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Autore: GoldFish27    21/08/2013    1 recensioni
In questa raccolta affronterò svariati temi, a cominciare da quelli più cari agli studenti ... vi lascio indovinare quali.
Ogni capitolo è costruito come un trattato scientifico, ma non fatevi ingannare: sotto questa maschera si cela uno stile mirato a far ridere e sorridere, dove l'unica grande legge è l'IRONIA!
Enjoy it!
Genere: Comico, Satirico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL PC E I SUOI MISTERI
_______________________________________
OVVERO: ERRARE È UMANO,
MA PER INCASINARE VERAMENTE TUTTO CI VUOLE UN COMPUTER!







... E un glorioso urlo si levò nella sala: "È vivo! È cosciente! E conosce l'algebra!" ...




PREFAZIONE

Ammetto che il tema affrontato in questo capitolo non è per niente facile ... Anche se il computer è una realtà quotidiana, oggi come oggi il suo mondo non è mai del tutto comprensibile, per quanto si sforzino di renderlo tale. È come un mare dall'acqua torbida: noi ci sguazziamo dentro, ma difficilmente possiamo scorgere quello che c'è in fondo.

Ed è proprio di questo mondo complicato che vi voglio parlare, perchè la difficoltà di questa sfida mi appassiona, e perchè ho voglia di ripulire un po' l'acqua per me e per voi.

L'unico mezzo a mia disposizione è e sarà, ovviamente, uno solo: l'umorismo.

LET'S BEGIN!



♦♦



PARTE PRIMA


La Gloriosa storia del PC


CHE COS'È UN COMPUTER?

Sono in tanti a farsi questa domanda, oggigiorno.

Sono in tanti anche a darsi una risposta, per niente scontata: un giocattolo, un amico, un ammasso di chip, una macchina infernale, un piano da lavoro, un fermacarte, un ottimo ferro da stiro, un sacco da boxe, un soprammobile, uno specchio.

Partendo dal presupposto che tutte le difinizioni date sono giuste, veniamo a quella basilare:


il computer è un calcolatore


Infatti, calcola la pazienza di chi lo usa.

 




IL PRIMO COMPUTER


Quando nacque il primo computer, nei lontani anni Cinquanta, due grandi avvenimenti scuotevano il mondo: l'America e la Russia continuavano a scambiarsi i complimenti attraverso bombardamenti reciproci e mio nonno aveva forato la ruota della bicicletta.

Data la grande difficoltà della situazione, sia gli Stati Uniti sia mio nonno presero una decisione comune: posero tutte le loro speranze in una macchina.

E così, mentre mio nonno si comprava la sua prima Cinquecento, gli
infallibili scienziati americani si scervellavano per creare un apparecchio che fosse in grado di surclassare gli avversari russi.

L'idea venne ad una delle menti più brillanti della CIA, che l'aveva rubata poco prima ad un inserviente delle pulizie.

E dopo aver rimediato un armadio a cinque ante per quattordici piani di vestiario assortito, ci ficcarono dentro un pallottoliere, un professore di algebra, qualche migliaio di viti e bulloni, una slot-machine e un trattore.
Una volta che tutti questi elementi furono assemblati con tanto,
ma tanto scotch trasparente, era nato il primo computer, che venne registrato all'anagrafe più vicino con il nome di SAGE, Semi-Automatic Ground Environment, meglio conosciuto come Mario.

Dopo che Mario venne installato in una grande sala segreta ... cioè ... dopo che una grande sala segreta venne costruita attorno a Mario, date le sue dimensioni abnormi, si procedette con il primo, storico testing.

Il momento fu memorabile. La grande sala era gremita di scienziati, tecnici, spie della CIA e una comitiva di napoletani in vacanza premio. Nell'aria si poteva avvertire tutta la gioia e l'ansia dei presenti, mescolata con una certa preoccupazione: si era venuto a sapere, infatti, che il trattore, quando venne inglobato nel computer, era in riserva.
Ciò avrebbe potuto compromettere l'intero testing, e per precauzione venne fatto allontanare un certo signor Murphy che si trovava là per caso.

Al segnale convenuto, il tecnico incaricato girò la chiave di avviamento sul cruscotto, mentre una decina di inservienti spalavano carbone all'interno di una fornace e un cuoco offriva un panino al professore di algebra.
Nemmeno il tempo di scalare la prima marcia, che il rombo del motore invase la sala. Uno sbuffo di fumo nero profumante di bulloni arrugginiti e formaggio (parecchio) stagionato fuoriuscì dal tubo di scappamento del trattore, il primo di molti altri.

Ce l'avevano fatta: il computer si era messo in moto.

E prima che anche l'ultimo dei presenti potesse svenire per la sgradevole essenza emanata dal carburatore, un foglietto bianco venne sputato da una bocca metallica. Era la prima sentenza di Mario.

L'illustre personaggio a cui era venuta la geniale idea prese tra le mani il foglietto, mentre una lacrima di commozione gli bagnava la guancia. A quel punto, l'inserviente a cui l'aveva rubata glielo strappò dalle dita e lesse con aria solenne:

"Due più due non fa cinque!"

La lettura della sentenza fece improvvisamente resuscitare i presenti, e la sala esplose in una standing-ovation.

