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Autore: Charlotte McGonagall    22/08/2013    0 recensioni
What if?
E se qualcosa fosse andato diversamente durante l'Edizione della Memoria? Cosa sarebbe accaduto? In che modo sarebbe cambiata la vita dei personaggi durante la guerra?
Mentre ciascuno cerca di combattere la propria guerra privata contro il destino, le loro vicende si intrecceranno e si dipaneranno sullo sfondo della guerra contro Capitol City.
Genere: Drammatico, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beetee , Haymitch Abernathy, Johanna Mason, Un po' tutti, Wiress
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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NdA: Eccomi col secondo capitolo! Spero che vi piaccia.
Purtroppo anche questo potrebbe risultare un capitolo un po' noioso perché - ahimè - siamo ancora nell'arena. Nel prossimo capitolo vi prometto che non vedrete solo l'arena. Comunque ho approfittato di queste scene in parte già note per cercare di mettere in risalto il carattere dei vari pg, spero di esserci riuscita.
Ringrazio infinitamente chi ha recensito e/o messo la storia tra le preferite, le seguite o le ricordate.
Un grazie enorme spetta a Nyah per il betaggio rapido e preciso!

Quando l'isola smise di girare, Finnick e Johanna si alzarono, spolverandosi gli abiti e sputando sabbia.
I corpi erano ormai al largo mentre Peeta era carponi nell'acqua bassa e stava risalendo sulla spiaggia.

Johanna alzò gli occhi al cielo.
"Dove diamine si sono cacciati, adesso?!", esclamò esasperata.
Non era difficile capire a chi si riferisse.
Subito iniziarono a percorrere il lago salato con lo sguardo, mentre gli hovercraft rimuovevano i tre cadaveri che galleggiavano in superficie.

"Guardate!", disse Peeta, indicando due figure che si agitavano nell'acqua, entrambe in difficoltà, nonostante la cintura salvagente.
Finnick si tuffò e nuotò nella loro direzione.

Beetee, il filo stretto in una mano, aveva gli occhiali bagnati e non riusciva a vedere nulla. Mentre agitava braccia e gambe nel tentativo di restare a galla, intravide Wiress poco distante da lui.
Lei, indebolita per la perdita di sangue, la ferita che bruciava a contatto con l'acqua salata, riusciva a stento a tenere il viso fuori dall'acqua; tossiva e il naso e i polmoni le bruciavano a causa dell'acqua che aveva respirato accidentalmente in precedenza.

"Lampadina, aggrappati alle mie spalle," gli ordinò Finnick, mentre passava un braccio sotto le ascelle di Wiress.
A fatica, nuotò riportandoli sull'isola.

Entrambi erano scossi da violenti colpi di tosse.
Beetee cercò di asciugarsi gli occhiali, mentre Wiress si lasciava cadere esausta sulla sabbia.

"Cha diamine pensavano di fare gli Strateghi?!", borbottò Johanna. "Farci morire annegati?!".
"Penso fosse uno stratagemma per allontanare i corpi," commentò Finnick.
"O per interrompere lo show...", aggiunse lei. "Forse non è piaciuto...", disse, guardando verso l'alto con aria di sfida. Probabilmente quella frase non sarebbe mai andata in onda, ma almeno si era tolta nuovamente la soddisfazione di sfidare Capitol City. Del resto, non aveva più nessuno su cui Snow potesse vendicarsi, tanto valeva esercitare il vantaggio che questa condizione le conferiva.

"Finnick ha ragione," disse Beetee, interrompendo i pensieri di Johanna. "Hanno sfruttato la forza centrifuga per spingere i corpi – e anche noi – in acqua. Inoltre, questo è servito anche a farci perdere l'orientamento".
Finnick non aveva idea di cosa Beetee stesse parlando, ma sorrise educatamente.
A quel punto Peeta abbandonò il suo silenzio per domandare: "Cosa intendi?".
"Be'," rispose Beetee, con l'atteggiamento dell'insegnante esperto alla domanda di un alunno alle prime armi, "in parole povere, la forza centrifuga è la forza che spinge i corpi che si muovono di moto circolare verso l'esterno della traiettoria, a meno che non intervenga-".

