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Autore: Ibelieve93    07/08/2013    3 recensioni
Marco e Clarissa .
I due si amano da sempre.
Entrambi non vedono l'ora di laurearsi e di sposarsi per andar a vivere insieme e costruire una famiglia.
Amarsi in tutto e per tutto.
Un giorno, un litigio , la gelosia e un terribile incidente tenteranno di separarli.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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NON LASCIARMI , IO SONO QUI ! 




Capitolo 1. Marco e Clarissa 



“Cosa? Cosa?” urlò Clarissa, le mani fra i lunghi capelli biondo miele che le incorniciavano il volto pallido e rigato da innumerevoli lacrime . Le labbra le tremavano insieme alle pupille nei lucidi occhi color nocciola . Dondolandosi avanti e indietro mentre era seduta in auto sul sedile del passeggero , cercava di calmarsi ma con scarsi risultati . Era come se ogni vena nel suo corpo si fosse trasformata in un cavo elettrico ad alta tensione, pronta a folgorare qualsiasi cosa avesse tentato di trattenerla . Il cuore nel petto era incontrollabile e incurante del fatto che presto o tardi se non avesse rallentato la sua corsa si sarebbe sentito male . Clarissa poteva scegliere di calmarsi , ma in quel momento la gelosia sembrava troppo forte per lasciarsi guidare dall’amore , che provava per il ragazzo dagli occhi azzurri che era alla guida . L’amore che provava nei suoi confronti era stato scambiato per possessione morbosa , e lei non se ne rendeva conto . Offuscata , da pensieri non lucidi. 
“Tu hai preferito stare con lei, a casa sua a fare chissà cosa ,  invece che con me !” gridò dando un pugno al finestrino alla sua destra.
“Calmati , ti prego!” le consigliò Marco preoccupato per lei “ se continui così ti sentirai male!” aggiunse,  mentre continuava a stringere con forza lo sterzo fino a far diventare bianche le nocche . “ Lasciami spiegare!”
Clarissa scosse la testa con veemenza : “ No, no…..tu ….tu……sei un animale! Non devi spiegarmi nulla! ” lo definì senza pensare . “ non c’è bisogno di spiegare!”
“Ti odio” gli urlò in faccia voltandosi verso di lui. “ hai capito? Ti odio!” ripeté con più forza per poi portarsi una mano al petto con una smorfia di dolore. Era da più di mezz’ora che gridava e piangeva , come fosse impazzita. Era così , ogni volta che Marco incontrava quella che definiva una semplice collega .
“ No, tu non lo pensi sul serio. Tu non mi odi. ” disse lui cercando di mantenere la calma “ Non essere gelosa! Io ti amo! Non rovinare tutto ! ”
Marco sapeva perfettamente che non sarebbe servito a niente alzare il tono della voce , se non a peggiorare le cose, ma era davvero dura .  
“Sono andato da lei solo per….” esordì per l’ennesima volta , ma Clarissa come sempre lo interrompeva : “ Aiutarla a preparare l’esame di diritto romano ?! O cosa?!  Avevi detto che saresti rimasto con me all’Università ieri , o sbaglio?”
“Si….ma….”
“E’ finita!” concluse lei,  per poi afferrare la fedina argentata che aveva al dito e gettarla per terra , sul tappetino dell’auto sportiva sulla quale stavano viaggiando. Marco deglutì . Con la coda dell’occhio destro era stato in grado di vedere quel gesto , senza distogliere lo sguardo dalla strada , e a sentirne il leggero tintinnio sul tappetino .
Clarissa era iscritta alla facoltà di Medicina , Marco alla facoltà di Giurisprudenza dove aveva conosciuto Monica da poco meno di un anno , causa di quell’assurdo litigio .
Come ogni giorno dopo i corsi , Marco riaccompagnava Clarissa a casa volentieri , pur dovendo fare chilometri in più per tornare a casa sua . Quel pomeriggio però , aveva faticato parecchio per convincere la ragazza a salire in auto con lui . Clarissa era furiosa , per tutta la sera precedente non aveva fatto altro che rifiutare chiamate e  messaggi del ragazzo , che invano provava a spiegarle tutto . Per lei , Marco l’aveva tradita con Monica.  
“Smettila!” le disse alzando solo di poco la voce “ Ti comporti come una bambina! Non mi lasci spiegare! ”
Clarissa ridusse gli occhi a due fessure: “ Fammi scendere!”
“Siamo ancora un po’ lontani da casa tua  , dove vuoi andare a piedi ?” cercò di farla ragionare.
Fu un attimo.
Un incrocio.
Un sorpasso.
Uno stop non rispettato.
Marco non fece in tempo a frenare per evitare un auto alla sua sinistra , che sfrecciando ad alta velocità aveva l’intenzione di tagliargli la strada .
Il ragazzo provò a sterzare , ma fu tutto inutile.  
L’impatto laterale fu violento . Marco cercò una mano di Clarissa .
Un rumore acuto e terrificante si diffuse nell’aria bloccando pensieri e azioni .
Schegge di vetro schizzarono via impazzite.
La Bmw in cui erano Marco e Clarissa fu trascinata per diversi metri sull’asfalto da quella berlina nera  – causa dell’incidente - lasciando una moltitudine di pezzi , vetri e segni di frenata ovunque .
Silenzio.
Nessuno dei due Airbag della Bmw scoppiò.
Poi, all’improvviso il caos.
Grida raccapriccianti , spaventose si diffusero per l’intera zona .
Clarissa , che aveva chiuso gli occhi pochi istanti prima dell’impatto , li riaprì a fatica , confusa, stordita . Impiegò una manciata di minuti per distinguere bene ogni cosa  . La testa le faceva male e sentiva le dita intorpidite .
Il rumore di sirene in avvicinamento giunse alle sue orecchie a fatica .
Si sentiva svuotata di ogni pensiero ed emozione . Era consapevole soltanto di essere ancora in auto con la cintura allacciata .
 “Signorina, signorina!” la chiamò un uomo aprendole la portiera dell’auto : “Sta bene?” le chiese chinandosi su di lei e sfiorandole il viso con premura . Era un passante, che aveva assistito all’intero incidente . Stringeva agitato il cellulare fra le mani : “ Stia calma, i soccorsi stanno arrivando!” e cercò di sorriderle per rassicurarla .
Clarisse corrugò la fronte: “ Come….cosa…..? ” balbettò a stento . Poi, in un lampo ricordò tutto . La berlina nera che sfrecciava verso di loro, Marco che le stringeva una mano .
Spalancò gli occhi e di scatto si girò verso di lui, ignorando l’improvviso capogiro  .