Seguirono giorni di felicità per gli Stati Uniti, che riuscirono a sconfiggere i loro acerrimi nemici grazie all'aiuto di Mario e di altre cinquemila spie sotto copertura. Ma questo non lo dico per sminuire l'operato di Mario.
Era lui, infatti, ad indovinare con una precisione proibitiva il continente in cui si trovavano le spie avversarie, e va detto che lo azzeccò il 69,99% delle volte, una percentuale che ancora oggi manda in estasi i programmatori.

Dopo la guerra, Mario venne osannato ed elogiato come meritava e, mentre le altre cinquemila spie scelte venivano liquidate con due rape come compenso, ricevette onore e fama in tutto il mondo. Continuò ad essere impiegato in attività militari, soprattutto quando il secondo battaglione americano si ritrovava in pizzeria il sabato sera e bisognava calcolare resto spettante a testa, dato che era d'uso pagare alla romana.


Uno sciagurato giorno, però, anche quel computer divenne obsoleto, innescando un processo rapido e irreversibile che continua ancora oggi.

Ciò avvenne quando il contadino proprietario del trattore tornò a riprendersi l'automezzo perchè doveva arare il campo di cicorie.
E come se non bastasse, il professore di algebra si era stufato della sua dieta di panini, e aveva deciso di boicottare Mario fuggendo via dai meandri del suo apparato per trascorrere il resto dei suoi giorni in un ristorante italiano.

Fu un duro colpo per la scienza in generale, ma proprio quando tutto sembrava perduto e proprio quando gli studenti di un college vicino si erano presi il disturbo di offrire la loro professoressa di matematica per compensare la mancanza del vecchio prof, qualcuno trovò il modo di ridurre le dimensioni del computer. E fu l'inizio della fine.

Quel qualcuno era un commerciante a cui era finito il nastro adesivo per gli imballaggi. Notando che Mario ne conteneva in quantità industriale, aveva cominciato a prenderne un po'. Un pezzo di scotch dopo l'altro, le dimensioni del computer si erano ridotte tanto drasticamente da riuscire ad entrare in una sola stanza.
Adesso serviva un motore abbastanza potente che potesse garantire il suo funzionamento. Il sommo uomo della CIA che aveva rubato l'idea del computer propose di collegare una biciletta all'apparato e poi lanciare il tutto sul mercato come una palestra casalinga. Stavolta l'idea era sua, però, stranamente, non ebbe successo; forse perchè per accenderlo bisognava percorre una distanza pari al viaggio di Marco Polo fino al Catai, ma ancora oggi gli esperti di marketing non sono del tutto sicuri.

Con il tempo, l'evoluzione delle tecnologie di miniaturizzazione permise di accomodare Mario in una piccola e simpatica scatola rettangolare dello stesso peso specifico di Saturno.

Fu in quegli anni che due dei più grandi geni del secolo scorso, che a quel tempo lottavano duramente per evitare la bocciatura e per farsi restituire dai propri padri le macchine dopo l'ultima sbronza, decisero di mettersi in società e di cimentarsi nell'informatica.
Quei due geni erano il famoso Paul Allen e un certo Bill Gates, che a detta di molti sarebbe stato suo compagno di stanza al college. Ma sono solo leggende.

E, sorprendentemente, sarà proprio Bill a fondare, negli anni Novanta, la Microsoft, per permettere ad ogni famiglia con un PIL pari a quello della Regina d'Inghilterra di poter acquistare un comodo computer da tenere in casa propria.
A dire il vero questo è quello che Bill dichiarò alla stampa, quando in realtà il suo unico scopo era di fare colpo sulla ragazza più carina della classe, che, comunque, se la faceva con un tale di nome Steve Jobs.

"A Bill piace Microsoft. Io preferisco Grand e Dur" aveva dichiarato Steve alla ragazza citata in precedenza, assicurandosi il suo amore eterno e deletando le speranze del povero Bill.

E mentre Bill affondava i suoi dispiaceri nell'alcol nell'host-eria in fondo alla strada, qualcuno inventava una nuova forma di microtecnologia mentre tentava di costruire un friggitore di castagne a manovella: il circuito integrato, comunemento detto
microchip, famoso fratello di microchop.

Grazie a questa fortuita invenzione, il computer è stato migliorato ulteriormente e, a detta di molti, le sue potenzialità sono aumentate, ma non sappiamo quanto ci sia di vero in questa informazione.


Sta di fatto, però, che al posto di Mario è subentrato in commercio suo nipote, denominato
Personal Computer, per gli amici PC, per i parenti Pasquale.

Inoltre, parallelamente alle sue dimensioni, è cresciuta la sua intelligenza artificiale. Questa gli permette di riconoscere con un margine di errore infinitesimale i momenti meno opportuni per impallarsi.

 


Ma non dovete preoccuparvi, gente! Dopo tutto, il computer è quello che è: una macchina! Non lasciatevi ingannare dai subdoli tranelli che vi tiene con lo scopo di farvi perdere le staffe.

Per cui, siate tenaci e ricordatevi che quando il gioco si fa duro ...

... i duri ...

 

... RESETTANO IL SISTEMA!





 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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