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Autore: LadyPalma    06/08/2013    1 recensioni
Una raccolta di one-shot sulla mia coppia preferita usando le canzoni dei Coldplay.
[ThomasCromwell/CaterinaD'Aragona]
[Raiting alzato ad arancione per la song-fic "A whisper"]
Genere: Drammatico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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God put a smile upon your face

 

 

Where do we go nobody knows?
I've gotta say I'm on my way down
God give me style and give me grace,
God put a smile upon my face

 

Thomas accese la candela e si lasciò guidare dalla fioca luce in quello stretto e breve corridoio che avrebbe potuto compiere a dire il vero anche ad occhi chiusi, ormai; pochi conoscevano l’esistenza di quel passaggio segreto, nessuno si era preso la briga di scoprire dove portasse, lui stesso l’aveva scoperto per caso solo da qualche settimana e gli era sembrato un segno del destino. Aveva lasciato quella sera il suo ufficio per ultimo, scivolando attraverso la porta secondaria, e adesso procedeva lentamente, già pregustando il momento dell’incontro proibito che aveva atteso per tutta la giornata. I conti con il rimorso lui li aveva già fatti da un po’ e non c’era quella sera che posto per un sorriso fiducioso sul suo volto.

 

Where do we go to draw the line?
I've gotta say I wasted all your time,
Where do I go to fall from grace?
God put a smile upon your face….

 

Caterina si alzò in piedi, facendosi il segno della croce: era sempre stata una donna molto devota, ma ultimamente il tempo dedicato alla preghiera era cominciato a diventare troppo persino per ei. Del resto quelle ore consacrate alla riflessione e alla penitenza nella solitudine della sua stanza privata, erano l’unico modo che conosceva per alleviare il peso che sentiva sulla sua coscienza. Perché se le sue azioni non si erano macchiate di nessuna colpa, i suoi pensieri sì: aveva sciolto i capelli perché sapeva che a lui piaceva accarezzarglieli e aveva indossato la collana con il ciondolo in rubino che lui le aveva regalato.

“State sorridendo” mormorò una voce alle sue spalle, mentre due braccia coperte da un tessuto nero piuttosto familiare, la avvolgevano da dietro.

La donna sobbalzò leggermente al contatto e voltò di poco la testa ritrovandosi a pochi centimetri dal volto del suo atteso visitatore.

“Ho appena parlato con Dio” si ritrovò a dire, spiegando così il motivo dell’espressione probabilmente allegra sul suo volto “Non vi ho sentito entrare” aggiunse poi, portando le mani su quelle di lui e divincolandosi leggermente dalla presa.

 

Now, when you work it out I'm worse than you
Yeah, when you work it out I wanted to
Now, when you work out where to draw the line
Your guess is as good as mine

 

“Avevate lasciato la porta aperta” le fece notare, lasciandola andare ma continuando a tenerla vicino con lo sguardo.

“Avete fatto bene a chiuderla, allora” concluse la principessa vedova, lanciando un’occhiata all’uscio.

Thomas si accigliò leggermente e accorciò nuovamente la distanza tra loro , cogliendo una sorta di agitazione malcelata nel comportamento della donna. Le posò dolcemente due dita sotto il mento, facendole alzare il viso e lasciando incontrare i loro occhi, in un muto invito a parlare.

“Dobbiamo smettere di incontrarci” disse semplicemente, sostenendo il suo sguardo.

Cromwell  lasciò ricadere la mano e scosse la testa impercettibilmente. La verità era che quel discorso se l’era aspettato, aveva temuto spesso il momento in cui lei avrebbe realizzato concretamente l’abissale differenza sociale e morale che li divideva, una differenza che per lui svaniva ogni volta che la teneva tra le sue braccia, in un incontro di corpi che innegabilmente si desideravano e anime non poi così diverse.

“Perché? Non stiamo facendo nulla di male…” protestò debolmente allargando le braccia.

Caterina annuì lentamente, ma non appariva molto convinta. Era vero, non c’era stato niente di più che baci fugaci, carezze rubate e teneri abbracci tra loro; lei non gli aveva concesso altro che quei semplici innocenti contatti, e lui non aveva osato chiedere di più, anzi non ne aveva neppure avuta mai l’intenzione. Ma ogni limite era già stato superato e cosa avrebbe impedito loro, cosa avrebbe impedito a lei. di perdersi definitivamente?

“Caterina” la chiamò lui prendendole istintivamente le mani “Io vi rispetto e vi ammiro e per tutto l’amore che porto che voi non farei mai nulla, mai, che potrebbe danneggiarvi… Mai”

“Certo…” mormorò lei con una traccia di ironia nella voce “Ma davvero vi basta solo questo?” chiese poi in tono titubante, alludendo alla strana non-relazione con cui avevano deciso di vivere il loro non-amore.

“A me basta guardarvi negli occhi” dichiarò il Lord Cancelliere semplicemente, portandosi una delle mani di lei, che ancora teneva strette, alle labbra.

 

Where do we go nobody knows?
Don't even say you're on your way down,
when God gave you style and gave you grace
And put a smile upon your face

 

La principessa vedova lo guardò sorpresa a quella rivelazione, sentendo le guance colorarsi improvvisamente, una sensazione che non aveva provato da anni, e lentamente un sorriso si fece strada sul suo volto.

“State sorridendo di nuovo” le disse, accarezzandole adesso una guancia con il dorso della mano.

“Adesso è a causa vostra però” si lasciò sfuggire in risposta, cadendo nel suo abbraccio che mai avrebbe creduto tempo prima, così caldo e protettivo.

Una lacrima non vista scivolò solitaria, ma lei continuava a sorridere.

A volte il senso di colpa è solo il prezzo da pagare per essere felici. O almeno illudersi di esserlo.

 

 

 

 

 

   
 
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