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Autore: TaliaAckerman    28/08/2013    4 recensioni
[Revisione in corso]
Primo capitolo della serie del "II ciclo di Fheriea"
Dal diciottesimo capitolo:
"Pervasa da un senso di feroce soddisfazione, Dubhne alzò il braccio destro in segno di vittoria. La folla intorno a lei urlava e scandiva il suo nome, entusiasta. E la cosa le piaceva."
Salve, e' la prima fan fiction che pubblico in questa sezione. Più che una ff però è un romanzo, il mio romanzo, ideato e steso in più di due anni di fatiche e grandi soddisfazioni. Spero vi piaccia^^
Genere: Azione, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'II ciclo di Fheriea'
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29


Dubhne rimase in camera sua a piangere per ore.
Tre o quattro volte, Claire o Richard si erano avvicinati alla sua porta per implorarla di uscire; ma alla ragazza non importava. L’unica cosa che aveva preso forma nella sua testa era il pensiero di doversene andare. Di dover abbandonare le persone che amava una seconda volta.
Di nuovo.
Solo che adesso era diverso.
Non stava per partire come apprendista di un sarto. Stava per prendere parte a uno degli eventi più pericolosi del continente. Del mondo.
Le tremavano le mani. Aveva paura, una paura terribile.
La ragazza si lasciò sfuggire un impercettibile singhiozzo, ma ormai non aveva più lacrime da versare. Aveva perso la concezione del tempo, e quasi si aspettava da un momento all’altro che Archie irrompesse nella stanza per condurla di fronte al suo destino.
Passarono le ore. Dubhne restò a terra, senza fiatare e guardando la luce fuori dalla finestra che, con l’avanzare della sera, si affievoliva. Alla fine, quando il sole si fu definitivamente spento e le stelle ebbero preso il loro posto, sentì bussare alla porta. Non rispose.
– Dubhne, sono io - fece cautamente la voce di Claire. – Solo… ti ho portato la cena.
Dubhne esitò, indecisa, ma poi si alzò finalmente dal pavimento e girò la chiave. – Entra pure.- disse alla donna, ostentando un tono tranquillo, o quantomeno umano.
Claire entrò nella stanza con passo insicuro, e la ragazza tornò a sedersi sul proprio lettuccio. La moglie di Archie reggeva fra le mani un vassoio, che depositò ai piedi della figlia adottiva. Dubhne la guardò tristemente.
– Hai gli occhi tutti rossi... – mormorò Claire sedendosi accanto a lei e tirando fuori un fazzoletto. Si vedeva che era piuttosto nervosa. Nervosa, ma anche addolorata.
La donna le strofinò delicatamente la stoffa sul viso, dove qualche lacrima luccicava ancora. Poi si rinfilò in tasca il fazzolettino.
– Ecco fatto – disse. Dubhne alzò il viso, disorientata.
– Da quanto tempo? – chiese con voce roca.
La donna la guardò senza capire. – Da quanto tempo?- ripeté Dubhne. – Da quanto tempo sono una proprietà di Malcom Shist?
Claire respirò profondamente, e proferì:- Shist si è presentato a tuo padre due giorni fa…
Dubhne ebbe un tuffo al cuore.
– Ha detto di averti vista combattere con Camm e Richard. Ha detto che eri brava. Io… io vi ho sempre detto di non duellare. Sapevo che… che poteva essere pericoloso - s’interruppe, e questa volta fu lei a singhiozzare. Guardò Dubhne dritta negli occhi. – Archie ti vuole bene, e tu lo sai. Ma… non ce l’ha fatta. Tu… ti prego, cerca di capirlo. So che è stato un atto terribile, ma lui l’ha fatto per noi…
Un atto terribile? Mi ha condannata a morte. È così.
Claire s’interruppe, poi riprese:- Shist gli ha offerto tanti soldi… lui non aveva scelta. Ma… oh mio dio, tesoro, mi dispiace!- la donna si chinò sulla ragazza e l’abbracciò.
