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Autore: Eowyn 1    09/08/2013    10 recensioni
Tredici nani, uno hobbit pasticcione, una cena da preparare, il fumo molesto e dei semplici biscotti, tutto questo condito con il nemico più temibile di sempre.
Ce la faranno i nostri eroi a difendere i biscotti e ad evitare che il povero hobbit finisca come sempre nei guai?
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Balin, Bilbo, Dwalin, Thorin Scudodiquercia, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Era stata una lunga giornata di viaggio. Le terre dolci e ospitali che avevano incontrato appena fuori dalla Contea stavano ora trasformandosi, degradando in una landa brulla e desolata. I pochi alberi presenti erano radunati in gruppetti qua e là, mentre i bassi cespugli intralciavano il cammino.

Il terreno era incolto e cosparso di buche, nelle quali ogni tanto qualche pony finiva per infilare una zampa, rischiando di farsi del male e sottoponendo il suo povero cavaliere a scossoni poco graditi.

Quando finalmente, a sole già calato, Thorin diede ordine di fermarsi per la notte, i viaggiatori accolsero la notizia con un sospiro di sollievo stando attenti, ovviamente, a non farsi sentire dal capo della compagnia per evitare che intendesse il loro comportamento come una critica nei suoi riguardi e nei confronti delle sue decisioni.

Thorin era parecchio nervoso in quei giorni, più del solito, insomma. Probabilmente perché, come tutti gli altri, percepiva l’urgenza di raggiungere al più presto nuovi territori meno esposti, dove avrebbero potuto viaggiare senza correre il rischio di essere avvistati dal nemico da un momento all’altro.

 

« Il mio povero sedere! » borbottò Bilbo, massaggiandosi il fondo schiena non appena fu sceso da cavallo.

« A chi lo dici… » commentò Bofur accanto a lui, stiracchiandosi.

« Bombur, prepara la cena. » l’ordine insindacabile di Thorin suonò all’interno del cerchio che i nani, lo hobbit, lo stregone e i pony avevano costituito accanto al piccolo boschetto che era stato scelto come riparo notturno.

« Sarà meglio non fare rumore e tenere il fuoco basso. » li avvertì Balin, premuroso « Siamo abbastanza allo scoperto, meglio non correre troppi rischi. »

Gli altri nani annuirono e ognuno si diede da fare per preparare il campo per la notte, liberare i pony dai pesanti bagagli o aiutare Bombur che si stava occupando della cena.

 

« Manca ancora tanto? » reclamò dopo alcuni minuti Dwalin che, stravaccato a terra e con gli occhi semichiusi, stava morendo di fame.

« Un attimo, non ha ancora finito di cuocere! » borbottò Bombur, inchinato sul pesante calderone che emanava un denso fumo.

Balin sorrise a Bilbo, che era seduto accanto a lui: « Ha sempre avuto poca pazienza, mio fratello… » sentenziò il vecchio nano con una nota di divertimento nella voce.

« Che ci vorrà mai per cucinare quel po’ di carne che ci è rimasta. » continuò Dwalin sbadigliando.

Fili e Kili lo osservavano in silenzio, con un’espressione stanca ma ammirata nei confronti di quel nano così forte e valoroso, grande amico di Thorin.

« E poi quell’affare fa troppo fumo, ci farà beccare nell’arco di pochi minuti, gli orchi lo vedranno da miglia di distanza. » continuò il nano.

A quell’affermazione, Bilbo rabbrividì, mentre qualche nano alzava gli occhi al cielo e Bombur, dal canto suo, rimaneva in silenzio come sempre. Non valeva la pena di mettersi contro Dwalin, specie nei momenti come quello, in cui era particolarmente nervoso. L’unico che avrebbe potuto permettersi di correre un simile rischio era Gandalf, ma lo stregone era comodamente seduto con la schiena appoggiata al tronco di un albero mezzo rinsecchito, e stava caricando la sua pipa. Doveva essere in uno di quei momenti in cui la compagnia di sé stesso era l’unica cosa che desiderava.

« Un’ora per cucinare due pezzi di carne, che non basteranno a sfamare nemmeno un quarto della compagnia, un fumo da far invidia a un vulcano, che ci farà scoprire da un momento all’altro, perfetto direi! » borbottò ancora Dwalin con voce roca.

