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Autore: Tigre Rossa    12/08/2013    5 recensioni
Una delle mie vecchie storie scritte quand'ero piccola, una di quelle che non ho mai pubblicato. Spero che vi piaccia.
'La Valle della Pace era ormai veramente in pace.
Gli uccellini cantavano, il sole splendeva, i cittadini vivevano tranquilli e i bambini giocavano allegri. Sembrava uno scenario da favola. A rovinare la meravigliosa visione fu un grido particolarmente acuto proveniente dal palazzo di Giada.
“Cosacosacosa?!” esclamò Po, il famoso Guerriero Dragone “Organizzare la Festa della Natura?! Manco morto!!!”'
Dedicata a SoledOriente.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Po, Tigre
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Occhio di tigre


 
La Valle della Pace era ormai veramente in pace.
Gli uccellini cantavano, il sole splendeva, i cittadini vivevano tranquilli e i bambini giocavano allegri. Sembrava uno scenario da favola. A rovinare la meravigliosa visione fu un grido particolarmente acuto proveniente dal palazzo di Giada.
 “Cosacosacosa?!” esclamò Po, il famoso Guerriero Dragone “Organizzare la Festa della Natura?! Manco morto!!!”
Erano ormai mesi che Po combatteva con il titolo di Guerriero Dragone al fianco dei Cinque Cicloni e aveva affrontato con loro mille avventure e pericoli. Nessun nemico resisteva di fronte a lui. Po non aveva più paura di niente e si sentiva pronto per qualsiasi missione. Ma quella che i suoi cosiddetti amici gli volevano infliggere era davvero impossibile da affrontare.
La Festa della Natura era la festività più importante di tutta la Cina e aveva la particolare caratteristica di essere sempre stata organizzata da un potente Maestro kung fu. Cosa che tutti i grandi guerrieri detestavano.
“Po, non fare storie.” lo rimproverò Tigre.
“A tutti è toccato e non è niente di terribile.” cercò di consolarlo Vipera.
“Ma non è giusto! Perché io?”continuò Po arrabbiato.
“Perché hai perso la scommessa con Scimmia e avevi promesso che avresti fatto qualsiasi cosa avesse voluto lui.” rispose Mantide.
“Un grande Guerriero mantiene sempre la sua parola.” concordò Gru.
“In fondo ti sarebbe toccato lo stesso, Po. Sei Il Guerriero Dragone!!!” cercò di scusarsi Scimmia per la sua decisione.
“Siete dei traditori, dei voltagabbana, dei falsi amici!” disse Po arrabbiato. “Come potete farmi questo?”.
“Su Po, non è poi così terribile.” riprovò a consolarlo Vipera.
“No, devo solo organizzare la festa più importante della Cina senza fare brutta figura di fronte a tutti! Qual è il problema?” rispose ironico Po.
“Ci vediamo, amiconi miei.” continuò Po, allontanandosi.
Po era davvero preoccupato. Non era mai stato bravo ad organizzare le cose. Era sempre così impacciato! E adesso si trovava a dover organizzare la festa più bella e importante dell’anno! Roba da non crederci! E i suoi compagni lo lasciavano solo in un momento come quello? Begli amici, davvero!
“Po, aspettata!” sentì gridare.
Po si voltò. Tigre lo aveva seguito.
”Senti Po . . . se vuoi ti posso aiutare ad organizzare la festa.”
Po spalancò gli occhi dalla sorpresa. “Davvero? Dici sul serio?”
Tigre alzò gli occhi al cielo :”No, per scherzo. Certo che dico sul serio. In fondo sarebbe stato il mio turno quest’anno, mi pare più che giusto.”
Po non credeva alle sue orecchie. Tigre, che odiava mettersi in mostra e detestava le feste, che gli dava una mano (cioè una zampa) ad organizzare la Festa della Natura?
Tigre lo riportò sulla terra. “Allora, andiamo? Mancano meno di tre giorni alla cerimonia.”
Po si riprese di colpo. “Hai ragione, andiamo.”
 
“Po, sai il perché celebriamo la Festa della Natura, vero?” chiese Tigre mentre scendevano al villaggio, prendendo di sorpresa Po. “Io, ecco . . . beh, per . . . festeggiare?” chiese Po, che non ne aveva idea.
Tigre scosse la testa, sorridendo tra sé e sé. Con quel panda non c’era proprio niente da fare. Era un terribile pasticcione, un pagliaccio ingordo ed un incredibile imbranato. Ma con un cuore d’oro. Cosa che lei sapeva bene.
