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Autore: _ayachan_    02/03/2008    44 recensioni
Naruto e Sakura: il giardino dell’Eden; i fratelli Uchiha: il serpente e la mela… Il peccato originale: il tradimento.
"Tutto ciò che credevo sicuro, si sgretolerà tra le mie mani...
Il mio passato, il mio presente, e il mio futuro...
Chi sono io?
Naruto o Kyuubi?"

[Pairing: cambieranno in corso d'opera, anche drasticamente! Threesome, in ogni caso. Molte]
Genere: Romantico, Drammatico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'eroe della profezia' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Naruto-64

Capitolo finale

Sette anni dopo





Non sapeva nemmeno cosa fosse, quel liquido trasparente e dall’odore forte.

Sakè? Vodka? Provò ad annusarlo, ma sentì soltanto gli occhi bruciare, e lo allontanò con un leggero capogiro.
«Un’aranciata» bofonchiò Shikamaru Nara rivolto al cameriere oltre il bancone, che puliva bicchieri con aria annoiata. Quello sbuffò, mise giù l’asciugamano e si piegò alla ricerca di una bottiglia che di solito non tirava mai fuori.
L’unico cliente del bar gli voltò le spalle, appoggiandosi con i gomiti al ripiano nero lucido, e irritato passò un dito nel colletto della maglia scura, decisamente troppo stretto.
Odiava vestirsi elegante; era una cosa scomodissima, gli attirava occhiate che poco gradiva – e soprattutto che Temari poco gradiva – e lo soffocava. E tenere il maledetto codino basso gli solleticava il collo.
Incrociò le gambe davanti a sé, fissando cupo il movimento concitato oltre i vetri del bar.
Gente ben vestita che mormorava, che si radunava in capannelli, che parlava con una mano davanti alla bocca. Pettegoli abbigliati a festa. E lui, accidenti, si era conciato come loro per niente.
Il matrimonio alla fine non c’era stato.
La sposa abbandonata sull’altare, in lacrime, il padre indignato che minacciava di mettere una taglia sul fuggitivo, gli ospiti che segretamente gongolavano per la possibilità di spettegolare, e chissà quanti ryo al vento, per il pranzo e tutto il resto.
Tutta un’immane perdita di tempo.
«Quell’idiota di Naruto...» borbottò Shikamaru, quando il barman gli tese discretamente la sua aranciata. «Scommetto che s’è svegliato tardi»
Ne sorseggiò un po’, guardando distrattamente gli invitati che ancora borbottavano. Vide la sposa, avvolta nel suo velo bianco, che veniva accompagnata via dal padre, e vide la gente che la seguiva come la scia di bava dietro un lumacone. Che immagine edificante.
Basta, si era stufato.
Svuotò in un sol colpo quel che restava dell’aranciata e posò il bicchiere sul banco.
«Paga la sposa» disse al cameriere, annoiato, e affondò le mani nei pantaloni scuri e che – neanche a dirlo – cadevano perfettamente fino alle scarpe lucide.
Con passo strascicato arrancò fino all’uscita, e storse il naso di fronte alla selva dei profumi per signora che si mescolavano nell’aria. Ma non si sarebbe lasciato abbattere, non lui, non l’uomo che aveva avuto il coraggio di sposare Sabaku no Temari e che dopo sette anni di convivenza ancora resisteva.
Si fece coraggio e decise che avrebbe attraversato la folla fino a guadagnare la strada di casa, ma la sua ferrea determinazione fu subito messa alla prova da un capannello di vecchie ingioiellate che lo intravidero in lontananza. Shikamaru notò la gioia sui loro volti, lo spasimante desiderio di parlargli, carpirgli dettagli sulla sua vita domestica, e poi sparlare di Temari per il puro gusto di dar aria ai denti; e si sentì minacciato.
Per fortuna, in quello stesso momento arrivò anche la sua ancora di salvezza.
«Shikamaru!» strillò una voce dall’alto.
Il Nara alzò gli occhi, e un’ombra oscurò il sole sulla sua testa.
Agile come un gatto, una sagoma indistinta atterrò tra lui e le vecchie, che si ritrassero spaventate, e una zazzera bionda più scompigliata che mai si voltò da una parte e dall’altra, sopra due occhi inquieti e delusi.
«Sono in ritardo?» chiese ansiosamente Naruto Uzumaki, alzando lo sguardo.
«Di un’ora» confermò Shikamaru, lieto di essersi liberato ‘dell’assalto over 50’.
«Ahh, maledizione!» imprecò Naruto, le mani nei capelli. «Lo sapevo che avrei dovuto puntare tre sveglie!»
«Per curiosità, quante ne hai puntate invece?» si informò Shikamaru, con un sorriso annoiato.
«Due»
«E sei arrivato lo stesso a quest’ora?»
«Dovevo prepararmi!» Naruto arrossì, stirando con gesti nervosi i vestiti eleganti che non era abituato a portare – e che erano usciti malconci dalla corsa sui tetti.
«Va beh, comunque non ti sei perso niente. Il matrimonio è saltato»
«Cosa?»
«Lo sposo non si è presentato, sembra che sia scomparso nel nulla. E il cugino di papà fino a dieci minuti fa proponeva di mettergli una taglia sulla testa. Ti interessa fare qualche soldo?»
«Ma che me ne frega dei soldi?» sbottò Naruto, scompigliando ancora di più i capelli sulla testa. «Io avevo bisogno di vedere come funzionava, maledizione!»
Shikamaru sospirò, guardando le nuvole che navigavano lente nel cielo.
Problemi, problemi, problemi. Ai suoi tempi i matrimoni erano più semplici.
«Dai, hai ancora una settimana per farti prendere dal panico» commentò tornando con i piedi per terra, e batté una pacca sulla spalla di Naruto.
«Ho solo una settimana» rettificò lui, impallidendo. «E non mi ricordo se devo stare a destra o a sinistra sotto l’ombrello»
«Pensa positivo: non curarti dei dettagli, della cerimonia, dell’etichetta; ricordati della prima notte di nozze»
«No, perché lo hai detto?!» scattò Naruto disperato. «Ora il tempo sembrerà andare troppo veloce per il matrimonio e troppo lento per la notte di nozze!»
«Il che ci porta a dire che mediamente sarà normale»
«Niente affatto! Argh, ti odio!»
Shikamaru sbuffò, vedendolo esibirsi in coreografie della disperazione di rara creatività, e si trovò a grattarsi una guancia.
Naruto, il solito casinista.
«Fidati, una settimana è sempre una settimana» tentò di rassicurarlo. «Sette giorni, centosessantotto ore, e diecimilaottanta minuti. Indipendentemente da come tu la percepisci»

Gran cazzata.
La quarta sveglia suonò, con il suo bip-bip irritante, e finalmente Naruto aprì gli occhi nell’alba.
I segni scuri sotto le palpebre sembravano scavare un solco nelle guance, e il cervello si rifiutava di collaborare. Sbadigliò, fissando il soffitto che si tingeva di rosa, e si chiese stordito che giorno fosse.
«Che palle...» bofonchiò spegnendo la sveglia, e raggomitolandosi su un fianco.
Cercò di ricordare cosa avesse sognato quella notte, e quando ci riuscì un sorriso gli stirò le labbra.
«Mmh... Hinata» mugolò nel cuscino, felice.
E, senza che lo volesse, i suoi pensieri scivolarono al passato.

