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Autore: Tigre Rossa    02/09/2013    2 recensioni
'La creaturina barcollò verso di lui, squittendo dolcemente, e si strofinò contro la mano destra di lui, già aperta e tesa per accoglierla.
Una scossa attraversò il corpo del ragazzo e sul suo palmo apparve un luminoso gedwey ignasia, sancendo per sempre il loro legame.'
La nascita di un Cavaliere dei Draghi e della sua Dragonessa. La nascita di un eroe. La nascita di una leggenda, anzi, di due. Si, perchè senza Brom il Cavaliere non sarebbe esistito neanche Brom il ribelle e senza Brom il ribelle non sarebbe mai esistito neanche Eragon l'Amazzatiranni.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Brom
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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L’inizio di una leggenda
 
 

Una lunga fila di bambini stava di fronte ad un anziano Cavaliere dei Draghi Elfico dai lunghi capelli bianchi e al suo drago, una creatura possente color dell’oro.
 
Come ogni anno l’Ordine dei Cavalieri aveva mandato in ogni città, ogni campagna e in ogni paesino un uovo, protetto da un Cavaliere e dal proprio Drago, in modo che il cucciolo di drago in esso sopito potesse trovare con facilità il proprio cavaliere, un’impresa che poteva durare anni, decenni, a volte anche secoli, perché un drago non nasce se non in presenza del proprio cavaliere.
L’opportunità di toccare l’uovo era concessa solo ai bambini e alle bambine di dieci anni, ma mai, in quel paesino dimenticato dal mondo, era sorto un Cavaliere. Eppure i piccoli non perdevano le speranze e sognavano di poter essere scelti da una di quelle possenti creature.
 
La fila si stava ormai esaurendo e il Cavaliere elfico sospirò. Erano anni che quel piccolo uovo color zaffiro veniva toccato da centinaia di bambini, sia umani che elfici, eppure non si era mai schiuso. E neanche quel anno aveva trovato il suo Cavaliere.
Non temere gli disse mentalmente il drago d’oro sono sicuro che lo troverà, prima o poi.
L’elfo annui Speriamo.
 
Il sole stava tramontando e tirava un po’ di vento quando si fece avanti l’ultimo bambino.
I due lo osservarono con attenzione. Era piccolo e minuto, dall’aspetto fragile e delicato, aveva corti capelli neri e ricci e uno sguardo intenso e profondo, blu come il cielo. Sembrava molto più piccolo della sua età, eppure in lui c’era una strana calma e una strana sicurezza che misero in suggestione il Cavaliere e la sua creatura.
 
Il bimbo si avvicinò al piccolo uovo azzurro con il cuore che gli batteva a mille. Era sempre stato affascinato dal mondo dei Draghi e dei Cavalieri dei Draghi e mai aveva pensato di poter un giorno avere la possibilità di diventare uno di loro. Eppure, in quel momento così importante, non pensava a quella remota ma affascinante possibilità, ma pensava al cucciolo di drago che riposava in quel piccolo uovo.
“Chissà come deve essere triste rimanere chiusi in un uovo invece di poter volare liberi nel cielo” pensò il ragazzino “ e dover aspettare e aspettare fino a quando non giungerà una persona pronta a prendersi cura di lui. Chissà quanti bambini ha già incontrato questo drago, e chissà quanta delusione ha provato lui nel sentire ogni volta che non erano le persone giuste!”
E così, senza pensarci e volendo dare conforto al piccolo drago, accarezzò l’uovo.
 
Sentì un brivido attraversargli il braccio e vide che l’uovo iniziò a tremare e a scuotersi da solo. D’istinto alzò il braccio ed indietreggiò, guardando con tanto d’occhi lo spettacolo che stava avvenendo, mentre l’elfo e il drago trattennero il fiato.
Una crepa apparve sulla superficie azzurra e il bambino senti un fremito al cuore. Un battito, due battiti, tre, quattro, cinque battiti. Il suo cuore andava veloce, troppo veloce. Sembrava un tamburo impazzito che non poteva fermare.
Altre crepe continuarono ad apparire ed ad infrangere il duro guscio chiuso da troppo tempo, come se volessero ricuperare il tempo perduto.
Tutto il villaggio rimase immobile, in attesa del miracolo.
E poi l’uovo esplose, mostrando al mondo un piccolo cucciolo di drago color del cielo.
 
 
La creatura appena nata barcollò un po’, cercando di mettersi in piedi, e dispiegò le lunghe ali.
Alzò la testolina e guardò con curiosità il ragazzino che gli stava di fronte. Aveva dei grandi occhi intelligenti,  profondi e dolci, brillanti come le stelle del cielo.
Quello scambio di sguardi diede coraggio al bambino, che si avvicinò piano al draghetto.
La creaturina barcollò verso di lui, squittendo dolcemente, e si strofinò contro la mano destra di lui, già aperta e tesa per accoglierla.
Una scossa attraversò il corpo del ragazzo e sul suo palmo apparve un luminoso gedwey ignasia, sancendo per sempre il loro legame.
 
 
Il cielo era pieno di stelle e il bambino teneva in braccio il suo drago, a dire il vero la sua dragonessa, e la accarezzava dolcemente, mentre ella faceva le fusa.
L’elfo e il drago color dell’oro entrarono nella tenda dove avevano mandato il ragazzo subito dopo la schiusa dell’uovo e guardarono con affetto i due nuovi arrivati.
“Dovrai darle un nome, ragazzo.” disse l’elfo, sedendosi accanto a lui. Il bambino alzò lo sguardo e lo guardò sorpreso, non avendolo sentito arrivare.
Un bel nome, da vera dragonessa gli disse mentalmente il drago d’oro, facendolo sobbalzare.
Il ragazzo abbassò lo sguardo su di lei e continuò ad accarezzarle la testolina “Nessun nome sarebbe bello come lei.” disse con una voce profonda, una voce più adulta di egli stesso.
“Allora scegli bene.” lo incoraggiò l’elfo.
Il ragazzo ci pensò un po’ “Saphira” disse infine”Il tuo nome sarà Saphira. Ti piace?” La dragonessa alzò la testolina e lo guardò felice, squittendo la propria approvazione. Lui le sorrise e le grattò il collo, facendola squittire nuovamente.
L’elfo e il drago si lanciarono uno sguardo felice e sorrisero.
Saphira e Brom mormorò il drago d’oro Qualcosa mi dice che saranno nomi da ricordare, Oromis.
L’ elfo annuì Ho la stessa sensazione, Glaedr.
Dopo di che uscirono, lasciando Brom e Saphira da soli.

 
  
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