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Autore: Snow_Queen    08/08/2013    3 recensioni
Cosa accadrebbe se le porte del tempo e dello spazio
che dividono realtà e fantasia venissero infrante?
---The Brave---x---Le 5 Leggende---
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Brave and Guardian
In ogni leggenda c'è sempre un pizzico di verità

 
 

Cosa accadrebbe se le porte del tempo e dello spazio
che dividono realtà e fantasia venissero infrante?

 

Quando quella mattina mi svegliai, sentivo come se il temporale della sera prima avesse portato con se molto più che qualche foglia e ramo secco. Ma non mi importava ora era il MIO giorno quel giorno! Mi preparai con una velocità impressionante, presi arco e frecce e cavalcai Angus verso il bosco. La libertà che mi dava sentire il vento tra i capelli non l’avrei cambiata per nulla al mondo! Le lezioni di mia madre erano un ricordo lontano, i dispetti dei miei fratelli, le manie perfezionistiche, tutto ora era lontano, ero libera. Almeno per un giorno, per quel giorno, non ero la Principessa Merida. Ero soltanto Merida.
Non mi resi conto di essermi allontanata troppo e di aver perso di vista il sentiero che riconduceva al castello. Ero finita in un luogo pieno di nebbia e dalle sembianze tetre. Non ricordavo di esser mai andata in luoghi simili eppure quel bosco lo conoscevo come le mie mani! Mi guardai intorno cercando di scorgere un sentiero, un albero, una roccia particolare che mi potessero aiutare a ritrovare la strada di casa ma nulla. All’improvviso però, nella nebbia vidi brillare in lontananza una piccola luce blu. “Un fuoco fatuo!”  pensai scendendo da cavallo per raggiungerlo. Mi chinai nel tentativo di toccarlo ma lui sparì, ricomparendo poco più avanti. Mantenni ferme le redini di Angus cosi che non scappasse, era un cavallo fedele ma la prudenza non era mai troppa, e seguii i fuochi fatui che mi apparivano man a mano che avanzavo fino a che non sparirono una volta arrivata davanti ad un portale di pietra con incise su due asce incrociate. Avanzai un po’ incerta a dir il vero, seguendo quegli spiritelli avevo finito di perdermi ancora di  più. Ad un tratto però finì con l’affondare in qualcosa cosi abbassai lo sguardo e quella era proprio NEVE! Come poteva esserci la neve lì? Cioè si poteva esserci ma non in piena estate! Perché i fuochi fatui mi avevano portato lì? Osservai con attenzione le rovine che serpeggiavano il piccolo sentiero che portava in cima ad una piccola collinetta. Sembrava un villaggio attaccato, anzi dir il vero sembrava ciò che rimaneva del regno di una leggenda che mia madre mi raccontava sempre e anche se me ne aveva parlato centinaia e centinaia di volte nelle sue lezioni non ricordo il suo nome, ricordo solo che uno dei figli del re si era ribellato perché voleva il regno tutto per se e a causa di ciò il regno era andato in rovina.
Non so come descriverlo a dir il vero ma avevo come la sensazione che qualcuno mi stesse osservando in quel momento, sentivo come una presenza che mi teneva “il fiato sul collo” ma forse era solo Angus, dopotutto il suo muso arrivava realmente al mio collo.
Arrivata in cima alla collinetta vidi soltanto il lago o forse era il mare? La nebbia rendeva difficile la visuale. «Angus forse è meglio che proviamo a tornare a casa da soli ne ho abbastanza» feci per saltare in sella al mio cavallo ma il terreno sotto di me cedette e caddi in un immensa sala. «Ahia che botta!» esclamai provando a rialzarmi, ma mi faceva male la caviglia e speravo che non si fosse rotta. «Dove diavolo sono finita?» erano delle rovine. Sembrava una galleria di un castello, alle pareti c’erano degli arazzi consumati dal tempo e coperti da ghiaccio a neve. A mio avviso narravano una storia ma non si riuscivano a vedere bene e poi ero troppo lontana da essi per esserne pienamente sicura. “Ah Merida ci sono cose più importanti a cui pensare! Ora come farai ad uscire di qui con una caviglia fuori uso?! Dannati fuochi fatui!” pensai poggiando la schiena contro il muro di pietra, mi sembrava stranamente soffice anche se freddo. “Sarà la neve”.
«Ti sei fatta male?»
Sbattei le palpebre qualche volta, dovevo aver sognato anche se non ricordavo di essermi addormentata. Aprì gli occhi e vidi a poca distanza da me due occhi azzurri.
«Chi sei?! Come sei arrivato qui giù senza che me ne accorgessi?» dissi sobbalzando anche se era una pessima scelta dato che la caviglia iniziò a gridare pietà.
«Riesci a vedermi?»
«Certo che riesco a vederti non sono cieca» non stavo di certo sognando o immaginando tutto dato che il dolore alla caviglia. Chi era quel tipo? E cosa più strana: Come era arrivato lì senza che me ne accorgessi? Aveva un aspetto alquanto strano. Non so se si poteva definire casacca o camicia blu era diversa da ciò che indossavano gli uomini dalle nostre parti e andava in giro scalzo e per di più con uno strano bastone, anche se aveva i capelli tinti del colore delle stelle era giovane.
«Da dove spunti fuori e perché sei convinto che non riuscissi a vederti?»

