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Autore: Severa Crouch    01/09/2013    3 recensioni
Dopo la fine della guerra magica, le vite dei nostri eroi sono sconvolte ed il ritorno alla normalità per alcuni è spiazzante. Finisce che ci si ritrova adulti, con un mare di responsabilità da affrontare e la paura di restare indietro. Harry e Ginny si sposano, finalmente, ma per Hermione l'inizio del tirocinio al ministero è destabilizzante. Le aspettative dei colleghi e di chi la circonda creano una pressione che la spezza. Un processo importante le capita per le mani, l'occasione della carriera, ed un amico inaspettato le fa aprire gli occhi su cosa conta realmente nella vita.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Prompt:

Ciao a tutti,
questa volta le note le metto all'inizio. Questa storia partecipa alla challenge ideata dal forum Pseudopolis Yard, se cliccate sul link vedrete il regolamento: c'è una tabella e occorre scegliere almeno tre elementi, in qualsiasi combinazione, e scrivere. Niente di più, niente di meno. Ora, ascoltando la canzone degli Hole, mi è venuta in mente questa storia e nonostante le vicissitudini tecnologiche, ho preso carta e penna e mi sono messa a scrivere di getto. 
Come sapete, frequento molto poco la Generazione Intermedia, e non ho assolutamente idea del perché abbia scelto il famoso triangolo Ron/Hermione/Draco, forse volevo semplicemente ironizzare su cose che si trovano nel fandom. Ad ogni modo, la storia non è lineare, anzi segue il flusso dei pensieri di Ron e di Hermione, quindi ci sono salti indietro e avanti nel tempo (sì, guardare Doctor Who crea questi inconvenienti) e ci sono riferimenti al mio viaggio a Londra. *^*

Detto ciò, i prompt scelti sono stati:




“Non è opportuno offuscare un giorno di festa con parole di malaugurio” Eschilo.

Someone else's bed - Hole in corsivo trovate strofe della canzone, ma credo che sia superfluo dirlo, no? :D

Vi lascio alla storia! 
Sev

 






"How did I end up all alone?"

 

Il Firewhisky nel bicchiere era quasi finito.

Harry, dall'altra parte del tavolo, sorrideva imbarazzato; lo faceva sempre quando era nervoso. Sicuramente, in quel momento si stava domandando se il suo amico avesse avuto bisogno di bere, o di smettere di bere.

Fu Ginny a strappare la bottiglia dalle mani incerte di Harry e riempire il bicchiere di Ron. La vide posare la bottiglia con stizza sul tavolo e andarsene di casa sbattendo la porta.

“I Babbani...”

L'avvertimento di Harry rimase del tutto inascoltato; Ron conosceva abbastanza la sorella per sapere che era furiosa.

Tutti erano rimasti senza parole nell'udire quella frase, composta solo dal predicato verbale, e non era stato necessario esplicitare né soggetto né complemento: “abbiamo rotto”, era fin troppo chiara.

 

"How did I end up all alone?"

 

Faceva dannatamente male ripensare a quei giorni.

Tutto era iniziato a ridosso del matrimonio di Harry e Ginny: Hermione era nervosa, peggio della volta in cui aveva litigato con la professoressa Cooman.

Aveva provato a tranquillizzarla, a dirle che loro non avevano fretta, che lei avrebbe avuto tutto il tempo per pensare alla carriera e che non avrebbe fatto la fine di Molly. Poco importava se Ron pensava che sua madre fosse una donna meravigliosa e che stare a casa a badare a tutti loro era stato un lavoro impegnativo, e la luce negli occhi di sua mamma diceva che era stato anche gratificante.

No, Ron si era sempre guardato dal dire queste parole ad Hermione, specie nei giorni in cui aveva iniziato il tirocinio al Ministero. Ron avrebbe fatto qualsiasi cosa per vedere la carriera della sua Hermione decollare, perché lei era la strega più in gamba di tutti i tempi, ma la pressione era diventata troppa ed Hermione non aveva retto.

Ci sarebbero state un milione di cose nella sua vita che avrebbe potuto tagliare fuori, ma lei aveva finito per scegliere di restare sola, e aveva tagliato Ron.

Del resto, era da quando si erano conosciuti ad Hogwarts che lui le ripeteva di rivedere le proprie priorità, ma lei non gli aveva mai dato retta. Purtroppo.

