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Autore: Vella    30/08/2013    16 recensioni
«Ma sarai capace di fingere per tutta la vita?», Mirtilla sorrise. Che domanda stupida, e glielo chiedeva anche! Cosa aveva fatto fino a quel giorno, Tom? Non aveva finto per te, Tom? Non si era lasciata sigillare il suo cuore per te, Tom? Rispose decisa, senza scrupoli, senza ripensamenti. Solo un corpo e uno spirito colmi di sbagli e traboccanti di passione.
«Per l'eternità».
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mirtilla Malcontenta, Tom O. Riddle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Il cuore palpitava di emozioni contrastanti ed esse, con infinita cattiveria, si facevano vive in quell'animo infestato di fantasmi macchiati, di peccati non concessi, pronti ad attaccare la mente del giovane, sino all'esasperazione.
Era seduto lì, sull'estremità del letto, infreddolito, con le mani gelide e l'animo corrotto da quell'inverno omicida. I peli sulle braccia si drizzarono mentre guardava davanti a sé il cielo nero, fatto di nuvole piene d'acqua pronte a scaricare il loro odio su un mondo ingenuo.
Trangugiò un calice di acqua gelida, rendendo la gola un subbuglio di emozioni scalfite tra le tonsille. Sospirò più volte, e quando chiuse gli occhi l'immagine di un paio d'occhi e una lunga coda di capelli corvini si parò davanti, così velocemente da sconvolgerlo.