“È un’antica tradizione che risale alla nascita della Valle. Gli abitanti, per ringraziare e ricordarsi sempre ciò che la natura aveva donato loro, il terzo giorno del mese di maggio si riuniscono e ammirano le cose belle che la natura crea. Di anno in anno gli abitanti hanno iniziato ad aggiungere nuovi riti, come le lanterne di carta, l’attesa dell’alba sulle colline e tanti altri. E ogni anno il guerriero che si occupa di organizzare la cerimonia deve trovare un modo nuovo per celebrare la bellezza della natura. Capito?”
Po si scosse, come se si fosse risvegliato da un sonno profondo.”Scusa, devo essermi appisolato un secondo.”
“Po . . .”
“Ho seguito attentamente, giuro! Sono arrivato fino a tradizione . . . “
“Era la quarta parola, Po.”
“Ehm . . . scusa. Farò delle ricerche per conto mio, per farmi perdonare. Una domanda, però: perché la deve organizzare un guerriero kung fu?”
Tigre alzò nuovamente gli occhi al cielo e Po sorrise tra sé. Adorava Tigre quando faceva così!
“Perché i guerrieri hanno il più grande collegamento con la natura. È la prima cosa che il cerimoniale dice ogni anno, Po.” spiegò cercando di mostrarsi paziente.
“Cosa bisogna controllare? “ domandò Po, cercando di farsi perdonare della sua disattenzione con una buona dose di buona volontà.
“I falò nelle pianure e nel villaggio, le lanterne volanti, l’organizzazione dei vari mercanti e bancarelle, l’osservazione del tramonto e dell’alba, il discorso di inizio cerimonia e, naturalmente, la tua idea per dimostrare la bellezza della natura. Ne hai già qualcuna?” elencò Tigre.
“Veramente no . . .” disse Po, ancora più preoccupato di prima. Quante cose doveva vedere! Ce l’avrebbe fatta?
“Ti verrà in mente qualcosa, vedrai.” lo consolò Tigre. “Su, andiamo a organizzare le altre cose nel frattempo.”
 
L’organizzazione era davvero difficile. Po non se la sarebbe mai cavata, se non fosse stato per Tigre. Era lei la mente del gruppo. Ascoltava attentamente, cercava informazioni, pensava velocemente e spiegava a Po le cose più difficili da capire, tipo come mai non si potevano usare fuochi d’artificio o vendere spaghetti per le strade.
Ancora Po non credeva ai suoi occhi. Tigre stava facendo tutto questo per lui?
Davvero, era incredibile. E lui che l’aveva giudicata così fredda! In realtà aveva un cuore d’oro, era  gentile e disponibile, soprattutto con i bambini e con i più deboli, ma anche tosta quando c’era bisogno di lei. Insomma, era semplicemente perfetta.
Si nascondeva dietro una spessa corazza, ma chi non l’avrebbe fatto dopo ciò che aveva passato lei?
Abbandonata da cuccioletta, allontanata da tutti, additata come mostro, ignorata dal suo maestro a causa degli spettri del passato, considerata fredda ed insensibile e inoltre costretta ad essere sempre l’eterna seconda.
Eppure non era mai stata sedotta dal male, anzi, era sempre pronta ad aiutare chi ne aveva bisogno, anche a costo della vita.
Era una autentica forza della natura. E proprio pensando a lei Po stava organizzando la sua dimostrazione per la cerimonia.
La sua sarebbe stata una sorpresa semplice ma spettacolare, ma sopratutto speciale e bellissima. Proprio come Tigre.
“E con questo abbiamo finito.” disse Tigre asciugandosi il sudore dalla fronte con una zampa. “Manca solo la tua idea. Cosa hai in mente?”
Po tornò bruscamente sulla terra.
“Ecco io . . . sto ultimando gli ultimi dettagli.” spiegò. “Non preoccuparti, sarà pronta per la festa.”
“Sicuro di non volere una mano? Ormai ci siamo . . .” chiese ancora Tigre.
“No no” l’interruppe Po, agitando l’indice “Hai già fatto tantissimo, Tigre. Adesso tocca a me darmi da fare. Tu vai pure a riposarti, finisco io di ordinare l’archivio.”
“Sicuro?” domandò Tigre.
“Certo! Adesso vai, però.” rispose Po.
Tigre si alzò e gli augurò la buonanotte. Aveva quasi raggiunto la tenda che separava l’archivio dal resto del Palazzo di Giada quando Po la richiamò.
