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Autore: Ramo97    29/08/2013    5 recensioni
I Mangiamorte che erano stati catturati con tanta fatica dagli Auror evadono misteriosamente. Toccherà allora a Harry Potter, il Prescelto, ora capo dell'Ufficio Auror a dare loro la caccia.
Mentre Harry tenta di evitare una nuova catastrofe, anche Draco Malfoy si interesserà alla vicenda, trovandosi ben più invischiato di quanto lui credeva di essere.
Ma i Mangiamorte, aiutati da un inquietante personaggio, vogliono tentare l'impresa più pericolosa di tutte: entrare a Hogwarts e prendere qualcosa (o qualcuno) che dicono che gli spetta, proprio nel primo anno di scuola di Teddy Lupin, il figlio orfano di Ninfadora Tonks e Remus Lupin.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Nuovo personaggio, Ron Weasley, Teddy Lupin | Coppie: Draco/Astoria, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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- Questa storia fa parte della serie 'Ted Lupin'
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Il Corridoio dei Senza Perdono


Le onde si abbattevano violentemente contro gli scogli alti e minacciosi. Il mare era in tempesta e il vento soffiava sempre più forte sulle possenti pareti della struttura. L'edificio era alto e privo di qualsiasi bellezza, ma incuteva lo stesso paura. All'interno, intanto, regnava quasi dappertutto il silenzio, l'unico rumore che si sentiva era quello di passi lungo i corridoi. Persone vestite con divise composte da scarponcini neri, pantaloni e maglioni azzurri avanzavano a gruppi di tre. Ogni gruppo da tre aveva un membro con la punta della bacchetta accesa, mentre gli altri due tenevano le mani serrate sulle loro.
Tre di loro stavano avanzando verso il terzultimo piano, la massima sicurezza.
L'ala di massima sicurezza era costruita su due piani e conteneva più o meno una settantina di detenuti, tutti condannati per i crimini più osceni del mondo magico. I tre Guardiamaghi salirono i vecchi gradini in pietra, fermandosi davanti a una porta con sbarre. Due maghi in un completo simile a quello dei tre, soltanto nero e con uno stemma rosso con una bacchetta illuminata all'interno, sorvegliavano l'entrata. Erano della Squadra Speciale Magica
- Per favore identificatevi – disse uno dei due
- Guardiamaghi Jackson, McGory e West, controllo di routine – rispose Jackson.
Subito da un tavolino di legno sull'angolo si alzò una penna, che riportò cosa aveva appena detto l'uomo. La porta si aprì.
Tutti e tre guardarono la porta, prima di entrare, e West parlò un po' titubante – Come sono stasera?
Uno degli uomini in nero si girò – Sono abbastanza calmi, solite reazioni, niente di strano.
I tre entrarono. Appena i loro passi rimbombarono per i corridoi partirono dei fischi e degli applausi.
McGory che passava rasente alla celle di sinistra fu sorpreso all'improvviso da un “Bu!” ad opera di uno dei prigionieri. I prigionieri avevano le facce dure sporche di fuliggine, i capelli erano luridi, lunghi e arruffati e le espressioni erano folli. Era il piano dei Mangiamorte. Una ventina di celle su quaranta erano occupate dai servi del Signore Oscuro, rinchiusi ad Azkaban dopo la loro cattura. I tre Guardiamaghi odiavano quel corridoio, come i tutto il personale della prigione, che lo aveva soprannominato il “Corridoio dei Senza Perdono”.
- Fratellino, secondo te quanti sudici Sanguemarcio ci sono tra questi? - disse una voce da una cella sulla destra.
Dalla cella di fronte arrivò subito una risposta – Non so Rodolphus, tre su tre? Antonin, tu che ne pensi?
- Che preferirei essere torturato da quei traditori dei Weasley o da quei codardi dei Malfoy, piuttosto che mettermi quella roba azzurrina addosso! Siete maghi o fatine? - disse un voce carica di disprezzo e ironia, provocando un coro di roche risate da tutte le celle.
- Figurati Antonin che proprio il giovane Malfoy è il padrino di tuo figlio... Immagino che i rapporti tra tuo figlio e quei codardi siano molto stretti! Quando ero a Hogwarts ho notato che Draco e la sorellina della tua cara mogliettina, Pansy, andavano molto d'accordo! - replicò una nuova voce.