Dopo la prima coraggiosa visita, Hinata non aveva più osato incrociare lo sguardo di Naruto per almeno sei mesi. Oltremodo imbarazzata dallo svenimento sulla porta della sua casa, aveva iniziato a evitarlo come la peste, convinta di essere assolutamente patetica e senza speranza.
Inutile dire che lui non ci aveva neanche fatto caso. Anzi, in quel periodo aveva fatto in modo di essere molto impegnato: tra missioni, visite a Suna e pranzi con Iruka, non aveva quasi il tempo di pensare a Sakura e Sasuke. E ciò lo sollevava profondamente.
Poi, c’era stato il matrimonio.
E lui aveva ricevuto l’invito, con una stretta allo stomaco.
Non sarebbe mai riuscito a capire dove avesse trovato il coraggio di presentarsi alla cerimonia, nel suo abito migliore e con il cuore in gola. Ma avrebbe ricordato per sempre gli occhi di Sakura mentre guardava Sasuke, e i loro abiti, e i loro gesti, e l’aura di felicità che irradiava da loro come la maledetta luce di una candela.
Era rimasto ai margini della festa per tutto il tempo, senza farsi vedere. Era rimasto in un angolo e li aveva guardati, tormentandosi, cercando di non pensare che avrebbe potuto esserci lui al posto dell’Uchiha. Erano passati solo sei mesi dalla sua rottura con Sakura, e il tradimento faceva ancora male.
Ma allo stesso tempo, nonostante il disagio e nonostante il dolore, una parte di lui si sentiva sollevata.
Lei è felice”
Anche se avevano sofferto tutti e due, almeno lei riusciva ad essere felice.
E Sasuke... Beh, aveva ricominciato a inseguire il suo sogno.
Soltanto verso la fine dei festeggiamenti Naruto aveva trovato il coraggio di avvicinare gli sposi. Sotto lo sguardo sorpreso e felice di Sakura e quello indecifrabile di Sasuke, si era scusato per non aver pensato a nessun regalo, e poi, ad occhi bassi, aveva fatto le sue congratulazioni.
«Grazie» avevano risposto loro, ed era tutto ciò che serviva.
Naruto si era allontanato dal matrimonio con un senso di soffocamento, quasi. La festa si svolgeva in un palazzo signorile nel centro di Konoha, circondato da un giardino tanto ampio che era difficile distinguerne i confini, e lui aveva raggiunto il laghetto delle carpe e aveva tirato il fiato, nel buio della sera appena calata.
Perché sono venuto qui?” si era chiesto, cupo.
E in quel momento aveva sentito un’esclamazione soffocata, e aveva visto Hinata a qualche metro di distanza.
Sorpresa, disagio, domande.
Lui fuggiva dagli sposi e dalla loro opprimente felicità, lei fuggiva dalla nobiltà del villaggio e da suo padre.
Cosa ci fai qui? Ah, capisco. Scusa se ho disturbato. Ma no, scusa tu. Silenzio. Di nuovo disagio.
Erano sei mesi che neppure si incontravano, e a Naruto era tornato in mente l’episodio dello svenimento. Aveva commesso l’errore di ricordarglielo, e Hinata aveva rischiato di ripetere l’esperienza per l’imbarazzo. Lui aveva riso. Davanti a quello stagno illuminato dalle lanterne di carta.
Poi, più o meno una settimana dopo, se l’era ritrovata alla porta, con un altro cesto di frutta, con un’altra crisi di iperventilazione, e il viso tanto caldo da cuocerci un uovo. Non gli aveva lasciato il tempo di invitarla dentro, ed era corsa via in fretta e furia.
La scena si era ripetuta parecchie volte, in seguito.
Per settimane, e mesi, e anni.
Senza che succedesse altro.
Naruto aveva iniziato a sentirsi piuttosto angosciato dalle visite-lampo di Hinata, raramente prolungate da qualche parola di circostanza. Poi, con inumano ritardo, aveva iniziato a sospettare che il rossore e il balbettio spuntassero solo con lui. Se ne era accertato, si era interrogato al riguardo, e aveva raggiunto la conclusione che era troppo esagitato, e la metteva a disagio.
(Idiota)
Aveva quindi cercato di moderarsi ed essere gentile, e aveva soltanto peggiorato le cose. Ma, nel frattempo, si era anche reso conto che le visite di Hinata erano piacevoli. Che aveva iniziato ad aspettarle, a sperarci.
E a un certo punto, dopo che i suoi amici avevano cominciato ad ingrandire le rispettive famiglie, si era chiesto: ‘cosa ho fatto io in questi sette anni?’.
Sette anni. Solo a nominarli sembravano troppi.
Aveva ripensato a Shikamaru, a Sasuke e Sakura, a Rock Lee... i loro figli crescevano e loro maturavano.
Ma lui?
Cosa era cambiato in lui da quando Sakura l’aveva lasciato?
Aveva cercato di capirlo da solo, ci si era scervellato per giorni... e gli era sembrato di essere rimasto lo stesso idiota di sempre, di non aver fatto nessun passo avanti. Ora la vista degli Uchiha (sì, gli Uchiha) non gli faceva più male come prima, ma ancora c’era qualcosa che mancava.
Come un vuoto nella serie dei kunai appesi in vita. E lui non osava muoversi senza quel kunai, perché un giorno avrebbe potuto doversi difendere, e se non lo avesse avuto...
Finché non c’era stata quella missione, ormai sei mesi prima.
In solitaria, livello A, paese dell’Acqua. Anche senza una dichiarazione di guerra ufficiale, tutti sentivano odor di conflitto nell’aria, e la situazione ai confini era tesa.
Naruto era rientrato dopo più di una settimana, esausto, nervoso. Si era fatto una doccia e aveva sentito suonare il campanello.
Pensava che si sarebbe irritato, vedendola.
Pensava che avrebbe accettato il suo regalo, come sempre, e poi l’avrebbe allontanata con parole magari un po’ brusche.
Invece, aprendo la porta, aveva visto i suoi occhi bianchi, esitanti, che si alzavano così di rado e così poco, le sue guance tinte di rosa; aveva sentito la sua voce sottile, il balbettio ormai familiare, e il nervosismo era sfumato, sostituito da un insolito senso di sollievo.
«Vieni dentro, non riesco mai a finire da solo tutto il cesto» le aveva offerto spontaneamente, prima che potesse andarsene.
Hinata era arrossita violentemente, aveva cercato di rifiutare, si era ricordata il triste svenimento di sette anni prima, e aveva fatto di tutto per svicolare. Ma Naruto l’aveva praticamente trascinata dentro, e l’aveva costretta a farsi offrire un tè.
Quel giorno aveva sentito che voleva un po’ di compagnia. Che i suoi amici rientravano a casa e trovavano qualcuno ad attenderli, e che anche a lui sarebbe piaciuto non essere solo, la sera.
Però... Hinata?
La timida Hinata, la fragile Hinata, quella stessa Hinata che non riusciva a mettere in fila tre parole quando c’era lui nei dintorni? Lei come avrebbe potuto essergli di compagnia?
Naruto era convinto di spaventarla a morte. Ne era davvero certo.
Così come era certo che la cosa gli dispiacesse, e molto.
Mentre le preparava il tè, parlando a raffica per non permetterle di dire ‘forse è meglio che me ne vada’, si era chiesto perché gli dispiacesse, e perché le sue visite gli risultassero tanto gradevoli.
Si era trovato involontariamente a confrontare Hinata e Sakura, ripetendosi che non c’era paragone, che erano su due pianeti diversi, l’una l’opposto dell’altra, e che lui aveva amato Sakura, e dunque Hinata non poteva piacergli, perché era timida, ed era insicura, ed era fragile, e gentile... ma aveva continuato a rimuginarci, contro ogni logica.
E poi, anche mentre bevevano il tè e la sua voce riempiva l’aria, si era accorto di essere nervoso. Si era accorto che l’idea che Hinata se ne potesse andare da un momento all’altro lo metteva di cattivo umore.
Non mi piace, non può piacermi” si era ripetuto, quasi con dispiacere, ma non era riuscito a staccare gli occhi dai suoi, schivi e inquieti.
E poi, al momento di lavare le tazze, lei si era alzata per portare la sua al lavandino.
«Faccio io!» l’aveva fermata lui, raggiungendola. E Hinata, vedendoselo tanto vicino all’improvviso, aveva sentito le gambe cedere.
Naruto l’aveva afferrata per le spalle, impedendole di cadere, e l’aveva portata fino al divano con aria preoccupata.
«Hai ancora quei problemi di pressione?» le aveva chiesto turbato.
(Sì, pressione)
Hinata aveva balbettato qualcosa di incoerente, nascondendo gli occhi dietro al braccio, e poi si era scusata mille volte, più che mai imbarazzata. Era umiliante che ogni volta che metteva piede in casa sua svenisse. Umiliante e orribile.
Naruto era sempre stato un tipo impulsivo. Sentirla mormorare le sue scuse con gli occhi lucidi e il viso arrossato gli fece provare uno slancio d’affetto improvviso, al di là delle somiglianze e delle differenze tra lei e Sakura.
Eppure, per una volta, insieme all’impulsività sentì anche una strana cautela; il desiderio forte di non spaventarla, di non farle del male con la sua irruenza.
E, per ultima, la voglia irrazionale di stupirla e baciarla. E di chiederle di restare lì ed essere ciò che avrebbe trovato al suo ritorno, la sera. Anche se lei e Sakura erano diverse, anche se lei aveva paura di lui.
Lentamente, aveva appoggiato una mano allo schienale del divano, protendendosi verso Hinata, oscurando la luce che veniva dall’alto. L’aveva vista irrigidirsi, arrossire, spalancare gli occhi, ma non si era fermato. Non finché non aveva raggiunto la sua bocca.
Un bacio leggero, gentile, per non spaventarla. Una carezza sulla pelle delle labbra.
E poi lei, tremando, gli aveva chiesto se era già stesa, e lui era scoppiato a ridere, anche se non ne aveva avuto l’intenzione. Forse per il sollievo di vederla, tutto sommato, meno sconvolta del previsto.
A quel punto, Hinata aveva iniziato a parlare. Con le mani sugli occhi, le guance arrossate, la voce spezzata, gli aveva detto che lo amava da anni, e che aveva sempre cercato di stargli vicino, anche se lui non l’aveva mai guardata. Gli aveva detto che lo ammirava, che era il suo modello, che aveva sempre sperato di attirare la sua attenzione, e che si impegnava con tutta sé stessa per riuscirci.
Naruto aveva ascoltato tutto a bocca aperta, incredulo.
Altro che spavento, altro che fastidio. Se Hinata arrossiva in sua presenza, era perché lo amava; se balbettava e teneva lo sguardo basso, era perché lo amava.
Era rimasto confuso dalla sua confessione. Confuso e sollevato.
Perché lei lo amava. Da sempre. E nulla le aveva fatto cambiare idea, anche se erano successe tante cose nel frattempo. Perché lei lo amava dello stesso amore con cui Sakura amava Sasuke. E Naruto, provandolo per la prima volta sulla sua pelle, si era sentito invadere da un calore piacevole quanto insolito.
«Perché non me l’hai mai detto prima?» le aveva chiesto.
Hinata aveva balbettato frasi sconnesse, nel panico, spingendolo a desistere immediatamente. Le aveva sorriso, aveva cercato la sua mano e l’aveva stretta. Poi, con espressione vagamente imbarazzata, le aveva chiesto di uscire con lui.
Come un ragazzino.

Gli era sempre piaciuto sognare Hinata.
Quando lei gli faceva visita nel suo mondo onirico, tutto diventava in qualche modo più bello, anche le cose brutte. Bastava la sua presenza per farlo sentire tranquillo, bastava il contatto con la sua pelle perché ogni angoscia svanisse.
Lei gli faceva quell’effetto sia nel sogno che nella realtà: in qualche modo riusciva sempre a dirgli che lo amava e che andava tutto bene, anche senza parlare. E lui ci credeva, ci credeva davvero.
Quella notte, prima che l’odiosa sveglia suonasse sul sorgere del sole, Naruto aveva sognato di essere con Hinata in una bella casa, vicino alla foresta. C’era un portico, e c’era un gatto, e c’erano una marea di bambini urlanti che correvano tutt’attorno. Lui, tra di loro, li guardava orgoglioso e soddisfatto; perché erano i suoi figli. La sua famiglia. Il posto in cui tornare. Poi, era arrivata anche Hinata. E tutto aveva iniziato a luccicare, letteralmente.
Fino al suono della sveglia.
Naruto sbuffò, affondando il viso nel cuscino. Perché l’aveva puntata all’alba? Quale folle e incomprensibile ragione era riuscita a...
Sbarrò gli occhi all’improvviso, sentendo lo stomaco che si contraeva.
«Oh cazzo!» se ne uscì, balzando in piedi all’istante. Afferrò il calendario appeso al muro, lo strappò dal suo chiodo, e gli si mozzò il respiro in gola. Le X sui giorni che avanzavano erano arrivate alla data cerchiata in rosso. Quella con la dicitura matrimonio.
Iniziò a iperventilare.
No. Non era possibile. Non poteva essere già lì! Fino alla sera prima mancavano ancora quattro giorni! E poi aveva fatto solo quella missione, e c’era stato l’addio al celibato, e quel problema con... okay, okay. Forse i giorni erano davvero passati. Ma a lui sembrava di essere ancora alla settimana precedente!
Con rabbia ricordò le parole di Shikamaru, risalenti a sette giorni prima.
«Fidati, una settima è sempre una settimana. Indipendentemente da come tu la percepisci»
Gran cazzata!
I giorni si erano contratti in ore, le ore in minuti, e i minuti si erano estinti prima di arrivare ad essere secondi. La settimana, porca miseria, era letteralmente volata via.
«Non sono pronto» realizzò Naruto, sconvolto. «Non ricordo nemmeno dove ho messo il kimono. E da che parte devo stare sotto l’ombrello? Dio, dio, dio! Perché mi sono imbarcato in questa cosa?» gemette disperato.
Aveva bisogno di aiuto.
Per questo, all’alba del giorno del suo matrimonio, decise di andare a bussare alla porta di Shikamaru.


Quando Neji Hyuuga indossava il kimono delle grandi occasioni, l’intera fauna femminile di Konoha non riusciva a staccargli gli occhi di dosso.
Sguardi ammirati e commenti a mezze labbra erano la regola, e il giovane rampollo della casata cadetta aveva imparato ben presto a non farci caso, e a fingere di essere molto impegnato a fissare il vuoto. Non gli dispiaceva che lo ammirassero – era umano dopotutto – ma certe volte restava profondamente turbato dalle parole che gli capitava di sentire; c’erano ragazzine dalla fantasia molto sviluppata, nel villaggio.
In quel momento Neji era solo. Suo zio gli aveva dato il permesso di separarsi momentaneamente dal clan per cercare i suoi amici tra la folla degli invitati, e lui non si era lasciato sfuggire l’occasione. Tanto più che tirava una brutta aria nella casata principale, per il comprensibile malumore di Hiashi – costretto ad accettare un matrimonio che disapprovava totalmente – e quello inspiegabile di Hanabi, che ormai ventenne aveva mostrato diverse volte di puntare alla guida del clan, e nell’allontanamento della sorella avrebbe dovuto vedere un motivo di gioia, e non di rabbia.
Aggirandosi per i sentieri del giardino che ospitava gli invitati, Neji scoprì che c’era molta più gente del previsto, e si chiese se sarebbe davvero riuscito a incontrare chi cercava. Poi, sul ponticello in legno che si arcuava al di sopra del ruscello, incappò in Rock Lee e Tenten.
«Ah, eccovi!» sorrise avvicinandoli.
«C’è troppo affollamento» sbuffò Tenten con un’occhiataccia ai gruppetti che si muovevano vociando.
«Dobbiamo stare attenti a non perderci Mei!» esclamò Lee con convinzione, e nella foga sollevò per un braccio la bambina sui tre anni che stava aggrappata alla sua mano. «Ah, scusa tesoro!» si affrettò ad aggiungere, rimettendola giù sotto l’occhiataccia di Tenten.
«Immagino che ci sia un posto per i bambini più grandi» commentò Neji, con un’occhiata condiscendente alla piccola dagli occhi e capelli scuri, fino ad ora simile più a sua madre che a suo padre – per fortuna.
«L’ultima volta che li ho visti, si stavano arrampicando sul fico dall’altra parte del giardino. Spero solo che non caschino di testa» sbuffò Tenten contrariata.
Neji si concesse un sorriso.
Ricordava limpidamente il giorno in cui gli avevano detto che sarebbe diventato ‘zio’; era stata Tenten la prima a parlargliene, con gli occhi bassi e la voce composta. Gli aveva detto che era incinta, che avrebbe sposato Rock Lee, e che sarebbe stata felice. Lui le aveva augurato ogni bene. Cos’altro avrebbe potuto fare?
Poi aveva parlato anche con Lee, e, unico istante di debolezza che si era concesso, aveva espresso il desiderio che i futuri figli assomigliassero alla mamma.
Ma la delusione non era durata a lungo; presto Hiashi aveva ricominciato a cercare di accoppiarlo con Hinata, e ogni sua energia era stata impiegata nel tentativo di aggirare l’ostacolo.
Era forte, Neji Hyuuga, dentro e fuori.
«Avete incontrato gli altri?» chiese guardandosi attorno. «Nella confusione riesco a malapena a capire dove mi trovo»
«Abbiamo incrociato Ino e Sai, poco fa. Credo che siano tornati insieme per la sesta volta, o qualcosa di simile – ho perso il conto. E c’erano anche Shino e Kiba, al bar» rispose Tenten. «Penso che Kiba fosse in procinto di far scoppiare una faida con il clan Nekozuka, ma spero che Shino lo abbia fermato. Poi mi pareva di aver intravisto gli Uchiha, ma non ne sono sicura»
«Vi spiace se mi unisco a voi?» chiese Neji. Piuttosto che tornare con il suo clan sarebbe stato disposto a farsi scuoiare vivo, ma per fortuna era riuscito a trovare un modo più piacevole di passare la giornata.
«Così ci aiuti a tenere d’occhio Mei!» approvò Lee entusiasta. «E poi devo raccontarti di quella missione nel paese delle Nebbie!»
Tenten fece roteare gli occhi, e Neji trattenne un sorriso.
Insomma, non era cambiato poi molto.