“Tigre?”
Tigre si fermò con la tenda già nella zampa e voltò la testa verso il panda.
“Grazie.” disse Po a bassa voce.
Lei lo guardò dolcemente con i suoi dorati occhi penetranti e gli sorrise.
Fu un sorriso dolce e sincero quello di Tigre, un sorriso che raggiunse il cuore di Po e lo fece battere forte come mai prima d’allora.
Tigre scostò la tenda e usci dalla stanza, lasciando Po stregato da quel sorriso e dal quel sguardo.
Ci vollero cinque minuti buoni prima che Po si riprendesse e ricominciasse a organizzare la sua sorpresa. O meglio, le sue sorprese.
 
 
Il giorno dopo era tutto pronto. Po doveva solo salire sul palco e presentare il suo discorso e poi tutto sarebbe finito.
“Su Po!” lo incoraggiò Tigre, che per l’occasione indossava una maglia verde con  ricami dorati di fiori “Ho letto il discorso, è perfetto! Andrai benissimo!”
Po sorrise esitante. “Grazie Tigre.” disse e facendosi forza salì sul palco.
“Abitanti della Valle della Pace” incominciò un po’ esitante “oggi siamo tutti qui riuniti per ricordare, attraverso la Festa della Natura, l’importanza dei doni che essa ci fa ogni giorno.”
Po respirò a fondo e guardò verso Tigre, che lo incoraggiava dicendogli con lo sguardo “Vai avanti!”
“Spesso siamo portati a ricordarci delle bellezza e importanza della natura solo quando vediamo qualcosa di enorme e magnifico, come una montagna imponente o un giardino ben curato. Ma la vera bellezza della Natura è un’altra.” Il suo tono iniziava ad essere lievemente più alto, forte e sicuro.
“La vera bellezza è quella che la natura dimostra nelle cose più nascoste, nelle cose che risultano più insignificanti, ma invece sono importantissime.”
Po era sempre più sicuro di sé.
“Per esempio, non è bellissimo potersi rinfrescare con l’acqua limpida di un torrente dopo una lunga corsa? O non è dolce e tranquillizzante sentire il vento accarezzarti il viso quando sei giù di morale? E non è fantastico potersi riscaldare al sole dopo un inverno passato in casa a tremare dal freddo?
È questa la vera bellezza della Natura: è la certezza che attraverso le cose più semplici si può trovare la felicità.
Ricordatevelo, sempre e comunque.”
Po guardò ancora in direzione dell’amica, che gli sorrideva raggiante. Allora continuò inaspettatamente con una frase che neanche Tigre avrebbe mai immaginato 
“A me lo ha insegnato un’amica.”
A quelle parole inaspettate cento farfalle di tutte le dimensioni e di tutti i colori si levarono in volo proprio da dietro il palco, tra un grande “Ohhh!!!” generale.
Po, approfittando della confusione, scese dal palco e raggiunse Tigre, che tra tutti era la più stupita, e non per le farfalle.
“Po . . . cosa . . .?” chiese Tigre quando Po le fu abbastanza vicino.
Po le sorrise e afferrandole con delicatezza il polso le sussurrò “Vieni con me.”
Tigre, anche se non sapeva perché, si lasciò guidare da Po, che la guidò in un bosco non molto lontano.
Mentre Po la guidava in quel mare di verde Tigre provò a domandargli il perché di quella frase, ma lui gli rispose semplicemente con uno sguardo.
Uno sguardo che le fece battere forte il cuore.
Po la guidò fino a un piccolo lago nascosto dal bosco e benché procedessero molto velocemente ci arrivarono solo quando ormai il sole stava calando.
“Po . . . perché mi hai portato qui?” domandò Tigre.
Po sorrise in modo misterioso. “Ora vedrai.” rispose solamente.
Poi, lentamente, le indicò un albero da cui pendevano dei rami.
I due si avvicinarono e Po prese tra le zampe un ramo da cui spuntava un bocciolo ancora chiuso di un fiore.
Appena la luna illuminò con i suoi raggi i due guerrieri, il bocciolo lentamente si aprì di fronte allo sguardo incredulo di Tigre e a quello soddisfatto di Po.
Il bocciolo dischiuse lentamente i petali, mostrando con orgoglio il suo interno.
Il fiore appena sbocciato era di un luminoso colore dorato che verso il centro mutava in un delicato arancio e verso i pistilli diventava puro rosso. I tre pistilli, sottili e argentati, emanavano un delicato profumo che avvolse con delicatezza i due guerrieri.