Il prigioniero chiamato Antonin rise, gelido – Be' Amycus, almeno io una moglie l'ho avuta, tu sei talmente orripilante che sembri un Babbano!
Di nuovo molte risate tuonarono nel corridoio e Amycus si ritirò nell'ombra della sua cella.
- Hey Macnair! – tuonò di nuovo la voce di Antonin, quando tornò il silenzio – dovresti ucciderli tu queste bestie, non è mica il tuo campo?
Una voce pacata dalla cella di fronte a lui rispose – Io uccido le bestie pericolose, Dolohov, non i cani da guardia!
Un omone biondo spuntò dall'ombra di una delle celle e, attraverso le sbarre, sorrise ai Guardiamaghi – Vi stiamo prendendo in giro Sanguemarcio – disse con una voce piena di finto rammarico – non vi sembra il caso di risponderci?
I Guardiamaghi andarono avanti, ignorandolo, e questo lo fece arrabbiare.
- HO DETTO DI RISPONDERE, CANI! - urlò, sputando in faccia a West
- Rowle, stai calmo, non sputare addosso a nessuno – intervenne di nuovo Rabastan Lestrange – Poi magari arriva Potter e ti tortura come ha fatto con Amycus!
Tutti risero, Rowle compreso, e si sentì un mezzo mugolio di protesta dal Mangiamorte chiamato in questione.
West estrasse la bacchetta e se la puntò alla tempia, dove stava colando lo sputo di Rowle, e sussurrò – Tergeo – e lo sputo fu risucchiato dentro la punta della stecca di legno.
- Tergeo? - disse una voce che fino ad allora non aveva ancora parlato – La prossima volta che ti punti la bacchetta alla testa, pronuncia “Avada Kedavra” così pulisci la terra da un Babbano, piuttosto che la tua lurida faccia da uno sputo purosangue.
Una nuova risata riempì la stanza
- Su Yaxley, non essere così cattivo, potresti finire ad Azkaban per queste insinuazioni – disse una voce assonnata
- Rookwood ti sei svegliato? Era l'ora! – ringhiò qualcuno nella cella davanti a Rookwood.
- Buonasera Fenrir! O è buongiorno? Mi scusi buon uomo, è giorno o notte? - disse in tono beffardo rivolto a McGory, che non gli rispose.
- Oh ma che simpatico – continuò allora – mica sono velenoso sai? Al massimo è il tuo sangue che lo è, scommetto che i tuoi genitori puliscono le padelle con uno straccio.
Anche in questo caso i Guardiamaghi ignorarono i commenti sprezzanti dei Mangiamorte e andarono avanti, uscendo dal corridoio, non prima però di aver sentito Dolohov augurare ai loro genitori Babbani e ai loro figli Magonò una morte lenta e dolorosa.
A dire il vero nessuno di loro era un Nato Babbano, anzi, McGory aveva come suo ultimo parente non magico la propria trisavola, che si era sposata con un Potter, cosa che stava cercando di nascondere ai Mangiamorte più del suo Stato di Sangue.
Tutti e tre ringraziarono il cielo quando uscirono, e non per fortuna non era stato neanche una delle visite peggiori. Non sembravano per niente vittima dei rimorsi, anzi, erano più assetati di sangue che mai. Trovavano la prigione quasi come un passatempo, cosa che certamente era per i Lestrange e gli altri che erano finiti ad Azkaban anche dopo la Prima Guerra, dove i carcerieri erano ancora i Dissennatori. Salirono le scale per salire al secondo corridoio, quello degli assassini seriali, facendo un sospiro di sollievo.


Il freddo continuava a crescere e i Mangiamorte presto iniziarono a cercare le loro giacche.
Avevano diritto tutti ad una giacca di seconda mano, spesso rattoppata, ma comunque abbastanza pesante per reggere al clima non proprio mite di Azkaban. Quando i carcerieri si erano allontanati, i loro sorrisi si erano spenti ed erano ritornati al solito cupo silenzio che di solito avevano di notte. Un alone di disperazione girava, e non solo tra i prigionieri. Anche le guardie in quel momento stavano iniziando a sentirsi giù di morale, ma tutti davano la colpa alla prigione stessa, un posto in cui nessuno, sia libero sia non, non poteva sentirsi felice.