“Marco!” chiamò con un filo di voce.
Il ragazzo era immobile , le mani avevano abbandonato lo sterzo,  gli occhi chiusi .  Un’ampia ferita alla tempia sinistra continuava a sanguinare e a macchiargli la camicia bianca .   
“NO!” urlò disperata.
Velocemente gli sganciò la cintura e gli sfiorò una guancia con dolcezza: “ Marco , ti prego apri gli occhi!”
Lacrime iniziarono nuovamente a sgorgare dai suoi piccoli occhi, ma questa volta erano lacrime di dolore…..non di rabbia o gelosia.
“Signorina, la prego!” lo sconosciuto gli afferrò una spalla, preoccupato .  
“Mi lasci! Non mi tocchi!” urlò lei in risposta senza voltarsi
“Marco , Marco ?!”
Con coraggio mise due dita sul collo del ragazzo , lui non poteva essere morto . Marco non poteva morire. Lui era vivo , lei ne era sicura . Avrebbero ancora parlato  , incrociato i loro sguardi , si sarebbero stretti ancora in uno dei loro dolci abbracci sul molo al chiaro di luna .  
Trasse un sospiro di sollievo : “ E’ vivo!” urlò con gioia “ Quando arrivano i soccorsi ? ”  
“ Amore mio , resisti !” gli sussurrò ad un soffio dalle labbra , per poi rubargli un piccolo bacio e appoggiare la testa sul suo petto scoppiando a piangere , i pugni chiusi sulla camicia del ragazzo.
“ Non posso perderti” sussurrò sfinita , prima di perdere i sensi .
*****
“ Tesoro , come ti senti  ?”
Conosceva bene quella voce. Sua madre Irene era seduta al suo fianco.
Riaprì gli occhi lentamente per abituarsi alla luce proveniente da una grande finestra alla sua sinistra .
“mamma” riuscì a dire , sentiva la bocca asciutta .
Clarissa capì di trovarsi in una stanza d’ospedale . Accanto a lei c’era un altro letto , occupato da una donna di circa cinquant’anni  che era intenta a guardare un po’ di tv , sopra un tavolo rettangolare, posizionato accanto ad un piccolo armadietto bianco e grigio . Il volume non era alto , sentiva qualcosa…. appena.  
“ Sono qui!” rispose la madre, che le stava accarezzando la fronte : “ va tutto bene ”   
Clarissa chiuse gli occhi ancora per qualche altro istante e deglutì a fatica : “Marco…..” riuscì a dire soltanto quel nome , provando a nascondere paure e dolore .
Sentì le mani di sua madre stringerle una delle sue : “ Tuo padre si sta occupando di lui.”
Una lacrima attraversò il volto della donna : “ Ho avuto tanta paura , tesoro mio ! ”
“Mi dispiace” sussurrò lei  , poi aggiunse : “ mamma , non morirà vero?”
Non poteva sopportare tutta quella situazione. Non poteva essere realmente accaduta, non a lei .