«Tu credi nella magia quindi! Ecco perché riesci a vedermi!»
«Magia? Cosa centra la magia in tutto questo?» chiesi spazientendomi «Ahia..» maledetta caviglia mi creava non troppi problemi.
«Vieni ti riporto a casa parleremo con calma più tardi.»
Vedendomi presa in braccio mi venne un colpo e le mie guance divennero in pendant con i capelli ricci rosso fuoco ma ciò che mi sorprese più di tutte fu come il ragazzo volò fino al soffitto poggiandomi poi sulla sella di Angus.
«Segui il sentiero che ti traccerò»
Non capii molto ma annuii e diedi il comando ad Angus di partire seguendo così quegli strani fiocchi di neve che il ragazzo, che ora non vedevo più, tracciava sul manto d’erba e successivamente sul sentiero.
Al castello mia madre, la Regina Elinor non prese bene la notizia della mia slogatura alla caviglia, ovviamente non le raccontai nulla altrimenti mi avrebbe preso per pazza! Anche se ero convinta di esserlo anche io. Un ragazzo dai capelli bianchi che crea la neve e vola. Dovevo aver sbattuto la testa.. ma se avevo sbattuto la testa allora come avevo fatto ad uscire da lì dentro? Non ci capivo più niente, mi resi conto solo allora che mia madre era già uscita dalla mia camera da chissà quanto tempo.
«Certo che tua madre ha un bel caratterino mi sporsi dal letto e vidi il ragazzo di prima steso tranquillamente sul baldacchino del mio letto.
«Tu che ci fai qui! Da dove spunti fuori?!»
«Sono entrato insieme a tua madre, ma lei non crede molto nella magia e più che qualche brivido di freddo non ha avvertito nulla. Tu invece sembravi pensierosa..»
«Pensavo da dove spuntavi appunto! Mi dici chi diavolo sei?!»
«Jack, Jack Frost. Il guardiano del divertimento e spirito dell’inverno»
«Ok io allora sono il topolino dei denti»
«Mi spiace deluderti ma lo conosco il topolino dei denti che si occupa della raccolta dei denti qui in Europa»
«Europa?»
«Ah giusto l’Europa non esiste ancora.. fa finta di niente»
«Mi spieghi che succede non ci sto capendo più nulla!»
«Succede che sono stato catapultato indietro nel tempo di ben 1000 anni e il come non lo conosco ancora e a causa di cosa neanche.»
Certo che quel tipo era matto da legare! Viaggiare nel tempo come se fosse possibile fare una cosa del genere. Il discorso del tipo strambo lo ascoltai solo in parte. Mi raccontò di uno strano uomo nero chiamato Pitch che, parole sue, nella sua epoca aveva cercato di far cadere il mondo nell'oscurità privando i bambini dei sogni e della loro immaginazione, cancellando completamente il ricordo dei Guardiani, lo avevano sconfitto ma ora non sapeva perché era arrivato lì.
«Io resto il topolino dei denti»
«Non scherzare Principessa»
«Senti da che pulpito viene la predica» sospirai gettandomi sicura all’indietro poggiando cosi la testa sul mio cuscino, rimasi lì fino a che non sentii un tonfo sul letto. Alzai il capo e notai il tipo strano seduto a gambe incrociate sul mio letto che mi fissava.
«Perché i fuochi fatui mi hanno portato da te?»
«Devi essere l’unica in grado di aiutarmi»
«Aiutarti in che cosa?»
«Ti ho detto che non lo so!»
In quel momento la porta si spalancò ed entrò la tata, non si rese conto di Jack ma sembrava lo stesso molto spaventata.
«P..Principessa! I.. I vostri fratelli!» era bianca come un cencio, sarei voluta balzare giù dal letto ma la caviglia creava ancora qualche problema.
«Maudie santo cielo parla cos’hanno i miei fratelli!» possibile che quella donna sapeva solo creare agitazione?
«Non stanno per niente bene Principessa.. la guaritrice non sa cosa fare..»
 