«Non ci metterò più di un’ora», le aveva detto.
«Vado e torno, sarà soltanto l’ennesima cazzata», assicurava.
«Tu vai avanti a dormire, ti sveglierai che sarò già a casa»
Mentre avanzava lungo il corridoio a passo di carica, Temari digrignò i denti, ricordando le parole pronunciate da Shikamaru all’alba. Nella luce aranciata del primo sole lo aveva visto uscire al seguito di un pallidissimo Naruto Uzumaki, e poi, sbadigliando, era tornata sotto le coperte.
Ma al suo risveglio lui non c’era. E nemmeno otto ore dopo.
Lo ammazzo!” si ripeté per la trecentesima volta, mentre le persone si scostavano bruscamente al suo passaggio. “Quando lo prendo lo faccio a pezzi, giuro!”
Shikamaru Nara avrebbe fatto bene a scappare dalla finestra, in quel momento. Ma non poteva sapere, l’ignaro, che la sua adorabile moglie stava per rendersi coscientemente vedova.
Temari arrivò in fondo al corridoio, svoltò a sinistra facendo frusciare il kimono elegante, e assottigliò gli occhi intravedendo sagome note in lontananza. Aumentò il passo, strinse i pugni, e quando fece il suo trionfante ingresso nel salone principale, non ci fu sguardo che non si posò automaticamente su di lei.
«Shikamaru Nara!» tuonò, e il diretto interessato sentì un brivido correre lungo la schiena. D’istinto incassò la testa tra le spalle, come una tartaruga nel guscio, e chiuse gli occhi. «Che ore sono?» ringhiò Temari raggiungendolo, e parandoglisi davanti in atteggiamento bellicoso.
«Ho avuto dei contrattempi...» borbottò lui vago, guardando altrove.
«Contrattempi?» sibilò lei. «Contrattempi?» ripeté, nel caso non fosse abbastanza chiaro. «Io definisco contrattempo il nostro matrimonio, pigro, menefreghista, irritante uomo! Ti costava tanto mandare un messaggio? Due righe? Anche un piccione viaggiatore! Ho aspettato come una deficiente per sei ore, sei! Te ne rendi conto?»
Naruto, che fino a quel momento si era fatto piccolo in un angolo, eclissato dal temperamento focoso della ‘padrona del castello Nara’, si schiarì la voce cercando di attirare l’attenzione e salvare l’amico.
«Veramente sono stato io a...» iniziò timidamente, ma prima che potesse continuare uno sguardo lo trapassò da parte a parte, congelandogli le parole in gola.
«E tu!» ringhiò Temari, additandolo minacciosamente. «Gaara ti cerca da un’ora! Sei lo sposo, non hai il diritto di scomparire chissà dove con mio marito!»
«E’ solo che...»
«Che niente! Tutti si sposano prima o poi, non sarai il primo a farsi prendere dal panico, né l’ultimo!Tira fuori il fegato e fammi il favore di arrangiarti da solo! Non è possibile che a venticinque anni uno debba ancora avere la balia! Che uomo sei?»
Naruto pigolò qualcosa di incomprensibile, sopraffatto, finché una voce calma e bassa non intervenne a ristabilire l’ordine.
«Temari, basta così»
La kunoichi si irrigidì e sbuffò. Di cattivo umore, si costrinse a voltarsi e gettò un’occhiataccia a Gaara, che avanzava insieme a Kankuro. Tutti e due indossavano i loro abiti migliori – il Kazekage aveva addirittura la divisa d’ordinanza – e mentre incedevano sembravano irradiare un’aura di autorità e carisma – che, ad essere onesti, era più concentrata sul rosso dei due. Inutile dirlo, a parlare era stato Gaara.
«Mh, elegante» commentò Kankuro con un’occhiatina supponente alla divisa ninja di Shikamaru. «Immagino che i jonin di Konoha guadagnino una miseria»
Shikamaru guardò altrove, ormai rassegnato. Era abituato alle osservazioni pungenti di Kankuro, ma di solito Temari lo difendeva. Quel giorno, tuttavia, qualcosa gli diceva che avrebbe dovuto cavarsela da solo.
Non aveva ancora finito di pensarlo, che sentì una mano serrarsi ferrea attorno al braccio e dovette trattenere un gemito.
«Oh, lui sta per andare a infilarsi nel vestito più stretto che gli trovo» promise Temari scoccandogli un’occhiata di fuoco. «Stiamo tutti soffrendo per l’eleganza, e Shikamaru si unirà presto a noi»
Il diretto interessato chiuse gli occhi, sospirando a fondo.
E dire che aveva voluto solo essere gentile con Naruto. Sigh.
Mentre lui veniva trascinato via impietosamente e ingloriosamente, il Naruto in questione si sentì in colpa.
Aveva supplicato Shikamaru di aiutarlo a calmarsi, pensando che le sue sagge parole gli avrebbero abbassato l’adrenalina, ma aveva scoperto che con il passare del tempo l’ansia poteva soltanto crescere e crescere e crescere. Mancava poco più di un’ora al matrimonio, e lui già faticava a respirare; non osava immaginare cosa sarebbe successo al momento della cerimonia.
«Sei nervoso?» gli chiese Gaara dopo averlo studiato per qualche minuto.
«Io? Ahah! Ma no!» si schermì lui in automatico, con un cenno molto poco naturale. «Cioè, sì. Da morire» crollò dopo un istante, impallidendo bruscamente.
«Non sai quanto vorrei una macchina fotografica» ghignò Kankuro. «Naruto Uzumaki nel suo momento di debolezza più profonda! Potrei ricattarti a vita»
«Ne riparliamo quando finalmente trovi una disposta a sposarti, okay?» ringhiò Naruto acido.
«Pensavo che saresti stato emozionato, non terrorizzato» commentò Gaara ignorando il battibecco.
«Diciamo che se la cerimonia fosse meno complicata io sarei molto più felice! Da che cavolo di parte devo stare sotto quell’ombrello?» gemette lui, vicino all’esaurimento nervoso.
«Beh, se tu sei in queste condizioni non oso immaginare la sposa... dicono sia la timidezza incarnata» se ne uscì Kankuro stringendosi nelle spalle.
Naruto raggelò.
Hinata.
Oh cavolo, Hinata!
Se lui andava nel panico, chi l’avrebbe guidata durante la cerimonia? Sì, lei aveva molta più esperienza con i rituali, e l’etichetta, e compagnia bella, ma aveva ancora il vizio di perdere la bussola stando nei suoi paraggi!
Doveva riacquistare un minimo di controllo, accidenti. Doveva farlo per Hinata.
Si batté pacche leggere sulle guance, inspirando ed espirando come prima di una missione.
«Okay. Okay, ce la posso fare» si disse a voce alta, sotto lo sguardo perplesso di Kankuro e quello educatamente indecifrabile di Gaara. «Sono Naruto Uzumaki, futuro sesto Hokage. Posso fare tutto»
«Diventa ogni giorno meno realista, vero?» commentò il maggiore dei fratelli di Suna, con un cenno vago.
«Perché ti ho invitato?» mugugnò Naruto offeso.
«Esiste persona che tu non abbia invitato?» replicò l’altro, sarcastico. «Tre quarti degli invitati che ho visto tra il giardino e il palazzo sono amici tuoi, e il restante quarto è la nobiltà di Konoha. C’è l’intero villaggio al tuo matrimonio, non so se te ne sei accorto. E ben due Kage»
«Oddio. E se sbaglio davanti a tutta questa gente?» inorridì lo sposo.
«Una volta non sbraitavi di voler dimostrare quanto valevi?»
«Sì, ma qui si parla di etichetta! E cerimonie! E rituali! E’ peggio di un esame ninja!»
«Lasciatelo dire, tu hai un problema di personalità multipla»
Kankuro scosse la testa, mentre Naruto ricominciava ad inoltrarsi nel ciclo vizioso depressione/entusiasmo che il matrimonio gli procurava. Gaara, apparentemente distratto, non sembrava un granché preoccupato.
«Dov’è il quinto Hokage?» chiese, cambiando completamente argomento.
«La vecchia Tsunade?» fece Naruto riprendendosi bruscamente. Si guardò attorno, corrucciato, e cercò di fare mente locale. «Avrebbe dovuto essere qui un’ora fa, ma ora mi viene in mente che non l’ho ancora vista» borbottò perplesso. «E manca soltanto... oddio, manca solo un’ora!» esclamò con voce strozzata. «E devo ancora fare quella cosa! Gaara, Kankuro, scusate tanto! Devo scappare via, ma vi ringrazio per essere venuti! E lasciate il vostro regalo sul tavolo nell’angolo!»
Prima che uno solo dei due fratelli potesse aprire la bocca, era già schizzato via, incurante del kimono di seta da migliaia di ryo che sbatteva attorno alle sue gambe rischiando di rovinarsi.