« Tieni… » sussurrò ad un tratto Bilbo con un filo di voce, e porse al nano un piccolo fagotto. Non seppe nemmeno lui se lo fece per gentilezza o perché era stufo di sentire Dwalin lamentarsi o, ancora, perché non voleva più sentire quei continui discorsi sul fumo e sugli orchi che avrebbe attirato. Forse tutte queste cose insieme.

Il nano osservò ciò che lo hobbit gli stava porgendo.

« Sono biscotti. » gli spiegò Bilbo « Ne sono rimasti pochi, ma per placare la fame fino a che non sarà pronta le cena penso che basteranno. »

Balin sorrise sotto i baffi, e così fece lo stesso Gandalf, mentre Dwalin osservò cupo lo hobbit, quindi afferrò il fagotto grugnendo un “Grazie” tra i denti.

Sciolse il nodo che lo teneva chiuso, rivelando quattro piccoli biscotti, secchi e mezzi rotti.

Ne afferrò uno e cominciò a masticarlo. Nel giro di due morsi era già sparito e Dwalin si accinse a mangiarne un altro. Lo sollevò, e stava per gettarlo tutto intero in bocca quando qualcosa attirò la sua attenzione.

« Balin. » mormorò serio Dwalin.

Il fratello più anziano, che stava scambiando qualche parola con Bilbo Dori, e Ori si voltò verso Dwalin, preoccupato dal tono della sua voce.

« Cosa c’è? »

« Dov’è la tua mazza? »

« Cos… »

« Dammi la tua mazza! » ripeté il più giovane senza dare spiegazioni.

Balin afferrò la sua mazza e la passò al fratello. Anche Oin e Gloin, che stavano cercando di decifrare un discorso di Bifur, si zittirono e osservarono i loro compagni con apprensione.

La tensione nel gruppo salì alle stelle, tanto che lo stesso Bombur rimase con il cucchiaio, con cui stava assaggiando la cena, sollevato a metà e la bocca aperta, mentre Bilbo, con gli occhi spalancati come un gufo, tremava dalla testa ai piedi, peli compresi.

Quando Dwalin parlava con quella voce, significava che stava per succedere qualcosa e, il fatto che avesse chiesto a Balin la sua mazza, non lasciava presagire nulla di buono.

Il possente nano si sollevò in piedi, stringendo più forte la presa sulla mazza del fratello.

Lo stesso Thorin gli si era avvicinato, allarmato, scrutando l’oscurità alla ricerca di qualche nemico. « Dwalin che cos’ hai… » il capo della compagnia non fece in tempo a terminare la frase, che Dwalin lanciò un grido di battaglia, cominciando a prendere letteralmente a mazzate il fagotto di Bilbo, compresi i biscotti che vi erano rimasti all’interno.

Il nano continuò a lungo nell’impresa, mentre i suoi compagni lo osservavano, immersi nello sbigottimento totale.

Quando finalmente decise che il suo pericoloso nemico non poteva più nuocere a nessuno, smise di prenderlo a mazzate, si erse in tutta la sua statura appoggiandosi alla mazza del fratello e tirò alcuni profondi respiri per riprendere fiato.

« E… questo cosa significava? » domandò Thorin, con gli occhi ancora leggermente spalancati, cercando di mantenere un contegno. Era già sufficiente il suo migliore amico che dava i numeri, non voleva dare a vedere quanto ne fosse rimasto scioccato.

Gli altri nani, Bilbo e Gandalf erano a loro volta come pietrificati e tutti fissavano Dwalin.

« Loro non possono avere i miei biscotti! » sbottò lui con aria soddisfatta.

« Loro… chi? » continuò Thorin.

« Le formiche! » esclamò Dwalin « Ce n’era una sul biscotto! »

Se non fosse stato che tutti temevano la reazione di Dwalin, in molti si sarebbero rotolati a terra dal ridere, ma si trattennero. Gli unici che si permisero di lasciarsi sfuggire un risolino furono Fili e Kili.

« Bene fratello… » iniziò Balin cercando di risolvere quella situazione di stallo che si era creata: Thorin era rimasto talmente tanto scioccato che stava fissando l’ex-fagotto del signor Baggins con la bocca semi aperta e gli occhi spalancati, incapace di reagire.