Un sorriso amaro gli increspò gli angoli della bocca, gli occhi verdi di Harry si inumidirono di comprensione e l'amico gli versò un altro bicchiere di Firewhisky.

 

"How did I end up all alone?"

 

Hermione se n'era andata in un mattino di fine estate; la rugiada non era ancora evaporata dalle piante del loro giardino, il suo giardino da quando lei aveva varcato l'uscio di casa con uno scatolone magico tra le braccia.

Lui le aveva chiesto: “Sei sicura?”

Hermione aveva annuito, trattenendo le lacrime, giusto prima di lanciarsi in un ultimo abbraccio.

Quei ricordi gli facevano male; soffermarsi su quell'ultimo abbraccio, sulla vita sottile, le spalle piccole, il profumo di Hermione e quelle ultime parole “Addio, Ron” lo ferivano quasi quanto il ricordo della morte di Fred.

Ron non aveva ancora compreso cosa non andasse tra loro, perché Hermione lo avesse lasciato, che cosa l'avesse fatta fuggire in quel modo, e forse neanche Hermione lo sapeva bene.

 

Sunday morning when the rain begins to fall

I believe I've seen the end of it all”

 

Era passato un anno da quell'abbraccio e Ron aveva continuato a lavorare con George, e Ginny gli aveva presentato alcune amiche, ma a lui non interessava più nulla.

Hermione era sparita dalla loro vita, ed anche Harry aveva avuto delle difficoltà ad incontrarla al Ministero, sempre presa dal lavoro.

“È sempre chiusa nel suo ufficio,” era stato il resoconto di Harry, che per mesi aveva provato a parlare alla sua migliore amica, la sorella che non aveva mai avuto, ma Hermione, aveva finito per allontanare anche Harry, sempre più stanca e presa dalle incombenze del lavoro.

Ron, segretamente, aveva sperato che una sera lei alzasse la testa da uno di quei suoi libroni di Magisprudenza e che tornasse a casa ammettendo di aver fatto una cavolata. Lui l'avrebbe riabbracciata, e le lacrime sarebbero state di gioia.

Invece, Hermione non era tornata, nonostante le preghiere di Ron, e la scena a cui aveva assistito quella stessa mattina era bastato per farlo ripiombare nello sconforto più totale.

 

 

Come ogni domenica mattina, il negozio dei Tiri Vispi Weasley era chiuso, Ron e George aprivano solo nel pomeriggio, così Ron passeggiava per Regent's Park.

Curiosare per la Londra Babbana era diventata una sua abitudine, dopo che Hermione gli aveva mostrato dei posti meravigliosi e aperto gli occhi su un mondo che non conosceva, ma che desiderava conoscere.

Stava attraversando lo splendido roseto di quel parco, in mezzo a una folla di turisti e coppiette, quando si trovò di fronte una specie di rosa che il cartello indicava chiamarsi “Nostalgia” e fu inevitabile che Hermione gli tornasse in mente.

Iniziò a pensare ad un modo per riconquistarla, perché non poteva lasciarla andare in quel modo, e Ron era sempre tornato da Hermione, l'aveva sempre seguita, fin da quando lei aveva rischiato di farsi uccidere da un Troll di montagna.

Il primo problema da risolvere sarebbe stato quello di scoprire dove abitasse Hermione, oppure avrebbe potuto presentarsi al suo ufficio al Ministero della Magia, anche se lei odiava che si mischiasse la vita privata con il lavoro, e forse questo non avrebbe giocato a suo vantaggio.

Si disse che forse Harry poteva saperne di più, o che poteva scoprire dove lei abitasse, quando la vide spuntare tra gli alberi.

Fu come una visione: lei era bellissima, indossava un vestito blu molto semplice e il trench beige che avevano acquistato insieme in Oxford Street, per ripararsi dal fresco di fine agosto.

Il cuore di Ron non fece in tempo ad accelerare il battito che subito parve fermarsi.

Hermione camminava fianco a fianco a Draco Malfoy, i due parlavano fittamente e sembrava esistere una certa complicità tra loro.

La mente di Ron iniziò a produrre un numero imprecisato di domande, tutte senza risposta: perché Draco era vestito da Babbano? Perché passeggiava con Hermione? Perché si trovava a Regent's Park e non nel suo stupidissimo Maniero? E perché le cedeva il passo appoggiandole una mano sulla spalla? Perché non litigavano? Perché Hermione, invece di tirargli un pugno sul naso, gli sorrideva?