La stoffa si piegava sul pavimento in volute bianche, disegnando complicati intrecci sul tatami pregiato. La cintura dai lembi della veste si snodava fino ai piedi del futon, tracciando una strada sottile e sinuosa che attraversava la stanza con movimento lento. Il copricapo dell’Hokage era posato sul mobile nero, davanti allo specchio, ancora sul suo cuscino ricamato.
L’unico rumore che si udiva nella stanza inondata dal sole era un fruscio sottile e, in qualche modo, caldo.
Un piede si mosse piano, strusciando sulle coperte del futon.
«Che ore sono?» chiese una voce roca, leggermente affannata.
«Che ti importa?» ribatté un altra, quasi soffocata.
«M’importa eccome, vecchio balordo... Oh diavolo!»
Il fruscio sottile si trasformò in un rumore sordo e brusco quando Tsunade, quinto Hokage della Foglia, scattò a sedere. Dal futon provenne un grugnito contrariato, seguito da uno sbuffo.
«Dovevamo essere al matrimonio un’ora fa!» inorridì Tsunade, lottando perché i capelli liberi dai codini si spostassero dagli occhi.
«Almeno per un’altra ora non avranno davvero bisogno di te» bofonchiò l’altra voce, incarognita, e un braccio si protese lungo il fianco nudo dell’Hokage arrivando a circondarle la vita. «Torna giù. Solo mezzora, dai»
«No, non esiste!» imprecò Tsunade, cercando di opporsi, ma la stretta ferma che la cingeva riuscì a sopraffarla, e a trascinarla di nuovo con la schiena sul futon.
Jiraya si spostò su di lei, intrappolandola con il suo corpo, e lasciò che i capelli scivolassero a solleticarle il collo. Sorrise sornione, piegandosi sulla sua bocca, e lei cercò di scostarlo irritata.
«Siamo in ritardo!» sibilò cercando di spingerlo via.
«Solo mezzora» ripeté lui sfregando il naso dietro il suo orecchio. «Tanto sei l’Hokage, nessuno può dirti niente»
«E’ il matrimonio di Naruto! Vuoi arrivare tardi alla cerimonia? Che poi devo officiare anche io
Jiraya sorrise contro il suo collo. «Non se la prenderà» commentò leggero. «Ho il vago sospetto che a quest’ora sia nel panico, per un motivo o per l’altro; un ritardo non può che renderlo felice»
«Sei mai cresciuto, tu?» ringhiò Tsunade.
«Perché avrei dovuto?» replicò lui, accarezzandola lentamente e compiacendosi dei suoi apparenti vent’anni. «Senza contare che, se solo lo volessi, tu potresti farmi volare fuori dalla finestra con una sola mano... ma non l’hai ancora fatto»
Tsunade arrossì indispettita.
Okay, era debole davanti ad alcool, gioco d’azzardo e sesso. Ma era pur sempre l’Hokage! – anche se il motivo poteva sfuggire. Un minimo di rispetto doveva pretenderlo!
Con una spinta brusca fece cadere di lato Jiraya, che si lasciò andare sbuffando. «Ho capito!» si lamentò immusonito.
«Finalmente!» sospirò lei rialzandosi a sedere – e il suo lato più infantile si scoprì deluso perché lui aveva ceduto tanto in fretta. Dandogli le spalle si protese alla ricerca dei vestiti, e li raccolse rapidamente.
Jiraya rimase steso sulla schiena, a guardarla che cercava di rendersi presentabile. Sorrise quando la vide cercare il lato giusto della veste di Hokage, e provò un moto di tenerezza quando si incastrò infilandola.
«Aspetta, ti aiuto» le disse avvicinandosi. Con mani gentili ma precise scostò un lembo di stoffa e ne tirò un altro, e in un paio di secondi la liberò, facendo spuntare la testa spettinata dalla seta.
Tsunade, rossa in viso, si limitò a fare un cenno di ringraziamento. E lui rispose con una mano sotto la veste, al seno generoso. Lei gli stritolò il polso, lui sentì le ossa scricchiolare, e allora fece bruscamente marcia indietro.
«Ahia...» sussurrò facendosi da parte, mentre lei si alzava in piedi e legava la cintura in vita. «Non sei per niente romantica» le rinfacciò offeso.
«La tua concezione di romanticismo prevede una mano sotto il vestito?» ribatté lei lapidaria.
«Anche. Comunque non intendevo questo» senza alcun imbarazzo Jiraya si sedette a gambe incrociate e appoggiò i gomiti alle ginocchia. «Direi che per essere la prima volta ha avuto una conclusione piuttosto fredda» commentò.
Tsunade gli scoccò un’occhiataccia attraverso lo specchio, raccogliendo i capelli nei soliti codini.
«Cosa ti aspettavi?» ribatté secca. «Siamo adulti, non ragazzini tutti rose e candele»
«Appunto per questo» sorrise lui. «Arrivati alla nostra età, visto che non abbiamo tutto il tempo che hanno i ragazzini, mi aspettavo che dopo il sesso avrei avuto il tempo di farti la mia proposta»
Tsunade si irrigidì involontariamente sul secondo codino. «Proposta?» ripeté meccanicamente.
Il sorriso di Jiraya si allargò. «Di matrimonio»
La vide arrossire nel riflesso, e si sentì orgoglioso del proprio operato.
Poche persone al mondo riuscivano a imbarazzare il quinto Hokage della Foglia, e a lui piaceva pensare di essere il migliore tra quei pochi. Ne andava davvero fiero.
«Certe volte mi chiedo se tu sia pazzo o solo vecchio» bofonchiò Tsunade evitando di incrociare il suo sguardo.
«Perché? Non ti piacerebbe poter ripetere ogni notte quello che abbiamo fatto fino a dieci minuti fa?»
«Nessuno ha mai detto che il matrimonio sia necessario al sesso»
«Ma se vivessimo insieme saremmo più a portata di mano»
«Nessuno ha mai detto che il matrimonio sia necessario alla convivenza» con un gesto stizzito Tsunade lasciò andare le ciocche bionde e prese il copricapo dell’Hokage dal cuscino. «Ti sei lasciato influenzare troppo dalle nozze di Naruto, Jiraya» lo rimproverò severa, dandogli la schiena. «Noi abbiamo passato da tempo la soglia oltre la quale si smette di fare progetti»
Con una nota amara nella voce, fece per coprire i capelli biondi con il simbolo del fuoco.
Ma prima di riuscirci sentì le braccia di Jiraya che scivolavano ad abbracciarla, e avvertì il tepore del suo petto contro la schiena.
«Tsunade» sussurrò lui al suo orecchio, sentendola fremere impercettibilmente. Non sorrideva più, non scherzava più. «Diventa mia moglie»
Per un breve, brevissimo istante, a Tsunade sembrò di tornare davvero ventenne, non solo nel fisico. Per una frazione di secondo, una risposta assolutamente folle le attraversò la mente, forse portata dal sangue che le aveva scaldato le guance.
Ma durò il tempo di un battito di ciglia.
Poi, Jiraya cedette e le sue mani salirono dalla vita al seno.
Gli esiti della reazione dell’Hokage furono disastrosi per l’arredamento della stanza.


Naruto si guardò attorno ansiosamente, alla ricerca di qualcosa che conosceva fin troppo bene.
Nella folla che si era radunata davanti all’ingresso principale riusciva a distinguere sì e no due o tre persone. Vide Iruka e gli altri sensei dell’Accademia, e Sai e Ino con loro. Vide gli Hyuuga, nella zona della nobiltà, e incrociò per una frazione di secondo lo sguardo di Hiashi. Si concesse di perdere qualche istante sostenendolo, e poi riprese la sua ricerca. C’erano Ichiraku e sua figlia, in un angolo, e più in là vide la famiglia di Asuma, Ibiki Morino, Anko Mitarashi e Gai, circondato da ragazzini tanto pieni di energie da mandarlo in visibilio.
Tutti sembravano sereni, divertiti. Solo lui doveva essere tanto angosciato?
Beh, supponeva che fosse normale, dal momento che era lo sposo. Ma aveva la ferma convinzione che quando avesse trovato chi cercava le cose sarebbero andate decisamente meglio.
Si inoltrò lungo i sentieri del giardino, iniziando a pensare di moltiplicarsi per sveltire le operazioni, e finalmente, in un piccolo spiazzo in cui la luce del sole arrivava a macchie, raggiunse la sua meta.
Sorrise involontariamente, vedendo il quadretto che gli si offriva alla vista, e il sorriso si allargò al pensiero che presto anche lui sarebbe stato protagonista di qualcosa di simile.
«Ve la siete svignata dalla calca, vero?» chiese avvicinandosi con un sorriso.
Sasuke e Sakura alzarono gli occhi dal bambino sui due anni che disegnava nel terriccio davanti alla loro panchina, e lei ricambiò il sorriso.
«Ecco lo sposo» commentò facendo per alzarsi.
«Stai comoda» la fermò lui. «Dove vuoi andare con quella pancia?»
Sakura arrossì leggermente, posando una mano sul ventre arrotondato. «Ehi, è già il terzo; ormai sono esperta» si giustificò.
«Non ne dubito, ma sta’ giù» ghignò Naruto. Poi spostò gli occhi su Sasuke, e il suo sorriso si fece meno caldo e un po’ più tipicamente ‘mascolino’. Fece un cenno con il mento; l’Uchiha ricambiò.
«Nervoso?» gli chiese.
«Mh. Neanche tanto» mentì lui, ancora incapace di mostrarsi debole di fronte al rivale di sempre. «Sono qui perché c’era una cosa che volevo fare prima della cerimonia» spiegò infilando una mano sotto il kimono. Frugò per qualche istante, senza che né Sasuke né Sakura capissero cosa cercava, e alla fine tirò fuori un involto blu.
Si fece serio, tendendolo a Sasuke.
«Questo è tuo» disse senza distogliere lo sguardo. «L’ho tenuto per tutto questo tempo, sperando di potertelo restituire quando le cose tra noi fossero tornate quelle di un tempo. E credo che questo sia il momento giusto»
Sasuke lo prese, perplesso, e scostò i lembi di stoffa che lo avvolgevano; sotto gli strati di tessuto, scoprì una placchetta metallica con il simbolo sfregiato della Foglia.
Il suo vecchio coprifronte.
Alzò la testa di scatto, accigliato, e vide Naruto che gli rivolgeva un sorriso dei suoi.
«So che te ne hanno dato uno nuovo, ma questo era quello che avevi quando sei stato promosso all’Accademia, con me e Sakura. Ho pensato che fosse importante» si giustificò, con un velo d’imbarazzo. «E te l’ho dato adesso, perché sto per sposarmi. Perché finalmente ho trovato anche io qualcuno con cui passare il resto della mia vita, qualcuno con cui costruire una famiglia e invecchiare. Perché finalmente posso guardarvi e pensare soltanto ‘ah, tra qualche anno anche io e Hinata avremo dei bambini, e qualcuno ci vedrà e dirà ‘che bel quadretto!’, e io ne sarò orgoglioso’. Perché credo di aver finalmente capito cosa vuol dire amare ed essere amati al di là di tutto, non per abitudine, non perché è l’unica scelta, ma perché lo si vuole. E... sì, mi rendo conto che sembra un discorso campato per aria, ma volevo farvelo lo stesso» con un risolino imbarazzato, si grattò la nuca, a disagio.
Sakura sbatté le palpebre sugli occhi lucidi, sorridendo.
«Non è un discorso campato per aria» assicurò con voce roca.
Sasuke rimase in silenzio, fissando il coprifronte nella sua mano.
Quella Foglia sfregiata gli avrebbe ricordato molte cose.
I suoi dodici anni. Il tradimento. Il marchio di Orochimaru, ora un segno sbiadito che pulsava raramente sul suo collo. Suo fratello Itachi. E anche l’altro fratello, Naruto. Gli avrebbe ricordato che aveva lottato per superarli, che alla fine non ci era riuscito, e che aveva tradito di nuovo per avere Sakura.
Gli avrebbe ricordato i suoi sbagli e le sue sconfitte.
Ma gli avrebbe anche ricordato chi era adesso, cosa aveva ottenuto nonostante tutto.
Gli avrebbe ricordato la sua intera vita, e soprattutto Naruto. Il rivale, l’amico, il fratello. Tutto questo e molto di più.
Molto, molto più di quanto avesse osato sperare quando a sette anni era rimasto solo.
Strinse le dita sul metallo del coprifronte, e si lasciò sfuggire un sorriso appena accennato. Senza commentare, ripiegò la stoffa blu e infilò tutto in tasca, ostentando noncuranza.
Ma né Naruto né Sakura avevano bisogno di leggere la sua espressione per sapere cosa provasse davvero; ormai non era più necessario.
«Sembra che io sia arrivato al momento giusto» disse una voce alle spalle del biondo, all’improvviso.
Naruto si voltò, spalancando gli occhi, e davanti al suo sguardo sorpreso comparve Kakashi, con addosso ancora la divisa da ninja.
«Ho fatto appena in tempo» commentò il jonin in tono pacato.
«Maestro Kakashi!» esclamò Sakura, facendo di nuovo per alzarsi. Questa volta a fermarla intervenne la mano di Sasuke, che la tenne giù senza sforzo.
«Comoda» le disse infatti il copia-ninja, avvicinandosi. «Prima che partissi, il mese scorso, mi avevano detto che ti saresti sposato oggi, ma non sapevo se sarei riuscito a tornare prima della cerimonia» aggiunse rivolto a Naruto.
«Sono contento che ce l’abbia fatta!» sorrise lui, entusiasta. «Vedrai, Hinata sarà bellissima!»
«Ehi, tu non dovresti vedere la sposa prima del momento!» protestò Sakura.
«Infatti non l’ho vista. Ma so che sarà bellissima»
Mentre Sakura levava gli occhi al cielo e suo figlio continuava a disegnare forme astratte nel terriccio, Kakashi rimase in silenzio. Poi, la sua voce si sollevò di nuovo al di sopra del cicaleccio che veniva dal sentiero.
«Onestamente ero un po’ preoccupato» commentò piano.
Naruto gli scoccò un’occhiata perplessa, e anche Sasuke alzò lo sguardo.
«Sapevo che tu Hinata vi vedevate già da qualche tempo, ma quando ho saputo del matrimonio mi sono chiesto se fosse la cosa giusta. Se, per caso, non fosse soltanto un ripiego»
L’ultima parola pesò sul quartetto come un macigno. L’allusione ai fatti di sette anni prima aleggiò nell’aria, impalpabile eppure chiarissima; e Naruto si infuriò.
«Cioè io avrei sposato Hinata solo perché non sono riuscito ad avere Sakura?» scattò tagliente, gelando l’aria.
«Non puoi biasimarmi per averlo sospettato...» iniziò Kakashi, ma fu interrotto.
«Sì invece!» esclamò Naruto. «Come hai potuto anche solo pensare una cosa tanto disgustosa? Io amo Hinata! La sposo perché la amo, perché ho scelto lei! Non mi sognerei mai di sfruttarla, solo per la mia frustrazione! Se avessi cercato un ripiego, me lo sarei trovato anni fa!»
«Calmati, Naruto, non volevo offendere nessuno» lo fermò Kakashi, sollevando una mano. «Mi è bastata un’occhiata per capire che non avevo ragione di preoccuparmi. Sprizzi gioia da ogni poro, anche davanti a Sakura. Se tu sposassi Hinata solo per ripicca, non riusciresti ad essere tanto solare»
Naruto rilassò i pugni, ancora turbato.
Se il maestro Kakashi – che pure lo conosceva bene – aveva pensato una cosa simile, allora chissà cosa sussurrava il resto del villaggio alle spalle di Hinata.
Non aveva mai pensato a quel lato della faccenda.
Naruto la amava, e la amava così tanto da essere cieco a tutto il resto; ma forse l’opinione più comune era che si servisse di Hinata per vendicarsi di Sakura e Sasuke. Che si approfittasse della sua ingenuità.
«Io voglio dimostrare a tutti che non è vero» disse tra denti, con gli occhi bassi. «Voglio dimostrare all’intero villaggio che io e Hinata saremo felici insieme, a prescindere dagli altri!»
Kakashi annuì. «Non mi aspettavo nulla di meno» ammise.
E anche Sakura, sulla panchina, si trovò con la coscienza più leggera.
Sentire Naruto pronunciare quelle parole con una simile foga le aveva tolto un peso leggero dal cuore. In fondo anche lei si era chiesta fino a che punto l’amore tra Hinata e Naruto riguardasse entrambe le parti, e una simile conferma la sollevava profondamente. E la faceva sentire meno in colpa.
Ma dopo quel discorso l’aria si era fatta improvvisamente pesante, così decise di cambiare argomento per risollevare l’atmosfera.
«E Haruka?» chiese a Kakashi, con un sorriso. «E’ ancora in missione nel paese delle Risaie?»
Negli occhi del copia-ninja passò un’ombra cupa, così veloce che quasi non lasciò traccia.
«Sì» confermò tuttavia, con voce neutra. «Si sta infiltrando con successo, è sotto copertura»
«Immagino che non vederla sia terribile» commentò Sakura, dispiaciuta.
«Sì...» mormorò Kakashi, abbassando lo sguardo. «Sì»
Prima che lei potesse imbarazzarsi per l’infelice argomento scelto, una voce risuonò dal sentiero chiamando a gran voce Naruto.
«Naruto! Eccoti!» ansimò Kiba, raggiungendoli con il fiato corto e Akamaru al seguito. «E’ sorto improvvisamente un problema! Gigantesco, direi»
Naruto si irrigidì, tendendosi istintivamente. «Hinata?» chiese ansioso.