"Non questo, Lampadina!", sbottò Johanna. "Vogliamo sapere perché dovremmo aver perso l'orientamento. Certo, la mappa è caduta in mare, ma non dovrebbe essere difficile disegnarne un'altra".
"Ah, quello....", commentò Beetee, quasi deluso dalla domanda. Come potevano non averlo capito? Era così ovvio.
"Ok," disse, in tono paziente, "che ore sono?".
Si guardarono attorno.
"Devono essere almeno le tre, la nebbia è sparita," osservò Finnick. "Quindi, o è l'ora delle scimmie o sono le già le quattro, lo si vede anche dal sole".
"Esatto," osservò Beetee compiaciuto. "Dunque, dove andresti, adesso?".
"Direi nel luogo che ci garantisce più ore di tranquillità," rispose subito Finnick, "quindi il settore della nebbia".
"O quello dell'una," aggiunse Peeta, "nel caso fossero rimasti residui di sostanze urticanti sulla spiaggia".
Beetee annuì, soddisfatto delle conclusioni del suo pubblico.

"Allora mostratemi la strada," li invitò.
Contemporaneamente Peeta e Finnick indicarono direzioni diverse, mentre Johanna li fissava a braccia conserte.
Entrambi i giovani si guardarono, poi fissarono Beetee, che sorrise bonariamente.
"Ma la coda punta verso le dodici...", disse Peeta. "A meno che...".
"L'isola non si sia fermata in una posizione diversa," concluse Finnick, "per questo stavo seguendo il sole".
"Se effettivamente la cornucopia è stata posizionata diversamente, cosa che credo sia avvenuta," spiegò Beetee, "nemmeno il sole può aiutarci. Dall'altezza del sole hai dedotto che sono le quattro, ma secondo quali punti di riferimento questo ti aiuta a capire dove si trovano le diverse sezioni? Non puoi, perché l'arena è cambiata. A meno che, ovviamente, l'anello della giungla non abbia ruotato assieme all'isola, ma dubito che sia così".
"Quindi dobbiamo andare in un settore a caso?!", esclamò Johanna.
"Sì," rispose Beetee, "a meno che non preferiate aspettare le dieci di questa sera per osservare l'onda, ma suggerirei di muoverci ora: Wiress deve essere curata, dobbiamo cercare cibo a acqua e qui siamo troppo esposti. Forse riusciremo a individuare qualche segno del settore attivo per recuperare l'orientamento anche prima dell'onda. Inoltre, le possibilità di finire nel settore attivo sono meno del 10%, quindi, se la fortuna sarà a nostro favore, basterà muoversi di settore in settore in senso orario al massimo fino alle dieci".

Tutti lo fissarono a bocca aperta.
"Andiamo, allora," disse Finnick. "E possa la fortuna essere a nostro favore!".
Si legò la canottiera attorno a un polpaccio per tamponare una ferita superficiale, poi si avvicinò a Wiress per esaminarle il braccio.
Aveva perso molto sangue, tremava ed era pallidissima. Finnick tagliò col coltello la manica di Wiress all'altezza del gomito e usò la stoffa come benda provvisoria.
"Quando ci accamperemo dovremo pulire la ferita per eliminare la sabbia," disse. "Poi potremo fasciarla col muschio e i viticci come ha fatto Katniss".
Si azzittì improvvisamente al nome di Katniss e osservò Peeta, che teneva gli occhi bassi.
Il ragazzo si sentiva in colpa, era chiaro, ma non sapeva di non essere l'unico. Tutti loro avevano giurato di proteggere Katniss a costo della vita e avevano fallito.
Si chiese - ed era certo che questo dubbio assillasse anche gli altri - se il piano sarebbe stato ancora valido ora che Katniss era morta. Sperava solo che il suo gesto per presentare Peeta come nuova guida della ribellione avesse funzionato. In ogni caso avrebbero dovuto aspettare il segnale di Plutarch per scoprirlo.

