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Autore: MedusaNoir    29/08/2013    6 recensioni
Brienne Tarth, capo del Consiglio Studentesco, ha un problema che non riesce a risolvere; un problema biondo, arrogante e che risponde al nome di Jaime Lannister. Per causa sua, deve saltare ore di lezione e presentarsi quasi ogni giorno nell'ufficio del preside, ma l'"Headslayer" non pare curarsene: a lui importa solo poter fumare a scuola, fare impazzire i professori e stare il più possibile lontano dalla sorella Cersei, per la quale prova un amore che definisce "malato, folle".
Jaime si diverte a punzecchiare Brienne, che lo vorrebbe espulso dalla King's Landing High una volta per tutte, ma situazioni inaspettate potrebbero portare alla nascita di una nuova amicizia... e a trasformare Jaime Lannister in un vero "cuor di leone".
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Brienne di Tarth, Cersei Lannister, Jaime Lannister, Loras Tyrell, Renly Baratheon
Note: AU | Avvertimenti: Incest, Tematiche delicate
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Rabbit heart and Lion heart





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Prologo




Non era ancora suonata la campanella della fine delle lezioni e già Brienne aveva dovuto abbandonare la classe di Inglese per raggiungere l’ufficio del preside, in fondo al corridoio che partiva dalla caffetteria.

Come al solito, era stata convocata a causa del comportamento indisciplinato di uno studente; come al solito, lo studente apparteneva alla sua classe di Biologia e, come al solito, era stato beccato a fumare nel cortile della scuola.

Non dovette neanche varcare la soglia della presidenza per accertarsene, perché l’odore di nicotina le invase violentemente le narici; una sorta di follia la colse, dare le spalle ai doveri di capo del Consiglio Studentesco e tornare alla sua lezione, ignorando l’ennesima richiesta del suo superiore, ma durò ben poco: Brienne Tarth era una donna d’onore e non si sarebbe mai tirata indietro.

Mai, nonostante i tentativi del preside di utilizzarla come “spaventapasseri” per tutti gli studenti fuori controllo.

Fece un respiro profondo, si sistemò rapidamente i corti capelli biondi e il colletto della camicia che spuntava fuori dal cardigan grigio, poi bussò.

«Avanti.»

«Voleva vedermi, preside?» chiese educatamente Brienne, come se nelle ultime due settimana non avesse ripetuto quella domanda almeno tre volte.

Il preside Tully scattò in piedi, cerimonioso, giocando con la lunga barba rossa striata di bianco che incorniciava il suo volto rugoso. «Ah, signorina Tarth, benarrivata.» Le fece cenno di prendere posto sulla sedia vuota.

Prima di eseguire l’ordine, Brienne rivolse un fugace sguardo alla chioma bionda che spuntava dello schienale della sedia accanto alla sua, notando che lo studente che – come al solito – avrebbe dovuto riportare in classe non tentava neanche di mantenere una postura adeguata al luogo in cui si trovavano; una gamba nascosta dai jeans era poggiata sopra un bracciolo, con arroganza.

«Mi duole farti perdere tempo,» esordì il preside, torturandosi di nuovo la barba, «ma ho reputato opportuno chiamarti per risolvere una questione piuttosto incresciosa…»

«Andiamo, vecchio, basta con i preamboli» lo interruppe una voce alla sinistra di Brienne. «Siamo ospiti abituali del tuo ufficio, che bisogno c’è di essere formali ogni volta? Dillo: ho fumato un’altra volta a scuola e la donzella dovrà avvertire il comitato, così mi metteranno una nota di demerito che non varrà assolutamente niente, perché mio padre paga ogni singola sedia su cui poggiate il vostro culo. Possiamo andare adesso?»

Jaime Lannister, le sue famose buone maniere e la capacità di ricordare a tutti, professori e preside, di essere in grado di buttarli per strada da un giorno all’altro – il che era la ragione per cui nessuno lo aveva ancora cacciato dalla King’s Landing High. E le sue minacce non erano a vuoto: era stato soprannominato Headslayer per aver fatto trasferire in un altro istituto il vecchio preside Aerys Targaryen.

Se non si fossero trovati nella presidenza, probabilmente Brienne lo avrebbe preso a pugni.

“E gli farei parecchio male,” realizzò, perché la sua stazza non era come quella delle altre studentesse. Brienne era alta quasi due metri e aveva le spalla larghe di un nuotatore, oltre a un viso ben poco conforme all’idea di bellezza che aveva il mondo.