Nessuno però sapeva che, proprio in quel momento, al di fuori delle possenti mura qualche migliaio di lugubri figure, avvolte in mantelli da cui uscivano solo le mani grinzose, volavano intorno alla prigione, cercando un modo per entrare.
Le guardie pattugliavano tutti gli ingressi, ma non era ancora il momento di attaccarle, o almeno così era stato detto loro. Al segnale molte di loro sarebbero state private della loro anima.
Continuarono ad aspettare, nascosti dalle nuvole, mentre la vita nella prigione andava avanti normalmente.
Ad un certo punto quattro esplosioni illuminarono il cupo cielo notturno. La figura alta e imponente della prigione ora conteneva quattro grossi buchi, mentre le macerie cadevano nel mare o addosso alle guardie ai piani inferiori.
I Dissennatori volarono veloci verso il basso, entrando nella fortezza. Le guardie vicino alle esplosioni, stordite dalla potenza di queste, furono baciate quasi subito, mentre l'ingresso principale era stato conquistato da una sessantina di esseri con il mantello.
Alcuni animali argentati iniziarono ad aggirarsi per i corridoi bui, ma non erano abbastanza potenti da sconfiggere un così grosso numero di Dissennatori, anzi, i proprietari li facevano girare in cerchio attorno a loro e a tutte le persone che riuscivano a salvare.
Intanto al terzultimo piano gli agenti della Squadra Speciale Magica erano entrati nel Corridoio dei Senza Perdono, guardando il buco del muro in fondo alla stanza, a bacchette sfoderate. All'improvviso due Dissennatori emersero dalla nebbia, e gli furono addosso. Dopo pochi secondi, caddero a terra, privi della loro anima.
Otto palle nere entrarono dentro l'edificio e si infilarono in altrettante celle, esplodendo.
Ma le esplosioni erano diverse da quelle di prima: il fuoco che fuoriusciva era nero e, quando le sbarre saltarono in aria, i prigionieri all'interno erano del tutto illesi e, a mezz'aria davanti a loro, torreggiavano le loro bacchette. I fratelli Carrow e Lestrange, Rookwood, Dolohov, Greyback e Yaxley uscirono sgranchendosi.
- Liberate anche me, vi prego! - ululò Macnair, seguito subito a ruota da Rowle.
Rabastan Lestrange si avvicinò alla cella dell'ex-boia e mormorò -Alohomora.
Ma la porta non si aprì. Il Mangiamorte libero e quello imprigionato imprecarono nello stesso momento ma, proprio in quell'istante, la porta della massima sicurezza fu nuovamente aperta, e una decina di maghi, vestiti o di azzurro o di nero, con la bacchetta in mano, pronti al combattimento.
Greyback corse subito contro di loro, azzannando un Guardiamago che gli venne incontro, ma fu prontamente colpito da quattro Schiantesimi al petto, cadendo a terra inerte. Una decina di Dissennatori, allora, corsero incontro ai nuovi arrivati ma un ragazzo, vestito con completo e maglietta nera, li allontanò scagliando contro di loro un leone argentato. I Lestrange, intanto, si misero a correre verso il buco in fondo al corridoio, lanciando Schiantesimi contro i carcerieri. I fiotti di luce rossa, non arrivavano a toccare le divise, perché venivano bloccati da barriere invisibili provenienti dai vestiti.
- Buttatevi giù dalla torre e smaterializzatevi! - gridò Rodolphus, subito seguito dai Carrow, Yaxley e Rookwood.
Proprio quando sembravano avercela fatta, i tre Guardiamaghi che prima erano passati per il loro corridoio spuntarono dalle scale, puntando contro di loro le bacchette, ma Rookwood fu più veloce e urlò – CONFRIGO!
L'incantesimo manco di poco McGory, ma l'esplosione che provocò fece svenire tutti e tre.
Stavano per buttarsi, quando arrivarono otto calici d'argento. Insieme formavano un cerchio, che volava girando in continuazione, e si fermarono ai piedi dei sei Mangiamorte. Intorno agli oggetti brillava una luce azzurra lampeggiante. Erano passaporte.
