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Autore: Charlotte McGonagall    01/09/2013    2 recensioni
What if?
Ho voluto immaginare che Wiress sia sopravvissuta all'Edizione della Memoria e possa partecipare al matrimonio di Finnick e Annie assieme al suo amato Beetee. Finalmente sembrano sul punto di raggiungere un equilibro e trovano una speranza per il futuro.
Beetee/Wiress, molto fluff e romantica, perché quei due poveretti hanno sofferto troppo e si meritano una pausa da tutto quell'angst.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beetee , Wiress
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo

Wiress si svegliò coperta di sudore freddo, le ultime immagini dell'incubo che ancora indugiavano nella sua mente. Si sedette sul letto e si stropicciò gli occhi, come per allontanarle da sé.
Era successo a tutti, a quanto ne sapeva: per quanto cercassero di voltare pagina e costruirsi una nuova vita, gli incubi continuavano a rinnovare i traumi della loro vita precedente.
Gli incubi di Wiress erano cambiati nel tempo, però: ora, ai ricordi di due edizioni degli Hunger Games e delle morti dei tributi ai quali aveva fatto da mentore, si erano aggiunte nuovi orrori. Wiress sognava di perdere i suoi figli. Beetee l'aveva sentita spesso parlare nel sonno, mentre ripeteva, disperata, che Newton aveva solo cinque anni e che era troppo piccolo per partecipare agli Hunger Games.

Gli Hunger Games sono finiti - si ripeté - Snow è morto, la tua famiglia è al sicuro.
Guardò Beetee addormentato accanto a lei e cercò di calmarsi ascoltando il ritmo del suo respiro; anche lui era al sicuro.
Stando attenta a non svegliarlo scese dal letto e si avvicinò alla culla nella quale dormiva la piccola Ada.
Nell'oscurità non riusciva a vederla con precisione, ma conosceva i lineamenti della sua bambina a memoria: i pochi capelli scuri, le fossette sul dorso delle mani, gli occhi ancora di quel colore indefinito tipico dei neonati. Secondo Beetee le assomigliava, ma Wiress sosteneva che fosse troppo presto per dirlo.

Uscì dalla camera da letto e attraversò il corridoio della casa nel Distretto 3 nella quale si erano trasferiti poco dopo la nascita di Newton.
Aprì lentamente la porta della stanza del suo primogenito.
La luce del corridoio illuminò la sagoma del bambino, che giaceva scompostamente nel letto, le coperte che nel sonno erano state gettate a terra.
Wiress gli si avvicinò e gli rimboccò le coperte con un sorriso, poi gli scostò una ciocca di capelli neri dalla fronte e gli diede un lieve bacio sulla sommità della testa.
Newton mormorò qualcosa nel sonno, ma non si svegliò.

Wiress rimase a guardarlo per alcuni minuti, quasi temesse che, se non lo avesse sorvegliato, sarebbe potuto sparire.
A volte desiderava che i suoi figli potessero tornare nel suo grembo, dove lei avrebbe potuto proteggerli dal mondo.

Si riscosse quando sentì Ada piangere nell'altra stanza.
Lasciò la cameretta di Newton e chiuse la porta.
Quando tornò nella camera da letto la luce era accesa e Beetee stava prendendo in braccio Ada.
"D'accordo, signorina, adesso papà ti cambia il pannolino," disse Beetee alla bambina. Poi lanciò un'occhiata interrogativa a Wiress.
"Un incubo," spiegò lei.
Beetee le rivolse uno sguardo di comprensione, mentre usciva dalla stanza con Ada. "Vuoi che... ?"
"No, Wiress, ci penso io, è il mio turno, tanto domani non lavoro. Tu cerca di dormire".

