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Autore: Francine    14/09/2013    3 recensioni
Frammenti di vita quotidiana, sparsi nello spazio e nel tempo, all'ombra del Grande Tempio di Athena.
(Personaggi serie classica e Lost Canvas)
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Caleidoscopio'
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#1- Il Prestigiatore del ghiaccio

 
Prompt: Libro
Titolo: Il Prestigiatore del ghiaccio
Autore: Francine
Fandom: Saint Seiya – The Lost Canvas
Personaggi: Fluorite, Madame Fraille, Dégel, Sasha
Genere: Commedia
Rating: Verde
Avvertimenti: Da collocarsi dopo il Gaiden di Dégel
Lunghezza: (conteggio parole e numero pagine) 963/ 2
Eventuali note dell’autore (o alla fine se contengono spoiler):Oh Dégel, Dégel, perché sei tu Dégel?(cit.)
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Si scrive soltanto una metà del libro, dell'altra metà si deve occupare il lettore.
(Joseph Conrad, Lettera a Robert Bontine Cunninghame Graham, 1897)



È quando posa la penna sul tavolo, si massaggia gli occhi e stiracchia le spalle indolenzite che si accorge di un piccolo, minuscolo particolare. Che tanto minuscolo poi non è. Non conosce il suo indirizzo. Non sa dove spedirgli il suo regalo.
Come faccio adesso?!, pensa. Senza accorgersi di averlo fatto ad alta voce. Talmente alta che madame Fraille, adesso madame Caillou, entra nella sua stanza senza bussare.
«Che succede, Flore?»
Flore, che quando si sono conosciute qualche anno addietro si chiamava Fluorite, sobbalza sulla sedia. «Ah, madame. Siete voi.»
«Tutto bene? Ti ho sentito gridare…», e lo sguardo di madame Fraille, ora madame Caillou, si posa sullo scrittoio della ragazza che ha adottato come figlia dopo quella sera sciagurata a palazzo de Garnet. «Non dirmi che hai di nuovo versato l’inchiostro sul manoscritto», chiede la donna avvicinandosi. Ma i fogli sono intatti. Immacolati. E anche le dita di Flore sono pulite. Più o meno.
«No, il manoscritto è intatto. Ho finito. Adesso lo lascerò in un cassetto per un mese, poi lo correggerò e lo manderò all’editore F. Il problema è un altro…»
Madame Caillou piega la testa di lato. «Sarebbe?»
«Avevo pensato di inviarne una copia a quella persona. Come dono, sapete. Però… mi sono dimenticata di chiedergli il suo indirizzo!»
Madame Caillou pone le mani l’una nell’altra e fissa un punto indistinto dello scrittoio. Sta pensando. In effetti, è un problema non avere un indirizzo vero e proprio a cui spedire una copia del romanzo. Cosa scrivere sul pacco?  Atene? Grecia? No, troppo generico. Nessun ufficio postale accetterebbe un invio del genere. Né tantomeno possono indicare come destinatario “Cavalieri di Athena”.  Vincerebbero un posto presso il più vicino… com’è che li chiamano adesso? Ah, si. Manicomio. A madame Caillou, ex madame Fraille, l’idea non alletta. Neppure un poco.
«Non potreste… non potreste chiedere a qualche amico di vostro marito?», domanda Flore guardandola con i suoi occhi grandi e fiduciosi. No che non può. Sarebbe come andare all’ufficio postale, se non peggio.
«Credo… credo proprio di no», e negli occhi della ragazza dilaga uno sconforto doloroso. «Sono tempi difficili, questi. Il nostro paese …» Madame Caillou si ferma.  «Però… forse….»
«Forse?», l’incalza Flore.
«Forse un sistema ci sarebbe», dice con un sorriso. Madame Caillou, ex madame Fraille, sorride di rado, ma quando accade, il suo viso si illumina e infonde agli altri speranza. Fiducia. La stessa che prova Flore specchiandosi in quegli occhi blu.
«Davvero? E quale?»
 

È da qualche giorno che Kardia non si fa vedere in giro. Sasha lo sta cercando, e quando Sasha cerca di lui significa una cosa sola: vuole andarsene a fare un giro in città, in Europa, sulla Luna non le importa. Vuole spezzare la monotonia delle giornate sempre uguali passate al Santuario. Lui non ha grossi problemi a portarsela dietro. Sasha è simpatica. Un po’ troppo chioccia e apprensiva, magari, però è uno spasso.
Il problema è che il Grande Sacerdote non approva che la dea Athena metta il suo divino nasino fuori dalle rassicuranti e protettive mura del Santuario. E a nulla vale dire che è un ordine della dea Athena in persona. Il Sommo Sage sorride comprensivo ed abbassa la testa davanti a Sasha, ma quando lei rientra nei suoi appartamenti il suo sguardo è pervaso da una furia assassina.  
«Devi dirle di no!», ringhia, e da come si gonfiano le vene che ha sul collo, teme che possa scoppiargli un embolo da un momento all’altro. «Che cosa succederebbe se le accadesse qualcosa?!»
Ed è questo che a Kardia brucia di più, non tanto la reprimenda del Sommo Sage, quanto il fatto che lui non sia tranquillo nel saperla accanto allo Scorpione. Crede davvero che permetterebbe che le torcessero anche un solo capello?
Per cui, onde evitare seccature, Kardia è sceso ad Atene. Da solo. E gli ha fatto giurare di non dire a nessuno dove sia andato. Men che meno a Sasha. «Altrimenti ti tolgo il saluto», e lui sa che Kardia, quando vuole, sa essere un uomo di parola. Così non si stupisce quando Sasha si presenta all’Undicesima Casa.
«Bonjour, Dégel», gli dice con una piccola riverenza. Ha voluto che le insegnasse qualche parola di francese, e Dégel scopre che il suo accento migliora di giorno in giorno.
«Bonjour, Athena», replica lui inginocchiandosi. Non è lì per la lezione settimanale, lo sa bene. «Se state cercando Kardia non è qui.»
«Lo so», risponde lei avanzando. Ha le mani dietro la schiena. Nasconde qualcosa, e Dégel pensa si tratti di un regalo per il suo amico. Novembre è vicino, dopotutto. «Sto cercando te.»
Me? Gli occhi dell’Acquario si spalancano dalla sorpresa. «Dite pure.»
Sasha si avvicina e gli porge quello che nascondeva dietro la schiena. Un pacchetto dalla forma parallelepipeidale, avvolto in una carta ocra scuro. Lui lo prende, lo scarta e quando legge il titolo e l’autore i suoi occhi quasi minacciano di rotolare giù dalle orbite. Il racconto s’intitola Il Prestigiatore del ghiaccio. L’autore è un certo Dégel du Verseau.
«Perché non mi hai detto di aver scritto un racconto, Dégel?», gli chiede Sasha, un po’ delusa.
«Perché questo racconto non l’ho scritto io», risponde con assoluta sincerità. «C’è il mio nome, ma io non ho mai scritto un libro in vita mia. Li ho solo letti.»
«E allora com’è possibile?», domanda Sasha indicando il volume.
«Non lo so», le confessa l’Acquario. «È un bel mistero. Che ne direste di dipanarlo insieme?»
A Sasha brillano gli occhi. La delusione per non aver trovato Kardia è spazzata via dalla proposta di Dégel. «Ci sto!», dice battendo le mani per la felicità. E a Dégel non resta che affiancare due sedie, schiarirsi la voce e cominciare a raccontarle una storia che ha vissuto in prima persona. Con il sorriso sulle labbra.
 
   
 
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