Capitolo1
Tutto iniziò con una lettera.
Kagome la teneva tra le
mani, studiandola attentamente. Doveva essere una lettera d’amore. La busta era
di colore rosa e la calligrafia ben curata. Chi aveva scritto quella lettera
aveva scelto una penna stilografica e un inchiostro non molto comuni.
Voltò la busta e sorrise.
Era divertente pensare che il suo esigente capo fosse il destinatario di
un’altra di quelle stravaganti missive!
Kagome lavorava per
Inuyasha Isoshi da più di tre mesi ed era felicissima. La società era in forte
crescita, i colleghi giovani e dinamici e lo stipendio molto alto. I dipendenti
erano per novanta per cento uomini e per il dieci donne. Gli uomini alla Isoshi
Company si somigliavano tutti nei modi e nel linguaggio, e non erano per nulla
attraenti.
L’eccezione che confermava
la regola era proprio Inuyasha Isoshi, il suo capo. Lui non apparteneva allo
stereotipo dell’esperto di informatica, era un altro pianeta. La maggior parte
dei colleghi non aveva nessun gusto nel vestire e si radeva di rado ma Inuyasha
era diverso, passava dal barbiere ogni settimana e suoi capelli non erano mai
troppo lunghi o troppo corti. Con i capelli neri e gli occhi color ambra,
sembra sempre uscito dalla copertina di un giornale di moda maschile.
Peccato che lei non lo
trovasse attraente…
Diede un ultimo sguardo
alla lettera e poi alzò gli occhi proprio quando la porta dell’ufficio si aprì
ed entrò il suo capo. Inuyasha non era sposato nonostante fosse uno degli
uomini più affascinanti del Giappone.
“ Buongiorno, Inuyasha”
disse lei con gentilezza. La nuova assistente gli piaceva. Piena di entusiasmo
e di iniziativa, anche il suo modo di vestire era adatto al ruolo che
ricopriva.
Inuyasha voleva che le sue
collaboratrici fossero superefficienti e non troppo vistose, e Kagome
dimostrava entrambe queste qualità.
“ Buongiorno, Kagome”
disse mentre appoggiava a terra una pesante ventiquattrore pesante di pelle
marrone.
“ Buongiorno. Allora,
com’è andata a teatro?” domandò lei.
Inuyasha alzò le
sopracciglia. Le aveva parlato dello spettacolo teatrale?
“ È stato… piacevole.”
“ Io sono stata a vedere
quello spettacolo e l’ho trovato spaventoso.”
“Davvero? Che
coincidenza…” rispose Inuyasha senza mostrare il minimo interesse per quello
che lei li stava dicendo. Se Kagome aveva un difetto, era sicuramente quello di
chiacchierare troppo.
“Forse adesso è meglio se
ci mettiamo al lavoro, non credi?”
“ Vuoi che prepari un
caffè?” chiese lei con entusiasmo.
La risposta fu fredda.
“Non per me. Ho appena fatto colazione.”
“Oh, d’accordo. Guarda che
cosa è arrivato per posta questa mattina” disse rimanendo seduta alla scrivania
e alzando la mano che reggeva la busta rosa.
“ Mmh…?” chiese lui, con
aria assente.
“ È una lettera.”
Inuyasha fece una pausa
mentre appendeva la giacca di fine lino all’attaccapanni. Diede un rapido
sguardo alla lettera, da lontano.
“Lo vedo che è una
lettera!”
“ Un’altra lettera” sottolineò Kagome.
“ Buttala nel mio
cestino.”
Kagome non riuscì a
trattenersi. Qualcuno aveva preparato quella lettera con cura e Inuyasha non si
degnava neppure di aprirla. “ Non hai intenzione di leggerla?” chiese sorpresa.
Lui si voltò, negli occhi
color ambra apparve un lampo di irritazione. Quella ragazza parlava come se
fosse sua madre. “ Scusa?”
“ Ho notato altre lettere
con la stessa calligrafia e tu…”
“ E io cosa…?” la interrupe lui.
“ Non ti sei neppure
preoccupato di leggerle” concluse Kagome.
“ Ti sbagli” la corresse
Inuyasha scuotendo la testa, “ dire che non mi sono preoccupato di leggerle
presume il fatto che io sia negligente e scorretto. Invece io ho
volontariamente scelto di non aprirle.”
La curiosità di Kagome
crebbe, si domandava chi fosse il mittente misterioso.
“ Posso allora chiederti
perché?”
Inuyasha la fulminò con lo
sguardo.
“ No, non puoi chiederlo!
Tu vieni pagata per assistermi non per interrogarmi! Quindi ti consiglio di
aprire immediatamente l’agenda ed elencarmi gli appuntamenti di oggi! È metti
quella lettera nel mio cestino.”
Quel tono non piacque a
Kagome. Pensò al suo stipendio e convenne che fosse meglio non andare oltre. Si
nascose dietro un educato sorriso di convenienza.
L’arredamento del ufficio
era costituito da due grandi scrivanie, l’una di fronte all’altra, e ciò non
favoriva certamente Kagome che poteva rilassarsi soltanto quando il suo capo
non era fisicamente presente. Ma questo succedeva molto raramente. Su un
piccolo tavolo di cristallo, i fiori freschi venivano portati ogni settimana. A
l’ora di pranzo dalla reception ricevette una telefonata: Naraku Katai era arrivato e si aspettava di
essere ricevuto.