Sono una stupida!
E’ colpa mia…..se io non avessi…..io……Marco ! Pensò disperata
Non morire.


Aveva il cuore colmo d’angoscia, le ultime ore passate a litigare con lui all’improvviso le sembrarono ridicole e inutili .

E se dovesse morire?

L’ultimo ricordo che ho con lui è quella ridicola scenata di gelosia ?
Amore mio…..
Tutto quel gridare, il non volerti lasciar parlare per paura di sentirmi dire cose che non avrei voluto..... un eventuale tradimento.....e poi il ricordare parole dette poco prima dell’incidente e provare vergogna.  
“ No, tu non lo pensi sul serio. Tu non mi odi. Non essere gelosa! Io ti amo! Non rovinare tutto ! ”
Lui mi aveva detto questo , dopo che io ero stata capace di dirgli che l’odiavo . Non volevo ascoltare, come sempre!
Marco, avrei preferito un tradimento invece di .......non posso perderti così  . Non posso vivere senza saperti vivo . Ti amo. Ci amavamo, volevamo sposarci .....adesso? 


Lui le aveva detto di non rovinare tutto, che l’amava. Si era perfino preoccupato per lei nel vederla furiosa, completamente impazzita di gelosia. Le aveva afferrato una mano…..come a volerla sentire al suo fianco in quel terribile momento.
Come aveva potuto permettere alla gelosia di soffocare l’amore che provava ?
Strinse le lenzuola e soffocò un lamento.

Perché soltanto nei momenti difficili le persone si rendono conto dei loro sbagli ?
Perchè soltanto in quei momenti ripensano alle loro azioni , e tentano di fare l'impossibile per rimettere le cose a posto ?
In molti casi non c’è rimedio, non si può tornare indietro!


“ Andrà tutto bene, vedrai! ” rispose la madre , preoccupata nel vederla in quello stato.  
“Voglio vederlo!” urlò lei portandosi una mano fra i capelli .
“Tesoro, adesso non è possibile. Cerca di riposare! ”

Un brutto incidente ieri pomeriggio ha scosso l’intera città . Una berlina nera con alla guida un uomo da tempo ricercato dalla polizia , ha travolto in pieno una Bmw con a bordo due giovani in un incrocio , nei pressi del lungomare . L’uomo è morto sul colpo mentre ancora non si hanno notizie certe sul ragazzo alla guida del Bmw, la ragazza che era in sua compagnia sembra essere fuori pericolo.
 
Clarissa riuscì ad afferrare soltanto quelle parole dalla tv . Poi i suoi occhi si concentrarono sulle immagini senza volerlo .
L’incrocio, la Bmw e l’auto nera….. distrutte .
Si girò su un fianco : “ mamma , falla chiudere ! Ti prego ! ” disse fra le lacrime
“Mi scusi , mi dispiace” disse mortificata la signora , che subito si affrettò a spegnere l’apparecchio.
“Non si preoccupi” rispose Irene per sua figlia.   
Clarissa cercò di calmarsi :“Marco, sono con te. Rimani con me. Perdonami…..”  





Angolo Autrice


Ciaooooo! ^^ 
Questa storia è stata ispirata da una serie di cose...
Fatemi sapere cosa ne pensate ! ^^ Ci conto ^^ 
Un bacione! ^^ A presto ;)
 

 
   
 
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