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Autore: madelifje    15/09/2013    11 recensioni
Niall Horan è innamorato di Amy Styles.
Niall Horan ed Amy Styles hanno una figlia.
Amy frequenta il Royal College of Music con Ed Sheeran.
Ed Sheeran ha una cotta per Niall.
Amy Styles è la sorella di Harry.
Harry Styles ha una relazione con Sue, la migliore amica di Amy.
Louis Tomlinson è innamorato della sua amica Sue.
Bella, un'amica di Sue ed Amy, si è sposata di nascosto con Zayn Malik.
La cugina irlandese di Amy, Jules, aveva una relazione con Liam Payne.
-Che te ne pare? -chiesi bevendo la mia cioccolata.
-Un disastro.

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Seguito di "You always will be my angel" http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1264597&i=1
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '(Im)Perfect life'
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Strange Coincidences.

Juliet O’Malley”. Jules ammirò il cartellino plastificato in tutto il suo splendore ed assaporò le quattordici lettere in Times new roman. Tredici, perché l’apostrofo non era una lettera. Quel cartellino era stato stampato apposta per lei e quando se lo mise al collo non poté fare a meno di sorridere.
La segretaria, Mrs. Fincher, la guardava come se avesse assistito a scene simili decine di volte. E probabilmente era vero. Camminava spedita per gli ampi corridoi bianchi e luminosi mentre Jules le trottava dietro cercando di memorizzare il percorso. Avrebbe voluto mettere le ballerine. Poi era stata minacciata da Bella e sua sorella Madison, così aveva dovuto optare per dei tacchi neri in velluto acquistati due anni prima e mai messi.
Quel lavoro significava tantissimo per lei. E non solo perché amava i computer.
Quando ti chiami Juliet, la gente passa la vita ad augurarti di trovare il tuo Romeo. Ovviamente senza finale tragico. Tutti prendevano il capolavoro di Shakespeare come un esempio, un'aspirazione, un obiettivo da raggiungere. A Jules, che era sempre stata abbastanza ingenua, piaceva crederci. A diciannove anni pensava di esserci finalmente riuscita. Il suo Romeo si chiamava Liam, era praticamente perfetto ed era sicura che avrebbe passato il resto della vita con lui.
Non era andata così.
Si erano lasciati da sei mesi, la loro relazione non era riuscita a sopportare la distanza. Lui, Inghilterra e lei, bloccata in Irlanda. Non era uscita di casa per una settimana prima di trovare la forza di rimettere in sesto la sua vita. Per questo aveva bisogno di quel lavoro, per dimostrare agli altri (Liam) di potercela fare.
-Eccoci. –disse la Fincher aprendo una porta bianca –Questo è il suo ufficio.
Jules appoggiò la borsa su una scrivania grigia e vuota, proprio accanto ad una delle grandi finestre. Avrebbe sopportato la permanenza in quell’ufficio. Ne era convinta.
La Fincher era già passata oltre. Jules dovette correre per raggiungerla. Quando Mrs. Fincher svoltò inaspettatamente in un corridoio, la ragazza inchiodò e scivolò sul pavimento lucido.
-E qui c’è il suo diretto responsabile. –la donnetta non si accorse di nulla ed aprì un’altra porta.
Jules era a dir poco entusiasta. -Sa, sono davvero felice di essere qui. Voglio dedicarmi a questo lavoro senza imbarazzanti problemi person…
-Ehi.
Chiuse gli occhi e li riaprì lentamente. Niente da fare, lui era ancora lì e non c’era niente che lei potesse fare per impedirglielo.
I capelli corti, gli occhi marroni, quel sorriso che le aveva fatto tremare le gambe migliaia di volte. Non era cambiato di una virgola. Il suo Liam. No, non più. Era Liam e basta.
-Tu sei in Inghilterra. –disse.
-A quanto pare no, -commentò Liam con ovvietà.
Accidenti. Le faceva ancora quell’effetto, anche dopo tutto quel tempo. Era facile. Jules era quella gentile, quella ingenua, quella disponibile, l’inguaribile romantica. Non era più un’adolescente, perché doveva sentirsi attratta da Liam in quel modo? E perché lui doveva mettersi proprio quel maglione attillato?
No, Jules. L’abbigliamento di Liam non era più un suo problema.
E nemmeno il suo sguardo.
O il profumo.
Fanculo.
-Voi vi conoscete? –si intromise la Fincher.
-Poco. –si affrettò a precisare Jules. –Abbiamo qualche amico in comune.
-Oh, bene! –digitò qualcosa sul palmare -Payne, aiutala ad ambientarsi. Devo proprio scappare.
Liam annuì. -Benvenuta, Jules.
 