« A questo punto cosa credi di aver risolto? »

« La formica non c’è più! » esclamò Dwalin come se stesse dicendo la cosa più ovvia del mondo.

« Oh sì… ma anche i biscotti ora saranno polverizzati! »

Il più giovane dei due fratelli abbassò di scatto la testa in direzione dei biscotti, e rimase a fissare il lavoro che aveva appena fatto, senza proferir parola.

« Senza contare che ora avremo di sicuro gli orchi alle calcagna! » intervenne Nori. Bilbo deglutì a vuoto.

A quel commento, Dwalin si riprese e attaccò Nori, cercando di distogliere l’attenzione dalla figuraccia che aveva appena fatto: « Stai forse insinuando che li ho attirati qui? » sbraitò « Se dovessero davvero arrivare gli orchi sarà per colpa di quel fumo, non certo per via delle formiche! »

« Ah no certo, le formiche non attirano gli orchi, quelli vengono attirati di più dal rumore di una mazza nanica che prende a mazzate delle formiche indifese! »

Fili si portò una mano a coprire la bocca, mentre Kili si nascose dietro la spalla del fratello, incapace di trattenersi un secondo in più dal ridere.

« Cosa vorresti dire con questo?! » urlò Dwalin stringendo la presa sulla mazza che teneva ancora in mano.

« Dwalin, calmo! » esclamò Balin stringendogli una spalla.

Finalmente, Thorin si riprese dallo shock e si decise ad intervenire: « Smettetela. Se continuate così, tra poco avremo davvero degli orchi alle calcagna! »

A quel richiamo, Dwalin si calmò, e restituì la mazza al fratello, borbottando qualcosa di incomprensibile, quindi prese con due dita il povero fagotto e controllò all’interno: i biscotti erano completamente sbriciolati e anche sporchi di terra.

Tese il braccio in direzione di Bilbo porgendogli quello straccetto lurido: « Grazie comunque. »

Lo hobbit lo fissò per qualche secondo, quindi annuì un paio di volte, per poi controllare a sua volta il contenuto del fagotto. Accortosi che ormai i biscotti erano completamente immangiabili, rivoltò il fagotto e rovesciò le briciole a terra.

« Cosa stai facendo? » gli domandò Kili, curioso, osservandolo col capo leggermente inclinato di lato.

« Visto che ormai non si possono più mangiare ho pensato che potevo lasciare le briciole a terra per le formiche, così… »

Gandalf alzò gli occhi al cielo mentre Bilbo, dal canto suo, si accorse di aver detto la cosa sbagliata quando ormai era troppo tardi.

« Tu! » sbraitò Dwalin facendo sussultare lo hobbit « Con tutta la fatica che ho fatto per neutralizzare quella formica… »

Fortunatamente, Balin lo afferrò per un braccio e cercò di calmarlo. Kili, dal canto suo, era seduto a terra che rideva come un matto, mentre Fili si teneva la testa fra le mani e Thorin li fulminava con lo sguardo.

« La cena è pronta! » esclamò Bofur.

« Non è vero! » protestò Bombur « Manca ancora… »

« Fidati, » disse di nuovo Bofur allungando una scodella al fratello « La-cena-è-pronta! » scandì, in modo da assicurarsi che l’altro comprendesse.

Se, anche quella sera, Bilbo non ricevette da parte di Dwalin lo stesso trattamento che aveva ricevuto il suo fagotto, lo dovette solo all’intervento provvidenziale di Bofur.

 

 

 

 

 

Ecco… questo è quello che succede quando, mentre si fa colazione, si trova una formica nel sacchetto dei biscotti. Ovviamente, io l’ho gentilmente accompagnata in giardino, non mi sarei mai sognata di reagire come Dwalin, ma il mio pensiero poi è stato: come si sarebbe comportato Dwalin se una formica avesse cercato si rubargli una briciola dei suoi amatissimi biscotti? J

Spero che la fan fiction vi sia piaciuta! Grazie per aver letto! J
A presto!
Eowyn 1

p.s. Bilbo è sempre il solito tenerone combina-guai! XD Sì, lo so, sono di parte. Ma io amo quell’hobbit! J

   
 
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