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Autore: Kengha    05/08/2013    5 recensioni
« Angelique, mi rincresce mia cara ma ascolteresti una menzogna ».
E’ ironico quanto una semplice frase possa cambiare radicalmente l’esistenza di una persona. Barnabas Collins, con quelle poche parole, aveva segnato la sua condanna: non sapeva ciò di cui sono capace, non lo sospettava neppure, la povera domestica di Collinwood era stata respinta, cosa poteva rappresentare per un pezzo grosso come lui? Ma sbagliava, eccome se sbagliava.
Genere: Dark, Drammatico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note dell'autrice: Questa storia era in cantiere da più di un anno (precisamente da quando ho visto il film), ma non ho mai avuto il tempo o la giusta ispirazione per concluderla. Il "pretesto" è stato il compleanno della carissima Fannysparrow, tempo fa mi aveva detto che il suo personaggio preferito era proprio Angelique quindi ho pensato di dedicargliela come "regalo" di compleanno! Tanti auguri Somma Fanny :D
La canzone presente in questa song-fic è "My heart is broken" degli Evanescence, mi ha sempre fatto pensare alla scena finale di Dark Shadows sia per la malinconia che per il genere.
Spero vi piaccia! :)

My heart is broken


<< Je t'aime. Lascia che ti senta dire "ti amo, Angelique. Ti voglio">>.
<< Angelique, mi rincresce mia cara ma ascolteresti una menzogna >>.
E’ ironico quanto una semplice frase possa cambiare radicalmente l’esistenza di una persona. Barnabas Collins, con quelle poche parole, aveva segnato la sua condanna: non sapeva ciò di cui sono capace, non lo sospettava neppure, la povera domestica di Collinwood era stata respinta, cosa poteva rappresentare per un pezzo grosso come lui? Ma sbagliava, eccome se sbagliava.
“Potenti e protervi la testa abbassate, creature arroganti al suolo franate” sbarazzarsi dei genitori di Barnabas era stato un gioco da ragazzi e nonostante le sue ricerche riguardo la magia oscura non sospettò mai direttamente di me, tant’è che rimasi ancora al castello.

Josette duPres, mai conosciuta creatura più rivoltante. Avrei dovuto mandare fuori gioco anche lei e di certo non mi dispiaceva: “Se egli un’altra sceglierà e a lei cuore e sguardo volgerà allora alla magia l’ignorata ricorrerà, così tutto quello che egli ama morirà”.
Così sconvolto dal suicidio di Josette tentò di lanciarsi dalla scogliera per seguirla in fondo all’oceano e non potevo permetterglielo, non l’avrei lasciato morire per amor di qualcun’altra. Dopo averlo trasformato in vampiro e avergli donato l’immortalità convinsi i cittadini di Collinsport che dietro l’assassinio dei Collins e della giovane Josette ci fosse niente meno che lui, uno spietato e senza scrupoli essere della notte che, assetato di sangue, era arrivato ad uccidere la sua famiglia.
Lo incatenammo in una bara e lo seppellimmo, l’idea era di lasciarlo riflettere solamente due o tre secoli… così, per fargli cambiare idea sul mio conto. Per quanto mi riguardava, avrei resistito fino alla fine dei tempi lontano da lui, o questo era quello di cui speravo di convincermi.

Il primo secolo fu piuttosto semplice, anche divertente se vogliamo, con un paio di buone mosse e qualche innocente assassinio ero riuscita a rendere la mia azienda, la “AngelBay”, la più importante e proficua di Collinsport: i clienti erano tantissimi ed io ero diventata la dominatrice indiscussa della cittadina. I Collins abitavano di nuovo al castello, ma le mie maledizioni di certo non rendevano loro la vita semplice, dovevano pagare tutti quanti, dovevo vederli bruciare uno ad uno.

1972, vanno di moda cose strane ma amo adattarmi. Giro per Collinwood alla guida della mia Plymouth ‘Cuda rossa fiammante, le persone mi salutano e rivolgo loro sorrisi e cenni con la mano per dimostrarmi amorevole. Inutili mortali.
Nessuno di loro può comprendere ciò che sono costretta a provare ogni giorno: il mio cuore è spezzato, dolcemente dorme il mio angelo scuro, ignaro di tutto, sepolto dove una volta c’era il vecchio bosco di Collinwood. Sono passati più di due secoli e nonostante non voglia ammetterlo una parte remota di me sa che mi manca. La mia vendetta è stata spietata e a volte non riesco ad allontanare la paura che non troverò mai un modo di guarire la mia anima. Sempre ammesso che ne abbia ancora una.
Arrivata alla AngelBay vengo a sapere da alcuni operai di 11 morti ritrovati questa mattina con la gola squarciata presso la Statale 9. Il sangue mi gela nelle vene e a passo spedito mi allontano per affrontare il dolore. Chiudo gli occhi e mi allontano.
La situazione mi è chiara non appena vedo la bara aperta e vuota: Barnabas Collins è di nuovo tra noi.

Prima Josette, adesso quella psicopatica di Victoria Winters, una sgualdrinella che si nasconde dietro un’identità fasulla e che nient’altro è che la discendente della mia antica rivale. Per quanto il mio amato Barnabas tenti di sfuggire dalle mie mani riesco a farlo mio ancora una volta, consapevole del fatto che lui bruci della mia stessa ardente passione, un amore che mi durerà fino alla fine dei tempi.   
Sono stata negata per tanto tempo, così a lungo, che la situazione mi sembra quasi irreale. E’ lui, è mio, sento le sue mani su di me e le sue labbra sulle mie; una sensazione da capogiro, più potente della magia e della stregoneria. Ho sempre saputo che lui era l’unico in grado, “liberaci dal dolore Barnabas e dal mio cuore di pietra.
Cambia,
volta le spalle dal baratro in cui ti ho rinchiuso, riemergi dalle tenebre,apri gli occhi alla luce.
Liberaci”.


Dico addio, addio. La battaglia è stata violenta e alla fine sono crollata. Incastrata al lampadario di cristallo come una bambola rotta, il mio cuore è spezzato.
Mentre il fuoco divampa e Collinwood crolla lui si avvicina lentamente e mi prende il volto con una mano, ponendo i miei occhi di fronte ai suoi. Rilasciami, non posso resistere, il mio cuore è spezzato.
<< Sai c’è stato un tempo in cui avrei potuto amarti. Avremmo potuto trascorrere l’eternità insieme >>. Mi confida dopo essersi inginocchiato di fronte a me.
<< Possiamo ancora >>. Biascico, pur sapendo di essere arrivata alla fine delle danze. Una parte di me lo spera ancora, ma il mio cuore è spezzato.
 << Tu non hai mai voluto il mio amore. Tu volevi possedermi >>.  Lo dice duramente e non so cosa mi faccia più male, se il suo sguardo o le taglienti parole.
<< No. Io ti amo Barnabas >>. Una luccicante lacrime solca il mio volto crepato mentre tento vanamente di convincerlo. Puoi ancora farlo Barnabas, liberaci dal dolore.
<< Tu non sai amare, Angelique, questa è la tua maledizione >>.
Non accetto le sue parole, dopo tutti questi anni, dopo tutti i miei sforzi non può finire così, non deve. Con difficoltà mi porto una mano al petto e lo perforo con le unghie affilate: voglio dimostrargli che sbaglia, che lo amo.
Gli porgo il mio cuore pulsante mentre lo supplico << Prendilo >>.
L’organo si crepa tra le mie mani e si frantuma in mille pezzi morendo pochi istanti prima di me.
Il mio cuore è spezzato.
   
 
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