grazie ancora per l'attenzione. Mi raccomando, RECENSITE! 
 
  
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