«Sì, lo so che porta sfortuna, ma non me ne potrebbe fregare di meno!»
La voce di Naruto risuonava per i corridoi, lasciando allibiti domestici e ospiti.
«P-Però...» balbettò la giovane Hyuuga che presidiava la porta dietro cui Hinata si preparava per la cerimonia. «Io non so se padron Hiashi...»
«‘Padron Hiashi’ può andare a far...!» iniziò Naruto, e Kiba gli tappò la bocca prima che completasse la frase.
«Lasciaci entrare, per questa volta dimentica i regolamenti, okay?» intervenne rapido. «Per favore»
La ragazza esitò, incerta. Poi chinò il capo e si fece da parte, e Naruto avanzò bruscamente.
Spalancò la porta con la solita irruenza, incurante del legno pregiato e – di nuovo – del kimono che indossava, e come l’ultimo degli eroi gridò il nome della sua bella mentre ancora aveva un piede nel corridoio.
Hinata sollevò la testa di scatto, voltandosi verso di lui, e Naruto per un attimo si lasciò tentare dal pensiero di ogni sposo alla vista della sposa, ovvero: prenderla e portarla nella prima stanza libera, e al contempo scappare a gambe levate, con la terribile sensazione di essere indegno di tanto splendore.
Pensiero stupido e decisamente fuori luogo, considerate le condizioni di Hinata: sotto il kimono bianco, perfetto, costosissimo, e l’acconciatura elaborata, il trucco non aveva retto alle lacrime e le macchiava le guance arrossate. Quando vide Naruto impallidì bruscamente e poi di nuovo si infiammò, scoppiando in singhiozzi.
Kiba le lanciò un’occhiata sospirante, dalla soglia, e fece un cenno alle domestiche nella stanza perché uscissero con lui. Poi, prima di chiudere la porta, gettò un ultimo sguardo alla schiena di Naruto, inginocchiato davanti a lei.
Ora che finalmente ti ha raggiunto, non lasciarla andare mai più” gli augurò.
Ma forse era una minaccia.
All’interno, Naruto cercava di calmare Hinata abbastanza da farla parlare.
«Cos’è successo? Hinata, cosa c’è che non va?» le chiedeva piano, accarezzandole la schiena preoccupato.
Ma lei scuoteva la testa, e riusciva soltanto a piangere.
«Kiba ha detto che è venuta Hanabi... cosa ti ha detto?»
Hinata si passò una mano sugli occhi, sbavando ancora di più il trucco, e si costrinse a inspirare a fondo per calmare i singhiozzi.
«Nostro padre ha organizzato il suo matrimonio» gemette, ad occhi bassi. «Vuole che sposi il figlio di un membro di spicco del clan, ma le ha detto chiaramente che non potrà prenderne la guida. E lei... lei è venuta da me, e...» chiuse gli occhi, piegando la schiena. «Io pensavo che fossimo riuscite a costruire qualcosa insieme! Pensavo che mi volesse bene, e io gliene volevo! In tutti questi anni mi ha sempre spronata ad essere più forte, mi ha spinta a farmi coraggio, ad avvicinarmi a te! Mi aveva fatto le congratulazioni per il matrimonio!» singhiozzò. «Ma la verità è che voleva solo liberarsi di me per sposare Neji e prendere il posto di nostro padre! Ha detto che non ha mai avuto fiducia nelle mie capacità, che... che non sono in grado di fare niente da sola! Ha detto che non mi ami, che mi sposi solo per compassione, e che lei mi odia, perché non è giusto che le cose non vadano come voleva, perché ci aveva lavorato tanto...»
La voce di Hinata scemò fino a confondersi di nuovo con il pianto, e Naruto le strinse una mano.
«E’ per questo che ora stai così male?» le chiese turbato, e lei annuì.
Naruto scattò in piedi. «Sto per renderti figlia unica» annunciò.
«No!» esclamò Hinata, fermandolo. «No, per favore, non andartene. L-Lo so che porta sfortuna, che non dovresti vedere la sposa prima della cerimonia, e lo so che il trucco sta colando, però non andartene!»
Lui si fermò, e la guardò di nuovo.
«Hinata» disse, prendendole il viso tra le mani. «Tua sorella ha detto quelle cose solo per invidia» le assicurò, tornando a inginocchiarsi. «Tu sei diventata una persona bellissima in tutti questi anni, sei diventata forte, sei diventata la mia Hinata. Io non mi sognerei mai di sposarti solo per compassione, io ti sposo perché ti amo. Mi ero innamorato di Sakura, è vero, ma forse era successo perché era l’unica ragazza che mi desse un minimo di corda. Con te è stato diverso. Con te ci è voluto del tempo, ci è voluta pazienza. Io ti ho scelta, sapendo cosa avrei potuto avere con Sakura o con altre, e ora voglio solo te. Mi hai capito, Hinata? Io voglio solo te. Non devi mai, mai permettere a nessuno di dire che non ti amo»
Hinata arrossì, chinando il capo, e strinse le dita sulla stoffa del kimono di Naruto. «P-Però...» mormorò con voce incrinata. «Io voglio bene a Hanabi. Io pensavo che anche... che anche lei...»
«Probabilmente quella ragazza è un clone di tuo padre, attributi esclusi» sbuffò Naruto. «E ora ho ancora più voglia di portarti fuori da quella casa di matti» sorrise, cercando i suoi occhi. «Hinata, questo è il nostro matrimonio. Nessuno può rovinarlo, okay? Oggi devi essere felice. E’ solo una cerimonia, passerà più in fretta di quanto tu non creda; e poi, questa sera, ti porterò nella nostra casa, quella che ho fatto costruire vicino alla foresta. E lì ci saranno l’altro Naruto e tutti i Narutini figli, e noi daremo una mano a colonizzare le stanze, a partire da questa notte. E saremo felici. Soprattutto felici» con il pollice, cancellò le lacrime dalla sua guancia. «Ora me lo fai un sorriso?»
Hinata obbedì, e si strinse al suo collo. «Scusami» sussurrò afflitta. «Non volevo causare problemi»
«Nessun problema» le assicurò lui. «Se non per Hanabi quando le metterò le mani addosso, ovvio. E comunque, ho più problemi ad abbracciarti adesso senza spogliarti, che non a consolarti quando piangi»
Hinata arrossì, facendosi indietro. «Credo che siamo in ritardo...» disse ansiosamente.
«Naa, la vecchia Tsunade è ancora chissà dove. E visto che manca anche l’eremita porcello, ho una mezza idea di sapere perché non la vedo»
«Oh. Pensi che...?»
«Non saprei, ma spero per loro che il nostro matrimonio sia fonte di ispirazione!»
Naruto si rialzò in piedi, accarezzando ancora una volta la guancia umida di Hinata.
«Ora vado» disse con un sorriso gentile. «E’ il nostro matrimonio, dobbiamo fingere di non esserci visti finché non ci troviamo davanti all’Hokage. E poi finalmente mi sono ricordato che sotto l'ombrello devo stare a destra»
Hinata ricambiò il sorriso, e l’angoscia che l’aveva invasa dopo la visita di Hanabi si diluì nel calore che Naruto le donava con un semplice tocco. Lo guardò allontanarsi, desiderando che la cerimonia fosse già superata, che fossero già marito e moglie, che fossero già loro due, e basta. Poi lui aprì la porta, e mentre le domestiche che dovevano aiutarla a prepararsi rientravano, nel corridoio lei intravide una folla ansiosa. Riconobbe Kiba, gli Uchiha, i Nara, Sai e Ino. Intravide i Lee e qualche maestro, tra cui Kakashi e Asuma e Kurenai, e persino i bambini più grandi che sbirciavano curiosi dalla porta: il maggiore, Tobi, ma anche Chiharu, Kotaro e Hitoshi, i primi dei figli dei suoi compagni d’accademia, quegli ‘incidenti’ che poi si erano rivelati un regalo della fortuna.
Le sembrò che arrivasse anche Tsunade, però non poté accertarsene. Perché Naruto aveva richiuso.
E si sarebbero rivisti soltanto un attimo prima di diventare marito e moglie.





Il Villaggio della Foglia.
Pochi sanno dove si trovi esattamente all’interno del vasto paese del Fuoco, e ancora meno sanno come arrivarci.
Quei rari personaggi che per un motivo o per l’altro lo hanno visitato, sono legati al giuramento di non rivelarne mai l’ubicazione; ma se dovessero parlare racconterebbero di un sentiero quasi invisibile nel bosco, disseminato di trappole, che si fa strada vera e propria nei pressi dell’abitato. Racconterebbero di mura in legno alte e guardate a vista, di due porte principali immense, di un’alta parete di granito con cinque volti scolpiti, di case dagli stili più disparati. Racconterebbero di terme, negozi, chioschi di ramen, parchi per bambini, racconterebbero delle persone e della vita che si respira nelle strade, vita apparentemente uguale a quella degli altri mille villaggi comuni.
Poi, racconterebbero dell’Accademia ninja. E dell’Hokage, il ninja più forte, capo e protettore del villaggio. E di tutti i genin, chunin e jonin che bazzicano quotidianamente da una casa all’altra, da un ufficio all’altro, come se niente fosse, mostrando i loro coprifronte con disinvoltura.
Perché il Villaggio della Foglia, Konoha, è un villaggio ninja.

Un villaggio misterioso, protetto e protettore, un villaggio in cui è difficile entrare e ancora più difficile uscire.
Un villaggio in cui i ragazzini crescono e diventano uomini, per difendere e proteggere ciò che amano. Sbagliando, tornando indietro, peccando forse.
Ma nonostante gli errori, è un villaggio in cui, davvero, i sogni si possono realizzare.






Fine






















*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

Oggi ho realizzato il sogno della mia vita:
scrivere un capitolo (meglio ancora, l'ultimo!) stravaccata in giardino, con il sole a picco.
Prima della meravigliosa "era del portatile", tutto ciò era soltanto un'illusione...

Comunque, non credo sia questo che vi interessa!
Ebbene, signore e signori, questa è ufficialmente la fine di Sinners!
Avete capito bene.
Tutto ebbe inizio con il profilarsi di Itachi all'orizzonte, e tutto ha avuto fine con la consegna del coprifronte sfregiato,
a sancire la fine delle ostilità "sakuriane" tra Sasuke e Naruto (e senza neanche un morto, nonostante tutte le vostre previsioni!)
Ho cercato di creare un ipotetico prosieguo del manga, aggiungendo qua e là qualche tocco personale
(l'improbabilissima LeeTen, per esempio, o i mai morti Asuma e Jiraya),
e ho provato in tutti i modi a restare aderente a ciò che sappiamo dei personaggi di Kishimoto-sensei, o comunque a rendere plausibili le loro scelte.
(per gli avvenimenti e per dettagli quali Itachi Uchiha, beh, non sono ancora Dio! Concedetemi qualche svista!)
Ciò che ho letto nei commenti mi ha fatto ben sperare, e alla fine sono riuscita a tirar fuori ciò che avete letto.
Spero di essere riuscita a rendere sopportabile la NaruHina anche per i NaruSaku fan,
e spero di aver reso chiari i motivi che hanno portato Naruto a sposare Hinata.
So che è stato un grande azzardo iniziare con una NaruSaku e finire con una NaruHina,
ma chi mi conosce sa che da me è lecito aspettarsi di tutto, anche questo.
(ricordatevelo per i miei lavori futuri, se doveste mai leggerli!)
Spero di non avervi deluso con il finale!