Harris, Hubert e Hamish erano davvero pallidi e si dimenavano molto nel sonno e sia mia madre che mio padre non riuscivano a svegliarli. Sembravano imprigionati nell’incubo che stavano vivendo. Che le storie di Frost fossero reali? Che questo Pitch esistesse davvero. Era straziante vedere mia madre piangere nei tentativi senza successo. Il Re Fergus invece, mio padre, aveva uno sguardo come se fosse perso nel vuoto. L’unica cosa che sembravamo poter fare era aspettare la mattina nella speranza che si svegliassero.. Mandarono anche me a letto con la scusa di dover riposare la caviglia
«E’ opera sua?» chiesi guardando Jack che si era appoggiato vicino alla finestra per un po’ non rispose e per un istante mi venne il dubbio di non aver parlato affatto.
 «Si tratta dei miei fratelli, devi dirmelo!»
«La questione è delicata Merida. Che si tratti di Pitch Black è certo come il sole, il suo culto nel passato era molto più forte e da quello che ho capito nessuno credeva negli altri guardiani.. a parte te..»
«Solo perché ho visto i fuochi fatui altrimenti sarei restia io stessa a credere nella magia.»
«Non dirlo neanche per scherzo, esistono alcune creature fatate che potrebbero morire se gli viene detto in faccia che non si crede in loro.»
«Tu sei tra queste?»
«Non so e non voglio scoprirlo. Comunque gli incubi di Jack svaniscono quando sorge il sole. Il bambino non ha più paura del buio e l’incubo svanisce. Dobbiamo trovare i guardiani di quest’epoca e far si che la gente creda in loro, cosi potranno sconfiggere Pitch!»
 
Non so neanche io cosa accadde ma ad un certo punto la terra iniziò a tremare e un vortice si aprì sul pavimento, sembrava un enorme buco nero, si vedevano qua e là granelli di sabbia nera e dorata trasportata dal vento. Cercai di tenermi aggrappata a qualsiasi cosa mi capitasse a tiro ma alla fine caddi dal letto e stavo per finire risucchiata in quel buco. 
«Jack! Che succede?!» chiesi letteralmente in preda al terrore. Cosa sarebbe accaduto se fossi caduta in quel vortice?
«Merida cerca di reggerti!»
Poco dopo Jack mi fu accanto e tentò di aiutarmi a reggermi ma non riuscimmo a mantenerci e cademmo entrambi in quel vortice.
Nonostante il tornado Jack mi tenne stretta a se per evitare che ci perdessimo.
«Andrà tutto bene Merida te lo prometto»

  
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