Wiress si infilò sotto le coperte e pensò a come la sua vita fosse cambiata in meglio.
Tutto era cominciato quando Beetee le aveva chiesto di sposarla.
Poi aveva scoperto di essere incinta. Da allora erano successe innumerevoli cose: avevano vinto la guerra, Snow e la Coin erano morti e Beetee era stato chiamato a lavorare per un periodo nel Distretto 2; era lì che era nato Newton. Dopo la nascita del loro bambino, Beetee era riuscito a ottenere di tornare nel Distretto 3, dove era diventato docente presso la facoltà di ingegneria che era stata appena fondata nel distretto. Insegnare gli piaceva, diceva che era un lavoro stimolante, ma che gli lasciava anche il tempo per dedicarsi alle invenzioni e alla famiglia. Gli piaceva trasmettere le sue conoscenze e, soprattutto, era felice di trovarsi di fronte studenti provenienti da ogni parte di Panem: poteva vedere una ragazza del Distretto 11, con la pelle scura e gli occhi e i capelli neri, sedere tra un giovane pallido del Distretto 3 e un ragazzo di Capitol City coi capelli viola.

Erano stati anni tranquilli e allo stesso tempo pieni di fatiche e di impegni, soprattutto ora che avevano avuto Ada, che aveva ancora pochi mesi, e che Newton diventava sempre più curioso e passava la giornata a fare domande.
Wiress e Beetee erano incredibilmente fieri di quel bambino dall'intelligenza precoce, che secondo tutti sarebbe diventato il degno erede dei suoi genitori.

Wiress vide la luce del corridoio accendersi e spegnersi attraverso la fessura sotto la porta, segno che Beetee stava portando Ada in giro per la casa per farla riaddormentare.

Wiress si assopì mentre ricordava i mesi nei quali anche Newton era così piccolo. Ora stava per iniziare la scuola e Wiress si chiese come fosse possibile che cinque anni potessero passare tanto velocemente.

*

Newton saltò sul letto dei genitori e scosse sua madre per svegliarla.
Wiress si stropicciò gli occhi.
"Che ore sono?", bisbigliò, con voce assonnata.
"Le otto!", esclamò il bambino indicando l'orologio digitale sul comodino.
Wiress emise un gemito. Perché suo figlio non poteva dormire almeno fino alle nove, se non altro la domenica mattina?
"Dov'é papà?", chiese Newton.
Wiress si mise a sedere e vide che Beetee non era accanto a lei nel letto.
Wiress scrollò le spalle.
"Sarà con Ada," rispose lei. "Andiamo a cercarli?", propose, scendendo lentamente dal letto, sbadigliando, mentre Newton la precedeva con un balzo.

Trovarono Beetee in salotto, addormentato su una poltrona, la testa reclinata di lato, gli occhiali storti e Ada tra le braccia, intenta a succhiare un lembo della sua copertina.

Nel vederli, Newton iniziò a ridacchiare.
Wiress si premette un dito davanti alla bocca, per indicare al bambino di fare silenzio.
"Non lo svegliamo, mamma?", chiese lui.
"Dopo," rispose lei, strizzandogli l'occhio. "Prima gli scattiamo una foto".
Madre e figlio si scambiarono uno sguardo complice.

NdA: Ebbene, siamo giunti alla fine.
Spero che la storia vi sia piaciuta, anche se era un What if? senza troppe pretese, giusto un pretesto per avere una storia su questa coppia che non finisca in tragedia.
Se invece vi interessasse un what if? un po' più strutturato in cui Wiress sopravvive all'arena, potete iniziare la mia long Un gioco più grande di loro (anche se in questo caso la storia non è incentrata solo su Beetee e Wiress e ci saranno diverse variazioni all'opera originale).
Se invece vi interessasse leggere qualcos'altro su Beetee, ho pubblicato da poco il prologo della mia long su di lui, Artefice del proprio destino.
Grazie per avere letto fino a questo punto. Se voleste farmi sapere il vostro parere lo apprezzerei molto. Anche le critiche costruttive sono ben accette, soprattutto perché non tutti i capitoli sono stati betati, quindi se ci fosse qualche errore di battitura, per favore, fatemelo sapere!

   
 
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