I sei ne afferrarono una a testa, mentre Dolohov restava indietro.
Il Mangiamorte, divertendosi come un matto, stava continuando a lanciare anatemi mortali contro tutti gli inseguitori, riuscendo ad ucciderne cinque,ma proprio mentre stava per lanciare l'ennesimo, il ragazzo che stava lottando con il suo Patronus contro i Dissennatori, interropendo l'incanto, lanciò contro di lui uno Schiantesimo, colpendolo in piena faccia.
Dolohov cadde incosciente a terra e, proprio in quel momento, gli otto calici scomparirono, portando con sé i sei Mangiamorte.


Caddero tutti su un pavimento liscio e pulitissimo in uno stretto ingresso. Davanti a loro una casa e uno stretto corridoio che, passando rasente la scala, andava verso una porta aperta. Era tutto buio.
Quattro bacchette si accesero, mentre i fratelli Lestrange restarono con le bacchette tese, pronti a difendersi. Ad un cenno di Rodolphus i sei proseguirono per il corridoio lentamente, aspettandosi un attacco da un momento all'altro. Superarono una porticina nel sottoscala e spalancarono la porta con le bacchette spianate. Dentro la stanza non c'era anima viva.
Rookwood iniziò a esaminare la stanza a grandi passi, mentre gli altri si guardavano intorno storditi.
- Questo è un covo di Babbani! - urlò alla fine, facendo esplodere un vecchio televisore con un colpo di bacchetta.
- Calma Augustus - disse una nuova voce, proveniente dalla porta da cui tutti erano appena entrati.
Un signore vecchissimo, con le mani lunghe e rugose, era sulla porta. Portava una soprabito blu oceano, con un cappuccio bordato d'oro che gli copriva il volto, lasciando intravedere solo la sua bocca, anch'essa coperta di rughe.
- Non essere così violento.
- Chi sei? - disse Yaxley, mentre tutte le bacchette puntarono contro il nuovo entrato.
- Il vostro salvatore, anche se sembra che le persone che volevo salvare siano di più di quelle qui presenti. Mancano Antonin e Fenrir, dove sono?
- Sono rimasti indietro, feriti durante il combattimento in prigione – continuò Yaxley, che sembrava l'unico in grado di parlare – perché ci hai salvati?
- Questa domanda è semplice... perché, ovviamente, ho bisogno di voi. Ma se volete farmi il piacere, possiamo sederci? Sono pur sempre un povero vecchio.
A queste parole cliccò l'interruttore della luce, accendendola, poi, alzando la mano e aprendo il palmo, aspettò che un stecca di legno apparisse da una sedia e raggiungesse la sua mano.
- Un Incantesimo di Appello non verbale e senza bacchetta... straordinario, neanche il Signore Oscuro era capace di farlo – mormorò Rabastan Lestrange colpito.
- Il Signore Oscuro sapeva volare, dubito seriamente che non ne fosse capace. Era meno scaltro, ma ciò non vuol dire che fosse meno potente di me. Era decisamente più forte lui, ma io sono decisamente più discreto, lui era leggermente troppo esibizionista... oh su Rodolphus, puoi essere fedele a un morto quanto puoi, ma devi ammettere che è vero – disse affabile, riprendendo il maggiore dei Lestrange che si era un attimo incupito al commento sul suo padrone.
Si avvicinò ad un tavolo di cristallo abbastanza largo dove nove sedie erano posizionate in uno strano ordine: una a un capo del tavolo, due dall'altro, e le restanti sei disposte tre su ogni lato.
Si sedette sul capo dove c'era una sola sedia e con un pigro movimento della bacchetta allontanò le sedie sull'altro capo dal tavolo.
- Peccato sarebbero state una di Antonin e una tua Rodolphus ... be' puoi sederti al posto di Fenrir – sbuffò il vecchio dopo qualche attimo di meditazione. Restò seduto ad aspettare che i suoi ospiti si sedessero, ma nessuno lo fece, ancora troppo sbalorditi.
- Tranquilli non mordo – disse con un sorriso – sedetevi pure. Augustus, per favore, puoi aprire l'anta dell'armadietto là in fondo e prendere il Whisky Incendiario? Visto che tutti avete ancora in mano i calici, credo che sia giusto approfittarne, o no?