Quando la Fincher se ne fu andata, Jules sospirò. Dio, il destino o chiunque ci fosse lassù si stava sicuramente facendo una bella risata.
-Qualche amico in comune?
-Non è proprio una bugia.
-Giusto, è omissione di parte della verità. –quella situazione lo divertiva tantissimo. Dio, avrebbe voluto tirargli un pugno.
-Potevi dirglielo tu.- gli fece notare.
-Giusto anche questo. Vuoi che ti mostri la tua scrivania?
-Ci ha già pensato Mrs. Fincher. Credo proprio che me la caverò. Ho già del lavoro da fare. Stammi bene a sentire. Non voglio fare finta che non sia successo niente. O che tu non mi abbia fatto stare da cani. Ma ci tengo davvero a questo lavoro, non puoi nemmeno immaginare quanto. Non mi licenzierò, non farò niente che possa mettere a rischio il mio posto. Non è finita come volevamo, ma non possiamo farci più nulla. Sei libero di comportarti come vuoi, però tieni presente quello che ti ho detto. Stammi bene.
Girò sui tacchi altissimi e si diresse a grandi passi verso la porta. Non era più in grado di resistere alla voglia di abbracciarlo. Meglio andare via, prima di perdere l’ultimo briciolo di dignità. Ed era un briciolo molto, molto piccolo. Aveva già abbassato la maniglia quando Liam parlò.
-Sono davvero felice di vederti, Julie.
Anche lei. Il problema era proprio quello.
 
 
 
Bella Malik amava la notte.
Amava la musica, le luci, i drink, i corpi che si muovevano seguendo quel ritmo che entrava nelle vene e non se ne andava. Almeno fino alla fine della canzone.
L’interno della discoteca era pieno, come ogni venerdì sera. Faceva ancora caldo e Bella si rifiutava di restare rinchiusa tra quattro mura. Così aveva scelto il gazebo. Era al centro del prato. Più in là, l’acqua trasparente della piscina brillava grazie a delle lampadine. Era la notte perfetta.
 
Hey, said a hustler’s work is never through
We makin’ it cause we make it move
 
Bella chiuse gli occhi e lasciò che il suo corpo si muovesse da solo.
Qualcuno le afferrò il polso. Riaprì solo l’occhio destro e riconobbe il ragazzo davanti a lei. Sorrise.
 
The only thing we know how to do
Said it’s the only thing we know how to do
 
La trascinò attraverso la folla di ragazzi sudati e felici e la fece correre attraverso il prato. Quando furono alla piscina si fermò e la lasciò andare.
 
Work hard, play hard
Work hard, play hard
 
Bella lo baciò. Nessuno dei due smise di ballare e continuarono a stringersi forte.
 
We work hard, play hard
Keep partyin’ like it’s your job
 
Erano le tre e mezza. Troppo tardi per due che il giorno seguente (anzi, lo stesso) avrebbero dovuto lavorare. Bastò un occhiata a suo marito per capire che era ora di tornare a casa. Bella sbuffò e si diresse verso il cancello, ma lui la fermò.
-Non ancora,  -disse.
In un attimo Bella non sentì più la terra sotto ai piedi. Capì quello che stava per succedere troppo tardi, e riuscì solo ad urlare mentre Zayn saltava in piscina.
Le urla si trasformarono presto in risate accompagnate da schizzi.
Sì, Bella Malik amava la notte.
Le figure scure di due buttafuori si stagliarono sul bordo. Zayn guardò la moglie ed entrambi scoppiarono a ridere.
Erano le tre e quaranta. Non avrebbero dovuto essere lì, non con il lavoro che li aspettava.
Bella guardò in alto. La stella polare brillava insieme alle sue compagne dell’Orsa minore, quasi come se la stesse salutando.
Era il momento perfetto.
 
La sveglia suonò troppo presto per i gusti di Bella. Ci vollero circa due secondi per realizzare di essere di pessimo umore. Non le capitava spesso, ma quando succedeva diventava… be’, sopportabile come può esserlo un sassolino in una scarpa.
Odiava tutto e tutti.
Forse quasi tutti, si corresse guardando la sagoma addormentata di Zayn.
Odiava il suo soprannome, troppo simile a quello della tizia di Twilight.
Odiava i suoi capelli, che non volevano saperne di stare in ordine.
Odiava i suoi occhi verde scuro, perché la gente pensava fossero marroni.
Era il primo giorno di lavoro. Il più sbagliato per essere in fase di rifiuto. Compresse i vestiti nella borsa a sacco e cominciò a stendere uno smalto rosa pastello sulle unghie. Ci teneva alla sua femminilità, lei.
Scrisse un biglietto per Zayn e glielo lasciò sul comodino, poi afferrò la fede con il pollice e l’indice della mano destra e tirò. Non si mosse di un millimetro. Bella fu colta dalla solita ondata di panico, quella che di solito viene nei negozi quando hai la malsana idea di provare un anello troppo piccolo, che puntualmente non riesci a togliere.
Lottò per circa un minuto, poi la piccola fede dorata schizzò fuori e venne chiusa in un cassetto.
 