Brienne Tarth faceva paura, era quello il motivo per cui il preside credeva che riportare Lannister in aula quasi ogni giorno potesse spaventarlo e indurlo ad abbassare la cresta, ma non avrebbe mai funzionato: se anche lo avesse preso a pugni, “Headslayer” si sarebbe fatto una risata prima di risponderle con la stessa moneta. Perlomeno lui non faceva differenze tra ragazzi e ragazze.

Hoster Tully lanciò uno sguardo di fuoco a Lannister, ma invece di urlargli contro riportò gli occhi su Brienne e le disse: «Potresti pensarci tu? Mi faresti un grosso favore.»

«Certamente, signor preside.»

Senza aggiungere altro, Brienne strattonò Lannister per la manica del giubbotto rosso e oro e lo alzò in piedi, lieta almeno che il ragazzo non opponesse resistenza.

«Andiamo.»

«Con calma, donzella, non c’è fretta.»

Aveva ragione: appena usciti dell’ufficio del preside, furono investiti da una folla di studenti che si dirigevano presso la caffetteria della scuola per godersi il meritato pranzo.

«Dammele» mormorò a denti stretti Brienne.

Lannister sollevò un sopracciglio, ma il suo ghigno trattenuto le fece capire che ci aveva visto giusto. «Che cosa?»

Brienne frugò nelle tasche del suo giubbotto, ignorando i suoi «Ehi!», fino a quando non ebbe trovato un pacchetto di sigarette.

«Queste» rispose, prima di gettarle nel secchio della spazzatura accanto a loro.

«Che peccato» sospirò Lannister. «Ne ho solo altri due a casa.»

Estrasse l’accendino e se lo rigirò fra le dita, finché Brienne non gli spinse le spalle contro il muro. «Non devi farlo a scuola

«Sta’ calma, donzella! Non perdere tempo ad arrabbiarti, tanto si sa che mio padre sistemerà le…»

«Non mi importa di tuo padre, Headslayer» sbottò, strappandogli anche l’accendino dalle mani. «Potrà anche tirarti fuori dai guai, ma io devo fare il mio lavoro.»

«Speri di essere notata così?» la canzonò Lannister. Approfittò della sua momentanea incapacità di replicare per allontanarla da sé, poi – mani in tasca e sorriso sardonico sul volto – girò l’angolo oltre la caffetteria.

«Ti restano ancora due ore di lezione prima di tornare a casa!» gli gridò dietro Brienne, sfiancata dal suo atteggiamento.

«Lo so, lo so! Vado solo in bagno, o vuoi tenermi d’occhio anche mentre piscio?»

Lo lasciò andare, maledicendolo in silenzio per tutto il tempo che avrebbe continuato a farle perdere.

 

*****

 

L’aria alla King’s Landing High si stava facendo fin troppo soffocante per Jaime, che era fuggito via all’ultimo suono della campanella di quel giorno, lasciando perdere le attività extra previste per il pomeriggio. Era stanco di quella scuola, dei professori e della presunzione degli studenti del penultimo anno come lui, che sembravano avere come unico scopo nella vita quello di ottenere più crediti extra possibili per poter accedere ai migliori college – come Dorne o, per chi voleva scappare dalla propria vita, la lontana Meereen.

Jaime avrebbe voluto scappare anche lui, ma non con la scusa di un college lontano da King’s Landing: voleva andarsene e ricominciare da zero, dimenticare il suo nome, la sua famiglia e tutto ciò che faceva parte del suo passato.

Masticando una gomma durante il tragitto verso casa, Jaime si chiese se avrebbe trovato più aria, tra le pareti della villa, rispetto a quella che la scuola gli negava.

“Fino alle cinque,” si rispose, “poi Cersei tornerà e ricominceranno i problemi.”

Si era chiesto più volte come sarebbe stata la sua vita se avesse fatto scelte diverse: un padre orgoglioso dei suoi risultati scolastici, un fratello di dieci anni con cui giocare a fare i cavalieri e una sorella da prendere in giro per l’eccessiva attenzione al proprio aspetto fisico.

Ma non aveva avuto possibilità di scelta, quella era la cruda verità. A Jaime Lannister non era mai stata data l’opportunità di scegliere chi amare e questo aveva mandato tutti in malora.

«Sing, sing, sing, sing» cominciò a canticchiare tra sé dopo aver sputato la gomma, cercando di cancellare quei pensieri negativi dalla testa, invano. «Everybody start to sing like dee, dee, dee, bah, bah, bah, dah…»

Quando pensava alla propria esistenza, la vedeva rappresentata in un quadro surrealista: un deserto con rocce come lame di un temperino, pronte a colpirlo in qualsiasi momento, e sopra un sole che cercava di splendere, ma che una montagna celava in parte.