"Beetee, pensi di poter camminare?", chiese, per cambiare argomento.
"Penso di sì," rispose lui, alzandosi.
"Beetee, stai sanguinando!", esclamò Peeta in quel momento.
"Dove?", chiese Beetee, confunso, "io non sento nulla".
Finnick lo guardò e vide che Peeta aveva ragione: rivoli di sangue gli stavano colando lungo l'orecchio e la guancia destra, fino alle spalle, dove la sua tuta era già macchiata di rosso. Probabilmente stava sanguinando sin dall'attacco, ma all'inizio la concitazione del momento li aveva distratti e, poi, l'acqua marina aveva lavato dal suo viso il sangue fuoriuscito in precendenza.
"Sulla tua guancia destra," disse Finnick.
Beetee si toccò il viso con la mano e la ritrasse coperta di sangue.
Risalendo fino all'origine dell'emorragia con le dita, scoprì di avere un taglio poco profondo tra i capelli, appena sopra l'orecchio.
"Oh, ecco dov'era finito il coltello di Enobaria", esclamò, quasi divertito. "Non preoccupatevi, è una taglio superficiale".
"Ok, quindi dove andiamo?", chiese Johanna.
"Dovunque," le rispose Finnick, "facci strada".
Johanna scrollò le spalle e iniziò a camminare su una delle sottili strisce di sabbia, Finnick prese in braccio Wiress e tutti si avviarono.

Una volta sulla spiaggia, Finnick portò Wiress nell'acqua bassa.
"Qualcuno può pulire la ferita con l'acqua di mare mentre io vado a prendere l'acqua dolce, il muschio e i viticci?", chiese.
"Certo," disse Peeta, avvicinandosi.
"Cerca di togliere la sabbia il più possibile, poi toglierò i residui con l'acqua dolce," spiegò Finnick.
Poi si rivolse a Wiress: "Brucerà, ma cerca di resistere, ok? Il sale disinfetterà la ferita".
Detto questo prese la spillatrice di Peeta e si allontanò.

Finnick tornò poco dopo con alcune conchiglie piene d'acqua e muschio e viticci sotto braccio.
Peeta aveva portato Wiress - ormai priva di sensi - sulla spiaggia e tamponava la sua ferita con la mano, mentre Beetee le aveva fatto poggiare la testa sulle sue ginocchia, un'espressione preoccupata dipinta in volto.
Finnick le sciacquò nuovamente la ferita con l'acqua dolce e la medicò col muschio e i viticci.
"Ecco," disse, "ora deve solo riposare".

Beetee le scostò una ciocca di capelli dalla fronte. La sua pelle era fredda in modo preoccupante, soprattutto considerata la temperatura elevata dell'arena.
Resisti – pensò – resisti, Wiress, sono qui con te.
Avrebbe tanto voluto poterla stringere e accarezzare, per farle sentire la propria vicinanza, ma era costretto a trattenersi.
Per gli spettatori lei doveva restare solo la sua compagna di distretto e alleata. Avrebbe potuto mostrare amicizia o affetto, ma non amore; e a cosa sarebbe servito, del resto? A diventare gli amanti sventurati del Distretto 3? Non li avrebbe comunque aiutati a guadagnare sponsor. Agli abitanti di Capitol City non sarebbe interessata la storia d'amore tra due tributi di mezza età; a guadagnarsi il favore del pubblico erano i giovani, i belli, i favoriti; alla gente piacevano Finnick – bello e disinvolto – e Peeta – con la sua parlantina sciolta e la sua storia dolorosa; a nessuno sarebbe importato di Rotella e Lampadina, i due inventori del Distretto 3, l'uomo di mezza età coi tic nervosi e la povera pazza.
Non importava, in termini di sponsor, che avessero una storia da raccontare, non con Finnick in mutande a pochi metri per lo meno. Se dunque non poteva aiutarli a restare vivi, tanto valeva che la loro vita privata rimanesse tale.

Finnick invitò Peeta a disegnare una seconda mappa, poi si rivolse a Johanna: "Tu fai la guardia, io voglio intrecciare un'altra ciotola per l'acqua, quindi mi serviranno le foglie. Poi ne approfitterò per raccogliere altre noci".
Lei annuì. "Stai attento," gli disse.
"Certo, non mi allontanerò molto, non preoccuparti".

Mentre Finnick spariva tra la vegetazione, un urlo lacerò l'aria.
Era la voce di una ragazza, una voce che per Finnick era estremamente familiare, tanto che l'avrebbe riconosciuta tra mille.
Immediatamente, il suo cuore saltò un battito, il sangue gli si gelò nelle vene e il respiro si fece corto.
Mentre il panico prendeva possesso del suo corpo, ogni pensiero razionale fu sostituito da un cieco istinto che lo portava a correre verso la sua Annie.
"Annie," gridò, "Annie!".

