PROLOGO
Era ancora notte fonda quando sentii mia madre rientrare in casa.
Non la vedevo quasi mai a causa del suo lavoro.
Era impegnata in una comunità di recupero. Drogati, alcolisti, schizofrenici.
Lei si occupava del reparto “giovani”.
I suoi turni erano molto duri, pensare che lavorava dalle quattro del pomeriggio alle tre del mattino.
Come se non bastasse, mia madre non si faceva scrupoli a restare a lavoro fuori dal suo orario.
La vita di quella donna non era dedicata alla famiglia, come giusto che sia, bensì a quell'associazione.
Quando ero piccola persi mio padre a causa di un brutto tumore non diagnosticato in tempo.
Mia madre si risposò dopo due anni, ma divorziò dopo poco non riuscendo a dimenticare l'uomo che aveva amato per una vita.
Crebbi da sola, praticamente. Mia madre si doveva fidare di me ed io, in un certo senso, ero fiera di questo.
Peccato che fossi molto più dispiaciuta.
Tra me e lei non c'era mai stato un rapporto madre-figlia.
Guardavo “Una mamma per amica” e piangevo, bramando un affetto simile.
Dopo poco, pero', me ne sono fatta una ragione.
Per lei sarei potuta sembrare un'estranea, considerando che non sapeva niente della mia vita, o di una mia giornata tipo.
Una delle poche cose per cui ringraziavo mia madre è quella di avermi fatto imparare alla perfezione l'italiano, la sua lingua madre.
Qualche volte era utile, ad esempio quando dovevo rispondere alle chiamate di persone che la cercavano, le cosiddette “ChiamatecercaKarol”.
Mia madre aveva infatti origini italiane ed è proprio lì, in Italia, che conobbe mio padre.
Per questo decisero di darmi un nome italiano.
Giusto devo ancora presentarmi: sono Alice Mills, ribattezzata Allie da tutti ormai.
A quei tempi avevo appena compiuto diciott'anni.
Mi destreggiavo tra liceo e casa, aspettando con ansia una risposta affermativa alla richiesta di frequentare l'università per la specializzazione in psicologia.
Ero abbastanza alta e un po' cicciottella, in effetti. Sin da piccola avevo parecchie lentiggini, concentrate soprattutto sul naso e sulle guance.
La cosa che più mi piaceva di me, probabilmente, era la tintura rossa sui capelli e gli occhi verdi.
Abitavo a Holmes Chapel, con mia madre.
Un rumore, quella notte, mi fece intuire che fosse entrata in camera mia, cosa poi confermata dal cigolio, seppur leggero, della porta in legno.
“Allie, domani resto a colazione. Dobbiamo parlare.”
Mi disse non curandosi della possibilità che io stessi dormendo.
Risposi, infastidita, con un grugnito.
Non aveva mai chiesto un “appuntamento” e rimasi parecchio turbata da questo.
Non ebbi tempo di rispondere a parole, che mia madre uscì dalla stanza, richiudendosi la porta alle spalle.
Eccomi qui con l'inizio di questa storia!
Non voglio annoiarvi molto quindi lascio a voi decidere! Se volete potete seguire la storia su wattpad: http://www.wattpad.com/user/Warrior25
Alliexx