Decise di fuggire, perché le sue orecchie erano diventate rosse e se l'avessero visto qualsiasi cosa avrebbe detto sarebbe stata sbagliata. Non da ultimo, non voleva assolutamente vedere il ghigno trionfante di quello stupido Malfoy, come era già accaduto fin troppe volte.

Si nascose dietro un albero e, prima di precipitarsi a Grimmauld Place da Harry, guardò un'ultima volta la sua Hermione. Forse lei era troppo bella per uno come Ron, però non meritava di certo di stare con un viscido come Malfoy.

 

Gli tornò alla mente il prologo di tutto, quando lei gli disse: “Dobbiamo parlare,” e subito dopo Molly annunciò il taglio della torta degli sposi, e Ron sentì che non prometteva niente di buono, e si era limitato a rispondere che non era opportuno offuscare un giorno di festa con parole di malaugurio, e poi era successo.

Adesso era da Harry e non sapeva come dirgli che aveva incontrato Hermione con Draco Malfoy mentre passeggiavano e parlavano, e ignoravano il mondo intorno a loro, e Hermione lo ascoltava attentamente, come mai aveva ascoltato Ron, e che il suo cuore era andato in frantumi.

Ginny lo aveva compreso, e per questo era andata via sbattendo la porta ed infischiandosene delle precauzioni anti-Babbani.

Harry lo aveva capito ugualmente e per questo era rimasto ad ascoltarlo e versare Firewhisky, con la solita espressione di chi non sa cosa dire.

 

 

 

How did we all end up dead?”

 

I giorni del processo erano stati frenetici.

Hermione era soddisfatta del modo in cui era stata gestita l'istruttoria grazie all'aiuto di Draco, a tutti i preziosi ricordi che le aveva fornito, le testimonianze che aveva saputo indicare ed il contegno tenuto nelle varie udienze. C'erano concrete possibilità che Lucius Malfoy non venisse condannato ad Azkaban e che Hermione passasse alle cronache come una promessa dell'avvocatura magica.

Certo, nulla era dato per scontato, il Wizengamot non aveva più la guida illuminata di Silente, ma c'era ragione di ritenere che gli esiti dell'inflessibilità di Crouch fossero ancora ben impressi nella memoria collettiva, e ad ogni modo le influenze dei Malfoy dovevano contare qualcosa.

Hermione faceva sempre così quando era nervosa: sminuiva il proprio ruolo e aumentava i possibili ostacoli che le avrebbero impedito di raggiungere il risultato.

Nello stretto corridoio del Wizengamot, Draco e Narcissa le sorridevano nervosamente; Lucius Malfoy, l'uomo che quando era bambina le aveva suscitato prima terrore poi disgusto, camminava nervosamente avanti e indietro.

Era un'ora che il Wizengamot si era chiuso per deliberare ed Hermione non ne poteva più dell'ansia dei Malfoy.

Ripassò mentalmente l'arringa finale, le facce dei giudici, le loro espressioni; sul momento aveva avuto l'impressione di essere riuscita a creare un dubbio nella loro mente. Confidava in una comoda condanna ai domiciliari, se non proprio nell'assoluzione completa.

Aveva provato a giocare le carte del dubbio, dell'insufficienza di prove e del ravvedimento di Lucius dopo la precedente condanna ad Azkaban. Si disse che forse c'era speranza.

Draco la fissava con i suoi occhi ghiaccio e in quel momento era certa che si stesse pentendo di averle affidato un incarico tanto importante.

Il giorno che si era presentato da Hermione aveva messo le cose in chiaro: un avvocato giovane, l'eroina del Mondo Magico, Nata Babbana per giunta, avrebbe influito sul collegio dei giudici e Draco aveva dovuto ammettere che lei era sempre stata la migliore.

Quando Hermione aveva alzato il sopracciglio domandando perché avrebbe dovuto accettare quell'incarico, Draco le aveva risposto che una giovane avvocatessa come lei avrebbe avuto la carriera spianata vincendo quella causa. Inoltre, lei aveva visto l'esitazione di Draco, i tentennamenti di Lucius e sapeva della menzogna di Narcissa: nessuno avrebbe saputo che quella difesa era soprattutto vera. Nessuno, oltre a lei, poteva immaginare cosa significasse vivere con Voldemort, Bellatrix e tutti i Mangiamorte in casa.

