Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
Ricorda la storia  |       
Autore: Son of a preacher man    06/09/2013    11 recensioni
- Ha dimenticato il resto.
Ride, mostrandomi la sua dentiera, e si raddrizza gli occhiali.
- Grazie caro, vedo che l'educazione esiste ancora nel nostro paese!
Le sorrido, prima di allontanarmi.
- Ma scusi, posso chiederle una cosa? - mi blocca lei, intimidita.
- Dica.
- Come mai va in giro a piedi nudi?
Il sole mi sta sciogliendo, sento un braccio che ha perso sensibilità e l'altro in preda a degli spasmi.
Scrollo le spalle per rispondere alla signora, facendo finta di nulla, notando le dita che mi si stanno screpolando, insieme alle nocche che variano il loro colore verso il violaceo.
L'occhio destro comincia a muoversi senza il mio consenso, si sta scaldando.
Devo coprirmi, ora.
- Sicuro di stare bene? La vedo pallido.
Io annuisco, prima di scattare sotto una tettoia.
Passo la lingua sul mio labbro superiore, screpolato e grigiastro, e mi appoggio al muro, col fiatone.
Genere: Dark, Fluff, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Terza classificata al primo turno del contest "Autunno Originale" indetto da Faejer
 
Il fiorista
 
Non capisco quale sia il problema, sul serio.
Ammetto che vedere un fioraio a piedi nudi non sia cosa da tutti i giorni, ma in fin dei conti cosa c'è di così problematico? In fondo sono nel mio territorio, no? O meglio, sotto casa mia dato che abito al piano di sopra.
Fatto sta che non capisco come mai siano tutti così inquieti nel vedermi scalzo.
Mi piace. Le piastrelle sono fresche, soprattutto in queste afose giornate di Luglio.
Mi raddrizzo il cappello di paglia, mentre porgo un vaso di gerani alla vecchietta di fronte a me.
- La ringrazio. - esclama lei, porgendomi una banconota da dieci.
- Sono io a ringraziarla. - ribatto divertito, facendole l'occhiolino.
Mentre si allontana dal negozio, noto di aver dimenticato di darle il resto.
Corro immediatamente all'aperto, per porgerle quei pochi euro che ha dimenticato sul bancone.
Mi accorgo solo in questo momento del sole che sbatte in faccia i propri raggi, così dannatamente caldi.
Dubito che un altro avrebbe agito come ho fatto io, soprattutto in un mondo in crisi come il nostro.
Passo in mezzo alla strada, sperando di averla riconosciuta.
La luce cocente sta ustionando la mia pelle, ma non ci posso fare molto.
- Signora! Scusi, signora!
Lei si gira, mi riconosce e si avvicina.
- Ha dimenticato il resto.
Ride, mostrandomi la sua dentiera, e si raddrizza gli occhiali.
- Grazie caro, vedo che l'educazione esiste ancora nel nostro paese!
Le sorrido, prima di allontanarmi.
- Ma scusi, posso chiederle una cosa? - mi blocca lei, intimidita.
- Dica.
- Come mai va in giro a piedi nudi?
Il sole mi sta sciogliendo, sento un braccio che ha perso sensibilità e l'altro in preda a degli spasmi. Scrollo le spalle per rispondere alla signora, facendo finta di nulla, notando le dita che mi si stanno screpolando, insieme alle nocche che variano il loro colore verso il violaceo. L'occhio destro comincia a muoversi senza il mio consenso, si sta scaldando. Devo coprirmi, ora.
- Sicuro di stare bene? La vedo pallido.
Io annuisco, prima di scattare sotto una tettoia. Arrivato a destinazione, respiro profondamente e attraverso il mio labbro superiore con la lingua, notando che è screpolato e grigiastro, infine mi appoggio al muro, ancora col fiatone.
La mano sta riprendendo sensibilità.
Ci è mancato pochissimo, sarei potuto esplodere proprio in mezzo alla piazza.
Noto di essere fuori da un bar. I signori mi guardano malissimo, seduti ai tavoli. Non so come mai, probabilmente sempre per la storia delle scarpe.
E' un'abitudine che ho sviluppato negli ultimi anni. Non riesco a infilare nulla, nemmeno i calzini. Massimo sandali o infradito, ma solitamente girovago per la città scalzo. Sia chiaro, non ho un numero enorme o delle mutazioni genetiche alle gambe.
Con totale libertà dei piedi riesco a correre più veloce, sento il sangue scorrere meglio, mi tranquillizzo più rapidamente... è come se sentissi il contatto con la terra.
Gli altri non capiscono, ma non pretendo che possano farlo. Non sono come me, non lo saranno mai.
Ritorno dietro al bancone da fiorista, togliendomi il cappello e spettinandomi il ciuffetto biondo.
Le nocche stanno ritornando sul biancastro, le dita sembrano aver ripreso sensibilità.
D'estate rischiamo molto di più, il sole è molto più visibile e forte, la corruzione dentro di noi risale prima.
Non è una vita facile, ma  non ho altra scelta se non sopportare il dolore in silenzio.
Sbuffo, prima di sentire l'odore di un altro cliente e rimettermi in testa il cappello di paglia.
Un giovane sui quindici anni entra imbarazzato, prima di avvicinarsi e sorridermi.
Moro, bassino, lentiggini e occhi verdi, coperti da un paio di occhiali molto sottili.
- Salve, cosa posso fare per lei? - chiedo semplicemente, ricambiando la cortesia.
- Devo prendere dei semi di margherita.
Io annuisco, indicando con l'indice il distributore di bustine alla mia sinistra.
Lui mi ringrazia, io ricambio, notando che il sole sta battendo ancora fortissimo.
   
 
Leggi le 11 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni / Vai alla pagina dell'autore: Son of a preacher man