Anche Dubhne le circondò la vita con le braccia, ricominciando a piangere come una bambina.
Non voglio andare mamma. Non voglio andare! così aveva detto a Camlias, quasi undici anni prima.
Adesso era come allora. Nulla avrebbe potuto impedire ai Giochi di distruggere la sua vita.
Claire le passò una mano fra i lunghissimi capelli castani, e si limitò a tenerla stretta a sé senza dire nulla. E per qualche minuto, quell’abbraccio carico di sentimento ebbe il potere di calmarla. La donna si staccò da lei e disse solo:- Perdonaci, Dubhne. Perdonaci ti prego.
Si alzò, le voltò le spalle e chiuse la porta.
Dubhne restò immobile, seduta sul letto. Lentamente, sollevò il vassoio da terra e cominciò a consumare in silenzio il proprio pasto.
L’indomani Dubhne si svegliò con una consapevolezza che le cingeva lo stomaco. Sarebbe partita quella mattina. Insieme ad un gruppo di totali sconosciuti, verso una città sconosciuta, verso un
destino sconosciuto. Archie entrò nella sua stanza che il sole era appena sorto.
– È ora, Dubhne - disse evitando accuratamente di guardarla negli occhi. Tremando da capo a piedi, la ragazza si alzò. Archie rimase fermo davanti alla porta, ma dopo qualche secondo si voltò. Dubhne si guardò intorno per decidere cosa portare con sé. Alla fine, estrasse dall’armadio una casacca di ricambio, un paio di stivali di cuoio e dei pantaloncini di cotone. Li infilò in una sacca insieme al resto e aprì la porta. Cosa sarebbe successo? Malcom Shist – chiunque fosse – sarebbe venuto a prelevarla direttamente a casa? Oppure sarebbe dovuta partire alla volta di Città dei Re per incontrarlo? E gli altri Combattenti… sarebbero stati ragazzi come lei?
Respirando affannosamente, Dubhne attraversò il corridoi della casa di Archie. Passando davanti alla camera di Camm, non udì nulla, neanche un lieve respiro. Ciò significava che il ragazzo era già fuori. Per salutarla. Le prese un groppo alla gola; realizzò quanto la propria partenza fosse vicina e reale. Giunse infine alla porta di ingresso. Era semichiusa, e un raggio di luce filtrava nell’abitazione.
Aiutatemi.
La ragazza premette appena sulla maniglia e spinse. Davanti a lei c’erano come minimo una ventina di persone, tra uomini e donne. Qualcuno sussultò nel vederla, altri non smisero neppure di parlare fra di loro. Dubhne li osservò un istante: erano tutti compresi fra i dieci e quarant’anni. Alcuni erano alti e ben piazzati, ma altri non dimostravano un gran prestanza fisica. Una ragazza poco più grande di lei, con lunghi e lisci capelli neri, la stava guardando con interesse, e qualche passo più in là un bambino che non poteva avere più di dieci anni si stringeva al braccio di una giovane donna. In disparte, in piedi, c’era un giovane alto e muscoloso, in viso un’espressione cupa. Dubhne si sentì strana. Che cosa si era aspettata? Erano persone.
Poi, un uomo si fece avanti. Era scuro di pelle, tarchiato, alto più o meno quanto Archie. Una lunga e inquietante cicatrice percorreva quel volto abbronzato, e ciuffi di stopposi capelli neri, striati qua e là di grigio, gli ricadevano disordinati in fronte. Dubhne lo riconobbe all'istante come l'uomo che giorni prima li aveva osservati al di là del giardino, ma non fece in tempo a chiedersi se fosse davvero lui il leggendario Malcom Shist, che l’uomo le porse la mano.
– Salve Dubhne - disse in tono deciso e in qualche modo, minaccioso. – Io mi chiamo Malcom Shist. Benvenuta nella mia squadra.