Dal momento che non ho pronto nulla per il compleanno di Kimi (ç_ç),
spero di riparare dedicandole questo ultimo capitolo!

Ciò detto, vi ringrazio profondamente per avermi seguito in questa lunga, lunga avventura.
506 pagine, penso e spero più di 900 commenti, oltre il centinaio di preferenze, non so quante letture, 37 recensioni per il capitolo finale,
e tutte le cose gentili, divertenti, esaltanti che mi avete detto in questo tempo.
Ogni più piccolo dettaglio è inciso nella mia memoria, e mi fa davvero dire con tutto il cuore:
grazie.

Nota sul matrimonio: so soltanto a sprazzi come si svolge un matrimonio in giappone,
e il dettaglio dell'ombrello è uno dei pochi che mi vengono in mente insieme a quello della candela.
Tutto il resto è buio! Perciò passatemi eventuali inesattezze, o consideratele come particolarità di Konoha!

Ora, anche se sono stanca (scampagnata della domenica... @_@),
vi lascio all'ultima serie di risposte ai vostri commenti.
E... psst: quando avete letto la vostra parte, date un'occhiata in fondo alla pagina!

Talpina Pensierosa: la prima della fila per gli ultimi ringraziamenti! Grazie Maria, perché metà dei capitoli ha la tua come prima recensione. Ci sei sempre stata, puntualissima e gentilissima, e sono felice di averti conosciuta anche via msn! Tu sei tra coloro che possono chiedermi ciò che vogliono in ogni momento, non solo per il compleanno! (e... sì. "Baka" è proprio quello Stupido!)
arwen5786: eh, Cami, fino al penultimo capitolo ti ho tenuta sulla corda con il NaruHina! In tutto questo tempo sono riuscita a non farmi scappare assolutamente nulla della mia sfacciata preferenza per questa coppia, e sinceramente ne vado fiera! Nemmeno via msn sei riuscita a carpirmi il segreto finché non ho voluto rivelartelo (e allora perché continui a scrivere una NaruSaku dietro l'altra, ti chiederai? Dettagli...), e anzi mi ricordo ancora di tutte le immagini SasuSaku che mi mandavi per "cercare di influenzarmi" (tue testuali parole)! Il micio alla fine è sopravvissuto e si è pure moltiplicato, ma d'altro canto io amo troppo i gatti per far loro del male, anche solo in una fanfiction! Jiraya e Tsunade, invece, sono sempre i soliti. C'è stato il bacio la volta scorsa, oggi qualcosa di più, ma il matrimonio? Jiraya sarà destinato a "riuscire solo nell'allevare il rivoluzionario che cambierà il mondo", come gli hanno predetto? O riuscirà anche nella conquista di Tsunade? Ohohoh, il "pairing segreto" è ancora segreto! Ti dico solo che è il più improbabile dell'intero mondo di Naruto, dopo la LeeTen (in realtà per me non è poi così improbabile, ma va beh...), e che... beh, personalmente lo adoro! Ma tanto, eh! (sebbene non mi vedrai scrivere molte cose su quei due... e poi capirai anche perché!) Mi spiace solo che alla fine non sono riuscita a infilare Neji nudo e bagnato, per i tuoi occhi... ma potrei sempre riciclare l'idea per la famosa NejiHina che devo regalarti! Ora non mi vedrai dilungarmi in stucchevoli romanticherie sull'importanza che ha avuto conoscerti, perché prima di lasciarci andare ai ricordi, voglio che tu corra in fondo alla pagina...!
roby chan: il padre del famoso (?) "Baka" è il Kamaro che ha avuto qualche importanza nei capitoli successivi al ritorno di Sasuke, il "nuovo" membro dell'Akatsuki che Danzo voleva utilizzare per ricorstruire l'organizzazione. Reira lo aveva aiutato a fuggire, ma prima di farlo ci aveva passato la notte insieme. E queste sono le conseguenze. I tuoi sospetti sulla "nuova classe in Accademia" troveranno risposta in fondo a questa pagina... Per ora, mi limito a ringraziarti per aver commentato e anche per aver sopportato i miei scleri in questo angolo! Grazie mille!
rina: oh Fra (posso chiamarti così?), ecco qui un'altra che è rimasta scioccata dall'improvvisa comparsa di Baka! Eheh, sapevo che sarebbe stato un colpo per "chi sa"! Sasuke è vivo e con Sakura, Naruto è con Hinata, Shikamaru con Temari, e Lee con Tenten. Ma non dirmi che non lo sapevi, su! E finalmente anche gli altri potranno sapere... sebbene io sia stata abbastanza malvagia da fare una certa cosa... (oh, lo scoprirai) Spero che questo ultimo capitolo sia stato di tuo gradimento, è stato quasi un parto, e non sono nemmeno sicura che sia venuto come volevo, ma il finale in sé non mi dispiace! A risentirci su msn!
maninja87: see, "come si sono risolte le situazioni" dopo sette anni... Come no. In realtà ci sono cose ancora del tutto irrisolte, anche se ho cercato di cammuffarle come "dettagli lasciati volutamente in sospeso", e capirai il perché leggendo in fondo a questa pagina! Non so se apprezzerò mai Sasuke, ma posso sempre provare a scriverne cercando di mettere da parte la parzialità... confesso che quando viene "sconfitto", c'è una parte di me che soffre leggermente. Ma quella che gode in maniera malsana è molto più grande e forte, quindi per ora prevale nettamente! (diciamo che quando fa il figo contro Itachi è abbastanza piacevole da guardare... ma l'apprezzamento si ferma lì!) Ad ogni modo, voglio ringraziarti per tutti i commenti che mi hai lasciato, e per i complimenti e le cose gentili che mi hai detto ogni volta! Le tue recensioni erano un piacere da leggere, sempre lunghe e ben scritte! E' stato un piacere rispondere a fine capitolo!
sammy1987: Hinata è stata molto più di un incentivo, per Naruto! e' stata ciò che gli ha permesso di dimenticare definitivamente Sakura e andare avanti, imparando a guardare oltre. Dal mio punto di vista è stata fondamentale per il riavvicinamento tra Sasuke e Naruto, che ora sono ciò che avrebbero potuto essere se si fossero conosciuti senza la faccenda di Itachi e Sakura di mezzo; se fossero cresciuti soltanto come amici e rivali, senza tradimenti, senza abbandoni... Sono i degni adulti che vengono dai dodicenni che si sono incontrati all'Accademia, e il loro è il rapporto che spero conquistino alla fine del manga! (Kishimoto-sensei, per favore...) In tutto questo, c'è anche la SasuSaku, che so che ti piace! E i loro marmocchi, anche se ne hai visto direttamente uno solo, e indirettamente due... ma chissà che non ne vedrai qualche altro... scendi in fondo alla pagina, scendi... Intanto, grazie per i tuoi commenti, sempre piacevoli e ben scritti! Mi hanno fatto molto piacere!
Julia83: eh sì, nelle risposte ai commenti certe volte mi sono lasciata scappare qualche dettaglio sui pairing! Se non altro sono contenta di essere riuscita a trattare tutti (più o meno) con imparzialità, nella storia. Ci ho provato, almeno. E ci proverò ancora, tanto che ho una mezza intenzione di sfornare prima o poi una ShikaIno, pairing che assolutamente non tollero, ma che potrebbe rivelarsi un'interessante sfida! Hai ragione per quanto riguarda "Ali di cera", parte degli insulti che Sakura si rivolgeva erano miei, lo confesso! E' che "entrando nella sua testa" non potevo fare a meno di pensarli! E così hanno finito per scivolare anche nello scritto... Cercherò di non farlo più in futuro, promesso! Speri in un sequel? Davvero? Io non dico niente, ma prova a guardare in fondo a questa pagina... Per ora, grazie di tutto! Le cose che hai detto e i tuoi commenti sono stati molto importanti per me!
gohan4ever: mi spiace per te, ma questa storia si conclude sul NaruHina! Beh, hai la consolazione di sapere che sono un'autrice imprevedibile, può darsi che un giorno inizierò una fanfic con il NaruHina e la concluderò sul NaruSaku! In fondo, lo confesso, ultimamente mi piacciono entrambi i pairing! Se hai cinque minuti, dai un'occhiata in fondo alla pagina! E grazie per aver letto anche questa storia, nonostante alla fine di "Ali di cera" avessi avvisato che avrebbe potuto non piacere ai NaruSaku fan...
Maobh: Jiraya era convinto di lasciarci le penne, con Naruto. Dopo essere sopravvissuto contro Pain (almeno qui) e persino contro Kyuubi e Orochimaru, pensava di aver esaurito le riserve di fortuna, e invece l'ha sfangata ancora una volta! Meno male che ha preso un po' di iniziativa, diamine! Peccato solo che ci abbia messo sette anni per chiedere a Tsunade di sposarlo, e peccato anche che io non vi abbia rivelato se lei ha accettato o meno! (me perfida) Nel manga, onestamente, non so nemmeno se l'autore darà una soluzione a tutti i triangoli che ha creato. Mi sembra strano che abbia creato Hinata innamorata di Naruto se poi non ha intenzione di farci nulla con lei (e, razionalmente, di "segni" da parte di Kiba o, per assurdo, Neji, non se ne vedono), certo è che se Sasuke fa il latitante, tutto sembra indicare una futura NaruSaku... Io qui ho cercato di rendere plausibile la NaruHina, nulla di più. Se vuoi sapere nel dettaglio perché, dai un'occhiata in fondo alla pagina! Il nome Reira ha un suono piuttosto duro (con la pronuncia italiana che marca le R), e nella mia testa si accompagna a una personalità forte. Probabilmente ho inconsciamente attinto al panorama di Nana, ma so che non ho pensato molto a lungo al nome di questo personaggio! Dopotutto è praticamente terziario, gliel'ho dato perché chiamarla "quella donna" mi faceva schifo... (oh, non sono mai stata in zona fiera, ma se mi dici così mi faccio calare subito l'entusiasmo!) In conclusione, grazie per i commenti che mi hai lasciato ogni volta, e per le "istruzioni d'uso" riguardo a Bologna! E' bello poter parlare con qualcuno che, una volta tanto, sa a cosa mi riferisco quando dico "Sala Borsa"!
Killkenny: il serpentone malefico per fortuna ha finito di rompere le balle. Cioè, beh, era un antagonista "prét à porter" dalle indubbie qualità (sapeva tutto di tutti, aveva il dono dell'ubiquità e non moriva mai, il che lo rendeva estremamente riutilizzabile), ma dopo un po' ha iniziato a stufare! Nel manga continua "a vivere" dentro Sasuke, io qui ho deciso di liberarmene del tutto! Ciò detto, grazie per aver espresso sempre il tuo parere, sinceramente e senza girarci attorno. Mi ha fatto piacere conoscerti, e sono stata contenta di essere riuscita a tenerti con me fino a questo punto!

