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Autore: youaremydream    24/08/2013    0 recensioni
Il matrimonio. Il giorno sognato da tutte le ragazze del mondo. Il “perfect day” progettato in ogni minimo dettaglio: l’abito, i fiori, gli invitati, il principe azzurro e... la sposa, vera protagonista del lieto evento. E poi c’è lei, che invece delle promesse e della marcia nuziale di Wagner, sogna di trovarsi al centro della scena clou di un film d’azione. Tratto dalla traumatica esperienza della damigella d’onore, ecco l’assurdo racconto di un matrimonio a cui non vi aspettereste mai di partecipare.
Storia scritta a quattro mani da Breathe_Me e youaremydream.
Genere: Commedia, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cammino a passo di marcia, rischiando di cadere sui trampoli: lei, con le sue amate converse, sarà comoda e aggraziata, mentre io sembro un airone ubriaco. Apro la porta e me la richiudo lentamente alle spalle: il corridoio del municipio è silenzioso e, se non fosse per la luce pomeridiana che filtra dalle finestre, sarebbe lo scenario perfetto per un film horror. è una delle giornate più calde di maggio ed il clima mi rende ancor più nervosa: la sposa sembra sparita nel nulla, lo sposo oscilla tra uno stato vegetativo e la schizofrenia ma chi sta peggio è la madre della sposa, che non la smette più di piangere. Afferro il telefono.
-Dove diavolo sei?- ringhio, prima che finisca di dire “pronto”.
-Sono in ritardo tesoro. Che razza di sposa sarei, altrimenti?- risponde Valentina, con il solito tono allegro: almeno la SUA sanità mentale non sembra compromessa.
-E quando pensavi di informarmi, di grazia? Dovevi essere qui quaranta minuti fa! - replico.
-Avresti dovuto metterlo in conto dal primo istante in cui ne abbiamo parlato.- Inizio a valutare seriamente l’ipotesi dell’omicidio ma, quando sto per scoppiare, dice -Comunque sono appena arrivata.- La mando al diavolo, ma in risposta ottengo solo una risata.
D'improvviso, sento un mormorio indistinto provenire dall’esterno. Mi dirigo verso l’uscita, aprendo la porta appena in tempo per vedere la sposa uscire dall’abitacolo dell’auto, sbattere la testa contro il tettuccio e inciampare nel vestito rischiando di slogarsi una caviglia. Giunta sulla terraferma, prende a braccetto suo padre, che finge -in modo davvero pessimo- di non stare piangendo. Sorretta da quel sant’uomo, allo stremo delle forze, viene verso di me rossa in viso e visibilmente agitata.
-Vale, ma cos’è successo? Perché hai perso tutto questo tempo? Dentro sono tutti impazziti ed io sono mezza morta per l’ansia! Ma per fortuna nessuno ha visto quella… ehm… cosa- sbraito e gesticolo. Lei, dopo aver ripreso fiato, mi guarda con  aria divertita, inarcando il sopracciglio sinistro come quando sta per spararne una delle sue.
-So di avere la stessa grazia di un gabbiano moribondo che tenta di non annegare, grazie. Allora, sei pronta per la missione Kamikaze?- chiede, poi, abbassando il tono della voce: un sorrisino maligno le si dipinge sul volto e i suoi occhi azzurri brillano di una luce folle. Ho già detto che è pazza? Solo lei poteva desiderare un matrimonio così! Il suo entusiasmo, però, mi contagia: adesso ricordo perché sono entrata a far parte del piano. Alzo, circospetta, la gonna a campana del mio vestito lilla, mostrandole la giarrettiera di pizzo nero che mi fascia la coscia: Valentina fa un cenno di assenso e mi lancia un’occhiata d’intesa.
-Bene, che il gioco abbia inizio.-
 
Oh cavolo, ma questo giudice è davvero una noia! Neanche in una cerimonia in chiesa avrei desiderato così tanto di gettarmi fuori dalla finestra. E potrei farlo benissimo: siamo solo al primo piano. Di fronte a me, Sara e Francesca stanno per scoppiare in lacrime: oh, che cosa… ehm… commovente? Sta per sposarsi-, non è di certo condotta alla ghigliottina! Anche se credo che, in fondo, sia la stessa cosa.