Lei si voltò verso Archie e la sua famiglia, che la osservavano da vicino. Vide Archie muovere la testa in modo impercettibile e allungò anche lei la mano, stringendo quella del proprio nuovo padrone. Lui sorrise in modo per nulla lusinghiero. Un sorriso freddo, di circostanza. Archie Farlow si fece avanti, e posò una mano sulla spalla di Dubhne. Sembrava imbarazzato, e con voce tremante disse:- Allora, Dubhne… hai… hai preso la tua roba?
Lei annuì, così spaventata da non riuscire a dire nulla. Archie si rivolse a Malcom:- Ti prego… lascia che saluti la sua famiglia… -
L’altro rispose in tono impaziente: – D’accordo, ma che faccia presto. Dobbiamo partire fra poco.
Dubhne, che aveva ascoltato ogni parola, non se lo fece ripetere due volte e corse verso Claire per abbracciarla. Gli altri Combattenti la osservavano stupiti. Claire le accarezzò un guancia.
– La mia bambina…- bisbigliò con le lacrime agli occhi. Le stampò un bacio sulla fronte. – Ricordati di fare attenzione - balbettò. – Ce… ce la puoi fare. Non cedere alla paura.
– Ci proverò, mamma - rispose la ragazza, stringendola forte. Poi le due si separarono.
– B-buona fortuna - fece Claire singhiozzando.
Camm le prese una mano e si rivolse a Dubhne:- Oh, Dub…- disse addolorato, e si fiondò ad abbracciarla. – Non andare…- piagnucolò, con le lacrime agli occhi. La ragazza avrebbe voluto dire qualcosa, ma non riuscì a spiccicare parola. Non riusciva a trovare le parole per esprimere la propria angoscia. Quando Camm si staccò da lei, Dubhne guardò Richard. Il ragazzo era fermo, in viso un’espressione addolorata. Dubhne gli prese la mano e la strinse forte.
– Allenati - gli disse tremando. – Perché quando tornerò ti farò sudare più di prima.
Richard sorrise debolmente. Non piangeva, ma il suo sguardo era abbastanza sconvolto. – Torna, mi raccomando - disse con voce leggermente incrinata.
– Tornerò, te lo prometto - rispose Dubhne abbracciandolo, anche se neppure per un istante credette a quelle parole. – Te lo prometto - ripeté.
Una mano la agguantò da dietro. – Mi hai sentito? Non abbiamo tutto il giorno!- esclamò Malcom seccato. – Ancora un minuto…
Dubhne si ritrovò di fronte ad Archie. – Dubhne, io…- balbettò lui, mentre le lacrime cominciavano a rigare quel volto un tempo allegro. Dubhne non disse nulla, ma lo abbracciò. E in quella stretta tentò di comunicargli mille cose non dette. Che aveva capito, che non le importava, che era riuscita a perdonarlo. Che era pronta ad andarsene.
Ti prego, cerca di capire.
– Ho… ho finito - proferì poi, rivolta a Malcom Shist. Questo annuì, e fece cenno al gruppo di rimettersi in cammino. Archie, Claire, Richard e Camm rimasero immobili al loro posto, come pietrificati. Dubhne si mise la sacca sulle spalle, fissandoli.
– Avanti, vieni - le giunse secca la voce di Malcom, colpendola come un’accetta. Per qualche breve istante la ragazza non si mosse. Non avrebbe li avrebbe mai più rivisti. Ormai il suo destino era segnato.
Gli altri ragazzi e Malcom avevano già cominciato ad allontanarsi. Con un ultimo sguardo alla famiglia, Dubhne si affrettò a seguirli.



Note: volevo solo dirvi che, come forse avrete già intuito, questo era l'ultimo dei miei capitoli dedicati al passato. D'ora in poi la vicenda si svilupperà solo nel presente. Alla prossima ;)
  
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