Draco l'aveva convinta puntando sul suo senso di giustizia, ed era per questo che aveva accettato il caso e, per evitare ogni possibile accusa in caso di sconfitta, aveva coinvolto Draco nell'istruzione della difesa.

Avevano passato giorni interi ad esaminare prove, fare ricerche e preparare ogni singolo dettaglio di quella causa.

Hermione aveva vissuto nuovamente gli ultimi giorni della guerra, la furia di Lord Voldemort e la follia dei Lestrange, aveva persino visto la propria tortura e scorto uno sguardo di profondo dispiacere in Draco.

La porta dell'aula si aprì e l'assistente del Presidente del Wizengamot uscì a chiamarli.

Il collegio era in piedi e il Presidente pronunciò il verdetto: assolto.

Hermione si guardò intorno sorpresa, vide una lacrima lottare per non uscire dagli occhi di Narcissa Malfoy, vide Draco incredulo abbracciare il padre e poi stringere lei in un abbraccio.

Hermione sentì le braccia sottili di Draco stringerla, i suoi capelli fini sfiorarle le guance e la voce bassa sussurrarle: “Grazie, Granger.”

Hermione, imbarazzata, gli diede una pacca sulla spalla e lo invitò a riprendere il contegno.

Quella sera dovette accettare l'invito a cena dei Malfoy, e mai avrebbe immaginato quanto affetto potesse esistere tra quelle mura domestiche.

 

How did we all end up dead?”

 

Nel mezzo di quella famiglia, Hermione sentì il vuoto della propria vita.

Era passato poco più di un anno e non aveva quasi più alcun contatto con coloro che avevano fatto parte della sua vita. Persino i suoi genitori, una volta tornati dall'Australia, erano stati assorbiti dal loro lavoro nello studio dentistico. Oramai, la madre la vedeva sempre meno, ed Hermione non riusciva a sostenere lo sguardo quando le chiedevano di Harry e dei Weasley.

Dopo un anno, Ron le mancava terribilmente. Era stata sciocca a tagliarlo fuori dalla sua vita come se niente fosse, come se lui non fosse stato importante, solo perché era andata nel panico per la pressione del tirocinio e degli esami incombenti, mentre Harry e Ron sembravano sempre così rilassati, e parlavano di cose più grandi di loro: una casa, il matrimonio, i figli, ed Hermione, semplicemente, non poteva reggere.

Adesso in casa Malfoy, circondata dagli onori della cronaca, avvertiva la propria solitudine come un insostenibile peso, e avrebbe avuto bisogno della leggerezza di Ron e Harry per apprezzare le prospettive del futuro.

 

 

How did we all end up dead?”

 

La sera seguente Hermione percorreva i vicoli di Diagon Alley diretta a casa. Non aveva alcuna voglia di tornare da Grattastinchi, e si disse che forse stava cercando di allontanare anche il suo amico fidato, l'ultimo essere che le fosse rimasto vicino.

Passando accanto la gelateria di Florian Fortebraccio venne richiamata dalla voce allegra di Draco.

Malfoy le si avvicinò e con il suo solito ghigno sfottente le domandò se avesse sentito la sua mancanza, o se era stata troppo impegnata a rispondere alle domande di Rita Skeeter.

Sulla prima pagina della Gazzetta del Profeta capeggiava la foto dell'assoluzione di Lucius Malfoy, più in basso, Draco abbracciava Hermione e Rita si domandava se fossero stati gli occhi color del miele o il caramello dei suoi boccoli a stregare il giovane erede dei Malfoy.

Hermione inorridì alla prospettiva.

Certo, i Malfoy si erano rivelati migliori di quello che aveva sempre pensato, ma era seriamente intenzionata a conservare la propria indipendenza e non assumere nessuno dei numerosi obblighi degli appartenenti all'aristocrazia magica.

Draco l'accompagnò lungo la strada, chiacchierando come non aveva mai fatto in quei mesi di duro lavoro processuale, decisamente sollevato dall'assoluzione paterna.

Hermione non sapeva dire se anche lui si sentisse solo, se gli appartenenti al suo mondo lo giudicassero un vigliacco e gli altri non si fidassero, ma lei era sola, e lui aveva solo lei, e così continuarono a parlare, a ricordare i momenti salienti del processo, e l'adrenalina della vittoria ancora doveva scemare.