Osservo la sposa: i capelli ricci, lasciati liberi, coprono quasi completamente la schiena ed il trucco quasi inesistente la fanno addirittura sembrare una brava ragazza -è proprio vero che, a volte, l’apparenza inganna. La sua postura è rigida -forse per l’ansia, forse perché il corpetto strizza tutte le sue curve- e continua ad agitarsi sul posto, con quelle sue maledette converse, ben visibili a causa della gonna, “lunga” fino al ginocchio. Noi damigelle abbiamo abiti identici al suo, ma di colore lilla e, a differenza delle altre, solo io e Valentina indossiamo una giarrettiera: lei, perché lo vuole la tradizione, io, perché fa parte dell’ultimo desiderio della sposa -ha usato proprio l’espressione “ultimo desiderio”, come se fosse una condannata a morte, quando sappiamo tutti che l’unico che rischia di non sopravvivere è il povero Daniele. A proposito del piano: lancio un’occhiata furtiva al vaso accanto a me e intravedo un’ombra tra i fiori.
-Detto ciò- oddio, ci siamo! -se qualcuno, tra i presenti, vuole impedire questa unione, parli ora o taccia per sempre.-
Dopo qualche secondo di silenzio, Valentina alza convinta la mano sinistra, intonando un “io” che riecheggia nella stanza come mille spari. Lo sgomento e la sorpresa generale seguono quell’audace mossa, riempiendo la sala di un mormorio sommesso: tutti gli occhi sono puntati sulla sposa e su quel gesto capace di creare tanto subbuglio.
Valentina tiene gli occhi bassi, come imbarazzata, e il braccio con il bouquet disteso lungo il fianco: si morde nervosamente il labbro, tenendo lo sguardo fisso sul pavimento. Ti prego, non ridere, o lo farò anch’io! Anche Sara e Francesca lasciano perdere i loro piagnistei e la guardano terrorizzate: non avrebbero mai immaginato una cosa del genere. E chi lo avrebbe fatto? Valentina non ha fatto altro, da quanto si è fidanzata ufficialmente, che gioire per quel matrimonio così agognato. Perfino il giudice la fissa con gli occhi fuori dalle orbite. Dal canto suo, lo sposo sembra essere un blocco di granito: non parla, non si muove e non dice nulla, restando con gli occhi puntati su quella che, a quest’ora, doveva già essere sua moglie. Mi domando se sapesse, prima di chiederle la mano, di andare incontro ad una vita matrimoniale costellata di sedute psichiatriche. Poi, lentamente, anche lui alza la mano e la guarda. Ma certo, era ovvio che anche Daniele fosse un complice. Beh, dovevo aspettarmelo: come si dice?, “Chi si somiglia si piglia”!
Do un’ultima occhiata al pubblico: è il momento che entri in scena anch’io!
Lancio il bouquet di rose bianche da un lato e, con una mossa repentina, degna del più veloce tra i ninja, afferro gli occhiali da sole, nascosti dietro il vaso, e li indosso a mo’ di cerchietto. A quel movimento, alcuni sguardi si spostano su di me: cavolo, non adesso, deve ancora uscire il pezzo forte! Ignoro quelle occhiate e afferro l’elemento cruciale della scena: facendo forza sui miei maledetti trampoli, lo tiro con forza, estirpando tutti i fiori e spargendo gran parte del terriccio sul pavimento.
-Pensavo che il discordo fosse chiaro, ormai. E  tu non vuoi farmi arrabbiare, vero? – punto il fucile contro Valentina, caricandolo, pronta a colpire in qualsiasi momento. Gambe divaricate, posizione perfettamente dritta, fucile sotto braccio e sguardo da serial killer: fantastico, mi sento la versione cool di Lara Croft!
Se prima tutti erano sbalorditi, adesso sono letteralmente scioccati: con la coda dell’occhio vedo il giudice che arretra lentamente, cercando di non farsi vedere, e credo che qualcuno, tra la folla, si sia gettato sotto la sedia, ma nessuno ha la forza di correre fuori. La madre di Valentina, alla vista dell’arma, per poco non sviene: per fortuna suo marito la sorregge, altrimenti sarebbe già finita a terra.
-Rossella, tu non capisci... io...- mormora, impaurita, Valentina. Wow, è davvero brava come attrice: se non sapessi che è lei l’artefice di tutta questa messinscena, direi che è davvero terrorizzata. Si guarda intorno, come se cercasse aiuto, e stringe nervosamente il bouquet tra le mani, mentre arretra molto lentamente. A ogni suo passo indietro, però, io ne faccio uno avanti, cercando di restare in perfetto equilibrio: perché io dovevo indossare i trampoli e lei no? Che sposa egoista!
-Non fare stronzate: sai che devi sposarti, o finirà male.- sbotto irritata, sollevando la canna del fucile per rendere chiaro il concetto. Mi avvicino ancora, con fare minaccioso, ma nessuno sembra voler intervenire in aiuto della sposa. È più comodo per me, certo, ma non è molto rassicurante: se qualcuno volesse farle realmente del male, potrebbe farlo senza problemi.