Bella arrivò in spiaggia alle sette e quarantacinque precise. Tolse le ciabatte e si incamminò fino al bagnasciuga, i piedi che sollevavano nuvole di sabbia ad ogni passo. Si arrampicò su per la postazione da bagnino ed iniziò a togliersi i vestiti, fino a quando non rimase con la classica divisa rossa.
Cattiva idea, lo smalto rosa pastello.
Non si aspettava che tante persone piombassero al bagno Stella di Mare, perciò quando sentì delle voci rimase piacevolmente stupita.
La temperatura dell’acqua, però, le lasciava ancora un po’ di tempo libero. Estrasse la sua copia di Vogue dalla borsa e si immerse nella lettura.
Qualche coppia anziana attraversò il bagnasciuga camminando lentamente. C’era anche qualche mamma con il proprio figlio piccolo che si teneva alla larga dall’acqua. Poi arrivava l’onda, che lo bagnava fino alla vita e lo lasciava a bocca aperta. Poi il visetto assumeva un’espressione meravigliata e il bambino decideva che forse quella cosa blu non era poi così male. A Bella piaceva guardarli.
-Ehi! –urlò qualcuno dal basso –Il bagnino dov’è?
-Eccolo, -rispose.
Il ragazzo sui venticinque che si riparava dal sole con una mano arricciò il naso. Lei conosceva quell’espressione. La riteneva una perfetta incapace ancora prima di averla vista all’opera. Non sopportava i tipi così.
-E il vecchio Joe?
-Arriva di pomeriggio. Io sono Isabella.
-Ah, ok. Quindi Bella? Come la ragazza di Twilight?
Forse era ancora in tempo per farsi chiamare Isa. O Isy.
-A quanto pare. –la collezione autunno-inverno era molto più interessante di quel maschilista.
-Io sono Benjamin, lavoro al bar.  –lei si portò una mano alla fronte ed imitò il saluto militare. Lo sentì ridacchiare, poi lui e il suo costume verde si diressero verso il mare.
Si dimenticò di Benjamin nel giro di due secondi e continuò ad ammirare i fantastici accessori consigliati da Vogue.
Poi sentì un urlo.
-Oh cazzo! Sta affogando! Aiutatelo! Oh mio Dio, non lo vedo più!
Gli occhi di Bella corsero al mare. Il ragazzo della donna che aveva urlato stava nuotando in direzione della boa. Poco più indietro, una figura annaspava cercando di restare a galla.
Bella abbandonò la rivista e si precipitò alla canoa rossa. Aveva alle spalle il corso di formazione e un periodo di prova, ma non aveva mai salvato qualcuno completamente sola.
Remò fino alla boa e lanciò un salvagente al ragazzo in difficoltà. Il cuore batteva all’impazzata. Pregò che non le venisse un infarto, o il ragazzo sarebbe stato spacciato.
Guardò meglio. Era Benjamin, e non riusciva ad arrivare al salvagente. Bella si tuffò senza pensarci due volte.
-Ho… un crampo… alla… gamba! –annaspava e la sua testa bionda finiva continuamente sott’acqua. Lei lo prese, lo sollevò in modo da permettergli di respirare e gli passò il salvagente. Poi nuotò fino alla canoa e in qualche modo riuscì a caricarlo.
Benjamin tossiva acqua, ma almeno era vivo. Il crampo gli sarebbe passato.
-Ehi, Bella. A quanto pare mi sbagliavo. 

 
 

-Ed, c'è qualcosa che devi dirmi?


Augh.
Eccomii! 

È strano pubblicare un capitolo senza Amy ahaha ma non preoccupatevi, nel prossimo ci sarà. Anche se forsse l'avevate già intuito dallo spoiler qui sopra.
Ricapitolando: Jules e Liam si sono lasciati dopo che lei è tornata in Irlanda. Non sapeva che anche lui avesse intenzione di tornare (non se lo ricorderà nessuno, ma all'inizio di You always will be my angel Liam viveva in Irlanda) e invece... il caro Liam è il suo capo. Vi avviso che questi due vi faranno penare. Quasi come la Sue/Harry/Louis. 
Bella ha iniziato a lavorare come bagnina ed ha salvato Benjamin. Al lavoro lei non porta la fede.  Ok, non penso che succederà quello che voi vi aspettate che succeda :)

Ecco a voi Amy! Non riuscivo a trovare una foto che rendesse l'idea ahaha



La prossima volta gli altri personaggi!
Grazie mille per le recensioni,
baci,

Gaia

 
  
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