“Questo è un fiore molto particolare.” spiegò sottovoce Po “Ci mette molto tempo a sbocciare, ma quando sboccia, cosa che avviene solo grazie ai raggi della luna, è di una bellezza tale da oscurare quella di tutti gli altri fiori. È un fiore esclusivamente selvatico e anche se sembra molto delicato resiste alle intemperie più forti e alle sofferenze più grandi. Più sofferenza sopporta il bocciolo, più il fiore brilla d’oro quando sboccia.”
Po sfiorò appena i petali del fiore e disse ancora, sempre a bassa voce “Sai, non gli hanno mai trovato un nome adatto. Anche se io credo di averlo trovato. Dal primo momento che l’ho visto.”
Po alzò lo sguardo e i suoi occhi verdi incontrarono quelli dorati di Tigre.
“Il suo nome è Occhio di Tigre. E . . .” continuò staccando il fiore dal ramo e infilandolo dietro l’orecchio destro di Tigre “Il suo posto è qui.”
Tigre sfiorò il fiore con delicatezza, prima di riposare il suo sguardo sul volto di Po.
“Po . . .” disse Tigre.
Po la interruppe prendendole la zampa.
“Tigre, ascoltami adesso.
So che ti ho rubato il titolo per il quale ti eri allenata per anni e anni, so di averti sconvolto la vita, so che sono solo un grosso, lardoso panda, ma so anche con altrettanta chiarezza che io ho bisogno di te per continuare a essere me stesso. Vedi, da quando ti ho visto la prima volta, io sono rimasto stregato da te. Sono rimasto stregato dal tuo orgoglio, dalla tua fierezza, dalla tua sensualità, dal tuo coraggio, dalla tua forza nel rialzarti e affrontare la vita, dal tuo cuore generoso che nascondi con accuratezza per non fartelo più spezzare, dal tuo sorriso raro e bellissimo e dai tuoi occhi dorati che sanno leggermi l’anima.
Io ho bisogno di te per continuare a vivere, Tigre.
Per me sei come l’aria e l’acqua, sei ciò che mi fa andare avanti. Tu per me ci sei sempre stata - beh, forse nei primi tempi no perché non mi sopportavi, e avevi tutte le ragioni per farlo – e mi hai sempre teso la zampa ogni volta che avevo bisogno del tuo aiuto. Come in questi tre giorni.
In questi tre giorni io ho capito di non poter più nascondertelo.
Senza di te, io mi sento perso.
Senza di te, io non ho più luce per andare avanti.
Senza di te, io non ho più la terra su cui poggiare i miei passi.
Senza di te io sono come questo ramo spoglio, privato della sua unica fonte di gioia.
Tigre, tu per me sei come questo fiore, bellissima, unica e preziosa.
Io ti amo, Tigre.”
Tigre lo guardò nei grandi occhi verdi e Po vide in quelli dorati di lei una nuova luce, una luce che prima non c’era, o che forse non aveva mai notato.
“Po, io per anni ho cercato un modo per non sentire più niente, perché la vita mi aveva dato solo dolore. E ci ero quasi riuscita.”  disse Tigre a bassa voce, quasi in tono esitante.
Po abbassò lo sguardo. Le parole di Tigre non promettevano niente di buono.
“Ma poi sei arrivato tu.”
Po sobbalzò, non aspettandosi quelle parole. Alzò lo sguardo, ma vide che questa volta era lei a tenere gli occhi abbassati.
 “Piano piano, senza che me ne accorgessi, con la tua dolcezza e con il tuo cuore generoso, tu hai mandato in crisi il mio, di cuore. E lo hai conquistato.”
Mentre Tigre pronunciava quelle parole alzò lentamente i luminosi occhi dorati, fino a quando quelli di Po non si poterono riflettere nei suoi.
“Ora il mio cuore ti appartiene. Io ti appartengo.”
Po quasi non credette alle sue orecchie per quanto era sorpreso e felice dalla risposta di Tigre.
Eh si, avete capito bene, era felice.
Era felice mille volte più di quando aveva sconfitto Tai Lung, mille volte più di quando aveva battuto Shen, milioni di volte più di quando aveva scoperto di essere il leggendario Guerriero Dragone.
Po sorrise e, velocemente ma allo stesso tempo con dolcezza, baciò per la prima volta la ragazza che gli aveva rubato il suo, di cuore.
  
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