Le urla continuavano, sempre più terribili, mentre Finnick le seguiva fino al cuore della giungla.
Sulla spiaggia, Johanna imprecò.
"Voi non muovetevi!", intimò agli altri tre. "Io vado a recuperarlo!".

Finnick non si preoccupò minimamente di essere silenzioso o di non lasciare tracce, quindi fu semplice per Johanna raggiungerlo e afferrarlo per un braccio.
"Cosa cavolo credi di fare?!", gli gridò lei, mentre lui cercava disperatamente di liberarsi.
"Lasciami... Lasciami... Annie... lei...", balbettò lui.
"Così fai solo il loro gioco, Finnick! Non capisci? Non è qui, non è davvero lei, dev'essere una voce registrata!".
Si guardò attorno e vide la ghiandaia chiacchierona appollaiata su un ramo.
"Guarda," disse al giovane tremante e con gli occhi sbarrati dal terrore, "è solo uno stupido uccello".
Lo strattonò obbligandolo a seguirla, mentre le grida continuavano.
"Ma la voce è la sua!", esclamò Finnick. "Come possono averla registrata senza... senza... ?"
"In ogni caso non c'è nulla che possiamo fare," lo interruppe Johanna, bruscamente. "Tappati le orecchie e andiamocene di qui il prima possibile!".

Cercarono di tornare alla spiaggia, Johanna che quasi trascinava Finnick, ma ad attenderli al limitare della giungla, trovarono una barriera invisibile ad attenderli.
Da entrambi i lati, Peeta e Johanna provarono a romperla, mentre Finnick era quasi rannicchiato in posizione fetale, le mani premute sulle orecchie.

Beetee si era alzato, lasciando che Wiress giacesse sulla sabbia, e stava spuegando a Peeta che non sarebbero mai riusciti a infrangere la barriera.
Guardando Johanna scosse il capo.
Poi disse qualcosa a Peeta, il quale iniziò ad indicare insistentemente alla propria sinistra.
Johanna capì cosa intendeva e lei e Finnick provarono a spostarsi verso il settore delle tre, ma inutilmente: anche tra le due porzioni di giungla si ergeva il muro invisibile. Lo stesso valeva per il settore delle cinque.

Così, aspettarono; Finnick in uno stato di totale panico, che sembrava moltiplicarsi a ogni nuovo grido, Johanna camminando nervosamente con le mani sulle orecchie, Peeta in piedi accanto a loro, fissandoli attraverso la barriera, e Beetee seduto accanto a Wiress, giocando nervosamente col suo filo.

Improvvisamente giunse il silenzio e il muro invisibile si dissolse.
Johanna scattò immediatamente e portò Finnick sulla spiaggia.

"Cosa è successo?", chiese Peeta.
"Non avete sentito, quindi?", disse Johanna.
"Abbiamo sentito il primo grido, ma non abbiamo sentito più nulla da quando eri appena entrata nella giungla".
"Era pieno di dannate Ghiandaie Chiacchierone!", esclamò Johanna. "Continuavano a gridare con la voce di Annie. Gli ho detto che non è reale," aggiunse, indicando Finnick, seduto sulla sabbia, ancora visibilmente provato dall'esperienza, "ma è comunque impazzito. Per fortuna non ho più nessuno che possa essere usato contro di me".

Peeta abbassò lo sguardo. Chi avrebbe usato Snow contro di lui? Quali voci avrebbe udito nella giungla? I suoi genitori, i suoi fratelli? Certo, avrebbe sofferto, non avrebbe mai voluto che qualcuno facesse loro del male, ma in quel momento riusciva solo a pensare che la persona più importante della sua vita era già morta, che Snow aveva già trovato il modo di distruggerlo, senza bisogno di un trucco.

"Forse non è reale adesso," sussurrò Finnick, con voce rotta, "ma deve esserlo stato, da qualche parte: la sua voce deve essere stata in qualche modo registrata...".
"Non necessariamente," ribatté Beetee, che si era avvicinato per ascoltare la conversazione. "Non è difficile manipolare la voce di una persona, una volta che si possiede una registrazione. C'é un programma apposito che il Diatretto 3 ha sviluppato diversi anni fa. I nostri bambini lo studiano a scuola".