“ Okay, Kagome. Sai dove
trovarmi. Ci vediamo fra un’ora” disse uscendo dall’ufficio.
Kagome stava per scartare
il suo panino al formaggio, quando squillò il telefono.
“ Ufficio di Inuyasha
Isoshi. Sono Kagome, posso aiutarla?”
Ci fu un attimo di pausa e
poi una voce di giovane donne chiese: “ Inuyasha non c’è?”
“ Mi dispiace, è appena
uscito per un pranzo di lavoro” rispose Kagome, con professionalità.
“ Oh, capisco.” La voce
sembra appartenere a una ragazza molto giovane.
“ Devo lasciare un
messaggio?”
“ No!”
“ Devo riferire a Inuyasha
che l’ha cercato…”
“ No, no! Non ha
importanza, davvero…” La ragazza dell’altro capo del telefono pareva molto
dispiaciuta e così lei si senti autorizzata a ripetere la domanda. “ Sei
sicura? Sei vuoi posso lasciargli un messaggio. Sarà di ritorno molto presto.”
“ A dire il vero… non so
se dovrei…”
Kagome intuì che la
ragazza voleva dire qualcosa ma non ne aveva il coraggio. “Dimmi pure, con me
puoi parlare” la incalzò.
“ Ma… sai dirmi se oggi
Inuyasha ha aperto la posta?” chiese la ragazza, con voce incerta.
Lei intuì tutto al volo:
stava parlando con chi aveva scritto la lettera orsa e profumata. “ Inuyasha
riceve sempre molta posta, elettronica e non” rispose Kagome con gentilezza.
Non poteva dire a quella poverina che le sue lettere venivano regolarmente
cestinate.
“ Ah, capisco..!”
“ Ti faccio richiamare…”
“ No! Tanto lo vedrò
questo fine settimana!”
La conversazione si
interrupe senza che Kagome potesse aggiungere altro.
Inuyasha rientrò in
ufficio dopo le due e andò a sedersi alla scrivania, salutando la sua
assistente con un impercettibile cenno del capo.
“Inuyasha?” Kagome attirò
la sua attenzione.
“Si…?”
“Mentre eri a pranzo col
cliente, ha telefonato la tua ragazza.”
Lui alzò il volto e la
osservò con intensi occhi ambra.
“Ah, davvero?” C’era
qualcosa nel suo tono che non piacque a
Kagome.
“ Si. Circa mezz’ora fa”
rispose lei.
“Di quale amica stai parlando, scusa?” la corresse
lui.
“ Intendi dire che ne hai più di una?” Lei non riuscì a nascondere
il tono di disapprovazione e di accusa con cui aveva formulato la domanda. Dopo
un minuto di silenzio in cui Inuyasha fu tentato di alzarsi e comunicarle che
il loro rapporto lavorativo era finito, si calmò. Non poteva caciare una valida
collaboratrice per cos’ poco!
Inuyasha continuò a
guardarla con severità “ E vuoi dirmi il suo nome?”
“Ehm… in realtà non lo
so.”
“Non lo sai” ripeté lui,
con animosità
“No.”
“Non sai chi mi ha
cercato?”
“Ecco io…”
“Non sai che dare i
messaggi incompleti è una delle cose più irritanti di questo mondo
? Non sono mai riuscito a tolleralo, neppure dal mio compagno di stanza di
università. Figuriamoci se l’accetto da una mia collaboratrice!”
“ Mi ha detto che ti ha
scritto e…”
“ E…”incalzò lui.
“ Che vi vedrete il
prossimo fine settimana. Io penso che quella poverina si merita al meno una
risposta alle sue lettere.”
Inuyasha scoppiò a ridere
fragorosamente. “ Tu credi?” chiese lui con ironia. “ Non mi conosci affatto!
Altrimenti sapessi che non ho tempo da perdere con una ragazzina!”
“ Una… ragazzina?” Chiese
lei stupita.
“Io ho trenta anni. Non ho
più l’età per seguire chi né ha appena
venti.”
“Hai una relazione con una
di vent’anni?” chiese Kagome abilita.
Inuyasha divenne rosso
dalla rabbia. “Certo che no!” Inuyasha sospirò. Aveva sempre cercato di tenere
fuori la sua vita privata dalla azienda, ma Kikyo aveva telefonato in ufficio e
questo significava che da quel giorno in avanti non avrebbe avuto pace. Tanto
valeva parlarne con Kagome.
“ Si chiama Kikyo e pensa
di essere innamorata di me.”
“ Perché?”
Lui scoppiò a ridere “ Tu
che pensi?” chiese provocandola, “ ritieni che io l’abbia corteggiata da quando
era nella culla?”
“ Inuyasha!”
“Forse dovrei parlartene!”
disse lui a bassa voce. Si sedette alla scrivania e si passò una mano nei folti
capelli.
“Okay” disse aggiungendo
dopo alcuni istanti. “ Ti racconterò la storia di Kikyo, così mi dirai la tua
opinione” disse lui, accompagnando la frase con un sorriso.