Quella montagna era costituita da miriadi di globuli rossi, tutti del suo stesso tipo – e della sorella. Jaime e Cersei condividevano la casa, la classe di Sociologia e il sangue, ma durante la gravidanza della madre avevano condiviso anche l’utero; Jaime e Cersei erano nati insieme e insieme se ne sarebbero andati, questo era ciò che sosteneva sua sorella, ma non aveva idea di quanta felicità gli dessero quelle parole.

La felicità che precedeva la presa di coscienza della loro situazione.

«When the music goes around, everybody’s goes to the town…» cantò a voce leggermente più alta, sperando che servisse a qualcosa.

Avrebbe dato tutto pur di essere un ragazzo normale.

Con una famiglia vera, non un padre freddo e assente che pensava solo al mantenimento del buon nome dei Lannister, un fratello affetto da nanismo e una madre morta dandolo alla luce; una famiglia dove il padre non odiasse il figlio minore, una famiglia dove lui fosse libero di trattarlo come un bambino e non come una persona che era dovuta diventare adulta troppo presto, una famiglia dove sua sorella non fosse altro che una sorella.

Forse, in un qualche paese dell’estero, avrebbero accettato un matrimonio tra consanguinei; forse nessun dio, in quello sconosciuto e remoto paese dell’estero, avrebbe potuto giudicarli.

Forse esisteva davvero, quel paese, ma non sarebbe bastato a salvarlo dalla paura più grande: quella di sapere che Cersei – la bella Cersei Lannister, reginetta della scuola, fidanzata con il popolare Robert Baratheon – lo vedeva solo come un fratello.

Diede un calcio a una lattina, che si andò a schiantare contro un palo. «Swing, swing, swing, swing, listen the trumpet swing» insistette. «Blow, blow, blow, blow, listen to the trombones go!»

Jaime Lannister odiava la sua vita e voleva fare il possibile per distruggerla, così non avrebbe pensato agli occhi di sua sorella – come i suoi.

Ai suoi capelli – maledettamente come i suoi.

Alle sue…

Questa volta il suo piede incontrò il ferrò del cancello di Casterly Rock. Jaime, dolorante, portò lo sguardo sul leone che svettava  poco lontano, in cima all’arco che fungeva da entrata nella villa.

Il leone, simbolo di coraggio – c’era qualcuno che volesse prestargliene un po’?

“Non possiamo scegliere chi amare,” si ripeté ancora una volta, aprendo il cancello.






Vorrei ringraziare prima di tutto A g n e per avermi fatto da beta (♥), poi voi per aver letto: invio a tutti cioccolata&caramellegommose :3
Ho scritto la mia prima AU sul fandom di GOT (a pensarci bene, credo sia la mia prima AU in assoluto) e, beh, spero vi sia piaciuta.
Anche questa storia partecipa alla Mistery Weekly Table-y dello PY, con i prompt:
- AU
- Rabbit Heart (Florence + The Machine)
- Sing, Sing, Sing (Benny Goodman)
- immagine

Cosa dire? Mi sarebbe sempre piaciuto scrivere una storia AU, ma non sapevo da dove iniziare; guardando alcune puntate della terza stagione di GOT, poi, Jaime e Brienne mi sono sembrati (DI NUOVO) così carini... ehm, due personaggi che interagiscono tanto bene tra loro che mi hanno finalmente ispirata.
Non ho niente da dire su Brienne, che spero di essere riuscita a mantenere IC, ma per quanto riguarda Jaime preferisco precisare che c'è un motivo per cui, a primo impatto, può apparire OOC: ho cercato di trasportare il suo amore per la sorella ai giorni nostri, dove due amanti incestuosi non siedono su un trono (per generazioni), aggiungendo anche un (apparente? Chi lo sa) disinteresse di Cersei nei suoi confronti. Pensandoci, nella mia testa è venuto fuori un ragazzo che si sente inadeguato e che prova una maggiore empatia per il fratello rispetto al resto della famiglia; ma non aggiungerò altro, perché il resto arriverà dalla bocca di altri personaggi.
Un'ultima informazione: non appariranno personaggi della "nuova generazione", ma mi concentrerò sui personaggi già nati al tempo di Aerys II; per necessità di copione, ho inoltre dovuto adattare la loro età alla storia.

Grazie ancora per aver letto ♥

Medusa, a Lannister
   
 
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