Urdi: in realtà questi ultimi capitoli sono stati scritti in maniera drammatica, cercando disperatamente di non tralasciare nulla e disperandomi per la mancanza di ispirazione! Ma se sono venuti bene, tanto meglio! Di sicuro hai ragione su Tsunade e Jiraya (entrambi affascinanti, entrambi innamorati, entrambi idioti perché non riescono mai a lasciarsi andare del tutto) e soprattutto su Sasuke. Doveva vivere. E se ti chiedi il perché di quel corsivo, sappi che troverai la tua risposta in fondo a questa pagina! Ed è la stessa risposta che posso darti anche in merito all'organicità della storia, e alla capacità di tenere insieme i fili (tra l'altro, esiste un file lunghissimo di appunti sul mio pc, con le cose che sarebbero dovute succedere e quelle di cui mi dovevo assolutamente ricordare...! Memoria sì, ma non solo!) Riguardo alla grammatica, voglio ringraziare i mille e passa libri che mi sono mangiata (metaforicamente) nel corso degli anni, e mandare al diavolo il mio simpatico correttore automatico (quello dell'ormai glorioso "Fashion Shaker"), secondo cui "eco" è maschile... No comment. Per tutto il resto, ti ringrazio di aver seguito questa storia così a lungo! Sei stata la vincitrice della famosa cinquecentesima recensione, e commentatrice preziosa! Mi ha fatto piacere conoscerti, e anche poterti dare il "premio più ambito"! (cioè, l'unico premio!)
Rhymes: a dire il vero nel paese delle Piogge Sakura ci ha provato, a dare la sua vita a Naruto. Peccato che prima di iniziare sia stata messa K.O. dall'amico Madara (ah, che uomo quello!), e che sia sfortunatamente sopravvissuta fino ad oggi. Personalmente trovo stupido che ogni volta cerchi di sacrificarsi per salvare qualcuno (ricordo nel manga quando si è buttata a peso morto contro Kyuubi... quante sberle le avrei dato!), anche se dà a vedere che vuole salvare senza schiattare (insomma, si sa che è troppo debole per uscirne viva! Fa tanto la fiera, ma anche quell'asparago di Kabuto potrebbe eliminarla). L'unico suo merito, però, è l'amore. Sì, amava Naruto, certo. Ma prima ancora amava Sasuke, è innegabile, e che abbia continuato ad amarlo fino ad oggi è - olre che segno di squilibrio mentale - molto... ehm, intenso, immagino si possa dire. Uff, è difficile giustificare un personaggio che in fondo si odia! Comunque, grazie per aver messo tutto il tuo entusiasmo nelle recensioni e nel leggere questa storia! Sapere che sono riuscita a coinvolgere qualcuno fino a questo punto è fonte di grandissimo orgoglio per me, e mi rende davvero felice! Ora, non chiederti perché questa risposta sia tanto breve... corri invece in fondo alla pagina, e capirai perché non ho potuto dirti altro!
Ziba: la zeta nell'elenco dei preferiti! Il tuo nick mi ha sempre ricordato qualcosa di esotico (che l'impressione venga dal classico "zi badrone" del genio della lampada?), e ne ero vagamente incuriosita! Per questo leggere un tuo commento mi ha fatto molto piacere, è stata una bellissima sorpresa! Naruto, lo si è capito, è il personaggio che amo di più nel mondo di Naruto. Ho sempre avuto un debole per i protagonisti un po' scemi ma "con le palle", e il biondino è solo l'ultimo dei miei grandi amori in questo senso! Visto che hai già commesso l'errore (sì, l'errore!) di leggere "Il peggior ninja del villaggio della Foglia", dovresti sapere fino a che punto arriva la mia venerazione per lui! Ora, so che con te sarà un po' inutile dirlo (se hai letto dei tre nomi in fondo a questo capitolo saprai perché), ma scendi in fondo alla pagina e scoprirai qualcosa... intanto, grazie per aver seguito questa storia e per aver trovato la forza di commentare, alla fine! Mi ha fatto davvero tanto piacere!

Jenna Uchiha: il gatto con il pelo nero? Ma quando mai? Lo avevano chiamato "Naruto" proprio perché come colori e atteggiamenti assomigliava all'originale, se fosse stato nero l'avrebbero probabilmente chiamato Sasuke (e io non lo avrei tenuto in vita)! Ma è una svista comprensibile, su. L'importante è che sia vivo! (amo troppo i gatti per ucciderlo) Naruto, nel manga, si sta avviando sulla strada del grande Jiraya. Dalla scena alle terme in cui Yamato gli prospetta un futuro di sofferenze se cercherà di spiare Sakura, mi è venuto il sospetto che prima o poi avrebbe imboccato la via dell'ero-sannin... ed è così che è nata la scena del "paradiso della pomiciata"! Guarda, per quanto riguarda Naruto e Hinata, era irrealistico che si baciassero già quel giorno. Naruto era ancora in trip per Sakura, lei era ancora tanto agitata da svenirgli sulla porta, e l'amore non spunta all'improvviso, come una margherita! Certo, poi 'sti due ci hanno messo una barbarità di tempo, è vero, ma alla fine sono arrivati comunque alla meta! Ciò detto, ti ringrazio per i commenti che mi hai sempre lasciato, anche se il tuo amore per Sasuke non incontrerà mai la mia simpatia! E' bello confrontarsi, lo ammetto, e alla fine in fondo la SasuSaku c'è, e prevede che entrambi siano vivi! Ora, ti consiglio di scendere in fondo a questa pagina e leggere le due righe di chiusura...
trinty87: mi davi della crudele perché avevo lasciato credere a tutti che il micio fosse morto, ma non avevi ancora letto questo capitolo grondante NaruHina! Dai, loro sono il lato puccioso (passami il termine da fangirl) della coppia con Naruto! Quando c'è Sakura nei paraggi sono giocosi, un po' maneschi, allegri. Quando c'è Hinata, diventano dolci. E poi io sono la paladina dei deboli, Hinata è la mia missione spirituale! Ti ringrazio per aver commentato fin qui, anche se la NaruSaku a un certo punto è scoppiata, e se non stai masticando troppa bile, dai un'occhiata in fondo alla pagina!
_Eleuthera_: ho deciso che in qualche modo riuscirò a parlare con te dello spin-off, devo solo scoprire come farlo senza svelare a tutti qualcosa che potrebbe turbarli profondamente... indi per cui, aspettati una mia mail dopo il 18 marzo (prima devo finire un certo esame... uffa) A questo punto, i miei occhi brillano di gioia e orgoglio leggendo i tuoi commenti! Conoscendo vagamente ciò che scrivi, e trovandomi di fronte a simili complimenti, il mio stupido ego si riempie di elio e vola su nel cielo blu (pesca la tua carta Sakura)(ignorami quando faccio così). Ti ringrazio per ciò che hai detto di Naruto, gli ultimi capitoli sono stati pesanti per lui, e ho cercato con tutta me stessa di far capire ai lettori come si sentisse e perché non potesse odiare Sakura e Sasuke, dal momento che l'odio sarebbe la reazione più spontanea. L'idea dell'epilogo viene da una necessità e anche dal desiderio di dare un'idea di ciò che è stato dei personaggi che sono arrivati all'ultimo capitolo, con i loro problemi e le loro conquiste. Soffro della classica sindrome dell'abbandono del personaggio, che mi impedisce di lasciar vivere ai personaggi la loro vita senza infilarmi nel loro futuro a rompere le scatole in qualche modo, quindi non potevo fare a meno di scrivere questa conclusione (e, tanto per cambiare, di infilarci la ciclicità che mi piace tanto e includere alla fine lo stesso pezzo che ho scritto all'inizio, con una leggera modifica). Ora, dopo essermi dilungata in questo excursus pseudo-melodrammatico, ti invito a leggere in fondo alla pagina per capire il termine "necessità" che ti ho scritto in corsivo poco più su!

Mala_Mela: oh sì che mi hai stupita, Clà! La tua recensione mi ha colta davvero in contropiede, è stata un fulmine a ciel sereno! Baka è, oltre che Stupido, anche parecchio sfortunato, direi. Con la madre e l'autrice che si ritrova, non poteva sperare in un nome meno virile e pomposo, povera stella. Ma lo amiamo così com'è! Jiraya e Tsunade, invece, sono i miei beniamini ultimamente, e tu lo sai. Per questo ho deciso che il nostro ero-sannin avrebbe centrato il bersaglio nell'epilogo, riuscendo almeno ad arrivare fino in fondo! Glielo dovevo, dopo quello che gli ha fatto il maledetto Kishimoto! E, in effetti, ultimamente mi piace molto anche il rapporto tra lui, lei e Orochimaru... devo scriverci qualcosa, un giorno. Detto ciò, c'è davvero altro che devo aggiungere, tesoro mio, mio ex Dio? Ma sì, dai: fatti quattro risate leggendo in fondo alla pagina!
Devilmaycry: ciò che mi hai scritto non era affatto scontato, sai? E sinceramente si contano sulle dita di una mano le volte in cui qualcuno ha commentato i tempi con cui si svolgeva l'azione! E' una cosa cui ho cercato di fare particolare attenzione, ma evidentemente sono anche riuscita a dissimulare tutti i calcoli e iragionamenti che ho fatto in proposito! E' bello tuttavia vedere che ci sono persone che notano comunque questo genere di dettagli, mi fa sentire in gamba! (come se il mio smisurato ego avesse bisogno di stimoli...) Comunque, ti ringrazio tanto per i commenti sullo stile in generale, e l'accenno a "potresti scrivere qualcosa che potrebbe piacere a molti, e non parlo di FF" mi ha fatta praticamente sciogliere! Grazie davvero! Se vorrai continuare a leggere qualcosa di mio anche dopo Sinners, mi farà piacere (pubblicità progresso)!
Hipatya: "Come si suol dire, le storie hanno un lieto fine quando si sa dove fermarsi" Ecco, sì. Io NON so mai dove fermarmi, sappilo! (per maggiori chiarimenti in merito, scivola in fondo alla pagina e leggi le due righe rosse che ho lasciato!) Comunque, alla fine hai avuto la NaruHina e la SasuSaku, e c'è pure stato l'exploit procreativo degli Uchiha! Senza contare che la guerra è ancora un mormorio lontano, e per ora tutti sembrano stare in pace e armonia (?)... Spero che questo epilogo ti sia piaciuto, anche il gatto ha avuto figli, diamine! Ci mancava solo che facessi cadere una cascata di rose e poi avremmo raggiunto l'apice dello smielato! Mi è piaciuta molto l'immagine della telecamera che si sposta sui diversi personaggi, e mi ha fatto davvero tanto piacere sentire che sono riuscita a dedicare a tutti il giusto spazio! E' quando sento queste cose che mi sento orgogliosa di ciò che ho scritto! Per questo, voglio ringraziarti! Per tutti i commenti che mi hai lasciato in questo tempo, per ciò che hai detto, per aver letto, semplicemente. Grazie.