Rookwood si mosse e raggiunse il vecchio mobiletto, da dove tirò fuori una vecchia bottiglia molto curata.
- Del 1738? Si tratta bene – commentò con un sorriso, mostrando la bottiglia a tutti i commensali.
- Oh grazie! Ma non è una scelta mia, lo comprò mio padre per festeggiare la mia nascita, era appena stato imbottigliato.
- Lei è del 1738? - chiese Amycus Carrow, con la bocca spalancata.
- Sì, di maggio, per precisione. Per esserlo ancora di più il 2, non una data molto gradevole per voi, giusto?
Un piccolo ghigno solcò per un momento le facce dei Mangiamorte.
- Mi scusi, signore – disse Rodolphus Lestrange – potremmo sapere chi è lei?
- No, non potete, e dopo il nostro incontro o stringerete un Voto Infrangibile o verrete uccisi. Comunque potete chiamarmi “Maestro”. So che vi sembrerà un po' poco modesto da parte mia, ma preferisco essere confuso con Lord Voldemort, se qualcuno in futuro vi sentirà parlare di me, anche se non voglio assumere il suo stesso titolo .
I sei, quando sentirono il nome di colui che li aveva uniti, si guardarono inquieti tra di loro, tra il confuso e l'arrabbiato.
- E, di grazia, cosa dovremmo fare per lei? - continuò Rodolphus
- Oh questo caro Rodolphus vi sarà spiegato per bene dopo. Diciamo che ognuno di voi è fondamentale in questo piano. Antonin sarà utile più in là, mentre in questa fase del piano Fenrir sarebbe stato molto d'aiuto. Peccato ma, come ho già detto, i fondamentali siete voi.
- I Carrow sono fondamentali? Oddio, siamo messi bene – rise Yaxley, facendo sghignazzare anche Rookwood, mentre i due Lestrange abbozzarono un sorriso timoroso, per non sbilanciarsi troppo di fronte al nuovo ospite.
- Come senza ognuno di voi, il piano senza i Carrow non funzionerebbe. Anzi, non mi sbilancerei troppo, se dicessi che senza di loro saremmo ad un punto morto, senza alcuna via d'uscita.
Tutti si ammutolirono. Il tono di voce dell'uomo era calmissimo, ma tutti avevano sentito una nota di amaro stupore.
- Mi scusi, Maestro – sussurrò allora Amycus – dove siamo ora?
- Speravo tanto in questa domanda, ma prima volevo riceverne un'altra. Perché dei abili combattenti come voi non mi hanno trovato? Tra parentesi, se voi avreste usano Hominum Revelio, mi avreste subito scovato: ero nel sottoscala. Non sottovalutate mai quel sottoscala, anche se è Babbano. Detto questo, benvenuti al numero 4 di Privet Drive.
A questa rivelazione i sei per poco non si ribaltarono dalla sedia.
- La casa di Harry Potter!? - sussurrò Alecto spaventata – siamo evasi da Azkaban per venire nella casa di Harry Potter!?
- No, questa non è più la casa del signor Potter. E' stata comprata da una famiglia di Babbani che ho sottoposto al bacio dai miei Dissennatori e ora tengo sotto controllo tramite la Maledizione Imperius.
- E allora perché siamo qui? - chiese Rabastan.
- Perché, in primis, non cercheranno mai dei Mangiamorte in luoghi Babbani e, in secundis, mi è sempre piaciuto essere un po' teatrale.
- Non più tardi di dieci minuti fa ha detto che lei era discreto – disse Rookwood.
- Questo è vero, ma anche un regista è teatrale, anche se in scena non lo si vede mai.

Buon giorno. Questa è la mia prima FF su HP, anche se ne sto tenendo già due, una su Hunger Games e una su Teen Wolf. Sarà incentrata su Teddy, anche se non apparirà nemmeno nel prossimo capitolo. Be', spero che vi piaccia, se avete correzioni o suggerimenti recensite pure, ho guardato su Harry Potter Wiki ma non ho dato un'ultima controllata ai dati, quindi non sono sicuro al 100% che sia tutto giusto. Alla prossima, se vi piacerà!

Peace

  
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