Erano lì, nel bagno dei prefetti, dove nessuno osava entrare quando c'era lui; due futuri mangiamorte erano situati davanti alla porta e all'interno, seduti sul pavimento di ghiaccio, affianco alla vasca vuota, c'erano loro: Tom e la ragazza occhialuta. Lei aveva lo sguardo basso ed osservava una formica camminare vicino al palmo della sua mano, poggiata candidamente sulle mattonelle.
«Potrai mai perdonarmi?» la voce rotta di Tom si fece spazio tra i meandri del cervello della giovane e piccola Malcontenta.
«No, non dirlo. Non avrebbe alcun senso». Tom le accarezzò appena il viso pallido, i sentimenti stavano avendo, o avevano già avuto, la meglio su tutto e tutti. Come avrebbe potuto fare una cosa del genere? E perché proprio a lei? Doveva. Lo sapeva. Non poteva amare qualcuno in questa vita, non poteva permettersi una simile debolezza, e l'unica soluzione era la chiave di tutti quei problemi, ovvero lei.
«Ti sarò grato per sempre. Lo sai». Un sussurro flebile, interrotto dal viso perentorio di Mirtilla che senza pensarci due volte si avvicinò a quello di lui. Non ebbe, però il coraggio di baciarlo, di unire le sue labbra alle sue, dando una fine a quella orribile distanza.
«Farei di tutto per te, lo sai. Fingerò anche per tutta la vita, ma tu, tu promettimi che non verrai mai! Che non ti farai vivo, di non entrare più in questo bagno».
«E tu promettimi di non piangere per me, ti prego, mi distruggerebbe il cuore.» Mirtilla vide il suo giovane cavaliere avvilito, corrotto dall'amore che provava per lei. E crederci, adesso, dopo tutto quello che avevano subìto e passato, risultava difficile, quasi non giusto.
«Piangerò perché una ragazza oggi mi ha preso in giro per via degli occhiali, piangerò solo per quello. Non verserò alcuna lacrime per questo amore tormentato, è una promessa»Soffiò sul viso di lui, piano. Tom le strinse le mani e sospirando annuì.
«Ma sarai capace di fingere per tutta la vita?», Mirtilla sorrise. Che domanda stupida, e glielo chiedeva anche! Cosa aveva fatto fino a quel giorno, Tom? Non aveva finto per te, Tom? Non si era lasciata sigillare il suo cuore per te, Tom? Rispose decisa, senza scrupoli, senza ripensamenti. Solo un corpo e uno spirito colmi di sbagli e traboccanti di passione.
«Per l'eternità». E fu un'altra promessa, fatta di sottecchi, mentre lui metteva fine alla distanza tra loro, mentre le labbra del famigerato Tom Riddle baciavano e torturavano contemporaneamente quelle di una giovane e piccola Mirtilla Malcontenta. Erano così morbide da poterle persino mangiare. Tom le strinse i fianchi mentre lei si avvicinava a lui lasciandosi cadere sopra; non poterono fermare quel continuo scambio di effusioni, l'amore tormentato che il destino aveva inflitto loro era troppo grande e poteva finire da un momento all'altro. Senza alcuna via di scampo. Per nessun motivo Tom voleva sprecare quei momenti sacri, per nessun motivo Tom voleva lasciar andare via quelle labbra più dolci di mielandia, per nessun motivo voleva uccidere la piccola Mirtilla. Cosa poteva fare, altrimenti? Era una soluzione equa per entrambi. Nessuno sarebbe sopravvissuto senza l'altro. E lui stava per frantumare la sua anima in mille pezzi, e lei stava per morire.
Così il loro amore scemava via, in cerca di un cielo più giusto, più transigente.
«Ti riporterò in vita, quando giungerà il momento». Diceva mentre le baciava il collo, e poi scendeva fino all'estremità dei piccoli seni.
«E vivremo insieme per tutta la vita»
«No, per l'eternità» un sorriso platonico che fece ridere entrambi, poi Mirtilla si staccò e deglutì il sapore amaro della morte.
«Non amerai altra donna al di fuori di me, e soprattutto: ogni volta che ucciderai, ricordami, sarà tutto più facile» Ecco perché l'amava. Ecco perché provava quel profondo sentimento verso di lei, ecco perché nel suo letto solo lei poteva appisolarsi nell'incavo del collo, solo lei poteva fargli provare quelle mille emozioni. Lei era cattiva e se possibile più di lui. Lei era l'altra parte della medaglia, il suo pezzo forte e se fosse sopravvissuto a tutto ciò, giurò su se stesso, l'avrebbe riportata di nuovo da lui.
«Non avrò paura della morte che tu hai in serbo per me, mio piccolo Tom. So che sarà indolore».
«Come potrei farti soffrire, Mirtilla? Oh no, sarebbe masochismo», le sussurrò mentre le massaggiava la pancia. Avrebbe voluto così tanto rifare l'amore con lei, per l'ultima volta.
Ma anche i desideri erano scemati via, colpa del destino. Ancora.
E così, tra un bacio fuggiasco e qualcuno più violento, lui la lasciò nel bagno dei prefetti, con una carezza ed un sorriso. Appena la porta si fu chiusa, Mirtilla entrò in una cabina e si sedette sul water, scoppiando in un pianto lamentoso. E non fece quanto promesso. No, non lo fece. Non riuscì a pensare all'amica che l'aveva insultata per via degli occhiali, no. Pensò invece al loro primo incontro sotto il platano picchiatore, pensò quando le calpestò la schiena con i piedi, talmente che l'odiava. Pensò a quando lui capì di provare qualcosa per lei. Pensò al loro primo bacio avvenuto nei sotterranei. Pensò anche ai mille stratagemmi, agli horcrux, al dolore di quando le disse di dover morire. E quando lei accettò. Non seppe per quanto tempo stette lì a frignare tra le lacrime di un amore che le costò la vita intera. Infine, irrimediabilmente, gli occhi gialli spuntarono e la piccola Mirtilla Malcontenta sorrise al basilisco, prima di morire.

Tom, nella sua stanza, dentro alla sala comune, guardava ancora il cielo e, per sbaglio, per errore, per amore e stupidità, vide una stella brillare d'improvviso. Gli costò caro quella vita. A Tom costarono caro gli anni che vennero, soprattutto quando perse i suoi poteri, quando capì di non poter più portare in vita la sua amata. E una lacrima gli sciupò il volto rigido e freddo. Pensando che la sua morte, fatta di coriandoli caduti dal cielo e il suo corpo polverizzato, non erano altro che il cuore frantumato in mille pezzi di un progetto d'amore mai portato a termine.



Spazio scrittrice:
Salve a tutti :) . E' la mia prima fanfiction, e soprattutto, è la mia prima one-shot. Questa ispirazione è venuta dal nulla e da persona enormemente innamorata di Voldemort, ci stava una storia d'amore. La cosa meno plausibile era Mirtilla Malcontenta, ma cosa posso dirvi? Amo questa coppia da oggi. E spero tanto che sia di vostro gradimento. Lasciate pure dei pareri, ne ho bisogno davvero e vorrei anche capire se questo tipo di coppia un po' strano sia di vostro gradimento!
Un bacio, Vella :*
   
 
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