harryherm: oh, sai che oggi mi sono trovata a fantasticare di un'assurda quanto impossibile NaruTema, silvia cara? Il sole deve avermi dato alla testa; comunque, quando ho letto la tua ipotesi NaruTen, non l'ho trovata tanto sconvolgente, dopo le mie strambe fantasie. E invece ho ridacchiato come una scema leggendo dei tuoi tormenti nel sapere che Sasuke e Sakura saranno felici e contenti, e Naruto sarà con Hinata. Ti dico che la prima parte di questo capitolo l'ho scritta pensando a te, ci ho infilato Shikamaru sperando di distrarti e convincerti a leggere fino in fondo! Non so se ci sono riuscita, ma la buona volontà da parte mia c'è stata! E poi c'erano ancora Tsunade e Jiraya, e il gatto e i suoi figli, e anche altri figli, che presto conoscerai... questo è un epilogo, l'unico capitolo spudoratamente NaruHinesco che ti ho fatto sopportare! Ora prendi un respiro profondo e sappi che non ce ne saranno più, che va tutto bene. Che prima o poi anche l'AU vedrà la luce! Dai, ora vedo di trovarti su messenger e farmi cazziare mezzora per la quantità esagerata di NaruHina che hai dovuto sopportare! Ma prima di chiudere la pagina, leggi le righe in fondo, anche se non ti stupiranno!
DuniettaS: hai perfettamente ragione. Se avessi concluso la vicenda di Jiraya e Tsunade con quell'unico bacio, sarebbe stato molto poetico. Ma, lo confesso, sono una fan sfegatata degli happy ending, e nello scorso capitolo mi sono trovata a rileggere della morte dell'ero-sannin... e la cosa mi ha buttata giù da matti! Per questo è nata la scena di questo capitolo, e la proposta di Jiraya. Jiraya che certo è un girovago e uno spirito libero, ma che a una certa età sente anche il desiderio di avere ciò che gli è sempre stato negato, finalmente. Jiraya, a cui io darei volentieri tutto ciò che vuole! (ok, questa potevo risparmiarmela) Per Naruto, lo confesso. Il mio piano era esattamente quello di fargliene passare di tutti i colori con Sakura fino a raggiungere la felicità con Hinata. Se vuoi sapere perché, dai un'occhiata alle righe in fondo a questa pagina! Credimi, saranno illuminanti. Ciò detto, spero di non averti dato il colpo di grazia con il Naruhina! Davvero, mi spiace se è così. Sapevo che iniziare con la NaruSaku e finire così sarebbe stato traumatico per certi lettori, ma tutto era già programmato...! A questo punto, voglio lo stesso ringraziarti per aver retto fino a qui, ed essere anche riuscita a lasciarmi una recensione la volta scorsa! Mi ha fatto piacere vedere che hai trovato il coraggio di andare oltre la NaruHina, almeno per cinque minuti!
kage_naru89: (non so se sei già andata a cercarti il padre di Baka, ma se non lo hai fatto ti risparmio un po' di fatica: era l'ultimo entrato nell'Akatsuki, il sopravvissuto che avrebbe dovuto guidare il nuovo gruppo sotto la guida di Danzo. Reira lo aveva fatto scappare, ma prima ha combinato il pasticcio Baka!) sapevo che il finale NaruHina sarebbe stato traumatico, ma sin dal primo capitolo era previsto. Se ti stai chiedendo "ma allora ci hai preso per il culo?", rispondo: più o meno. Cioè, tra Sakura e Hinata io preferisco nettamente Hinata, tuttavia, scrivendo Sinners, mi sono ricreduta sul pairing NaruSaku. Quei due insieme hanno qualcosa di bello, di allegro. Mentre il NaruHina è l'apoteosi della dolcezza, il NaruSaku è, come dire, naturale. Si potrebbe vedere girando per la strada ogni giorno. Quindi, mentre scrivevo, non ho pensato "ahah, prima o poi vi fregherò tutti!"; anzi, qualche volta mi sono trovata a pensare "uff, ma questi come li separo? Stanno un po' troppo bene insieme...", e alla fine sono stata davvero dispiaciuta dall'evolversi della situazione. Ma i miei piani non potevano cambiare, e scoprirai il perché leggendo ciò che ho scritto in fondo a questa pagina.
Parlando del tuo commento sull'atmosfera, sappi che mi ha fatto molto piacere leggerlo! Ho sempre cercato di bilanciare descrizioni, dialoghi e stati d'animo, e non sempre è facile. Spero di migliorare ogni volta, e forse un giorno leggerò una pagina e mi dirò: "ah, ci siamo!" O almeno, lo spero. A questo punto, ti ringrazio per aver letto fino a qui, anche se alla fine ho deluso le tue speranze! Spero che l'ultimo capitolo non ti abbia procurato un travaso di bile, e ti saluto con affetto, sperando di addolcire la pillola! (tra parentesi... ai suoi tempi l'avevo detto che ci sarebbe stato bisogno di "Ali di cera", per indorare ciò che sarebbe successo di lì a poco in Sinners...)
lale16: se tu sei amareggiata dalla fine di Sinners, pensa a in che condizioni mi trovo io, che avevo iniziato ad apprezzare il NaruSaku pur sapendo che lo avrei distrutto! Comunque, sono anche contenta di essere arrivata alla fine di questo progetto. Ogni volta che scrivo l'ultima parola mi sento come se avessi perso un pezzetto di me, ma allo stesso tempo mi sembra di aver fatto un passo avanti. E' una strana sensazione, ma non credo di poterla definire negativa. E poi, lo confesso, amo gli happy ending. Però so che è difficile che tutto sia rose e fiori, e che ci sarà sempre qualcuno che sta male per come sono andate le cose... Ah, sul commento riguardo alle "seghe mentali" di Naruto sono scoppiata a ridere! In effetti, è l'unico termine con cui definire i suoi più o meno strambi ragionamenti! Ciò detto, ti ringrazio per avermi seguito fin qui, e spero di trovarti un giorno su messenger!
kaho_chan: dire che ho avuto un mancamento davanti alla tua recensione è poco. Infinitamente poco. Ho deciso che risponderò senza pensare a quello che dico, perché se dovessi soffermarmi su tutto mi sparerei solo a pensarci! (però fa la sua ottima figura!) Allora, io giuro che non scorderò mai e poi mai le tue parole sullo ShikaTema. Le farò incidere in un blocco di amianto e te le spedirò a casa, e non importa se è cancerogeno. Davvero, sono straordinarie dette da te! Poi, Sasuke. Oh, sono riuscita a fartelo odiare? E quando tu odi qualcuno ci scrivi cose come "Chains"? Bene, direi che da domani inizierò a farti odiare tante cose e tante persone, perché evidentemente ti fa molto, molto bene! Il gatto e Tsunade erano evidentemente i miei assi nella manica, perché ho esaurito le mie riserve di angst con Redenzione, e avevo bisogno di tirare il fiato! (non a caso, sono stati citati anche in questo epilogo!) Ciò che hai scritto di Naruto mi ha resa davvero felice. Ho cercato in ogni modo di analizzarlo bene, di non lasciare nulla irrisolto, di renderlo comprensibile e soprattutto simpatico ai lettori (lo ammetto, mia debolezza), e mi auguro che qualcuno sia riuscito ad apprezzarlo un po' di più dopo aver letto questa storia! (se non altro perché gliene ho fatte passare così tante...) A questo punto, ti ringrazio tanto per aver commentato fino a qui! Soprattutto dopo il crack della NaruSaku! Ci rivediamo su messenger, intanto dai un'occhiata in fondo alla pagina!
Reina: su, su. Un nome non dice nulla! E poi Reira non è mica l'unica a trovarsi incinta senza un papy! E' solo l'ultima! Spero per te che tu non abbia altri nick simili a Temari e Tenten... Comunque, sono contenta che tu abbia apprezzato il pezzo NaruHina! Anche se, considerando che conosci Killkenny, avrei dovuto aspettarmelo! Grazie per aver lasciato ogni volta recensioni puntuali e serie, erano un validissimo modo per capire se scrivevo cazzate o no! E ora, anche se penso che lo saprai già, dai un'occhiata in fondo alla pagina...

Ino:Chan: sigh, anche a me spiace che tu non abbia commentato prima, ora! Penso che mi sarebbero piaciute le tue recensioni! Spero soltanto di essere riuscita a tenermi sul solito livello anche con quest'ultimo capitolo! E ora, se vuoi tirarti un po' su di morale, guarda le ultime righe in fondo alla pagina!
lilithkyubi: tadan! Gaara è ricomparso nella storia, dopotutto! Mica poteva mancare al matrimonio di Naruto, giusto? Grazie per i tuoi commenti, mi hanno fatto molto piacere! Sono contenta che tu sia riuscita a barcamenarti con il computer abbastanza per riuscire a commentare!
tonyesp: ti prego, ti prego, ti prego... permettimi di stringare al minimo la tua risposta! Lo so che ti ho obbligato a scrivere la recensione anche se me l'avevi già fatta per messenger, e che quindi sono una schiavista imperdonabile se non rispondo, ma il tempo stringe e devo ancora fare un sacco di cose! Quindi, diciamo che finalmente il tuo amato NaruHina è tornato a calcare le scene! Ho cercato di non piombare nello smielato, ma spero di aver soddisfatto le tue esigenze di romanticismo... stessa cosa per Jiraya e Tsunade! Ci ritroviamo su messenger!
kairi84: io ti odio. Sigh, una recensione in più cui rispondere in blocco! (ovviamente mi fa piacere averla ricevuta, non ascoltare ciò che dico. Dopo tre ore e mezza di risposte ai commenti tendo a sclerare un tantino) Uhm, direi che abbiamo parlato più o meno di tutto via messenger... l'unica cosa che mi sento di dire è che, in effetti, l'impressione di aver fatto una follia persiste tuttora! Ma in cosa mi sono imbarcata? (e tu sai a cosa mi riferisco) Comunque, oggi ti ho anche mandato un altro sms in cui ti comunicavo di aver finito Sinners, quindi direi che sei stata presente sia all'inizio che alla fine! Sei davvero la lettrice più longeva, in termini di conoscenza tra noi due! (dai, fatti due risare guardando in fondo alla pagina, e scopri come l'ho detto agli altri...)
1992: sai che non mi ricordo più a cosa alludevo parlando di regalo la volta scorsa? Comunque, per ora i mini Uchiha hanno tutti capelli neri e occhi neri, garantisco. In futuro chi può dirlo? Prima o poi spunterà un pargolo di rosa capelluto (?), quel gene c'è, e non si può schivare! Ciò detto, ti proibisco di stampare la fanfic! Sono 506 pagine, è più di un intero blocco di stampante! Un suicidio economico! Però le tue parole mi hanno commossa. Ricordo il periodo in cui ti sentivi giù, e mi fa piacere vedere che sia passato e che tu ne sia uscita tanto bene. Mi ha fatto piacere conoscerti, per quanto tu sia assolutamente fuori di testa (in senso buono, in senso buono!), e spero di parlarti ancora! Quando? Puoi scoprirlo leggendo in fondo alla pagina!

Nunichan: se fossi caduta sul sessantatreesimo capitolo, facendo scoccare improvvisamente la scintilla tra Naruto e Hinata, penso che mi sarei picchiata da sola! Per dedicarmi a un po' di NaruHina ho escogitato il metodo dell'epilogo, e spero di non essere precipitata nel mieloso! Sono contenta che ti sia piaciuta la soluzione, e mi ha fatto molto piacere leggere il tuo commento! Grazie!
gracy110: che tu abbia trovato il coraggio di leggere la fanfic quando già era oltre il capitolo 50 mi lusinga profondamente! Grazie mille per i complimenti che mi hai fatto, sono stati apprezzatissimi, e anche se so che il riassunto sulla mia pagina personale era parecchio confusionario, spero ti sia stato utile!
NemoTheNameless: tre giorni? Wow, rapidissimo! Erano quasi cinquecento pagine! Piango per i tuoi poveri occhi... comunque grazie mille per aver letto e lasciato un commento! Nel corso della fic ho cercato di alternare momenti allegri e momenti seri, e mi ha fatto piacere vedere che hai apprezzato equamente entrambi! Al di là dell'angst, delle scene drammatiche e delle tragedie, io mi sono impegnata molto anche nelle parti che si possono considerare divertenti! E sono felice se si nota! Ancora grazie per avermi dedicato un po' del tuo tempo!
izayoi007: guarda, sono riuscita più a scrivere il tuo regalo di compleanno che l'ultimo capitolo di Sinners! Ormai il Narusaku ha iniziato a piacermi davvero un po' troppo...! Devo fare qualcosa per arginare questa mania! Comunque sono contenta che ti sia piaciuto il regalo, era un'idea che mi ballava in testa già da qualche giorno! Grazie per aver commentato fino a oggi, e non scusarti! Anzi, posso solo essere felice quando mi lasci una recensione, non ti rimprovererò mai nulla!
kimi: mi spiace tantissimo, non sono riuscita a prepararti il regalo in tempo! Però mi sono ricordata che ti sarebbe piaciuto vedere un po' di NaruHina e il nuovo clan Uchiha, così ho pensato di dedicarti l'ultimo capitolo di Sinners, sperando di farti cosa gradita! L'unico rammarico è che non saprai ancora il sesso del figlio di Shika e Tema... ma potresti avere delle sorprese, se pensi che non lo svelerò mai... leggi qua sotto, leggi... E, intanto, ti ringrazio profondamente per i commenti che mi hai lasciato nel corso della storia e tutte le cose gentili che mi hai detto! Mi hanno fatto davvero tanto piacere!
endlesstars: ohh, mi sono esaltata! La tua recensione assomigliava tantissimo a un commento post-contest, e per qualche strana ragione mi sono sentita importante! Allora, andiamo con ordine. Che Rock Lee fosse un po' OOC lo sapevo. D'altronde è stata la forzatura di cui non potevo assolutamente fare a meno, perché per una volta volevo che la spuntasse su Neji! La "Mary Sue" della situazione non mi è sfuggita, tranquilla; so di averla fatta un po' sopra le righe, perchè di tanto in tanto stava antipatica pure a me, però ragionandoci mi sono detta: beh, ha dovuto cavarsela in un modo o nell'altro per anni, rischiando la vita ogni due passi. Almeno di facciata sembra una Mary Sue. A questo punto, avrei potuto sviluppare il suo lato più fragile (perché tutti ne hanno uno, a meno che non siano MS puri), e non l'ho fatto per una ragione precisa. Ho i miei piani, nei suoi riguardi. Ciò detto, ti ringrazio davvero tantissimo per i complimenti su come sono riuscita a giostrare le cose e a integrare gli svarioni dell'ultimo minuto di Kishimoto! Ogni tanto avrei voluto farlo a pezzi, giuro, ma in un modo o nell'altro credo di essere riuscita a barcamenarmi con la trama di Naruto! Grazie ancora per avermi lasciato il tuo parere, è stato forse il più apprezzato, tra quelli di sintesi, perché ha - finalmente - tirato fuori anche i problemi di questa fic!

Ci ho messo tre ore e mezza, ma sono riuscita a rispondere a tutti!
Ora sono qui per dirvi che finalmente la mia pagina personale è aggiornata con i pairings!
E, a proposito: molti di voi ci speravano, qualcuno lo sospettava, altri lo sapevano con certezza...
...ma esiste un sequel di Sinners. O meglio, Sinners è il prequel di qualcos'altro.
Per maggiori dettagli, visitate la mia pagina personale!
(sì, lo so, dirvelo all'ultima riga dell'epilogo è parecchio bastardo! )


Aya
  
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