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Autore: dreamcreator    22/08/2013    0 recensioni
So solo che da quella notte la mia vita cambiò,che non sarei mai più tornata quella di prima, ma soprattutto che da li in poi sarei stata io a decidere il destino delle persone, e solo tramite un disegno.
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 IN COLLABORAZIONE DI PIX _
Capitolo 2 :
L’estate era oramai finita e stava per ricominciare la scuola . Strano a dirsi, ma a me piaceva andarci, forse perché era l’unico posto in cui non ho mai dovuto indossare alcuna maschera , l’unico posto in cui ho sempre potuto essere me stessa senza fingere di essere felice. Già, perché io non ero felice, non lo ero mai stata, almeno dopo la morte di mia sorella.
Quella mattina di settembre, alle 8.30 circa, dopo aver fatto colazione , presi velocemente il mio enorme zaino blu e mi avviai fuori dalla porta di casa per andare a prendere il bus che mi avrebbe condotta a scuola. Non avevo nessuna voglia di rivedere la cuoca della mensa, Jamie, innamorata da 3 anni del mio professore di Italiano,  dal momento che ogni singolo giorno mi riempie di domande a raffica riguardanti  il mio insegnate , e ancor meno avevo  voglia di assorbirmi 3 ore di italiano.
Scesi dall’autobus e corsi velocemente accorgendomi che ero in ritardo e che la campanella delle 9.00 era già suonata. Percorsi velocemente il corridoio rosso e bussai delicatamente  alla porta della mia classe sentendomi come risposta un semplice “ Avanti” . Aprii così la porta e chiesi scusa per il mio ritardo al professore, il quale con faccia burbera mi disse : “ Signorina Melanie, le pare questo l’orario di entrare in aula e per di più il primo giorno di scuola? Bene , per punizione oggi sarai tu ad essere interrogata per prima! Melanie, esponi un po’ ai tuoi compagni la trama dell’Eneide.”
“Professore, ma non può interrogarmi oggi, è il primo giorno di scuola non ho neanche ripassato! Mi scusi, ma non sono preparata riguardo l’argomento, mi dispiace” dissi con tono deciso.
“ Bene, allora vai pure a posto, è un quattro.”
Tornai al mio posto piangendo e fissando il pavimento ,vergognandomi della figura appena fatta; tutti i miei compagni mi fissavano e ridevano come se fossi stata la sfigata di turno. Ero arrabbiata, ero arrabbiata con il mondo intero, con il mio professore ed anche con me stessa. Senza rendermene conto presi un foglio ed una matita e cominciai a disegnare, sembravo posseduta, ero sotto shock. Stavo disegnando il corpo di un uomo, il quale giaceva vicino ad un tavolo apparecchiato di gustose vivande. Il professore mi sorprese a disegnare e così , ancora più arrabbiato di prima, mi disse urlando : “Melanie, ma che cosa diamine stai disegnando?”
Io , che ero fuori di me, alzai lo sguardo dal foglio e con gli occhi rossi, come se fossi indemoniata risposi: “ E’ la sua morte! ”. Tutti i miei compagni mi guardarono sbigottiti e con gli occhi spalancati, il professore invece si mise a ridere dicendomi che sono una ragazzina stupida che dice solamente sciocchezze. Finalmente io tornai in me e non avevo neanche il tempo di capire cosa fosse successo , che suonò la campanella della pausa pranzo.
Scendemmo tutti al piano di sotto per andare in mensa e facemmo una lunga e noiosa coda prima di poterci sedere  comodamente ai tavoli. Io mangiai semplicemente una focaccia e una mela, non avevo alcuna fame. Notai con la coda dell’occhio che in fondo alla sala vi era la cuoca Jamie, che serviva una minestra calda al professore . Mi trattenni dal ridere, quella donna era davvero ossessionata .
Alle 12.30 finimmo tutti di mangiare e ci avviammo in aula per l’ora di matematica, solo il professore rimase ancora in mensa a finire di consumare la sua minestra.
Dopo circa mezzora il bidello bussò con forza alla nostra porta e, con il viso pallido e gli occhi pieni di terrore, comunicò a tutti che aveva trovato il corpo del professore di italiano che giaceva vicino al tavolo della mensa.
Tutti i miei compagni guardarono subito me e mi accusarono dell’omicidio, poiché esattamente un ‘ora prima avevo pronunciato quella frase e avevo fatto quel disegno.
Ovviamente non ero assolutamente stata io ad uccidere il professore, anche perché nonostante lo odiassi un po’, non avrei avuto alcun motivo per togliergli la vita.
Piansi e scappai dall’aula e andai a rifugiarmi in bagno; ero oramai decisa a trovare il colpevole del delitto anche se un’idea del possibile omicida ce l’avevo già.
Ero quasi sicura che fosse stata la cuoca Jamie. Lei non poteva sopportare l’ennesimo rifiuto da parte del suo amante , così decise di avvelenarlo, proprio come raffigurato nel mio disegno che inconsciamente  avevo fatto l’ora precedente.
 
 Spero davvero che anche questo capitolo via sia piaciuto! 
Baci!

  
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