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Autore: G3nny_Sama    25/08/2013    3 recensioni
Breve centric su un Sanzo immerso tra i suoi pensieri in una notte di viaggio, dove la luna impera nel cielo e lo sconforto prende man mano più forza. Piccolo accenno alla 3x9.
"E finalmente senti il vento accarezzarti, scombinarti i capelli, svuotarti e riempirti contemporaneamente, intorno a te quasi il nulla, solo il buio della notte, la luce della luna e il silenzio tra di voi."
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Genjo Sanzo Hoshi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non mi dilungherò molto nelle premesse ;) Ci tengo solo a dire che spero di non aver creato una castroneria, diciamo che è la prima volta che cerco di estrapolare qualcosa dalla testa di Sanzo e considerando che è pure una fic breve spero di non aver partorito qualcosa di immondo e come al solito spero di non aver fatto stupri grammaticali.
Infine, anche se poi si capisce ma per non dare strani impatti lo dico, è scritto in seconda persona. Infine, se vi va di ascoltare qualcosa, l'ho scritta tenendo in sottofondo Time di Hans Zimmer ;)
Buona lettura.

Tutto ciò che ti resta.

I nostri peccati
sono fabbricati in cielo
per creare il nostro inferno,
di cui evidentemente abbiamo bisogno.
Charles Bukowski
 

E' notte, una di quelle in cui non avete un posto dove riposare, una di quelle in cui siete costretti a continuare il vostro viaggio e incuranti della stanchezza e della fame non vi fermate, e benchè le forze non siano dalla vostra parte, il rombare della jeep e la quiete della notte in qualche modo vi fanno da sostegno.
Ti fa male ovunque, così sbuffi profondamente e continui ad imprecare mentalmente, ma infondo sai che questi momenti ti piacciono, li ama la parte stressata di te che cerca la pace in quel buio fresco e silenzioso, li ama la parte masochista di te che cerca conforto in una luna opprimente.
E finalmente senti il vento accarezzarti, scombinarti i capelli, svuotarti e riempirti contemporaneamente, intorno a te quasi il nulla, solo il buio della notte, la luce della luna e il silenzio tra di voi.
E lasci che quella luce bruci la tue pelle, che prepotente ti ricorda che per quanto lontana ed eterea sia, si insinuerà sempre nella tua testa, fino in fondo. Perchè lei è lì e tu non puoi non notarla.
Cominci ad innervosirti, nella mente si accavallano violentemente pensieri lesionisti, di destini troppo pesanti per le proprie spalle, fardelli non voluti e legami strappati, pensieri di stanchezza interiore e di domande irrisolte.
Alcune nuvole iniziano a coprire il cielo, tutto adesso è buio e questa somma di pensieri aggregati e corrosivi viene sormontata dall'unica placida certezza in cui puoi ritrovarti, la solitudine.
Di tutto quello che eri, di tutto quello che avevi, altro non è rimasto che una macchia gialla appesa al cielo a cui riservi inutili significati.
E ti ritrovi a dover proseguire un cammino che non hai scelto e in notti silenziose come queste a metter da parte la tua stanchezza morendo dentro, e tutto quello che ti resta è una veste sciupata e un vecchio sutra.
Le nubi si spostano e ti senti nuovamente bruciare sotto la luce, vorresti urlarle contro ma rimani impassibile a guardare il paesaggio che debolmente si mostra avanti a te.
Lei sta sempre lì, lontana che ti osserva beffarda. Qualunque cosa tu faccia, in qualunque posto tu vada, lei sarà sempre là, luminosa, accecante, rassicurante, intimidatoria.
Dal tuo volto nasce una smorfia corrucciata che si increspa sempre più, senti il veleno scorrerti dentro e le tue interiora morire nell'acido, finchè i tuoi pensieri vengono improvvisamente spinti via da un sonoro sbadiglio che giunge accanto a te, e come una mano che scaccia distrattamente il fumo ti sfuggono rapidamente, finendo qua e là per la testa.
Rimani fermo e con la coda dell'occhio getti un lieve sguardo al demone che è alla guida, e piano ti raggiunge il fumo di una sigaretta, sembra che anche il mezzodemone, come te, questa notte non abbia intenzione di dormire, al contrario di una scimmia pelandrona che ogni tanto senti russare, la puoi vedere dallo specchietto retrovisore, beata e dormiente.
Stai ad osservarla ancora un po', puoi vedere i raggi lunari ricoprire il suo volto. Riesci a vederlo in modo più preciso, e ammiri quei dettagli che ben conosci ma che comunque apprezzi.
Il tuo volto abbandona la smorfia contrariata e torna al suo normale sguardo serio, e continuando ad osservare il ragazzo pensi che forse tra le mani ti è rimasto qualcosa di più.
Il veleno che prima ti scorreva nelle vene si è prosciugato, e in qualche modo senti di nuovo l'abbraccio di una calma apparente, ti senti quasi stupido nel trovare in quel ragazzo qualcosa che dentro te risuoni come un conforto, qualcosa che ti prenda e ti avvolga e di cui lui non è neanche a conoscenza. Inspiri in modo più profondo, assapori l'aria, assimili il silenzio, e quando la tua mente ha finalmente trovato la calma ti immergi nel tuo mondo e cullato solamente dal motore, chiudi gli occhi e non pensi più a nulla.
Guardavi così ostinatamente la luna da dimenticare quanto apprezzassi l'azzuro del cielo.

 

Sentiva che in cielo
non c'era nessun dio,
ma l'azzurro gli piaceva ugualmente.

Antonio Castronuovo

   
 
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