-No, non voglio, non puoi obbligarmi! Tu non sai quello che provo: è un incubo! Non lo farò né ora né mai!- urla Valentina, lanciando, in uno scatto d’ira, il bouquet di peonie –miracolosamente atterrato proprio tra le mani della più cozza tra le invitate, che improvvisamente si guarda intorno circospetta - facendo sobbalzare Daniele. Terra chiama tizio in smoking: pronto?, sto per uccidere l’amore della tua vita! Con la coda dell’occhio vedo un angolo della sua bocca schizzare verso l’alto: se si mettesse a ridere ora, rovinerebbe mesi e mesi di preparazione per uno spettacolo che non potremo mai più rifare! Per fortuna, sembra riprendersi in fretta e tutti gli occhi sono rimasti puntati su di noi. Approfittando della mia distrazione, con una furia omicida negli occhi, Valentina si lancia contro di me, cercando di strapparmi via il fucile dalle mani.
-Mollalo, così peggiori solo la tua situazione!- urlò, strattonandolo verso di me.
-No, mollalo tu: non ti permetterò di rovinarmi la vita!- altro urlo, altro strattone. Ma, a questo punto, il povero giocattolo di plastica sta per rompersi. Valentina se ne accorge e, con un movimento –udite, udite- meno goffo del solito, riesce a salvare la situazione: afferra l’arma e la lancia contro la porta da cui è entrata pochi minuti fa. -E adesso come la mettiamo?- dice con aria da sbruffona, cercando di riprendere fiato dopo la nostra “lotta”. Adesso sì, che ci divertiamo!
La guardo con aria impassibile: oh, no, mi viene da ridere! Calma Rossella, calma, ce la puoi fare! Con la mano destra, abbasso gli occhiali da sole sul naso mentre, con un unico gesto della mano sinistra, alzo la gonna del vestito, afferro la pistola che tengo nella giarrettiera e gliela punto contro. Tutti fissano le mie mosse, di nuovo con il fiato sospeso: davvero nessuno tenta di fermarmi? Valentina fa un breve cenno con la testa. Ok, è il momento della battuta finale.
-Hasta la vista, baby!- premo il grilletto e... Bam! Mentre la sposa si tuffa sul pavimento con un “nooo” degno del miglior remake di “Bodyguard”, dalla pistola spunta una bandierina con la scritta “vi ho fregato!”, che sventola silenziosa, come conclusione di quello spettacolo assurdo. Tutti mi guardano con gli occhi fuori dalle orbite, le bocche a formare una “o” perfetta. Valentina si rialza molto lentamente, sistemandosi il vestito, poi mi lancia un’occhiata e scoppiamo entrambe a ridere. Che fatica! Un inchino a destra, uno a sinistra e, finalmente, sentiamo qualche timido applauso propagarsi dal fondo della sala.
-Ehi, gente, è tutto ok! Era solo uno scherzo: non sono mai stata in pericolo! Ma grazie tante per essere intervenuti in massa per salvarmi da una pazza armata!- esclama Valentina tra una risata e l’altra.
Lo sposo scoppia a ridere, ormai incapace di mantenere una parvenza di innocenza, seguito a ruota da tutti gli altri ospiti. Anche il giudice si unisce a quel “lieto fine” del tutto inusuale.
-Siamo state grandi, Vale!- esclamo divertita, circondandola con un braccio. Lei mi guarda felice, con uno strano luccichio negli occhi.
-Sì! Ma adesso scusami... devo sposarmi, non ti pare?-
Le sorrido e mi faccio da parte, sono tutti pronti a riprendere la funzione quando mi accorgo che qualcosa non quadra.
-Vale... non manca... ehm... qualcosa?-
Valentina si guarda intorno spaesata e, dopo avermi lanciato un’occhiata interrogativa, la sua espressione muta.
-Hey! Dove sono finite le mie peonie?!-




NOTA: 
Ciao a tutti! Scusate l’assenza, ma ho avuto casini vari. Dopo tanto tempo, ritorno con una one shot che ho scritto a quattro mani con Breathe_Me (che ringrazio di cuore) in una giornata scolastica di pieno delirio e noia totale (cosa succede quando si fa troppa filosofia!). Spero che il “suo” matrimonio vi sia piaciuto e aspettatevi un resoconto del giorno in cui accadrà veramente!
Si accettano regali e recensioni in busta, grazie.

  
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