"Visto?", disse Peeta per rincuorare Finnick, anche se sapeva che questo non avrebbe cancellato il panico del giovane.
Del resto, come avrebbe reagito se quella voce fosse stata di Katniss? Saperla lontana e in pericolo sarebbe stato anche peggiore che assistere inerme alla sua morte. Se Finnick amava davvero Annie Cresta, come sembrava, allora doveva essere devastato.

Peeta cercò di non piangere pensando che lui ormai aveva perduto la sua amata per sempre.
No – si disse – non era quello il momento di piangere; più tardi, quando tutti si fossero addormentati, avrebbe trovato il momento propizio per sfogare il proprio dolore.
Gli spettatori avrebbero adorato le sue lacrime, ma lui non lo avrebbe fatto per loro, ormai non aveva più alcun motivo per guadagnarsi la compassione del pubblico; Katniss era morta e ogni suo sforzo era stato vanificato dalla loro disattenzione e incoscienza. Ora non avrebbe più avuto bisogno degli sponsor, perché non aveva intenzione di vincere. Avrebbe raggiunto Katniss.
Che senso avrebbe avuto la sua vittoria? Nessuno. Molti altri vincitori avrebbero meritato la vittoria molto più di lui: in primo luogo Finnick, che gli aveva salvato la vita e che aveva Annie ad aspettarlo nel Distretto 4; poi Johanna, così rude ma anche così determinata e coraggiosa; Beetee e Wiress, così intelligenti e capaci e per i quali Katniss aveva così tanta stima; Chaff, così bonario, seppur un po' eccessivo nei suoi modi, che era amico di Haymitch... Già Haymitch: chissà se si era già ubriacato o se si stava ancora impegnando per farlo vincere? Chissà se davvero pensava che volesse ancora vivere?

Per un attimo, si sentì in colpa per aver desiderato la morte pensando al proprio mentore. Sarebbe rimasto solo, si sarebbe lasciato andare dopo averli persi entrambi.
No, doveva tentare di sopravvivere, almeno per il momento, mostrare a Haymitch che non aveva dimenticato i suoi sforzi per tenerli in vita.
Tuttavia sapeva che quando si fosse trovato di fronte al bivio avrebbe scelto la morte, non la vita, era solo questione di tempo.
Nel frattempo avrebbe aiutato i propri alleati; probabilmente Finnick o Johanna sarebbero stati clementi e gli avrebbero garantito una morte rapida...

"Be', ora che quei maledetti uccelli se ne sono andati, io vado a prendere l'acqua, ho sete. E sarà meglio accamparci," sbottò Johanna. Poi si voltò verso Beetee e sibilò: "Comunque complimenti, Lampadina! Meno del 10% di probabilità, eh?".
Beetee si strinse nelle spalle. "Siamo stati sfortunati, a quanto pare, ma almeno ora sappiamo dove ci troviamo e potremo disegnare una nuova mappa," rispose calmo. "Comunque il settore lo hai scelto tu".
Johanna gli lanciò uno sguardo assassino.
"Penso che prendere l'acqua sia un'ottima idea," intervenne Peeta, nel tentativo di prevenire un omicidio. "Io nel frattempo penserò alla mappa".

*

Quando il paracadute atterrò davanti a loro, il cuore di Finnick quasi mancò un battito.
Era il segnale? Se così fosse stato, significava che la morte di Katniss non aveva cambiato nulla, che il piano era ancora valido.
Avevano tutti giurato di proteggere Katniss a costo della vita e invece lei era morta sotto i loro occhi; cosa sarebbe accaduto se Plutarch o il Distretto 13 avesse deciso che avevano infranto la loro parte del patto e che quindi nessuno li avrebbe salvati?

Beetee era accanto a lui, apparentemente turbato dagli stessi pensieri.

Il loro sollievo nel vedere i panini fu indicibile.
Ora sapevano cosa fare, ora avevano una possibilità concreta di sopravvivere.
Il tentativo di Finnick di dimostrare che la rivolta non sarebbe morta con Katniss e che Peeta avrebbe potuto raccogliere l'eredità della Ragazza in Fiamme doveva essere riuscito alla perfezione.

Ora avevano una speranza concreta e una ragione per combattere e restare uniti fino al momento della verità: il terzo giorno a mezzanotte.

   
 
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