Giunsero sotto l'appartamento di Hermione, di fronte la bottega di Madama McClan e Draco non accennava a voler smettere di parlare. Hermione, sorridendo nervosamente, fu costretta ad avvisarlo di essere arrivata a casa, lesse il disappunto nei suoi occhi e lo vide augurarle la buona notte con il tono di chi non vuole tornare nella propria solitudine.

Probabilmente fu la prospettiva della solitudine che fece fare ad Hermione qualcosa che non avrebbe mai pensato di fare: si sollevò sulle punte e posò un bacio sulle labbra di Draco, sussurrandogli: “Buona notte."

Draco rimase di stucco, e nel momento in cui le labbra di Hermione si allontanarono dalle sue, recuperò le distanze e la baciò stringendola tra le braccia.

I capelli biondi le solleticavano il viso, le labbra sottili erano così diverse da quelle di Ron, ma Hermione non baciava nessuno da più di un anno e in quel momento le labbra di Draco erano meravigliosamente morbide.

Draco la spinse leggermente contro la porta d'ingresso ed Hermione lo invitò a salire da lei. Non ci fu tempo per fare gli onori di casa, né per mostrargli la disposizione delle stanze, forse era passione, o forse nessuno dei due voleva rimanere solo.

Hermione fece un incantesimo contraccettivo non verbale, mentre Draco le sollevava la gonna; gli indumenti finirono rapidamente sul pavimento ed Hermione poté solo constatare che il tocco di Draco le rivelava l'assenza di Ron, il suo essere appassionato ed impacciato, le risate e le attenzioni che lui le rivolgeva.

Draco era meccanico, preciso, diretto, ma nulla di ciò avrebbe fatto perdere la testa ad Hermione, anche se doveva ammettere che era piuttosto bravo.

Quando Draco le entrò dentro, si guardarono negli occhi e vi si poteva leggere il desiderio di entrambi di non essere soli. Fecero l'amore, perché era quello che cercavano entrambi, ed anche se nessuno dei due amava l'altro, riuscirono a lasciarsi andare e dimenticare la solitudine per qualche ora. Draco le sorrideva ed Hermione riusciva a credere che quanto aveva sentito bisbigliare tra le Serpeverdi era vero, anche se lei avrebbe perso il controllo solo con Ron, perché lui era la sua metà.

La mattina seguente, una pioggia lenta e costante rendeva il mondo fuori la finestra di Hermione di un grigio indistinto. Trascorse la mattinata con Draco, mentre Grattastinchi gli soffiava contro e Draco rideva di quello stupido gatto.

Quando Draco andò via, Hermione scoppiò a piangere.

 

 

Sunday morning when the rain begins to fall

I've got the cure for it all”

 

Hermione pianse. Si lasciò andare e pianse come non aveva mai pianto, come non piangeva da quando Lavanda Brown si era messa in mezzo a lei e Ron.

Verso sera, quando fuori aveva smesso di piovere, Hermione aveva gli occhi rossi, l'aria sconvolta ed era giunta ad una risoluzione.

Si Smaterializzò immediatamente, in pigiama, pantofole e con il fazzoletto in mano, fin sull'uscio della porta che aveva lasciato da più di un anno.

Senza sapere nulla, e nulla le importava più, suonò al campanello e quando Ron le aprì la porta, Hermione gli lanciò le braccia al collo e scoppiò di nuovo in lacrime.

Ron non disse nulla, la fece entrare in casa, ed Hermione continuò a piangere sotto lo sguardo arrabbiato di Ginny, quello interdetto di Harry, Molly, Arthur, Percy e Audrey e quello sornione di Bill, Fleur e George.

Solo dopo aver finito di piangere, allontanandosi dalla spalla di Ron, si accorse della presenza dei Weasley. Ron la strinse a sé e le disse solo: “Bentornata a casa.”

Poi, venne strappata alle braccia di Ron e stritolata da Molly, che l'abbracciò come aveva abbracciato Percy qualche anno prima e da quel momento Hermione riuscì a non piangere più per molti anni a venire.

 

Dopo la notte trascorsa con Hermione, Draco Malfoy non la cercò né si fece sentire, e solo dopo qualche mese Hermione lesse l'annuncio del suo fidanzamento con Astoria Greengrass sulla Gazzetta del Profeta.

Non ebbero mai modo di parlarne, e forse non ce ne era nemmeno bisogno, ma ogni volta che si incrociavano per le vie di Diagon Alley entrambi sapevano di avere accanto la persona giusta.

   
 
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